Siamo più buoni a Natale
-Adesso so come ti sentivi Ginny... ti giuro... se una persona non si trova a vivere la situazione non può capirla fino in fondo...- ascoltava Hermione sfogarsi, dopo che nell'ultimo mese era costretta a guardare Ron e Lavanda baciarsi, in ogni angolo del Castello. La teneva abbracciata, con la testa della riccia poggiata sul suo seno, entrambe rannicchiate sul letto della rossa. Non era la prima volta che Hermione la raggiungeva per parlarle e tentare di sfogare la rabbia, la frustrazione e la gelosia di quei giorni. Hermione non aveva amiche femmine, a parte lei. Manteneva dei rapporti cordiali con tutti, specialmente perché se erano gentili con lei potevano aspirare ad un aiutino negli studi, ma i suoi unici migliori amici erano Harry e Ron. Ma da quando suo fratello era diventato per lei il ragazzo che le faceva battere il cuore, era rimasto solo Harry. Forse lo era sempre stato ma solo dopo averlo visto tra le braccia di un'altra lo aveva accettato. Per quanto il moro si sforzasse di esserle d'aiuto era pur sempre un ragazzo, e il più delle volte se ne lavava le mani per non litigare e non essere messo in mezzo ai due amici. Ginny era convinta che Ron lo facesse per dispetto, per gelosia. Qualche giorno prima dell'improvvisa infatuazione di suo fratello per Lavanda, Ron le aveva fatto una scenata mentre Dean la baciava e Ginny era esplosa. Gli aveva detto che non erano affari suoi se lei stava con un ragazzo o no, ne tantomeno cosa facevano quando erano da soli. E visto che Ron continuava ad insistere che invece doveva smetterla di farsi trovare in certi atteggiamenti con Dean, Ginny gli aveva detto che parlava per invidia perché Harry aveva avuto una storia con Cho, Hermione con Viktor e lui invece non aveva ancora fatto alcuna esperienza. Da quel litigio, dove tra l'altro era presente anche Harry e aveva tentato una riappacificazione nemmeno troppo convinta, visto che a lui stava benissimo il non doverla vedere più avvinghiata a Dean, Ron era stato diverso fin quando non era "sbocciato l'amore" con Lavanda. Ma tutti quelli che conoscevano Ron davvero, sapevano che era stato troppo strano che tutto d'un tratto si fosse innamorato di lei. Dopo tutte quelle voci che circolavano su di lui ed Hermione.
-Dai Herm tranquilla... non capisci cosa sta facendo?- la rassicurava mentre le carezzava i ricci scomposti dai singhiozzi continui, -tenta di farti ingelosire... e tu invece con questo atteggiamento lo allontani solamente...- concluse dandole piccole pacche sulla schiena. Hermione tirò sul con il naso e tentò di ricomporsi, mettendosi seduta accanto alla rossa.
-Dici? E se invece ne fosse veramente innamorato?- chiese spaventata, tentando di trovare, negli occhi di Ginny, una briciola di insicurezza su quello che aveva detto.
-Ne sono certa! Dovresti ripagarlo con la stessa moneta!!- incalzò Ginny, vedendo che Hermione cominciava a reagire.
-In che senso?- era si perspicace ed intelligente Hermione ma quando si trattava di questioni di cuore, ne sapeva quanto uno scolaro di astrofisica, nel mondo dei babbani.
-Dovresti farlo ingelosire anche tu!!! Che ne dici di portare Cormac alla festa di Natale di Lumacorno?-
-Oh no, no... Cormac potrebbe farsi degli strani pensieri... se volesse...?- Ginny le diede un buffetto sulla coscia.
-Ma dai! È una cena piena di gente, a fine serata torneremo insieme alla torre! Basta solo che Ron sappia che sei andata ad una festa con lui! Sarà verde d'invidia, te lo assicuro!- spiegò Ginny euforica. Hermione si corrucciò e prese a guardare un punto indefinito alle spalle della rossa.
-ESSIA!- urlò ad un tratto –spero solo che funzioni... non sopporto più di vederlo baciare un'altra... ogni volta sento come se il cervello mi scoppiasse! Non riesco più a concentrarmi alle lezioni!!-
-Abbi fiducia nelle mie idee brillanti!!- disse Ginny smorfiosa, picchiettandosi, con un dito, la testa. Così strappò un sorriso ad Hermione, dopo giorni di piagnistei.
La fine di Novembre, con le sue tempeste di neve ed il cielo plumbeo da mattino a sera, aveva lasciato spazio ad un rigido inverno, che altro non faceva altro che far sperare che le vacanze natalizie arrivassero presto. A parte dover star lontano da Dean, niente la tratteneva lì. Harry avrebbe passato le vacanze con loro, Hermione doveva partire per l'Irlanda con la famiglia e... Draco oramai sembrava essere stato solo frutto della sua fantasia. L'aveva allontanata come un malato di peste. Dopo il piccolo litigio, prima della partita Grifondoro contro Serpeverde, non si erano più rivolti la parola, e sebbene i primi giorni era stata una tortura per Ginny, non poter sapere cosa sarebbe successo se fossero rimasti un'altra volta da soli, con le settimane ci fece l'abitudine e non tentò più di trovarlo da solo, anzi non lo cercava neanche più. Se lo scorgeva in lontananza cambiava strada, a rischio di dover fare un kilometro di Castello in più ed arrivare in ritardo alle lezioni.
