Capitolo 13
La suoneria del mio cellulare mi sveglia nel peggiore dei modi. Non ho voglia di rispondere così, senza guardare, stacco la chiamata. Il cellulare suona ancora.
Chiunque mi stia chiamando a quest'ora vuole decisamente morire.
Con un occhio aperto e l'altro ancora chiuso prendo il cellulare dal comodino e rispondo biascicando un "Pronto?".
-Principessa. Scusa se ti ho svegliata.- la voce di Antonio mi riempie le orecchie e per un attimo lo sento accanto a me.
-Ciao papino- dico in un sussurro.
-Mi dispiace chiamarti alle 7 ma ho avuto un attimo di tempo solo adesso- si spiega con la sua voce che, devo ammettere, un po' mi è mancata.
-Non preoccuparti- dico solo.
-Allora, cosa hai fatto ieri sera?- chiede.
Ingoio il nulla sentendo la gola chiusa all'improvviso, mentre la serata appena trascorsa mi scorre davanti gli occhi.
-Nulla di speciale- dico alzando le spalle, cercando di convincere anche me stessa.
-Beh, era sabato. Non sei andata in discoteca?-
Le sue domande mi stanno dando sui nervi ma non posso rispondere sgarbatamente o capirebbe che c'è qualcosa che non va.
-Non mi andava, mi mancavi- mento. Ormai è diventata quasi un'abitudine.
-Mi manchi anche tu principessa. Ora devo andare. Ti chiamo appena posso.- dice e riattacca senza darmi il tempo di salutarlo.
Sospiro e mi allungo sul letto. Sono le 7:15, sicuramente arriverò puntuale a colazione. Mi alzo e mi rinfresco, poi indosso il costume e un vestitino rosso sopra. Lego i miei capelli in una coda e quasi sussulto nel vedere un segno violaceo sul mio collo abbronzato.
Non ricordo nemmeno quando mi è stato fatto, anche se so bene chi sia stato. E il fatto che non mi ricordi mi fa innervosire. Ieri sera, ero totalmente sotto il suo controllo, talmente tanto da non accorgermi cosa stesse facendo.
Dio, quel ragazzo mi manderà al manicomio.
Finisco di prepararmi ed esco dalla stanza. Davanti l'entrata del ristorante trovo Davide e Margherita. Vorrei evitarli ma non posso così fingo un sorriso e vado da loro che già mi hanno vista e mi stanno sorridendo.
-Buongiorno- dico.
-Buongiorno bella- mi dice Davide mentre Margherita si limita a sorridermi. Mi piace che stia sulle sue e mi piace che non sia con Gabriele.
-Allora, ultimo giorno eh?- dico e loro annuiscono.
-Ma stasera ci devastiamo! Siamo già organizzati con gli altri, perché oggi è l'ultima sera quindi si balla, si beve e ci si diverte!- esclama euforicamente Davide.
Sorrido vedendo l'eccitazione uscirgli da tutti i pori e ovviamente assicuro di esserci.
Ci salutiamo e mi dirigo al mio tavolo.
Mangio in silenzio, immersa nella mia malinconia. Adesso che anche Davide e i ragazzi andranno via, il gruppo creato questa settimana si scioglierà. E io cosa farò? Incontrerò altri ragazzi spero ma mi ero affezionata a loro.
Grosso errore. Affezionarsi a qualcuno in un luogo dove sai che non ritornerai, o magari non ritornerà lui, è la cosa più sbagliata che possa esistere. Ecco perché non sono mai stata una ragazza sociale qui al villaggio. Per questo e perché la mia fama mi precede.
Se penso ai miei amici, al mio paese, mi manca terribilmente.
Chissà se qualcuno di loro mi pensa, se qualcuno mi ha chiamato, se hanno chiesto a Denise. Non lo saprò mai. Anche se, finita l'estate, chiederò ad Antonio di portarmi al mio paese anche per una breve visita. Ovviamente non voglio rovinare i suoi piani a me sconosciuti.
Lascio il ristorante e mi dirigo al mare con delle domande a impegnarmi la mente. Cosa faremo poi? Dove andremo? Saremo capaci di andare d'accordo? Lui, sarà capace di non farmi del male?
Scuoto la testa perché non voglio pensarci, mai mi è piaciuto parlare del futuro. Perché il futuro è qualcosa che non puoi conoscere, è inaspettato e non puoi fare programmi perché ci sarà sempre qualcosa pronta a rovinarli. Chiamalo destino, chiamalo caso.. Qualunque sia il suo nome, esso sarà lì. Pronto a sconvolgere la tua vita, ad abbattere le tue barriere.
A interrompere i miei pensieri è Silvia, che si è seduta accanto a me.
-Tutto okay?- mi chiede mentre strofina i suoi piedi facendo cadere la sabbia che si era attaccata.
-Si- rispondo brevemente.
