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Un angelo caduto

Quella vocina dentro la sua testa non la lasciava in pace. Rimuginava sulle parole di Harry da giorni. Ma a renderla tesa, come una corda di violino, era il fatto che non riusciva mai ad incontrare Draco se non per i pasti. Di certo non si poteva permettere di alzarsi e sedersi al tavolo dei Serpeverde. Minimo sarebbe venuto in infarto ad uno o tre persone e lui l'avrebbe uccisa. Non lo mostrava a nessuno, ovviamente, ma era in pensiero per lui e voleva avere un'occasione per parlarci. Sapeva già che Draco Malfoy l'avrebbe mandata al diavolo in senso letterario forse, ma doveva mettere fine ai suoi dubbi, doveva scoprire la verità, anche se ci sarebbe voluto tutto l'anno. Davvero non capiva dove scompariva Draco... le seccava ammetterlo ma lo seguiva, poi il biondo Serpeverde si disperdeva tra la folla, era come se si volatilizzasse. Un momento lo vedeva quello dopo la sua testa bionda e perfettamente in ordine, scompariva. Sapeva che frequentava le lezioni dopo aver sentito parlarne Dean, qualche volta, di lui e di come fosse particolarmente suscettibile anche contro Tiger e Goyle, i suoi due gorilla dal primo anno. Seamus diceva che non torturava più i primini come un tempo e spesso Zabini era da solo con la Greengrass e la Parkinson. Inoltre Ginny aveva perfino seguito le selezioni dei nuovi giocatori di Serpeverde, ma lui non aveva partecipato, e per giunta aveva sentito dire che non avrebbe fatto il Capitano quell'anno da due ragazze che piagnucolavano di volerlo vedere fasciato da quella bella tuta verde di Quiddich. Sembrava aver abbandonato ogni attività ricreativa ed extracurriculare. Non lo avvistava per i giardini, al Lago, in Biblioteca ne allo Stadio. E stava cominciando a dare troppo nell'occhio il suo atteggiamento da investigatore privato, tanto che Dean le chiese più di una volta dove si cacciava da un momento all'altro. Ma spesso si allontanava dal gruppo di amici, presi dal chiacchiericcio, per tentare di seguirlo. Ogni volta era un fiasco. Dopo due settimane decise di gettare le spugna. Ma non sapere dove si cacciava non faceva altro che terrorizzarla. Temeva, ogni giorno di più, che Harry avesse ragione.

-Ti aspettiamo al Lago Ginny! Non fare tardi!! La pergamena della Sprite non si finirà da sola...- le disse Lorie categorica, mentre si recava con Anna e Betty fuori dal Castello. Ginny annuì e corse a recuperare il libro di Erbologia. Doveva tentare di prendere una E in quella materia, quest'anno. Mentre a passo svelto attraversava il lungo corridoio notò con la coda dell'occhio, una figura nell'ombra, seduta nella rientranza di una finestra del Castello. "Per Morgana, ma quello è...Draco?". Lentamente si avvicinò al ragazzo, riuscendo a distinguere il suo viso contratto e serio, e lo sguardo rigido e fisso in punto nell'infinito spazio dei suoi pensieri. Giaceva con la schiena poggiata al muro di pietra delle colonne della finestra. Le gambe distese sul davanzale di marmo perlato. Decise di annunciare il suo arrivo, per non infastidirlo prima ancora di iniziare una conversazione.

-Ehm ehm...- si annunciò. Draco batté le ciglia e corrucciò il viso, come se si fosse appena svegliato da un lungo brutto sogno. Con un' espressione seria e rigida si voltò nella sua direzione e quando la vide sembrò sorpreso. –Draco...- disse Ginny con un filo di voce, adesso visibilmente colpita dal deperimento del ragazzo, rispetto all'anno scorso. Ma lui non rispose, si voltò e poggiò nuovamente la testa sul muro. Ginny sbuffò spazientita e si avvicinò ancora di più. Il sole del tramonto filtrava delicato dalla vetrata in mosaico, che mostrava un disegno di un Cavaliere trafitto dalla lama di un demone, mentre cadeva da cavallo. Draco non indossava la divisa come la ragazza, ma un altro dei suoi completi scuri, uno blu notte a collo alto, che lo fasciava rendendolo ancora più magro.