-Lorie!!! Sai che oggi sei particolarmente luminosa e bella?- si ruffianò l'amica.
-Cosa ti serve?- chiese piatta la bionda, sapendo che se Ginny usava quel tono, aveva bisogno di un favore.
-Ho bisogno di un vestito per la festa di Natale del Lumaclub e non ne voglio uno dei vostri!! Mi accompagneresti questo pomeriggio da Petronio il sarto d'oro ad Hogsmead?- chiese mostrandole gli occhi da cerbiatta, sbattendo le ciglia ritmicamente, e con il labbro inferiore buttato fuori. Lorie roteò gli occhi al cielo!
-Va bene... Lee ti ucciderà quando saprà che non uscirò con lui, lo sai?- la minacciò con il sorriso sulle labbra, mentre camminavano fianco a fianco verso l'aula di Divinazione.
Oramai erano due ore che provava abiti e la scelta si era ristretta ad un lungo abito rosso vivo contro uno corto sino alla caviglia di un verde bottiglia.
-Ti prego Ginny... siamo qui da un'era... ti vuoi decidere??!!!- le ringhiò Lorie saltellando impaziente sul posto.
-Se vuoi tu vai... ho bisogno di riprovarli entrambi... voglio che siano galeoni ben spesi... c'ho messo due mesi per metterli di lato. E poi alla festa di Lumacorno saranno tutti imbacuccati... se non scelgo bene risulterei una stracciona!- piagnucolò osservando entrambi gli abiti appesi alle asticelle.
-Davvero posso andare? Se vado via ora riesco a raggiungere Lee per una passeggiata al tramonto!- disse con aria sognante. Ginny annuì, così Lorie le scoccò un bacio sulla guancia lentigginosa e uscì dal negozio di corsa. Ginny guardò i due capi mordicchiandosi il labbro inferiore. Oramai neanche più Petronio le dava consigli, ma si era allontanato per aiutare un ragazzo a prendere le misure per uno smoking.
-E sarei io il lecchino quindi?! Lumaclub... bleah!- una voce elegante e suadente le fece salire un brivido dal bacino sino alle orecchie. –Comunque, credo che il verde faccia risultare il candore della tua pelle... il rosso è così osceno e popolano- continuò la voce, che Ginny conosceva così bene e che la rendeva così vulnerabile.
-"Non sono affari tuoi!"- le fece il verso Ginny rifacendosi al ringhio che le aveva rivolto Draco prima della partita, senza neanche voltarsi verso di lui.
-Divertente... mi mancava la tua arroganza così spudorata e grossolana...- rispose sprezzante mentre le arricciava una ciocca rossa sul suo indice. Ginny non si era accorta che l'aveva raggiunta alle spalle. Chiuse gli occhi tentando di resistergli.
-A me non mancava niente... né la tua saccenza, né la tua presunzione né il tuo modo odioso di trattare la gente!- e alle sue spalle sentì uno sbuffo divertito.
-Vedo che sei rimasta offesa dopo la nostra ultima conversazione- cominciò passandole un dito lungo la colonna vertebrale, causandole dei piccoli brividi che cercò di mascherare irrigidendosi, -l'ho notato che non mi guardi più a pranzo o a cena... che non sbuchi più dovunque io mi trovi, come qualche giorno fa... mi manca anche questo... era divertente che fossi la mia ombra!- sussurrò ogni parola in maniera così lasciva e suadente che Ginny sentì mancarle il respiro tanto era eccitata.
-Tenti di umiliarmi...- la sua voce risultò rotta dall'eccitazione che le sue dita le avevano causato. Si schiarì la gola imbarazzata e continuò -ma ti ho già detto che ero preoccupata per te... ora non lo sono più! Non mi interessa nulla di quello che fai o provi!- asserì con tono deciso. Draco si leccò le labbra e le afferrò dolcemente le spalle, facendola voltare con lentezza, così da poterla guardare negli occhi. Ginny li riaprì.
-Non ti credo! Ginevra sei così pura, sensibile e genuina... non potresti mentirmi! Sei limpida e trasparente... guardami negli occhi e dimmi che non t'importa nulla di me!- le ordinò con tono pacato. Ginny richiuse gli occhi strizzando le palpebre per evitare di guardarlo, ascoltarlo. Voleva fingere che lui non fosse lì. La scosse dalle spalle senza farle male, solo richiamandone l'attenzione, e lei dovette riaprirli, specchiandosi in quelli grigi e spenti del ragazzo.
-Draco non farmi soffrire... non illudermi ancora una volta che t'importa qualcosa di me! Hai ragione sono un libro aperto, specialmente con te... sono sempre più preoccupata per quello che ti sta succedendo... guardati sei uno scheletro... guarda queste occhiaie!- e gli carezzò il volto sciupato e pallido prendendolo tra le mani, - eri così bello ed attraente...- ma lui la lasciò e scosse la testa frustrato.
