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Capitolo 25

-Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Miranda, tanti auguri a teee-

Apro gli occhi di scatto, spaventata dalle troppe urla dentro quella stanza. Troppi occhi a guardarmi e troppa confusione momentanea nella mia mente. Per un attimo mi chiedo: chi sono? Come mi chiamo? Che anno è? Mi ricorda quando la sveglia suonava la mattina per andare a scuola.

Poi li guardo: questi meravigliosi ragazzi, che conosco da poco più di tre mesi, si sono ricordati del mio compleanno e mi hanno pure cantato quell'imbarazzante canzone. Sorrido loro che a turno mi abbracciano, ricordandomi della festa in discoteca che mi hanno organizzato per i miei diciotto anni.

Eh si, sono una diciottenne adesso. Posso bere, fumare e prendere la patente senza che sia contro la legge. Mi sento la stessa, forse un po' più matura. Vorrei che i miei genitori fossero qui.

-Alloraa, come ti senti ad essere maggiorenne?- mi chiede Gabriele sedendosi con me sul letto e dedicandomi un sorriso tutto fossette. Gli altri sono andati via, ovviamente devono lavorare, e siamo rimasti solo noi due.

-Esattamente come ieri- gli rispondo e ricambio il sorriso, che mai potrà essere paragonabile al suo. Troppo perfetto nonostante l'apparecchio.

Continuando a sorridere mi si avvicina e mi bacia sulle labbra teneramente. Il mio cuore perde un battito. Si alza e va verso il suo armadio, prende un pacchettino verde e me lo porge.

-Buon Compleanno- mi dice quasi imbarazzato e io sorrido per ringraziarlo. Non mi aspettavo un suo regalo. A dire il vero non mi aspettavo un bel po' di cose da parte sua eppure eccomi qui nella sua stanza. Tante cose sono cambiate, ma non posso esserne più felice.

Scarto la scatola con delicatezza, mi tremano troppo le mani. Quando alzo lo sguardo su di lui, vedo che mi sta scrutando seriamente e quasi ho paura. Ma vengo distratta dal suo fantastico regalo: una collana, con un ciondolo a forma di cuore, e posta al centro vi è incisa una G.

Sento le lacrime agli occhi. Mai nessuno mi aveva fatto un regalo così bello, mai nessuno mi aveva dato tante attenzioni. Lo abbraccio incapace di parlare e sento che mi manca il respiro quando ricambia stringendomi più forte.

-È stupenda- gli dico con gli occhi lucidi e mi giro così che lui possa mettermela con facilità. Mi guardo allo specchio e sfioro piano il ciondolo, sembra che sia fatta apposta per essere portata da me, attorno al mio collo.

Gabriele mi si avvicina e mi abbraccia da dietro stringendomi i fianchi. A quel contatto sento la pelle d'oca e non posso evitare di sorridere vedendoci riflessi nello specchio. Immediatamente prendo il cellulare e scatto una foto: sarà il mio nuovo sfondo.

-Devo andare a lavoro, ci vediamo a pranzo e mi raccomando stai attenta- mi sussurra all'orecchio in modo gentile, poi mi bacia dolcemente.

Troppo zucchero e troppa tranquillità, mi chiedo se sarà sempre così.
Potrò mai stare tranquilla per un po'? O magari per tutta la vita? Come posso vivere sapendo che ci sarà sempre qualcosa che mi colpirà alle spalle e mi farà cadere?

Se c'è una cosa che ho imparato da tutte queste difficili situazioni che ho dovuto superare, è che non bisogna mai arrendersi. Bisogna lottare e io l'ho sempre fatto, anche quando credevo di non farcela ho continuato a lottare e sono riuscita a rialzarmi vittoriosa da tutte quelle cadute che ho sempre creduto fossero alte come montagne.