-Weasley lasciami in pace, per favore...- disse atono. "Per favore?! Questa mi è nuova!" pensò la rossa. Ma nemmeno se Pix in quel momento fosse sbucato a lanciarle Caccabombe, si sarebbe mossa di lì. Draco alzò un sopracciglio irritato e tornò a guardarla. –Sei sorda adesso?-
-Sono preoccupata per te, è ben diverso!- rispose con tono fermo e deciso, incrociando le braccia al petto. Parlava come se davvero fosse affar suo quello che frullava nella testa del ragazzo. Ma proprio perché no lo era, il biondo fece una smorfia assumendo un cipiglio di chi avesse appena ingurgitato un uovo marcio.
-Cosa? Tu, Ginevra Weasley, preoccupata per me, Draco Malfoy?- chiese con una risata amara, senza ne gioia ne divertimento. Ginny inclinò la testa di lato con l'espressione di chi è stata appena definita una che se ne infischia. –Non farmi ridere, Weasley... ti prego non ho tempo per i tuoi scherzetti e battutine da bambinetta... voglio restare solo!- concluse riprendendo a fissare un punto nel vuoto, di fronte a se.
-Ti sbagli... ti ho pensato quest'estate! Specialmente dopo quello che mi hai detto su tuo padre... non ci crederai ma mi è dispiaciuto...-
Draco si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito -Ovvio che non ci credo! Lo odiavi e lo odierai per sempre... l'hai detto tu: è un mostro per averti dato il diario quell'anno.... Non prendermi per sciocco Weasley, non ti riesce! Non voglio nemmeno la tua pietà falsa!- sciorinò arricciando il naso disgustato.
-Non sono falsa! E smettila di chiamarmi per cognome se non ti dispiace...- il biondo si voltò confuso. Notò in quel momento che non lo aveva chiamato neanche una volta Malfoy da quando era arrivata. Si mise seduto sul davanzale e la fissò nei grandi occhi ambra, rischiarati dall'arancione del sole. –Mi piacerebbe che mi chiamassi per nome...- aggiunse addolcendo il tono di voce. E si avvicinò talmente tanto a lui da incastrare il suo corpo tra le gambe, lasciate a penzolare, di Draco.
-Mi hai pensato?- domandò scioccato. Ginny annuì tranquillamente, dov'era la ragazza orgogliosa e acida che combatteva Malfoy? Stava agendo d'istinto e comandata da quello che gli dettava il cuore. La mente era offuscata, non rispondeva più. –E perché...Ginevra?- sottolineando divertito il suo nome con il tono della voce.
-Sono stata in pensiero per te... non so come ti sei dovuto sentire dopo l'arresto! Ti sarai sentito solo e confuso... e magari avresti avuto bisogno di un'amica vicino... non so cosa hai fatto quest'estate...- Draco sussultò e si irrigidì, deglutendo. Ginny se ne accorse e trasalì, smettendo anche di parlare. –Ho detto qualcosa di sbagliato?- Draco si grattò la spalla come se qualcosa lo avesse punto e scosse la testa bruscamente.
-No continua...- sibilò rauco come se avesse appena incassato un pugno allo stomaco. Ginny cercò di capire cosa potesse essere successo ma non riuscì a venirne a capo.
-Avrei voluto scriverti... poter parlare con te... ma...-
-Ma non si può! Vero Ginevra? Come può il figlio di un Mangiamorte poter parlare con la Principessa dell'Ordine della Fenice?- gli chiese ancora dolorante ma sforzandosi di punzecchiarla malignamente.
-Piantala Draco... ho pensato a te, come un ragazzo, nient'altro... come il figlio di nessuno! Qui siamo solo io e te... non c'è la famiglia Malfoy, né la Weasley... solo Draco e Ginny...- rispose seccata. Draco ghignò scettico e con un balzo elegante la sovrastò con la sua altezza, restando vicini, quasi a sfiorarsi.
-Draco e Ginevra, suona meglio...- disse suadente –Ginny è rozzo e popolano... Ginevra è elegante e raffinato! Si accosta meglio al mio nome!- continuò avvicinandosi al lobo del suo orecchio per bisbigliarglielo piano per poi scostarsi ed osservarne la reazione. Ginny lo guardò negli occhi, di nuovo luccicanti dopo due settimane. La rossa si morse il labbro ed annuì. Le faceva un effetto strano... le girava la testa, si sentiva scombussolata quando l'odore di rose la investiva con quella ferocia elegante. Sentiva lo stomaco rivoltarsi quando la sfiorava e tutto intorno diveniva superfluo. C'erano davvero solo lei e lui?!