-Non capiresti... nessuno può...- il suo tono si fece nuovamente freddo.
-Se solo tu mi spiegassi...- lo supplicò.
-NO! Non posso Ginevra... non voglio trattarti male! Sei l'unica persona che si sia veramente interessata a me in modo spassionato e senza voler nulla in cambio... non lo meriti... ma non posso dirtelo!- ritornò a guardarla con occhi speranzosi che lei capisse, che ancora una volta le fosse vicino senza pretendere niente in cambio. Ginny si morse il labbro inferiore nervosamente. Poi gli strinse la mano ed intrecciò le sua dita con quelle del biondo.
-Draco... voglio solo che tu non ti faccia del male per combattere una guerra che ti hanno imposto di lottare...- il ragazzo rimase a bocca aperta a quelle parole e strinse ancora di più la sua mano contro quella di Ginny. Che ricambiò avvicinandosi a lui, poi lo abbracciò. Lui rimase rigido per lo stupore. Pian piano i muscoli si rilassarono e si lasciò andare al calore della ragazza, stringendola a sua volta, e carezzandole la lunga chioma rossa. Le forme del corpo di Ginny erano appiattite al suo torace... il battito dei loro cuori ed i loro respiri all'unisono.
-Ci faremo del male Ginevra... se ti allontano, se ti costringo a farti dimenticare che esisto, è solo per il tuo bene...- le sussurrò all'orecchio. Ginny si staccò, continuando a cingergli la vita.
-Di questo hai solo paura tu... fin quando non accetterai di essere umano... di poter amare e concedere il tuo cuore... io non sarò mai parte della tua vita!- rispose dolcemente. Draco sospirò sommessamente e poi l'abbraccio si spense. Ma le mani restarono intrecciate come un puzzle che perfettamente coincideva. Come due pezzi introvabili che combaciavano perfettamente. Incapaci di interrompere quel momento. –Verde quindi?- tentò di sdrammatizzare la rossa. Draco sorrise e si morse il labbro per poi annuire. –Ok, lo riprovo per te!- e si voltò allegra verso il camerino per uscire dopo pochi minuti. –Allora come sto?- chiese facendo una piroetta. Lo scollo a cuore mostrava il suo seno florido, il bustino sfilava la sua vita morbida e poi il vestito si apriva in una lunga gonna pieghettata fino al ginocchio. Draco le sorrise prima di guardarla da capo a piedi.
-Perfetta!- fu la sua unica risposta. Ginny arrossì violentemente e si voltò fingendo di guardarsi allo specchio. Il ragazzo le si avvicinò, mentre lei lo guardava di sottecchi dal riflesso. Con una mano le sfilò una delle piccole spalline e le baciò la pelle della spalla, più e più volte. Ginny spostò il capo dall'altro lato, inclinandolo, per fargli capire che poteva farlo, che non desiderava nient'altro oltre che quello. Mentre la sua pelle si inumidiva dei suoi piccoli e dolci baci, le gambe divennero molli e fece fatica a restare all'in piedi, mentre il cuore le batteva come un tamburo.
-Draco... perché?!- disse in un gemito strozzato. Il ragazzo si spostò verso il collo e poi sul lobo dell'orecchio, leccandolo con indolenza e poi mordicchiandolo sorridendo, lasciandole un respiro caldo sulla pelle. –Ti prego...- gemette più forte. E Draco sorrise ancora.
-Se vuoi che smetta, basta dirmelo...- le soffiò sulla pelle.
-No, io voglio... ma... non posso... Dean...- riuscì a mettere insieme quelle parole. Draco socchiuse gli occhi, lasciandole un ultimo bacio sulla guancia, ormai bordò dall'imbarazzo. –Io...- ma lui si era allontanato. Lo vide sistemarsi il mantello, pronto ad uscire dal negozio.
-Non devi spiegarmi nulla! So come funziona... solo io e te non era vero, c'è sempre la nostra vita alle spalle, a ricordarci da dove veniamo e chi siamo...- sorrise amaramente a quelle sue stesse parole, dette con freddezza.
-No... non volevo dire questo! Cioè...- ma il biondo si voltò con uno scatto, facendo svolazzare il mantello ed uscì dal negozio come una furia. Ginny deglutì un po' spaventata dalla reazione ed un po' delusa per quello che sarebbe potuto essere. Se lo era promesso, non voleva più tradire nessuno. Se Draco non fosse stato così sfuggente come il fumo, forse avrebbe mollato tutto, la sua vita, i suoi affetti, ogni cosa solo per avere lui... ma era come costruire un castello di sabbia durante una tempesta nel deserto. Quando si fu rivestita della sua divisa e del suo mantello pesante, pagò il vestito verde che Draco le aveva consigliato, ed uscì per tornare al Castello.
