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Capitolo 27

La festa del mio compleanno si è conclusa bene, dopotutto.

I ragazzi hanno fatto preparare una torta a tre piani, ed era davvero buonissima. A mezzanotte abbiamo aperto lo spumante, regalatomi dal direttore, e poi improvvisamente, sono iniziati a cadere petali di rose dal soffitto. Sono rimasta a bocca aperta, e non nego di avere le lacrime agli occhi tutt'ora mentre ci penso.

Non mi sarei mai aspettata una festa del genere, non mi sarei mai aspettata di ricevere così tanti regali e sorprese, e soprattutto, così tante attenzioni. Mi sono affezionata troppo a questi ragazzi, a questi gesti così sinceri: perché ne sono certa, il bene e la sincerità li leggo nei loro occhi.

Quasi non mi conoscono, eppure hanno fatto tanto per me, e non potrò mai dimenticarlo. Non so dove andrò finita l'estate ma so per certo che li porterò per sempre nel mio cuore. E so per certo, che un pezzo di cuore, lo lascerò anche qui.

Sorrido leggermente, mi sembra strano pensare che dovrò andare via, eppure devo farlo. Ma prima di prendere una decisione devo parlare con Gabriele, non merita di rimanere all'oscuro di tutto.

Ed è proprio pensando a lui, che alzo gli occhi e lo vedo: sta facendo un gioco sul bagnoasciuga insieme ad Alessio e Gigi e non posso evitare di ridere. Rido per quello che combinano, per quello che dicono, perché riescono così bene nel loro lavoro. Tutti quelli che partecipano al gioco, ma anche quelli che stanno soltanto guardando come me, lo fanno. E credo proprio che sia nei nostri sorrisi la loro soddisfazione.

Vengo distratta da una ragazza dai capelli rossi che mi cammina davanti a passo felpato, la riconosco e non c'è bisogno che si giri, ma lei lo fa. Si volta proprio nella mia direzione e mi rivolge uno sguardo truce ed accusatorio che non riesco a decifrare.

Decido di non pensarci troppo e continuo ad osservare quei tre idioti che amo, forse uno in particolare.

Evidentemente Simona non ha le stesse intenzioni visto che dopo pochi secondi la ritrovo accanto a me, mentre si accomoda nello spazio che c'è libero nella mia sdraio. Istintivamente mi siedo incrociando le gambe, lasciandole più spazio. Ci guardiamo ma nessuno proferisce parola e sicuramente non sarò io a farlo, visto che la mia idea iniziale era ignorarla.

-Miranda, non guardarmi così. Sai bene perché sono qui- dice con la sua voce meno stridula di come mi è sembrata l'ultima volta, i suoi occhi scuri sempre puntati su di me. La guardo non capendo le sue parole, cerco di trasmetterglielo con il mio sguardo ma non mi sta più osservando. Ora il suo viso è rivolto verso il mare. 

-Tesoro, devi capire che Antonio è troppo grande per te. Capisco che hai preso una sbandata, è normale per la tua età, e capisco anche che pensi di essere grande ma non lo sei. Anch'io ho avuto diciott'anni e ho provato quello che provi tu adesso, ma credimi è sbagliato. Dovresti pensare solo a divertirti, lascia l'amore ai grandi- mentre pronuncia queste parole guarda il mare, forse ricordando avventure passate, e ovviamente non sapendo che abbiamo avuto esperienze diverse.

-Perché mi dici questo?- le domando. Non mi sono ancora chiare le sue intenzioni. Che abbia parlato con Tony? Mi sembra strano ma non è impossibile: forse lui, preso dai sensi di colpa, le ha confessato tutto. Se è andata così, sono felice perché non era bello quello che Tony aveva fatto, non solo a me ma anche a lei.