-Puoi chiamarmi così, tu!- disse tossendo imbarazzata. Draco sorrise divertito ma poco dopo tornò a fissarla facendosi serio.
-Non devi essere preoccupata per me! Posso cavarmela da solo! Già l'anno scorso ti sei resa conto che non sono un ragazzo da farsi amico... non c'è speranza per noi!- disse freddo e atono. Ginny però non ci credeva, sentiva che lui non era convinto di quelle parole, anche se le fecero male comunque.
-Sai anche tu che nessuno, specialmente qui, ce lo impedisce... se solo tu me lo permettessi... se solo non fossi così cocciuto e abbattessi questo muro che hai costruito intorno a te...-
-Ginevra smettila... ti prego...- disse prendendo a camminare avanti ed indietro. Si grattò nuovamente la spalla nervosamente. Non averlo più vicino, non sentire più quell'odore la fece impazzire.
-Perché? Perché mi vuoi escludere a priori?- quasi gli urlò.
-GINEVRA!- ringhiò perdendo la pazienza il biondo –io non sono come i tuoi amici: non vivo ogni giorno della mia vita per difendere gli altri, per fare la cosa giusta, per essere un eroe senza macchia ne paura, come il tuo Potter... io...- sentenziò con tono di voce adirato.
-So che non sei perfetto! Nessuno lo è... lascia che ti dimostri come sono fatta io, come posso esserti d'aiuto! Ti prego...-
-Ginevra non puoi immaginare l'inferno... io l'ho visto... ti prego tornatene dai tuoi amici... dal tuo ragazzo... dimenticati del mio nome, che esisto... dimentica che c'è stata questa discussione!-
-Draco, io...- ma non sapeva cosa dire, cos'altro poter aggiungere per convincerlo. Se lui non voleva aprirgli le porte del suo cuore, quella battaglia lei l'avrebbe persa a priori. Draco alzò le mani al cielo come a dire te l'avevo detto. Fece un cenno con il capo e s'incamminò verso chissà dove. Ginny chiuse gli occhi frustrata e si passò le mani fra i capelli, tirandoli indietro per l' avvilimento.

Dopo quella conversazione, come temeva, quelle volte che si incontravano in Sala Grande, dove Ginny cercava il suo sguardo, lui non la degnava di un'occhiata. Questo atteggiamento le faceva venire uno strano prurito irritante. Se da un lato il suo orgoglio Grifondoro le intimava di smetterla di pregarlo di permettergli di essere sua amica, dall'altro lato lo spirito Grifondoro altruista e leale le ordinava di riuscire ad aiutarlo. Ma se Harry avesse avuto ragione? Se era uno di loro e lei non potesse fare più nulla. E se era arrivata in ritardo?
Solo le ore passate con Dean avevano il potere di toglierle dalla testa quelle perplessità. Solo passeggiare insieme, mano nella mano, fare l'amore nei posti più improbabili e parlare per ore dei loro sogni ed aspirazioni, riusciva a farle ritornare il sorriso.