L'euforia che aveva preceduto quella festa era pian piano scemata. Una volta nel bagno del dormitorio, si concesse una doccia calda ed avvolgente. Cercò di lavare via quei baci lasciati sulla spalla, il loro ricordo così piacevole... tutto fu inutile, quando sfiorava con la spugna la sua pelle, una fitta piacevole al basso ventre la colpiva e le gambe divenivano nuovamente tremolanti al ricordo dei suoi occhi artici. Si accovacciò e mentre l'acqua bollente le scorreva sui capelli, sul viso e sul corpo rannicchiato, pianse, sfogando tutta la frustrazione.
-Ehi Ginny sei pronta? Hermione ti aspetta di sotto...- la voce di Betty la riportò alla realtà. Sebbene avrebbe voluto restare in camera, avvolgersi nel pesante piumone e scomparirne tra le pieghe, tirò su col naso, e tentò di sistemarsi per essere presentabile.
-Wow Ginny... che bella che sei! Dean resterà di sasso!!- cinguettò Anna girandole intorno, scrutandone ogni centimetro. Ginny sorrise flebilmente e scomparve dietro la porta, lasciandosi dietro un'occhiata scrutatrice di Lorie.
Prima di raggiungere Hermione, andò in camera di Dean. Quando aprì lo trovo vestito con solo il pantaloni rossi del pigiama, che chiacchierava con Seamus e Ron.
-Ehi Gin, che ci fai qui?- chiese Ron spintonando i suoi amici che la guardavano con la bava alla bocca, dato l'abito succinto ed elegante.
-Sono qui per Dean...- e si rivolse al ragazzo, -che ci fai ancora svestito? Fra poco comincia la festa di Lumacorno- ringhiò infastidita. Dean balzò dal letto e la spinse fuori dalla porta, affinché suo fratello e Seamus non potessero ascoltarli.
-Gin... non ti ricordi?! Ti avevo detto che non mi andava di andare a quella festa... è una stupidaggine!- disse con un mezzo sorriso, sospettando forse già di farla arrabbiare.
-Ah si?! Quindi io sarei una stupida se partecipo, giusto? Pensi che sia stata stupida ogni volta che sono andata quindi?- chiese alzando il tono di voce ad ogni parola. Mentre le orecchie divenivano viola dalla rabbia e le sopracciglia divenivano un'unica linea arcuata, molto acuta.
-No! Non è questo che intendevo... difatti non capisco perché tu vuoi andarci... ma non puoi costringermi a venire...- rispose con un tono piatto, che non permetteva di ribattere in alcun modo. Ginny incrociò le braccia al petto.
-Io ci andrò e se tu non vuoi accompagnarmi, peggio per te! Mi divertirò comunque... anzi farò proprio la stupida come tutti quelli che parteciperanno! E sai che ti dico se pensi che quello che faccio sia stupido non capisco perché ancora perdi del tempo con me!- e si voltò come una furia, scendendo i gradini, non curandosi che Dean la chiamava a gran voce per farla tornare indietro. Prese Hermione sottobraccio prima che potesse aprir bocca e Cormac le seguì con una faccia interdetta.
-Ginny ehi Ginny, che ti prende? Non correre, dov'è Dean?- blaterava Hermione mentre tentava di starle dietro ed i tacchi si storcevano ad ogni passo. Quando furono nella Sala d'Ingresso Ginny arrestò la marcia alla vista di Harry con una bionda. La ragazza si voltò e mostrò il dolce viso di Luna. Nel frattempo Hermione si era liberata dalla stretta e tentava di risistemare le scarpe ed il vestito, aiutata da Cormac.
-Ginny...wow... cioè ciao!- farfugliò Harry confuso. La rossa gli sorrise e salutò Luna che l'accolse con un abbraccio.
-Credo che voglia dire che sei bellissima!- disse Luna con la sua sempre imbarazzante ma cristallina sincerità. Ginny annuì a disagio senza incrociare lo sguardo del moro che doveva essere in imbarazzo quanto lei. Una volta che Hermione fu pronta, il gruppetto si diresse ai sotterranei. Quelle mura in pietra, illuminate da flebili torce che emanavano fiammelle verdastre, non poterono che fare ricordare a Ginny di lui.
La musica allegra proveniente dall'ufficio di Lumacorno che ogni volta trasformava in una sala da ballo, li accolse piacevolmente. Quando arrivarono si stupirono di trovare alcuni loro compagni di casa, ed anche di altre, vestiti da camerieri.
-Neville che ci fai vestito da pinguino?- disse con una punta velenosa Cormac e Ginny lo incenerì con lo sguardo, mentre Hermione scuoteva la testa demoralizzata.
-Ehi ragazzi! Quanta eleganza... Lumacorno ci da qualche galeone per servire questi bon bon, alcune tartine e dello spumante pungiglioso! Beh divertitevi... devo occuparmi di quell'aria della saletta!- spiegò frettolosamente per poi sparire tra la folla. Ginny ispezionò la saletta ed incrociò una ragazza di Tassorosso che portava un vassoio con bicchieri di spumante.