Il mio pensiero vola ai miei genitori, che sicuramente mi guardano da lassù. Sempre se un 'lassù' esista. Ma in realtà io penso di sì, e sono sicura sia un posto bellissimo, altrimenti Dio non avrebbe avuto così tanta fretta di prendere con sé persone meravigliose come i miei genitori.

Sorrido e mi asciugo gli occhi che si erano inumiditi. Non voglio piangere in questo giorno speciale per me.

Indosso un costume e dei pantaloncini, quando mi accorgo che ormai sono le dieci e mezza e che non potrò andare a far colazione. Non importa, andrò in piscina direttamente.

Il mio cellulare vibra sul comodino.

Potresti raggiungermi in camera nostra?

Breve e conciso, Antonio è riuscito a far sparire il lieve sorriso che avevo sulle labbra trasformandolo in un cipiglio. Non voglio andare a parlare con lui, mi ero ripromessa di non tornare più in quella camera.

Ha detto 'nostra'? No, quella camera ha smesso di essere nostra nel momento in cui vi ha messo piede una donna che non ero io.

So di essere troppo dura, e che non sono in condizioni per poter giudicare, visto che io per prima sono stata a letto con un altro su quel letto, ma era diverso. In quel periodo Tony mi trattava male o non c'era, e io mi consolavo con Gabriele. Ma lui che motivo aveva di tradirmi?

Eh sì, lo considero un tradimento perché mentre io piangevo e speravo in una sua chiamata, lui era a letto con un'altra. Mi sembra di avere un dejavù al contrario. Probabilmente Antonio si sentirebbe così se sapesse la verità.

E probabilmente è proprio questo che mi spinge ad andare da lui e affrontarlo.

Mentre cammino fumo una sigaretta e più mi avvicino a quella stanza e più le mie mani tremano. Ho paura.

Paura che possa dare di matto, paura che possa picchiarmi.. Ma soprattutto, ho paura che non gliene importi più nulla di me. Perché in fondo ci tengo molto a lui. Oserei dire che lo amo, ma non ne sono sicura. Non so se questo sentimento è così forte da poterlo chiamare amore, so solo che mi sta distruggendo man mano che mi avvicino e che i ricordi invadono la mia mente.

Appena arrivata davanti quella porta, busso. È ironico visto che ho la chiave ma non vorrei rivivere per una terza volta la scena.

Mi apre con un cipiglio sul viso, che sparisce appena mi vede. Mi fa cenno di entrare e così faccio. Non parliamo ed è molto imbarazzante. Mi siedo sul letto ma subito dopo mi rialzo, mi fa schifo. Avrà cambiato le lenzuola?

-Principessa..- sussurra infine, dopo un lungo silenzio. Odio questo soprannome, adesso ancora di più.

-Non chiamarmi così- gli rispondo leggermente acida. Lo vedo indurire la mascella e penso di aver sbagliato, ma caccio via quel pensiero immediatamente, non mi farò più calpestare.

-Non fare la dura con me, Miranda. So bene che stai soffrendo, proprio come me- ha la faccia tosta di dire che sta soffrendo. Mi viene da ridere. Non potrà mai capire questo peso costante nel petto e questa morsa che mi arriva dritta alla bocca dello stomaco ogni volta che lo guardo negli occhi.

-Non farmi ridere, non sai proprio niente. Mi hai mai visto sul nostro letto con un altro? No, tu non puoi capire il dolore lancinante che ho provato quando ho aperto quella dannata porta. Non puoi minimamente immaginare come mi sono sentita e quanto ho pianto. Ogni santo giorno mi scorrono davanti agli occhi quelle immagini di te su di lei e ogni santa volta caccio indietro le lacrime dicendomi che non ne vale la pena, cercando di convincermi anzi perché sai benissimo che non è così. Quindi no, non dirmi che soffri o che sai come ci si sente perché stai solo mentendo- il flusso di parole uscito dalla mia bocca lo fa rimanere di sasso, e anche a me in effetti. Ho pronunciato ogni singola parola con freddezza anche se mi sto sforzando con tutte le mie forze.