Signorina Weasley è gradita la sua presenza questo Venerdì sera,  per una cenetta deliziosa. Ore 20:00 nel mio ufficio.
Professor Horace Lumacorno

Guardava quella piccola pergamena confusa.

-Che fortuna!- disse alle sue spalle Betty, mentre si trovava lì in Biblioteca per ripassare Incantesimi. I suoi capelli erano divenuti pian piano verdi di invidia e Ginny trattenne una risatina.
-Perché?- chiese poi grattandosi la testa, con sguardo fisso sul rotolino. La rossa fece uno smorfia e la infilò tra le pagine del suo Manuale di Incantesimi.
-Beh perché potrai indossare un bel abito elegante ed andare ad una cena con uno dei professori più famosi che ci siano ad Hogwarts... sei una celebrità Ginny!- disse Betty con fare adulatorio. –Almeno potrò partecipare con il mio aiuto nei preparativi... sai già cosa indosserai?- la prese in contropiede.
-Veramente...io... non ho idea... perché come si ci veste per una cena con un professore?- Anna e Betty risero cattivelle, mentre Lorie scuoteva la testa.
-Piantatela! Ha appena ricevuto l'invito! Ha un giorno per poter frugare tra i nostri armadi!!- riuscì a zittire le risatine delle altre due. Ginny gli indirizzò un'occhiata per ringraziarla.
-Chissà chi ci sarà a questa cena! Wow che invidia...- disse Anna picchiettando la bacchetta su un fazzoletto per trasformarlo in un centrino ricamato. Ma Ginny non la ascoltava più. Vide Pansy mano nella mano con un ragazzo familiare.  Si sollevò dalla sieda per riuscire a vedere meglio, con un nodo alla gola. Era lui, e Pansy lo stava allisciando lascivamente e lo baciava con trasporto, dietro una pila di libri. Ginny boccheggiò impietrita. Le sembrò di ricevere uno schiaffo. "Che ti prende Ginny... volevi essergli amica, che altro?!" si scosse per cercare di riprendersi e cercò inutilmente di focalizzare le parole del rigo del libro. Sbuffò, si mordicchiò il labbro inferiore, tamburellò con le dita nel tavolo, per combattere la voglia di alzare lo sguardo e sapere che cosa stavano facendo.