-Ci vediamo fra un po'...- farfugliò sbrigativa ed anche lei si allontanò, mischiandosi alla gente piena di gingilli ed abiti sfavillanti. Non vi erano solo studenti, ma anche gli insegnanti e gente di spicco. Tutta gente che Lumacorno si era vantato fino ad allora di conoscere. Afferrò, una volta arrivata, uno dei calici lunghi ed affusolati, e lo bevve tutto d'un sorso. E poi subito un altro, cercando di alleggerire la testa dalla frustrazione di quella giornata. Dopo forse più di quattro bicchieri si ritrovò in mezzo alla sala a ballare in modo sfrenato, accanto a delle ragazze, brille quanto lei, di chissà quale casa. Fin quando non si sentì afferrare per un polso.
-Harry...? Ma che?!-
-Penso che ti sia divertita abbastanza per adesso, bevi questo...- ed Harry le porse un bicchiere di caffè che Ginny, allontanò con la mano, versandone un poco a terra. –Almeno siediti un attimo...- brontolò mettendola di forza seduta su una delle poltroncine color melanzana.
-Come mai tutte queste attenzioni? Dov'è Luna?- Ginny non capì perché il suo tono risultò un po' troppo acuto e infastidito.
-Eccola lì... chiacchiera con quei tipi su una certa società segreta fondata al Ministero, dagli Auror... ne avrà per un po'!- rispose accigliato Harry, mentre entrambi osservavano la bionda gesticolare.
-Comunque sto bene!!! Mi stavo divertendo, sei un guasta feste!!- disse Ginny accavallando le gambe infuriata ed incrociando le braccia al petto. Harry rise divertito e gli si sedette di fronte. Gli occhi verdi di Harry non riuscirono a fare a meno di indugiare sulle cosce di Ginny accavallate così sensualmente e scoperte dallo spacco.
-Si lo avevo notato ma sei ubriaca ed è meglio che ti ricomponi un po'... che succede Gin? Di solito la gente si da all'alcol per non pensare...-
-E chi ti dice che per me sia lo stesso? Avevo voglia di divertirmi...- bofonchiò ancora irritata, senza guardarlo.
-Allora giurami che va tutto bene...e guardami!- le rispose con aria divertita. Ginny si voltò lentamente verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. –Ad esempio perché sei qui da sola? Ed il tuo ragazzo dov'è? È proprio un imbecille se ti fa venire qui da sola!-
-Ecco... lui pensa che questa qui...- ed allargò le braccia per indicare tutta la stanza, -sia una festa stupida, per gente stupida e allora l'ho mollato come uno stupido!!- sciorinò agitandosi sulla sedia. Harry annuì ancora più divertito della piega che stava prendendo la conversazione.
-Si direi che hai fatto bene!- asserì soddisfatto.
-Sei di parte.. è davvero stupido partecipare a queste feste per lecchini... ma diamine che importanza ha se possiamo passare una serata insieme... preferisce la compagnia di Seamus a me...- e s'indico dalla testa ai piedi per puntualizzare il suo abbigliamento. Harry ne approfittò per mangiarla un'altra volta con gli occhi. Dai lunghi capelli vermigli lasciati sciolti, al viso leggermente truccato di verde, verso le labbra color corallo, e poi giù per tutto il vestito verde bottiglia provocante sino ai piedi intrappolati in un paio di bamboline argento.
-Non ti lascerei svoltare l'angolo da sola se fossi la mia ragazza!- azzardò Harry, facendosi serio. Ginny lo scrutò per poi bere la tazza di caffè, cercando di divenire abbastanza lucida per affrontare la situazione. –Ginny...-
-Harry ti prego... non è il momento! Sono ancora brilla ed ho appena litigato con Dean... non so cosa potrei dire e poi pentirmene!- intervenne prontamente! Alle loro spalle sentirono un po' di baccano e qualcuno agitarsi.
Ho trovato questo ragazzo che tentava di intrufolarsi ed origliare dalla porta del retro, professore!- disse con tono strascicato Gazza, mentre teneva per il retro del colletto Draco Malfoy, che imprecava tentando di liberarsi dalle sudicie mani del domestico. A Ginny gelò il sangue e si scoprì impreparata a rincontrarlo. Non aveva ancora elaborato il loro precedente incontro ad Hogsmead. E la pelle della spalla, violata dai suoi baci, sembrò bruciarle. Harry si alzò di scatto e lei ne approfittò per fare lo stesso, senza destare sospetti.
-Volevo solo partecipare alla festa, brutto e sudicio di un Magonò...- ringhiò acido Draco, riuscito finalmente a divincolarsi.
Ma intervenne Lumacorno bonariamente -Oh signor Gazza... lo lasci stare, non è un peccato la curiosità! Lasci che il signor Malfoy, anche se senza invito- il tono di Lumacorno divenne più grave per fare quella precisazione, -riesca a divertirsi stasera!-. Anche Piton si era avvicinato ed ammoniva severamente il comportamento di Draco, con i suoi occhi color pece. Ginny giocherellava nervosamente con le dita delle mani e si mordicchiava il labbro, in attesa che lui la notasse. E quando accade, dopo che il biondo si fosse risistemato la camicia grigia e la giacca nera, lui spostò subito lo sguardo su Harry e storse il naso schifato. Ginny lo vide camminare verso di loro, e fece per prendere la mano di Harry e scappare via, ma il moro andò incontro a Draco e lei non poté che seguirlo.