Nessuna donna merita di essere usata, non siamo oggetti o rifiuti, che appena ti stanchi le butti nel cestino o in un cassetto che non aprirai mai più. Noi donne siamo testarde, lunatiche e ingenue delle volte, ma siamo anche dotate di grandi doti, tra cui l'intuito: quando diciamo qualcosa raramente ci sbagliamo. Abbiamo un'ottima memoria: siamo capaci di ricordare parole a malapena sentite. Abbiamo molta fantasia, riusciamo a costruire castelli campati su niente, che puntualmente ci vengono distrutti. Noi donne non cambiamo mai, al massimo ci trasformiamo, per piacere a qualcuno in grado di darci tutto quello di cui abbiamo bisogno. Noi donne abbiamo bisogno di attenzioni, di amore e di cure. Non ci servono i soldi, non ci piace la violenza e non ci importa degli altri se accanto abbiamo un uomo che ci apprezza. E in fondo, Simona non ha colpe: forse anche lei è alla ricerca di un uomo che l'apprezzi.

-Ho parlato con Antonio, mi ha raccontato tutto. Certo, non ti nego di essere ferita ma sono anche disposta a perdonarlo e a ricominciare tutto da capo. Ma ci sei tu, e io non lo so cosa hai tu che io non ho, ma non posso stare lontana da lui. Quando tu non c'eri andava tutto alla grande ma adesso..-

Il suo discorso non fa una piega, se non fosse che sta usando un tono sbagliato. All'inizio sembrava triste o sull'orlo dell'esasperazione, poi ha iniziato ad accusarmi. Posso ben capire come Tony ti faccia sentire amata e ti faccia stare bene, ma l'ha solo illusa e io di questo non ho colpe.

Vorrei dirle tutto questo, vorrei spiegarle che mentre loro se la spassavano io piangevo la morte di mia madre, vorrei dirle tante di quelle cose che davvero non saprei da dove iniziare. Mi limito a stare in silenzio, ai suoi occhi sono colpevole e non voglio peggiorare la situazione con il mio carattere impulsivo.

-Potresti dirmi qualcosa comunque..- sbotta, voltandosi verso di me sbattendo le ciglia lunghe. Davvero non voglio litigare, e la sto implorando con gli occhi di non superare il limite. Mi conosco, so bene come reagisco istintivamente alla minima provocazione, e mi sto trattenendo per non causare un vero e proprio disastro, peggio di come sia già.

-Cosa vuoi che ti dica?- le domando dopo un ennesimo sospiro da parte mia, il mio sguardo ritorna su Gabriele che vedo giocare in coppia con Noemi. Alzo gli occhi al cielo e riprendo a guardare Simona.

-Da amica potresti dirmi qualcosa come.. Mi toglierò dai coglioni..- esclama sbuffando e alzando le braccia al cielo in modo più che teatrale. Non posso più trattenermi, sto per esplodere e devo assolutamente allontanarmi da lei.

Mi alzo e inizio a raccogliere tutte le mie cose, sempre senza parlare. Ma a lei non va bene ovviamente, continua a punzecchiarmi con la sua vocetta stridula che aumenta a poco a poco, continua a gettare fango su di me e onestamente sono stanca.

-Adesso stai un po' zitta, sono davvero stanca delle tue stronzate. Non sai nulla di me e di quello che ho passato nonostante i miei diciott'anni di vita. Non sai cosa provo, ed è proprio per questo che non sentirai mai quelle parole uscire dalla mia bocca. Perché io lo amo, so che può sembrare infantile o addirittura esagerato, ma è così e stai per certa che anche lui mi ama.-

Le urlo in faccia quelle parole mentre lei mi fissa ad occhi sgranati. Non emette un fiato e io prendo la borsa e mi allontano da lei e dalla spiaggia con lo sguardo basso. L'unica volta che alzo gli occhi, incrocio quelli di Gabriele che già mi guardavano, e d'istinto li riabbasso sui miei piedi.

***

Sono seduta sul letto di Gabriele, che ormai da giorni condividiamo, a non fare nulla.