-Ci danno dentro... EHI QUESTA E' UNA BIBLIOTECA... NON UN BORDELLO!- urlò Betty nella loro direzione. Ginny divenne di mille colori, e affondò la testa nel libro, sperando di non essere vista. Sentì Pansy imprecare, e non una parola da lui.
-Che animali...- farfugliò Anna, tornando al suo fazzoletto.
-Chi erano?- domandò Ginny, accertandosi con la coda dell'occhio che fossero andati via.
-Malfoy e la Parkinson...- rispose Lorie disinteressata. Anzi era molto più concentrata sulle orecchie quasi viola di Ginny.
-Però quel Malfoy... se non fosse una serpe!- disse maliziosa Betty, -li ho cacciati perché sono gelosa!- Ginny si rizzò di scatto e strabuzzò gli occhi alle parole della compagna di Casa.
-Che c'è?! Stavo scherzando, non preoccuparti per me! È Malfoy Ginny... bello per quant'è è un bulletto arrogante!!- si affrettò a precisare Betty divertita, scambiando occhiate di intensa con Anna. Ginny sospirò e si rimise composta nella sedia. Sperò che Lorie non avesse intuito nulla, ma ci credeva poco, Lorie sembrava volerle entrare nella testa per quanto la fissava. Quando Anna e Betty andarono via per recarsi in Sala Grande, sempre affamate com'erano, restarono le due amiche da sole.
-Spiegami ora! Perché davvero... non ti capisco!- disse furiosa, e un coro di shhh si levò alle loro spalle.
-Ma di che parli?- farfugliò la rossa, non distogliendo lo sguardo dalla sua piuma, mentre appuntava formule dette in classe dalla McGranitt.
-Fai poco la furba con me!!! Malfoy? Dici sul serio? MALFOY?!- urlò di nuovo scioccata. Ginny le fece cenno di abbassare la voce, agitando le mani nell'aria. Lorie si abbassò vicino al volto dell'amica e spalancò gli occhi, -allora?- sussurrò a denti stretti.
-Stai calma ok? Sono solo in pensiero per lui... sta male...- rispose sforzandosi di sembrare convinta. Ma la realtà era ben lontana, avrebbe mangiato la testa a morsi a Pansy quando glielo aveva visto baciare. "No, no, no... non Draco Malfoy, Ginny... non ti invaghire di lui...". Lorie scosse la testa e poi le diede una botta in fronte. –AHIAA!-
-Non sono mica scema... sei sbiancata quando Pansy ha fatto la piovra gigante con la faccia dell'angelo nero!-
-Come l'hai chiamato?-
-Mezza scuola lo chiama così! Ma hai visto come va vestito? Sempre tutto di nero, come a lutto... passeggia con quel suo bastone ed è sempre grigio in volto... Ginny è pericoloso!-
-Avete mai pensato che sia costretto e rinchiuso in una vita che non gli piace?-
-Io no Ginny... e mi fa paura che lo pensi tu... che lo difendi e sei preoccupata per lui... ricordi l'anno scorso come ti trattava? Ricordi che ha fatto ad Harry il giorno che hanno scoperto dell'ES? non è tuo amico Gin...- cercò di persuaderla. Ginny scosse il capo, decisa a non credere ad una sola parola. Lorie fece spallucce e sospirò demoralizzata.
-E comunque voglio solo che sappia che se avesse bisogno di me.. se avesse bisogno di un'amica: io ci sono, tutto qui... può baciare tutte le ragazze che vuole nel frattempo...-
-Ma lo senti come parli? Sei gelosa marcia... Gin scappa finché sei in tempo... rischierai solo di farti del male!- tentò un ultima volta di convincerla.
-Starò attenta! E non sono gelosa...- puntualizzò -mi chiedo solo cosa ci trovi in lei... non può mica aiutarlo lei... l'hai visto com'è ridotto... è uno straccio!!-
-Lascia che le serpi si lecchino le ferite da sole Ginny!! Non andare nel covo del predatore... sei felice con Dean, Ginny... non rovinare tutto!- Ginny si accigliò e fissò l'amica. Alla fine si arrese ed annuì. –Forza andiamo a cena!- raccolsero i loro libri dal tavolo e si avviarono verso la Sala Grande.

Il Venerdì a causa delle due ore di Difesa Contro le Arti Oscure, con Piton, e delle tre ore di Storia della Magia, teneva gli occhi aperti a fatica. Si trascinava per il Castello e ancora il peggio doveva arrivare. Salì nel dormitorio e già Anna e Betty avevano messo a soqquadro la stanza, e pile di vestiti, camicette e pantaloni attillati, facevano da sfondo a quel caos. Le fecero provare almeno dieci probabili opzioni. E ringraziò il cielo che fu Lorie a decretare quale scegliere. Alla fine si presentò alla cena con un leggins in finto jeans ed una maxi maglia verde bottiglia, che lasciava scoperta la pelle della spalla sinistra. Per finire un tocco di ombretto verde ed un rossetto pesca. E ai piedi un paio di decolté nere. Quando bussò, sentì al di là della porta un allegro chiacchiericcio.