Mi guarda, ha sul viso un'espressione da cane bastonato ma non mi sarei fatta abbindolare. Mi manca terribilmente, ma non posso dimenticare.

-Piccola, mi dispiace così tanto- dice con la vice strozzata. Sembra sul punto di piangere e mi si stringe il cuore, ma per una volta devo pensare a me.

Fa per avvicinarsi ma istintivamente faccio dei passi indietro. Non posso sopportare questa vicinanza.

-Ti prego piccola, è stato un errore. Non volevo farlo davvero, perdonami. Non ho provato niente, non è stato come quando sono con te che mi batte forte il cuore. Era solo sesso- cerca di arrampicarsi sugli specchi, ma non capisce che si sta semplicemente cospargendo di benzina.

-Solo sesso? Con me fai sesso e..-
-Con te faccio l'amore- mi interrompe e per un attimo il mio cuore smette di battere. Quelle parole mi colpiscono in pieno viso come uno schiaffo.

-Voglio solo sapere una cosa, ma devi essere sincero. Da quanto va avanti?- non posso rimanere un secondo di più in quella stanza. Sento la gola stringersi e l'aria essere risucchiata dai polmoni.

-Dopo che sei partita l'ho incontrata. Ci siamo ubriacati e siamo finiti a letto insieme. L'abbiamo fatto altre tre volte, compresa la volta che ci hai scoperti.- abbassa lo sguardo, si vergogna e fa bene. Mi sento uno schifo.

Faccio per uscire da quella camera ma davanti la porta trovo una ragazza: riconoscerei quei capelli rossi ovunque. Mi guarda dall'alto al basso e poi sorride.

-Miranda, finalmente ho il piacere di conoscerti. Antonio mi ha parlato di te, so che abiti qui dopo la morte dei tuoi genitori e io ho pensato 'che carino che sei a prenderti cura di tua nipote'. Mi dispiace del nostro incontro dell'altra volta, anche se sai, non posso certo starlo a guardare il mio fidanzato- la sua voce è squillante nonostante sia grande, avrà almeno 25 anni.

Mi fa male la testa, ma poi realizzo tutto. Ha detto nipote? E fidanzato? Devo uscire da questa fottuta camera prima che mi venga una crisi isterica.

-Zio Tony non mi aveva mai parlato di te- dico falsamente, voglio metterlo nei guai.

-Questo non mi meraviglia, ci frequentiamo da poco anche se già si vede quanto ci amiamo- dice la rossa rivolgendosi a Tony con gli occhi a cuoricino. Mi fa tenerezza, ma non posso nascondere l'odio che provo nei suoi confronti.

-Bugiardo!- gli urlo in faccia prima di precipitarmi fuori dalla porta.

Corro, corro e corro. Per evitare di essere raggiunta da lui, per evitare che mi riempia ancora la testa di bugie.

Mi rifugio nel letto di Gabriele e piango, piango fino a prosciugarmi. So che lui non merita le mie lacrime ma non posso fermarle. La testa mi duole e gira, e mentre le lacrime mi solcano il viso, chiudo gli occhi.

***

Ciao a tutti!!
Come state? Io bene. Mi scuso per l'attesa ma qui al mio paese è festa e sono stata a casa solo per mangiare e dormire praticamente ahaha.

Comunque, passando al capitolo, cosa ne pensate? È un po' di passaggio in effetti, ma svela dei dettagli che riempiono la testa di Miranda ancora di più.

Tony ha mentito su di lei, ha detto che era sua nipote. Perché l'ha fatto? E soprattutto, perché è stato a letto con un'altra donna?

Sono ancora tante le cose che usciranno fuori, ma per il momento accontentatevi di queste ahaha ;)

Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento, e lasciate una stellina se il capitolo vi è piaciuto.

A presto.

-Marty

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