Beh, in realtà qualcosa la sto facendo: sto pensando, e anche troppo. Pensare mi fa stare male, mi confonde e non migliora mai le situazioni in cui mi trovo. Odio pensare troppo, ma non posso farne a meno.

Il pranzo e la cena, li ho passati al mio tavolo chiacchierando con Silvia. Gabriele era seduto tre tavoli di fronte a me, insieme ad una famiglia: ovviamente non può sedersi sempre al mio tavolo, anche se lo fa spesso e altrettante volte Gigi chiude un occhio.

Tony non ha mollato il suo sguardo su di me nemmeno per un minuto, e avrei tanto voluto andare a chiedergli spiegazioni, a sapere cosa ha detto a Simona e perché si è comportata in quel modo terribile con me.

Avrei voluto farlo, ma mi sono trattenuta. Anche sotto consiglio di Silvia, che è a conoscenza di tutto. Anche lei pensa, come me, che ho bisogno di spazio per schiarirmi le idee. Per cui, parlare con Antonio non mi avrebbe aiutata di sicuro.

Il pomeriggio l'ho trascorso con i ragazzi, a fare giochi stupidi ma divertenti e a ballare. È stato un pomeriggio carino, a parte per Noemi che non si è staccata un secondo da Gabriele.

Lui sembrava alquanto a disagio dalla situazione, specie quando mi beccava ad osservarli. Non posso negare a me stessa di essere terribilmente gelosa, e penso che anche lui l'abbia capito, ma non ha fatto nulla per fermare le avance di Noemi. Solo una volta l'ho sentito mentre le sussurrava 'appartengo ad un'altra ragazza' ma non sono sicura che si riferiva a me. E comunque Noemi non ha di certo smesso. Ehm.. Zoccola.. Ehm..

Anche la serata si è conclusa bene, oggi i ragazzi hanno fatto tantissimi sketch di cabaret ed erano tutti molto divertenti. Al momento del liscio, volevo sedermi ad un tavolo per non sembrare asociale, ma quando ho visto Gabriele e Noemi ballare ho preferito ritirarmi in camera.

Non penso di esagerare, so bene che Gabriele sta soltanto svolgendo il suo lavoro. Il problema è lei: lei esagera sempre standogli continuamente attaccata, ridendo per ogni minima battuta o sporgendosi un po' troppo in avanti quando se lo ritrova di fronte.

Sono sicura di non esagerare, ma sono altrettanto sicura di essere paranoica. Il problema è che con Tony non avevo motivo di essere gelosa, lui non è a contatto con gli ospiti come lo sono gli animatori. E poi, le ragazze non lo guardano nemmeno, quelle che lo fanno sono un poche e lui non ha mai dato loro importanza.

Prima di Simona. Mi ricorda il mio inconscio.

Scuoto la testa, come se potessi far uscire tutti i miei pensieri. Mi sono struccata, ho indossato pantaloncini e top per dormire, eppure non sono riuscita a svuotare la mente e prendere sonno.

Sento la porta aprirsi, nonostante abbia gli occhi chiusi, e so bene che è Gabriele. Ne apro uno per guardare l'ora e sono le 3:20 del mattino: tutto sommato non è tardi, o quantomeno non esageratamente.

Li apro entrambi adesso, e posso ben vedere che Gabriele si sta cambiando, regalandomi una perfetta visuale della sua schiena muscolosa e tonica. Si volta, e i nostri occhi si incontrano.

-Ehi, pensavo dormissi- dice sdraiandosi accanto a me e accarezzandomi una guancia. A quel contatto, sento i brividi lungo la mia spina dorsale, come sempre ogni volta che mi sfiora.

-Ci stavo provando in effetti, ma non ci sono riuscita- gli rispondo sincera, sfiorando il suo collo con il naso e inalando il suo splendido profumo.

-Mir, non vorrei farti questo discorso alle tre del mattino, ma ho una cosa importante da dirti.. È da un po' di giorni in realtà..- mi sussurra senza mai staccare il suo sguardo dal mio. Non è uno sguardo qualunque.. È deciso e intenso, e posso chiaramente vedere l'importanza che hanno le parole che ha appena pronunciato.

-Mi ricordo- gli dico riferendomi a quella sera dove diceva che doveva dirmi una cosa importante proprio mentre stavamo facendo sesso.

-Anch'io ho alcune cose da dirti, te l'ho già detto ieri- continuo, abbassando lo sguardo sul suo torso nudo dove deposito un piccolo bacio.

Quando rialzo lo sguardo, mi sorride leggermente e -Inizio io, sarò breve promesso- dice.

Annuisco e lui fa intrecciare le nostre gambe. Sorrido mentalmente, ho un po' paura delle cose che deve dirmi, e inevitabilmente inizio a vagare con la mente immaginandomi anche scenari impossibili.

-Innanzitutto, voglio rassicurarti su Noemi. Ho notato quanto tu sia infastidita dal suo atteggiamento, e ti posso capire. Il lato positivo è che domani va via, anche se mi piaceva vedere questo tuo lato geloso che ti fa mettere su un broncio molto adorabile. Comunque non voglio divagare.. Sai piccola, non devi essere gelosa perché da quanto ti conosco, non faccio altro che pensare a te. Nella mia mente ci sei solo tu, nonostante ci abbia provato a non pensarti io non ci riesco e..- tentenna un po' sospira e interrompendo il suo discorso terribilmente dolce e preoccupante allo stesso tempo.

Non posso più aspettare, devo sapere cosa ha da dire ma in questo momento ha lo sguardo fisso sui miei occhi ma non spiccica parola. Non voglio che cambi idea e non mi dica più questa cosa così importante per lui.

Gli poso una mano sulla guancia, accarezzandola piano e sentendo il lieve accenno di barba sotto i miei polpastrelli.
-Avevi detto che saresti stato breve- ridacchio e anche lui sorride appena.

-Ti amo, Miranda.- più breve non poteva essere. E in questo breve secondo il mio cuore ha smesso di battere. Le mie orecchie fischiano e le mie mani sudano mentre quelle parole mi vengono sussurrate con una sicurezza e sincerità che solo chi avesse visto i suoi occhi in questo momento avrebbe potuto capire.

-Non chiedermi nulla, sono serissimo. E sono anche terribilmente innamorato di te: della tua bellezza, del tuo carattere e perfino della tua lingua lunga. Ma a me non importa, ti amo per quello che sei.-

Queste parole sono per me un trampolino di lancio. Mi butta tra le sue braccia toniche che mi accolgono con piacere e gli sussurro un 'anch'io' a fior di labbra, giusto prima di baciarlo dolcemente.

In questo momento siamo solo noi, non ci importa del resto del mondo, ce ne dimentichiamo. Come dimentichiamo anche che ero io quella ad avere cose molto importanti da dire.


Amori mieiiii
Tranquilli sono ancora viva e mi scuso per il ritardo. Purtroppo ho avuto dei problemi in questo periodo, che mi hanno rubato davvero tutte le energie.

Comunque, questo capitolo è diverso dagli altri, infatti vorrei dividerlo in due parti. Nella prima abbiamo questo strano dialogo tra Miranda e Simona, quasi un capitolo di passaggio. Che ne pensate?

Nella seconda parte invece abbiamo tantissimi pensieri ma soprattutto una dichiarazione. Cosa pensate? Ve lo immaginavate? E adesso cosa succederà?

Fatemi sapere come sempre tramite un commento (o se volete scrivermi in privato va benissimo ahaha) e lasciate una stella se il capitolo vi è piaciuto.

Ci tengo a ringraziarvi per tutti i voti e per le visualizzazioni, ed anche per il supporto. In particolare ringrazio IlariaZIzzi e Alys99 con cui ho avuto il piacere di parlare e confrontarmi, e soprattutto che mi sostengono fin dall'inizio. Grazie davvero.❤️

-Marty

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