-Avanti prego...- rispose gioviale Lumacorno. Ginny spinse la porta ed entrò nell'ufficio. Il professore con qualche incantesimo aveva reso le pareti sgombre di scaffali e si era sbarazzato della scrivania. Al loro posto c'era un tavolo pieno di whisky incendiario e burrobirra, ma anche qualche bibita babbana come gin e rum, per quello che Ginny riconosceva. Mentre al centro della stanza stava un tavolo rotondo, apparecchiato di tutte le leccornie migliori che gli elfi di Hogwarts preparavano. Come centro tavola un candelabro in ottone, e a svolazzare per la stanza delle piccole lanterne, che davano alla stanza un tocco elegante. –Si accomodi Signorina Weasley... aspettavamo solo lei!- e le fece l'occhiolino. Ginny annuì e prese posto tra Hermione ed Harry, che le avevano lasciato un posto libero. Accanto ad Hermione vide Neville e gli sorrise.
Fu la serata più noiosa a cui Ginny ebbe mai preso parte. Due ore passarono lente a spettegolare, a vantarsi dei parenti importanti che ogni uno di loro aveva al Ministero o alla Gringott o in qualche altro campo importante. Gli unici tre stoccafissi ad essere lì per merito e non per raccomandazione erano proprio loro tre. E per questo Zabini li guardava con gli occhi ridotti a due fessure e le labbra serrate. La sua presenza faceva tornare in mente a Ginny il volto di Malfoy. Sicuramente neanche Zabini gli avrebbe mai detto cosa rendeva Draco così sciupato e nervoso. Ma valeva la pena tentare?
Quando gli uomini della saletta si appartarono per un goccino di Brandy, Hermione e Ginny si accostarono ad una delle finestre di pietra antica, vicino ad un arazzo gigantesco, a respirare un po' d'aria fresca.

-Che noia eh?!- disse Ginny mentre sbadigliava vistosamente.
-Mi aspettavo qualcosa di diverso ma fare parte del Lumaclub è comunque sempre stato un onore negli anni! E tutti gli studenti che ne hanno fanno parte adesso sono dei grandi maghi e delle grandi streghe!-
-LUMACHE'?- le fece eco Ginny con una smorfia.
-Il Lumaclub... è così che si chiama! Non sarà l'ultima cena questa Ginny! Ce ne saranno altre e saranno sempre più numerose e festose credo...- spiegò Hermione pacata. Ginny annuì poco convinta del fatto che volesse partecipare ancora.
-Ragazze!- le raggiunse Harry, stiracchiandosi annoiato. –Vi state divertendo?-
-Si tantissimo...- rispose Ginny sarcasticamente. Hermione le diede una gomitata ed annuì, chissà qualcuno li stesse ascoltando. Mentre Harry rise di gusto. –Tu?- gli chiese la rossa, massaggiandosi il fianco.
-Potrebbe andare peggio... almeno a parte Zabini che ci fulmina con lo sguardo... la compagnia non è male! Per fortuna ci siete voi due e Neville che mi sembra un po' brillo dopo la seconda burrobirra! Ron è ancora arrabbiato?- si rivolse alla riccia.
-Si ma magari lo potremo portare qualche volta... so che è permesso in certe occasioni!- rispose Hermione arrossendo. Harry annuì.
-Ragazzi miei ma guardate che ora si è fatta! I vostri professori di domattina, quando vi addormenterete sui banchi, mi verranno a sgridare! Suvvia nei vostri dormitori... presto faremo un' altra di queste festicciole!!- li congedò alticcio Lumacorno. Ad uno ad uno strinsero la mano al professore ed uscirono di lì. I quattro ragazzi Grifondoro marciarono insieme verso la Torre est le due ragazze a braccetto ed Harry a sorreggere Neville ubriaco più del professore Lumacorno. Oltrepassato il ritratto, Hermione corse a dormire, preoccupata che l'indomani non fosse abbastanza sveglia da prendere ottimi appunti in Pozioni. Ginny si fece sprofondare nel divano e si levò le scarpe sfinita. Prese a massaggiarsi i piedi. Vide Harry accompagnare Neville fino al dormitorio che condividevano.
-Chi bella vuole apparire un poco deve soffrire!- la sorprese.
-Taci Harry! Se fosse stato per me neanche sarei venuta... figurati mettermi i tacchi!- rispose acida. Harry rise e le si sedette accanto.
-Difatti non ne hai bisogno... sei già bellissima in divisa, senza trucco o scarpe alte...- rispose il ragazzo spostandole una ciocca rossa dietro l'orecchio.
-Grazie... ora vado...- sussurrò imbarazzata. Prese da terra il paio di scarpe di Anna e si alzò.
-Che ci fate qui da soli?- la voce di Dean alle loro spalle la fece impallidire. Li guardava fumante di gelosia con le sopracciglia alzate in attesa di risposta.
-Siamo appena tornati dalla cena di Lumacorno!- rispose calmo Harry, restando seduto comodamente.
-E siete tornati insieme??-
-No, certo che no Dean... c'erano Neville ed Hermione con noi... sono appena andati a dormire!-
-E tu che aspetti per andare a dormire?- domandò Dean alzando il tono della voce. Ginny lo guardò nervosa.
-Stavo andando...- disse a denti stretti. Si alzò in punta di piedi e gli lasciò un bacio nella guancia, pungendosi con la barbetta del pizzetto lasciato crescere. Dean l'afferrò e la baciò sulle labbra, mantenendo lo sguardo fisso su Harry, che li guardava con la mascella serrata. Ginny ne capì il motivo e si divincolò, salendo poi di fretta le scale verso la sua camera. Dean le fu dietro poco dopo. Non seppe cosa si dissero, una volta che salì su. Ma per un paio di giorni si accorse che non si rivolgevano la parola. Ginny non volle intromettersi, aveva anzi ringraziato Merlino che Dean non avesse più toccato l'argomento. In quel periodo le mancava solo una scenata di gelosia.