-Potter! Certo tu non potevi mancare! La celebrità delle celebrità... il Prescelto!- accompagnò quell'epiteto con un ghigno ironico.
-Mentre tu non potevi che essere indesiderato Malfoy!!- rispose a tono il moro.
-Ragazzi! C'è tanta gente qui: smettetela!- cercò di sedare gli animi Ginny, frapponendosi tra i due. Draco la guardò con un cipiglio di sdegno sulla faccia.
-Ho interrotto qualcosa? Siete il re e a reginetta del ballo?- domandò distogliendo lo sguardo dalla rossa, ritornando a fulminare Harry con gli occhi grigi in piena tempesta.
-Ti rode eh Malfoy?- rispose Harry. Ginny si girò a guardarlo confusa. Che cosa aveva insinuato?! Mentre Draco stringeva i pugni tanto da far scrocchiare le nocche, dalla rabbia.
-Ti credi un eroe vero Potter? Il miglior mago di tutti i tempi... e pensi che tutti stiano ai tuoi piedi... te ne pentirai di tutta questa sicurezza che ostenti!- sibilò a denti stretti Draco. Il suo ghigno schifato raggiunse il picco quando Harry fece per abbracciare Ginny e allontanarla da lui.
-Andiamo Ginny, lasciamo questa serpe da sola...-
-Per favore... ora basta!!- disse la rossa alzando la voce. Draco così tornò a guardarla ma il suo atteggiamento non si era addolcito, anzi Ginny poteva giurare che se avesse potuto, l'avrebbe uccisa seduta stante, pur di non vederla tutta agghindata vicino ad Harry.
-Siete patetici...- sibilò il biondo.
-Sai Malfoy credo che Lumacorno, dopo che avrò parlato con lui, non sarà più tanto benevole e ti caccerà...- ripartì all'attacco Harry.
-Aspetta Harry...- riuscì a dire flebilmente Ginny, ma già il moro si era diretto verso un gruppetto di professori, deciso a non far indugiare ancora il Serpeverde lì con loro.
Draco si accostò al suo orecchio -E' così che rispetti il tuo ragazzo...? Appartandoti con lo Sfregiato ad una festa? I miei complimenti... forse non sei così pura e dolce come credevo Weasley!- sciorinò velenoso. Ginny non si meravigliò di quello che aveva appena detto e del tono che aveva usato. Oramai aveva capito come ragionasse Draco: trattarla male significava che il suo sangue bolliva dalla rabbia, dalla gelosia... non pensava quello che diceva, ma essere acido era il suo modo per schernirsi dalle delusioni. Sputarle veleno addosso era l'arma che usava per mascherare la sua debolezza. Perciò restarono a guardarsi intensamente. Draco si aspettava una risposta a tono, oppure una giustificazione, che non giunse e poi calò lo sguardo, ferito. Il moro non colse affatto quello sguardo breve ma ricco di parole represse che i due ragazzi si scambiarono, e piombò con Piton fra loro.
-Malfoy... seguimi, per favore!- biascicò nervoso il professore. Draco fu afferrato per un braccio, poco garbatamente, e il professore lo trascinò fuori, ignorando le sue proteste poco carine e neanche tanto velate al resto della gente.
-Ma che arrogante... come si permette?- subito Harry chiese, più che a Ginny, a se stesso. –Gin ti dispiace... devo...-
-No, no vai pure... ho bisogno di un altro sorso di caffè, e di sedermi!- rispose subito, più che per smettere di parlare di Draco, che veramente per quei motivi. Così Harry corse nella direzione verso cui Piton ed il Serpeverde erano spariti, e lei si lasciò sprofondare confusa, sulla sedia di prima. Cominciò a sentire la musica attutita, come se a poco si stesse estraniando da tutto quello che la circondava. Decise che era arrivato il momento di andarsene, non aveva più senso restare lì. La testa scoppiava e girava per via dell'alcol, i piedi le facevano male per quanto aveva ballato e l'umore, che già entrando era pessimo, era divenuto nero. Prese la sua borsetta di perline e si avviò verso l'uscita, e si scontrò con Harry, il cui viso era pallido e perplesso.
-Che è successo Harry?- tuonò Ginny con tono grave. Il ragazzo scosse il capo e con lo sguardo sembrava cercare qualcuno. –Harry?- richiamò la sua attenzione. Ma nulla.
-Scusami Gin... cerco Hermione!-
-Eccomi!- trillò una voce, da dietro una tenda vicina. Dalle pieghe del velo sbucò la testolina riccia della ragazza.
-Ma che fai lì Herm?- chiese Ginny corrucciandosi.
-Mi nascondo da Cormac... è tutta la sera che tenta di baciarmi... Harry che ti prende? Sembra che hai appena visto un fantasma!-
-Peggio... è meglio se torniamo alla Sala Comune... vi spiegherò tutto lì, meglio! Sapete dove è Luna?- le due ragazze scossero il capo in senso di diniego e allora Harry prese a cercarla in mezzo alla confusione.