-Qualunque cosa sia a turbarti, falla passare entro stasera.- dice ammiccando alla serata che ci aspetta.
Mi limito ad annuire, non molto entusiasta.
-Io adesso devo andare, fai scomparire quel broncio mi raccomando!- dice stampandomi un bacio sulla guancia e andando via.
Il tempo passa in fretta e in poco tempo mi ritrovo davanti l'armadio, alla ricerca di qualcosa di carino da indossare. Ho mandato via i brutti pensieri e adesso sono pronta a divertirmi.
Decido di indossare un tubino nero semplice e stretto, lungo fino a metà coscia, con le ballerine nere con i brillantini; meglio essere comoda, non si sa mai. I capelli sono mossi e ribelli come sempre e ho messo la matita nera a decorare i miei occhi chiari.
Vestita, truccata e pronta mi dirigo al ristorante per la cena. Fumo una sigaretta e poi entro.
Mi siedo e noto, seduto al tavolo di fronte il mio, un ragazzo intento a fissarmi. Ha i capelli biondo cenere e la pelle abbronzata, sarà qualche anno più grande di me.
Non smette di fissarmi e la cosa mi infastidisce un po' ma decido di evitarlo con lo sguardo e iniziare la mia cena.
Purtroppo il ragazzo ha altri programmi visto che si è appena seduto accanto a me.
-Ciao bella- dice, mentre i suoi occhi percorrono tutto il mio corpo.
-Ciao- non voglio dargli confidenza e poi non è proprio il mio tipo. Lo guardo negli occhi, sono azzurri. È banale: biondo e occhi azzurri.
-Sai di essere bellissima?- chiede con una voce che tutto è tranne che seducente. Se usa sempre questo metodo per attaccare con una ragazza avrà preso parecchie buche.
-Sono anche da sola, o meglio lo ero- dico provocandolo e facendo uscire il lato stronzo di me. Divertiamoci.
-Se vuoi potrei farti compagnia tutta la sera, o addirittura tutta la notte-
Dio, mi sto disgustando. Mi ha perfino fatto l'occhiolino e ha poggiato una mano sulla mia coscia.
Non resisto più.
-Beh sai, ero sola e mi piacerebbe rimanere tale- un sorriso beffardo sul mio viso.
Sgrana leggermente gli occhi e apre la bocca pronunciando la frase più sbagliata che potesse dire:
-Ah, sei una di quelle...-
-Quelle come? Che non ti si filano? Beh, credimi, con questo tuo stile non attaccherebbe nemmeno con una ragazza in astinenza.-
Mi sto divertendo troppo. So di risultare un po' antipatica ma il tipo qui presente mi sta dando sui nervi. Come si permette poi a toccarmi? Solo Antonio può. Beh, anche Gabriele ma quella è un'altra storia.
-Sei pure stronza!- sbotta infine probabilmente stanco di essere preso in giro da me e dai suoi amici che dal loro tavolo assistono alla scena.
-Credimi tesoro, non mi stai dicendo nulla di nuovo- dico facendo spallucce e alzandomi dal mio posto.
Faccio per andare via ma il ragazzo mi blocca.
-Tesoro- dice usando il mio stesso tono -Mi intrighi e probabilmente finirai nel mio letto.. O magari nella tua camera 257..- Ahia, colpo basso.
Questa frase mi fa assolutamente cambiare di umore ma non voglio fargli capire di essere turbata.
-Se ci riuscirai, sarò più che felice di accoglierti nella mia stanza- dico.
Sorride. Ha un bel sorriso però: i denti sono bianchi e perfettamente dritti, probabilmente grazie all'aiuto di un apparecchio portato durante il periodo adolescenziale. È bello e sa di esserlo ma non sa usare la bellezza che possiede a suo vantaggio. Peccato, davvero.
-Mi chiamo Marco, piacere mio Miranda.- dice e baciandomi una guancia va via.
Percorro la breve strada dal ristorante al bar quasi di corsa. Quel ragazzo, Marco, mi ha turbata.
Conosceva il mio nome e la mia storia, ma era nuovo, non l'avevo mai visto prima al villaggio.
Il suo atteggiamento poi.. Mi avrebbe rovinato la serata se fosse rimasto qualche secondo in più. Ci è andato vicino però.
Scrollo le spalle e mi dirigo dove avverrà lo spettacolo di stasera, cercando di allontanare pensieri e allarmi vari dalla mia mente.
Ci riesco e adesso mi ritrovo a bere il quinto o sesto drink della serata mentre nell'altra mano ho una mezza canna. La testa mi gira leggermente e la musica insieme alle luci ad intermittenza della discoteca non mi aiutano. Ma ballo, rido e mi diverto.
Poso il bicchiere su un tavolino e dentro vi metto il resto della sigaretta speciale e inizio a ballare sulle note di Cola Song.
Mi fermo un attimo per riprendere fiato e vedo Marco insieme ai suoi amici entrare e venire verso la mia direzione. Non voglio che mi si avvicini, mi intimorisce. Così, sembrando del tutto naturale, indietreggio fino a sbattere con qualcuno. Davide.
Mi sorride e posa le mani sui miei fianchi quasi immobili. Non mi va molto di ballare con lui ma se significa evitare Marco allora va benissimo.
Girò la testa verso destra fingendo di divertirmi di nuovo e vedo Gabriele appoggiato a muro che parla con una biondina. Anzi non è una biondina, è Margherita. Si accarezzano leggermente a vicenda e la cosa mi manda in bestia così, approfittando di un attimo in cui i suoi occhi incontrano i miei, mi giro e bacio Davide.
All'inizio è stranito e confuso ma poi ricambia il bacio stringendomi di più a sé. La sua lingua si muove dolcemente mentre incontra la mia e devo ammettere che non è niente male.
Ci stacchiamo e continuiamo a ballare mentre vedo con la coda dell'occhio Gabriele allontanarsi da Margherita. Sorrido e continuo a muovermi.
Ho ballato e bevuto tutta la notte e ora, precisamente alle 4 del mattino, sto ritornando in camera scortata da Davide. Non sono del tutto sobria e sono molto stanca, un aiuto ci voleva.
Arrivati davanti la camera Davide mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Un bacio semplice e dolce, ma nei suoi occhi vedo qualcos'altro: vorrebbe entrare. Ci stacchiamo e con un sorriso entro e chiudo la porta. Non lo voglio nel mio letto.. Forse non avrei dovuto baciarlo ma se non l'avessi fatto, Gabriele e Margherita a quest'ora sarebbero in qualche posto a scopare. Ma chi mi assicura che non è così? Magari si è allontanato da lei solo per continuare a lavorare e poi si sarebbero visti a fine serata. No. Sto diventando troppo paranoica così scuoto la testa e mi sciacquo il viso.
Ritorno in camera e tolgo le scarpe e il vestito. Mentre cerco dei pantaloncini qualcuno bussa alla porta. Chi potrà mai essere alle quattro del mattino? Spero non sia Davide perché non risponderei delle mie azioni, o più che altro, delle parole che mi uscirebbero dalla bocca.
Apro e trovo un Gabriele del tutto affannato che entra prepotentemente nella mia stanza e, sbattendomi al muro, mi bacia. Ansimo. È un bacio bisognoso ma contemporaneamente possessivo, quasi a volermi divorare.
Si stacca e mi guarda negli occhi, le pupille dilatate dall'eccitazione:
-Io non so perché non riesco a starti lontano.. So che dovrei ma cazzo non ci riesco.- quasi urla e riprende a baciarmi mentre, mettendo le mani sotto il mio sedere, mi fa allacciare le gambe alla sua vita.
Mi butta sul letto e si sfila la maglietta rivelando il suo fisico tonico e asciutto.
Mi farà impazzire.
Lo bacio e capovolgo le situazioni, ritrovandomi sopra di lui. Mi sgancia il reggiseno e inizia a torturare i miei capezzoli mentre io getto la testa indietro per il troppo piacere.
Gli slaccio i pantaloni e glieli tolgo insieme ai boxer facendolo rimanere nudo sotto di me.
Mi giro e prendo il suo membro in bocca mentre lui e la sua dannata lingua assalgono la mia intimità.
Continuo a fare su e giù con la lingua fino a quando non si libera e poi, vengo anch'io urlando, dopo essermi beccata un morso proprio sul clitoride.
Mi fa voltare e mi ritrovo di nuovo sotto di lui mentre bacia e morde il mio collo facendomi ansimare.
Non è sazio, è chiaro, e a dire la verità non lo sono nemmeno io. Non penso mi sazierò mai di lui.
Apro di più le gambe facendogli capire che vogliamo la stessa cosa e lui sorride facendo comparire le sue meravigliose fossette dove io, come da copione, infilo le mie dita. Si allunga e indossa un preservativo. Quella visione, di lui nudo è perfetto, mi manda in paradiso.
Entra in me con una spinta dolce ma contemporaneamente decisa mentre io gemo e stringo i suoi capelli.
Prende le mie mani e me le porta sopra la testa iniziando a muoversi dentro di me, riempiendomi.
Le sue spinte diventano a poco a poco più forti e decise e io non riesco a trattenermi, ansimo e gemo forte e noto che lui fa lo stesso. Succhio e mordo il suo collo e il suo petto e lui geme mentre fa lo stesso.
-Madonna..- impreca mentre il suo ritmo accelera sempre di più, fino ad arrivare nel punto di arrivo, fino a farci liberare entrambi per una seconda volta.
Sfiniti e ancora ansimanti, ci copriamo con il lenzuolo e ci addormentiamo avvinghiati.
Non so se è per il troppo alcool che ho in corpo, o forse sono davvero stanca ma -Sei tutto ciò di cui ho bisogno- mi sembra di sentire.
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