-Traditrice!-
Da dentro ad uno dei bagni femminili durante la pausa pranzo, sentì, vicino ai lavabi, una voce femminile familiare.
-Stai calma Astoria!! Mi ha solo preferita a te! Ora che è un uomo non ha bisogno di una bambina accanto... ma di una donna!- sottolineò la voce petulante di Pansy.
"Ora che è un uomo?" pensò Ginny mentre la gambe si rammollivano dalla paura.
-Mi hai mentito... mi avevi detto che avresti parlato con lui per capire se provasse ancora qualcosa per me... ed invece ci sei andata a letto... meschina!- piagnucolò Astoria.
-Oooh quante storie... smettila di frignare! Prima che tu sapessi della sua esistenza, io e Draco eravamo già stati insieme! È sempre stato innamorato di me, stupida!- la sbeffeggiò sbuffando Pansy. Sentì Astoria singhiozzare più forte.
-Non ti ama... ma che dici? Non è vero...- balbettava tra le lacrime la ragazza. Mentre Pansy sghignazzava soddisfatta. –Ti userà! Ti userà come ha fatto con me e altre mille... non sai di che cosa è capace...-
-Ma fammi il piacere... io lo conosco benissimo!- rise stridulamente la mora.
-Davvero?? Bene: ride bene chi ride ultimo Parkinson!- e Ginny sentì sbattere la porta del bagno e poi nuovamente, segno che entrambe erano uscite. Ginny chiuse gli occhi e sospirò. Più cercava di non pensarlo ed accontentarlo nel non farsi più viva, più il destino suo s'incrociava con quello del biondo. Uscì dal bagno e si specchiò. Sciacquò il viso turbata. Non poteva essere gelosa... lei stava con Dean, lo voleva davvero, era felice. E allora perché le prudevano le braccia quando lo vedeva con Pansy? Perché il sangue nelle vene ribolliva quando lo immaginava a letto con un'altra ragazza che non fosse lei? Per quale dannato motivo cercava il suo volto tra mille, ovunque si trovava?

-Disponetevi in gruppetti... faremo una partitella di cinque minuti per testare le vostre capacità!- urlò Harry durante le selezioni. Ovviamente, come oramai ammetteva da sola, fu la più brava. Anche Dean aveva partecipato alle selezioni ma lei, Katie e Demelza erano le tre nuovi cacciatrici. Lui fu scelto come riserva. Le tenne il muso per un po', geloso di essere risultato inferiore a lei. Ginny ne restò un po' delusa, non lo faceva di certo così capriccioso o rancoroso.

-Eddai Dean... ti prometto che di tanto in tanto fingerò di star male e giocherai al posto mio!- gli fece una linguaccia mentre saltellava allegra sul letto. Dean la guardò torvo ma non riusciva ad essere arrabbiato sul serio e per molto con quella testolina rossa. Saltò sul letto distendendosi e tirandola giù. Cadde rovinosamente sopra di lui e la baciò d'impeto. Ginny sorrise mentre la baciava e si udì un rumore di denti. –Cos'è quello?- chiese ad un tratto, scorgendo alle spalle del ragazzo, poggiato all'angolo del muro, un dipinto.
-Oh nulla... il mio Hobby...- farfugliò Dean prendendo fra le mani la sua testa per continuare a baciarla. Il ragazzo approfittava sempre dei pomeriggi di studio tra Ron ed Hermione, per poter ospitare, in camera loro, Ginny.
-Voglio vedere!- si divincolò la rossa. Lo scavalcò, e sbucò dall'altra parte del letto. –Ma è bellissimo... è il Platano Picchiatore vero?- disse estasiata, ammirando il gioco di luci ed ombre che raffiguravano un paesaggio della scuola. Dean annuì mettendosi seduto sul letto. Ginny ne prese un altro dalla pila.
-Quello è il mio gufo: Barty!- precedette la sua domanda il ragazzo. Ginny accarezzò affascinata la figura dell'uccello e poi si voltò verso un'altra tela.
-E questa? Perché è bianca?-
-Oh sono stato impegnato... ma quando ho tempo libero ho intenzione di dipingere la casetta di Hagrid... anche se non so da quale angolazione ancora...-
-Perché non dipingi me? Perché non mi fai un ritratto?- chiese euforica. Dean inarcò le sopracciglia e poi annuì.
-Va bene!-
-Adesso!- sentenziò la rossa.
-Adesso?- gli fece eco Dean.
-Perché no?- chiese quasi offesa. –Non sono abbastanza bella oggi? Non sono d'ispirazione?- scherzò un po' su fingendosi offesa.
-Si che sei bella... va bene... pensavo che avremmo occupato il tempo diversamente ma va bene!- disse con un mezzo sorriso. Tirò fuori dal baule una valigetta piena di colori acrilici ed una tavolozza. Poi da un armadietto della camera sfilò il cavalletto e ci poggiò delicatamente la tela.
-Quale posa preferisci?- e Ginny cominciò a fare la smorfiosa, cambiando posa ritmicamente. Abbozzando anche qualche buffa smorfia o qualche posa sensuale. Dean rise divertito e dopo aver messo i colori sula tavolozza, la osservò concentrato.
Si avvicinò a lei, poggiando la tavolozza sul suo letto. Con le mani la fece mettere nella posa in cui lui voleva ritrarla e le disse di restare immobile il più possibile. Dopo una mezz'oretta, quando aveva terminato la sagoma e scelto anche i colori per il riempimento della figura, le disse che poteva bastare.
-Quando sarà pronto?- chiese mentre scendevano le scale verso la Sala Comune.
-Fra qualche giorno! Ti prometto che sarà bellissimo, come te!- rispose suadente. Ginny gli sorrise e lo baciò. –Mi aspetta Seamus nell'aula di Divinazione, a più tardi piccola!- Ginny annuì e raggiunse Anna e Betty vicino al camino, intente a spettegolare come loro consuetudine.

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