-Ginny neanche tu sembri star bene...-
-No infatti... vi dispiace se io vado...?- rispose senza incrociare il suo sguardo scrutatore. Hermione annuì un po' perplessa ma la lasciò andar via.
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Dopo la festa, passò un'unica settimana dove si erano susseguite una serie di verifiche per preparare i ragazzi del quinto anno ai G.U.F.O. e quelli del sesto ai M.A.G.O.. Ginny aveva una buona sensazione, che le fossero andate tutte abbastanza bene, anche se conservava qualche riserva nei riguardi del compito consegnato a Rùf. Grazie allo studio intensivo in Biblioteca insieme a Lorie e Neville e alle lezioni continue, la sua mente fu tenuta occupata, o meglio si sforzò di non avere un minuto libero per non doversi ritrovare a pensare. Dean aveva provato a parlarle, i primi giorni fingeva di non sentirlo ne vederlo ma negli ultimi tempi le rispondeva fredda e che non aveva tempo da perdere.
-Pensi davvero che ti serva tutta questa roba per un mese scarso di vacanze?- domandò beffarda a Betty, mentre svuotava il suo armadio di tutte le sue cianfrusaglie e le ficcava nel baule.
-Ovvio!! Ci saranno un sacco di feste e poi andremo in Norvegia per due settimane Ginny!- cinguettò festosa, mentre inciampava su una scarpa.
-Tu che farai Ginny?- s'intromise Anna.
-Al solito: tutta la famiglia riunita alla Tana! Tacchino, patate e regali! Spero solo che nevichi...- rispose mentre riponeva l'ultimo maglione, ben piegato, nel baule per poi chiuderlo.
-Io passerò le vacanze a studiare... Piton e la McGranitt mi hanno detto che se non miglioro mi daranno una D...- disse Anna con aria demoralizzata.
-Tu Lorie?- chiese Betty, buttandosi esausta sul letto, una volta che ebbe terminato i bagagli.
-Io resto qui ad Hogwarts! Lee rimane a studiare ed io gli do una mano... a Gennaio inizia il corso di Medimago e ha bisogno di un aiuto con lo studio!- spiegò Lorie sfogliando la Gazzetta del Profeta, assorta.
Quell'ultima sera prima della partenza le ragazze restarono in camera a chiacchierare e Ginny approfittò ancora della lontananza da Dean, per evitare una discussione, essendo ancora indecisa sul da farsi.
L'indomani, affaticata scese il suo baule ed attraversò la Sala Comune, oramai quasi del tutto svuotata. Lasciò il baule insieme a quelli degli altri studenti, che come al solito gli elfi domestici avrebbero smaterializzato sull'Espresso di Hogwarts. E con calma si diresse a fare colazione. In Sala Grande il cielo fioccava allegramente e si sentiva il tintinnio delle palline dorate sul grande albero di Natale addobbato da Vitious. Dalle tavole si sprigionava un odore dolciastro di pancake e frittelle.
-Ginny!- trillò Luna. La rossa le sorrise, -ho questo per te!- continuò la bionda guardandola intensamente con i suoi occhioni blu. Ginny si ritrovò nelle mani un pacchettino di caramelle e cioccolatini di Mielandia. –Buon Natale!- cinguettò allegra e la abbracciò. Ginny la strinse forte e si scusò di non avere nulla per lei. Poi raggiunse Lorie e Lee al tavolo.
-Dormigliona! Finalmente sei scesa a fare colazione!- la salutò la bionda.
-Potevi svegliarmi...- bofonchiò mentre sbadigliava, ed afferrò un piatto di ciambelle zuccherose e ne agguantò una per poi mangiarla ficcandosela tutta in bocca. Mentre ci beveva su un po' di succo al mirtillo incrociò lo sguardo di Dean.
-Possiamo parlare prima che partiamo?- sussurrò supplichevole. Ginny roteò gli occhi al cielo per poi rispondere con un si sforzato. Così finito il succo si avviarono entrambi all'Ingresso. Si sedettero vicini su uno dei gradini che portavano al primo piano, in silenzio.
-Mi dispiace che ti sei offesa quella sera... non volevo dirti che sei stupida, hai frainteso...-
-E invece ho letto fra le righe Dean, ti sbagli... lo vedo come ti comporti ultimamente... mi prendi in giro quando studio per ore, quando parlo di vestiti e scarpe o cene insieme alle mie amiche... oppure quando gioco a Quiddich e qualcuno mi fa un complimento...-
-Che vorresti dire? Che sono geloso?- chiese con un cipiglio infastidito. Ginny annuì animosamente, aspettandosi una scenata. –Ti sbagli... credo davvero che partecipare a delle feste per gente esclusiva sia da stupidi ma non perché io voglia essere uno degli eletti... non sono un tipo snob ne mi diverto a imbacuccarmi tutto per sentirmi dire quali sono stati i successi di questo e quello...- s'inalberò il ragazzo.
-Non ho voluto parlare con te perché continui a considerarmi una decerebrata.. io non partecipo a quelle feste perché sono ricca, o perché ho un parente stimato e rinomato... ma perché sono una brava strega e Lumacorno apprezza le mie doti... vado alle cene per ringraziarlo del rispetto che mi porta... cosa che tu non fai! Se vuoi scusarmi...- e Ginny si alzò livida di rabbia.
-Aspetta... scusami... non volevo dire...- balbettò sospirando e passando una mano tra i ricci scacciando la frustrazione. Ma già la ragazza era corsa fuori, lontano da tutto e da tutti. Nonostante fosse Dicembre inoltrato, non stava nevicando, ed un timido sole baciava il terreno candido e gli uccellini cinguettavano spensierati. Marciò da sola verso i binari, infilandosi il cappotto nero, e sistemando la grossa sciarpa rosso-oro. Possibile che dopo Michael anche Dean si fosse rivelato una persona superficiale? Anche Dean non la riteneva abbastanza intelligente e matura per le cose che faceva? Tirò su col naso per evitare di piangere a causa della rabbia repressa e poco dopo vide il fumo del treno comparire da una delle collinette. Decisa a non voltarsi indietro, salì sul treno come una furia e prese posto in una delle cuccette vuote. Quando il treno si gremì di studenti, fu raggiunta da Neville e Luna e dopo anche Hermione fu dei loro, ancora litigata con Ron, che invece era in una cuccetta a parte, insieme ad Harry. Fu per tutto il viaggio silenziosa, ascoltò di tanto in tanto uno degli sproloqui di Luna, Neville borbottare contro Piton e le sue lezioni troppo difficili e tetre ed Hermione lamentarsi dei voti "alti".
Riuscì a calmarsi e a liberare la mente dal groviglio di pensieri, solo tra le braccia calde e morbide di mamma Molly, una volta giunta, insieme a Ron ed Harry, alla Tana. Ringraziò anche la presenza dei gemelli e quella di Fleur, che facevano impazzire Molly, causando ilarità in tutti. Il giorno di Natale fu poi scioccante quando a pranzo piombarono in casa Percy, con il quale la famiglia aveva interrotto i rapporti a causa della sua presa di posizione con Caramel avverso ad Harry, e il Ministro della Magia Scemegeour. Ovviamente Molly ne approfittò per far pace con il figlio, che non sembrava avere invece alcuna intenzione di riallacciare i rapporti con i fratelli. Il Ministro invece dimostrò a tutti come la presenza di Percy fosse solo una coincidenza. Difatti erano lì perché Scemegeour voleva parlare da solo con Harry. La sera, dopo il colloquio con il Ministro, il moro era taciturno e, scartati i regali, lo trovò nella stanza di Ron da solo a sfogliare sbadatamente un libro di Pozioni male andato.
-Ehi!- lo destò dai suoi pensieri, nei quali era assorto totalmente.
-Ehi Ginny!- le sorrise rimettendosi composto, poggiando la schiena sulla testata del letto, ed incrociando le gambe sul materasso. –Siediti...- aggiunse indicandole lo spazio sul letto vicino a lui. Ginny saltellò sino al letto e si fiondò lì, facendo barcollare Harry che rise divertito.
-Perché quel muso?- domandò la rossa, indicandogli la faccia e facendo una smorfia buffa.
-Beh... sai il Ministro... vorrebbe che mi schierassi con il Ministero... ma non fanno altro che insabbiare le scomparse e gli attacchi per non spaventare la gente! Ho detto di no! Credo che la gente debba sapere cosa sta facendo Voldemort per prepararsi alla guerra! È stato uno scontro più che una chiacchierata...- concluse facendosi nuovamente pensieroso.
-Harry abbiamo tutti fiducia in te! Non nel Ministero! Hai fatto bene... tu stai con l'Ordine e con Silente! E noi siamo con te!- Harry le sorrise e le carezzò i capelli, ricevendo un sorriso dalla ragazza, che piegò il capo per accostarsi meglio alla mano di Harry e ricevere la carezza.
-Sei un tesoro Ginny... tu come stai?- chiese senza smettere di lisciarle i capelli dolcemente, con le dita. La ragazza fece spallucce.
-Credo che tutti sappiano di me e Dean... so che le mie urla quella sera sono state sentite fino ad Hogsmead- sdrammatizzò Ginny, -e non siamo riusciti a chiarire! Ma non voglio farne una tragedia, è che sono ancora delusa...- gli raccontò. Harry la ascoltò e poi la accolse in un abbraccio.
-Se... e lasciami finire... se non sei felice Ginny, ricordati che io per te ci sono sempre! Che sei una ragazza speciale e ti meriti solo il meglio!- Ginny alzò il capo, che aveva fin ora poggiato sulla spalla di Harry, e lo guardò negli occhi smeraldo che la osservavano speranzosi. Poi si alzò e gli sorrise.
-Lo so Harry!- si piegò e gli lasciò un bacio sulla guancia, -buona notte- poi aggiunse e trotterellò fuori dalla stanza
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro