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Sectumsempra

Era oramai il crepuscolo. Il sole lasciava brillare le onde leggere del Lago Nero, da cui ogni tanto una coda di Sirena faceva capolino, agitandone le acque e disegnando dei dolci cerchi sulla sua superficie. L'atmosfera rossastra e calma, al di là della vetrata del dormitorio, avvolgeva quella sera di fine Marzo ad Hogwarts. Ginny se ne stava rannicchiata sul davanzale in pietra della finestra, con le gambe al petto, a reggere il libro di Divinazione, di cui non aveva letto neanche una riga.

-Gin?- Lorie, rimasta anche lei quel pomeriggio in camera, la destò, sciogliendo il suo groviglio di pensieri. –Come stai?-
-Uhm? Bene...- farfugliò, poggiando lo sguardo su una riga a caso della pagina.
-So che non sei così superficiale da stare male per la rottura con Dean di ieri... mi nascondi qualcosa... e spero non si tratti di Malfoy...- a quel cognome un brivido le salì dal collo, facendola tremare come una foglia d'autunno.
-Lorie, ti prego...- soffiò flebilmente Ginny, come se l'amica avesse appena passato il dito su una ferita aperta, lasciandola sanguinare nuovamente, dopo molto tempo. –Non voglio parlarne...-
-Ho visto come sei cambiata negli ultimi mesi... lo so che è una maschera quella che indossi! Quando siamo in gruppo sei la piccola Ginny sorridente del primo anno... quando però ti osservo da sola, sei la Ginny di adesso... spaesata, triste! Una notte ti ho sentita piangere...- la prese in contro piede. Era vero, ma aveva cercato di non farsi sentire soffocando il pianto con il cuscino.
Ginny agitò la testa come se stesse scacciando una mosca. –E' una lunga storia...- farfugliò, richiudendo, agitata, il tomo.
-E io ho tanto tempo per ascoltarla...-
-Lorie! Non mi va di parlarne ho detto...- rispose cercando di non offenderla o di essere sgarbata. L'ultima cosa che le mancava era litigare con la sua migliore amica.
-Ok allora ascolta me: chi è capace di spegnerti il sorriso, anziché accenderlo, non può essere la giusta persona da amare... chi ti fa del male ingiustamente e non si preoccupa di chiarire le cose non è colui che merita le tue attenzioni! Ginny ti sta distruggendo... lui si sta annullando con le sue mani... è uno spettro in giro per il castello... sei abbastanza intelligente da immaginare il perché!- Ginny annuì. –Allora perché ti ostini a fargli da croce rossina? Perché ti fai del male fino a questo punto?-
-Perché... perché quando mi guardava negli occhi vedevo che lui aveva bisogno di me e sentivo che anch'io ne avevo... ma oramai è tutto finito! Non abbiamo più parlato da mesi... ti giuro che è un capitolo chiuso!- spiegò senza però accennare a girarsi per guardare Lorie negli occhi.
-Me lo giuri davvero? O mi vuoi prendere in giro come fai con tutti gli altri?-
-No... te lo giuro!- e strinse i pugni come se si stesse sforzando di tenere il fiato, come se stesse affogando.
-Lo spero Gin!! Sei così bella e simpatica... lui così tetro e falso...-
-Ho capito Lorie, ho capito... non andrò più in cerca di guai... è stato abbastanza umiliante già una volta!- farfugliò distrattamente. Lorie annuì poco convinta e poi si riappoggiò allo schienale del letto, finendo di rileggere la sua pergamena per Piton. Mentre Ginny scrutò ancora per un'ultima volta il paesaggio, osservando uno stormo di uccelli solcare il cielo ormai blu.

Katie Bell era tornata al Castello oramai da una settimana e aveva ripreso ad allenarsi con loro. Né Dean né Cormac quindi facevano più parte della squadra ufficiale e le loro prestazioni erano migliorate di gran lunga.
Dopo gli allenamenti, passava sempre più tempo con Harry. La invitava a bere qualcosa quando coincidevano con le gite ad Hogsmead e spesso la invitava ad unirsi al trio a pranzo, a cena e in Sala Comune.
Così la Finale contro i Corvonero, di metà Aprile, si avvicinò pericolosamente. Ma avevano tutte le carte in regola per vincere fino a che non accadde l'irreparabile.

-HARRY OH MERLINO!!! Che diavolo hai sulla divisa? È sangue quello???- urlò Ginny per i corridoi, quando un Harry trafelato, con un libro umidiccio tra le mani, le si presentò davanti, pallido in volto.
-Ginny devo andare... non posso...- balbettò ansante.
-Harry calma! È sangue tuo questo? Sei ferito?- lo tastò e lo esaminò attentamente. Harry scosse il capo. –Di chi è questo sangue?- chiese con gli occhi sgranati e la voce tremante dallo spavento. Ma Harry si liberò dalla presa della ragazza e sfrecciò verso il terzo piano, salendo a tre a tre i gradini. –HARRY?!- urlò un'ultima volta, ma lui era sparito di già. Le tremavano le mani... si era sporcata del sangue di qualcuno, quando lo aveva controllato. Si poggiò con la schiena al muro, confusa. Cos'era successo? Contro chi aveva duellato per ridursi così. Decise di cercare Hermione e la trovò intenta a leggere in Biblioteca.
-Ginny! Che faccia... che succede? Ma...ma...le tue mani...-
-Non è sangue mio... non so di chi è... qualcuno che ha attaccato Harry, qui al Castello! Correva, forse scappava... non so cosa sia successo!- spiegò confusamente Ginny, ancora con le mani tremanti. Hermione spalancò gli occhi preoccupata. Chiuse il libro, posandolo malamente su uno degli scaffali e poi corsero entrambi verso l'Infermeria. Credendo, stupidamente, che lui fosse lì. Trovarono l'Infermeria vuota ed una Madama Chips indaffarata a mettere da parte, con un tocco di bacchetta, qualche intruglio e benda.

-Dove può essere?!- si chiese Hermione, con occhi allarmati. –RON! RON HAI VISTO HARRY?- urlò ad un tratto, facendo sobbalzare Ginny, ed entrambe videro correre verso di loro il ragazzo.
-Cercate Harry?- chiese intontito. Le due ragazze annuirono spaventate. –Sta bene... Herm non ti arrabbiare... ha...ha usato un altro di quegli incantesimi...-
-Di che parla Hermione?- chiese Ginny vagando con gli occhi dall'amica al fratello.
-Ancora un altro incantesimo del Principe Mezzosangue??- chiese adirata Hermione. Ron annuì facendo una smorfia di timore.
-Lo sapevo che ti saresti arrabbiata...-
-MI SPIEGATE CHE DIAVOLO SUCCEDE?- gridò furiosa Ginny, con tutto il fiato che aveva nei polmoni. I due la guardarono spaventati.
-Harry ha un libro di Pozioni di seconda mano, appartenuto a qualcuno che ha inventato delle formule di Incantesimi... ne ha usato uno contro Malfoy al bagno del secondo piano stasera...- spiegò Ron nervoso. Ginny sentì il respiro mancarle e le gambe farsi molli. Si sorresse al muro per non cadere, e i due ragazzi la guardarono storditi. Aveva le mani sporche del sangue di Draco... si sentì squarciare in due.
-Gin... stai bene?- domandò Hermione, aiutandola a stare in piedi. La rossa annuì cercando di ricomporsi di fronte al fratello. –Dov'è adesso Harry?- si rivolse a Ron arrabbiata.
-Ha nascosto il libro nella stanza delle necessità...- sussurrò Ron avvicinandosi alle due ragazze. –Adesso ci aspetta in Sala Comune!- concluse rialzando il tono della voce. Ginny chiuse gli occhi e si immaginò Draco ferito terribilmente... si ricordò di tutto il sangue che Harry aveva addosso. Cosa era successo per arrivare a tanto? Mentre rimuginava su tutto, erano arrivati alla Sala Comune. Harry era seduto a terra, con lo sguardo rivolto in un punto all'infinito.

-Harry! Cos'hai fatto?!- tuonò Hermione, abbracciandolo. Il ragazzo era sconvolto, ancora tutto sporco di sangue.
-Io...io...non volevo... mi ha attaccato...non sapevo a cosa servisse... l'ho letto giorni fa... oh Merlino era in una pozza di sangue!- balbettò impaurito prendendosi il viso tra le mani. Ron guardava i suoi amici impietrito. Ginny si era dovuta sedere su una sedia per non crollare a terra terrorizzata.
-E' morto?- domandò tra le lacrime Hermione, più che per Draco per lo stato disperato di Harry. Per la gravità della situazione.
-No... no è arrivato Piton, ha fermato le emorragie...- si affrettò a rispondere Harry scuotendosi per tutto il corpo. Ginny si portò una mano al cuore e sospirò cercando di tranquillizzarsi dopo quella informazione.
-Perché eravate lì? Come è iniziato lo scontro?- intervenne curioso Ron. Harry si rizzò in piedi, aiutato da Hermione, che lo fece sedere sul divano.
-Lo avevo visto sulla Mappa del Malandrino, da solo, nel bagno dove Mirtilla mi ha detto che spesso va un ragazzo biondo... e allora l'ho raggiunto!-
-Oh Harry... ti avevo detto di finirla con questa storia del pedinamento! Prima hai costretto Kreacher e Dobby a spiarlo...ora tu...- Ginny ascoltava confusa. Harry pedinava Draco? Da quanto tempo? Li aveva visti insieme? No altrimenti glielo avrebbe fatto presente... ma perché lo seguiva? Per la storia dei Mangiamorte? Sentiva la testa scoppiarle.
-Lascialo finire!- tuonò Ron, beccandosi un'occhiata infastidita di Hermione. Harry deglutì e poi riprese.
-Così sono entrato e gli ho chiesto se quello che Voldemort gli aveva affidato stava andando male, così per innervosirlo, magari avrebbe confessato... ma mi ha puntato contro la bacchetta...- si bloccò e divenne ancora più pallido in viso, -voleva uccidermi!!- sussurrò sconvolto.
-COSA?- urlò Ron.
-Mi ha lanciato la maledizione senza perdono, mi ha mancato per un soffio...- rispose il moro, passandosi le mani tra i capelli. Ginny tremava spaventata. Spaccata in due tra la paura di aver quasi perso Harry e la preoccupazione per le condizioni di Draco. Davvero voleva macchiarsi le mani di sangue? Del sangue di Harry? Davvero voleva diventare un assassino?
-Così... tu hai risposto all'attacco, giusto?- domandò Ron sedendosi vicino ad Harry. L'amico annuì, guardandosi le mani ancora sporche dell'alone di sangue.
-Poi si è accasciato a terra... aveva la camicia a brandelli... dalle ferite usciva sangue a fiotti ed il bagno era una pozza di sangue! Se non fosse stato per Mirtilla...-
-Mirtilla?- chiese confusa Hermione. Harry annuì ancora. Ginny non se ne stupì: Mirtilla aveva un'infatuazione per Draco e di sicuro gli aveva salvato la vita.
-Si era lì... parlavano quando sono entrato nel bagno... Draco diceva "non posso farlo, non ci riesco..."... Mirtilla ha chiamato Piton e lui ha fatto un incantesimo. Così il sangue ha smesso di uscire!- i tre amici lo osservavano da un lato spaventati dall'altro comprensivi. Alla fine si era solo difeso, per lo più aveva sbagliato ad usare una maledizione crudele senza saperlo.
-Ora non sai come sta?- chiese Hermione, arricciandosi una ciocca castana tra le mani, nervosamente.
-Piton l'ha sorretto... stavano andando in Infermeria... io ho nascosto il libro e poi mi ha chiesto dove avessi imparato quell'incantesimo... ho mentito!-
-E non ti ha letto la mente? Non ha usato il Legimens?- domandò Hermione preoccupata.
-Credo di si...mi sono sforzato di pensare alla copia originale di Ron... e poi mi ha lasciato andar via...- finì di spiegare Harry, -e sono venuto qui!- i tre amici si guardarono fra di loro indecisi su cosa dire.
-Dai amico... andiamo a farti fare una doccia: puzzi di sangue!- disse Ron afferrandolo per un braccio e accompagnandolo su per i dormitori maschili. Hermione fissò Ginny, che stava china su se stessa. Si massaggiava le tempie con gli occhi chiusi e i gomiti poggiati sulle ginocchia.

-Perché non vai a trovarlo?-
-Co... cosa?- balbettò Ginny spaesata, fissando gli occhi nocciola e penetranti di Hermione.
-Ginny mi sono accorta di come vi guardate in Sala Grande... di come ti fissa lui, di come qualche mese fa lo cercavi con gli occhi e poi ti nascondevi imbarazzata... quei due tonti non hanno capito nulla...tranquilla!- le spiegò con aria di chi la sapeva lunga, ed un mezzo sorriso.
-Hermione tu...tu avevi capito?-
-Già ma non sono d'accordo... o meglio non so se Harry abbia ragione... non so se sia diventato un Mangiamorte, ma se lo è...- e s'interruppe facendosi seria, -non sei al sicuro accanto a lui... si cauta Gin...- concluse massaggiandole la spalla dolcemente. Ginny annuì ma non sapeva se era pronta per affrontare Draco.
-Mi ero ripromessa di non cercarlo più... mi ha chiesto di fingere che tra noi non ci sia mai stato nulla! Terrò fede alla mia promessa!- e così la rossa si alzò dalla sedia e dopo aver sorriso alla riccia senza gioia ne alcuna emozione positiva, si diresse anche lei verso i dormitori.
Non cenò quella sera. Si lasciò avvolgere dal caldo lenzuolo, immaginando che il suo tocco fosse quello di sua madre. Ripensando alle parole di Molly Weasley quando, da bambina, si spaventava per un gnomo o un brutto sogno, e la tranquillizzava con un consiglio amorevole o una fiaba. Ma quella notte fu piena di incubi.

Incubi raffiguranti un enorme serpente, il Basilisco che l'aveva morsa anni prima. Nel sogno la avvinghiava tra le sue spire, per poi ucciderla...
incubi dove vedeva Harry morto, freddo e bianco come il marmo disteso a terra. E poi una strada di montagna in salita e al buio... cominciava a piovere incessantemente, rendendole la vista ancora più appannata.
Vide, nel sogno, una grotta, si addentrò in vicoli tortuosi e bui seguendo dei rumori e dei gemiti. Quando svoltò e fu dentro un ampio antro roccioso, vide appeso a mille catene Draco, sanguinante, senza respiro... infine si svegliò.

Madida di sudore ed ansante per lo spavento. Si asciugò il sudore della fronte con le mani. Si mosse lentamente per non svegliare le compagne e scese dal letto per chiudersi in bagno. Aprì il getto d'acqua della vasca. La riempì di acqua gelida e quando fu piena si immerse totalmente, una volta che fu svestita del pigiama. I brividi di freddo la fecero sussultare e tremare fino a battere i denti. Lasciò che l'acqua la purificasse, la disinfettasse dalla paura. Prese un respiro e si immerse totalmente. Aprì gli occhi e si lasciò incubare dall'acqua. Nessun rumore, nessuna emozione. C'era solo lei, il mondo in superficie non esisteva più. Quando riemerse respirò a pieni polmoni, lasciò la testa poggiata alla porcellana avorio della vasca e chiuse gli occhi. La lunga chioma rossa le aderiva bagnata sulla pelle candida e spruzzata di lentiggini e sul seno ansante per la lunga immersione. Quando riaprì gli occhi e tese le orecchie per ascoltare, udiva solo le cicale al di là della finestra socchiusa, del bagno. Deglutì oramai con la sua decisione presa. Uscì dalla vasca con il corpo gocciolante e dopo essersi avvolta in un asciugamano, tamponò la pelle fino ad asciugarla. infine si rimise la maglia del pigiama, i pantaloni e le scarpe. Camminò in punta di piedi, oltrepassando la porta e le scale che la portarono alla Sala Comune. Scostò lentamente, sperando che il cigolio non fosse troppo rumoroso, il ritratto della Signora Grassa, e fu avvolta dal buio del corridoio. La Signora Grassa russava beata, e Ginny sperò che anche Gazza stesse dormendo profondamente come la sua gatta.

-Lumos!- sibilò agitando davanti a sé la bacchetta. Sempre in punta di piedi e tenendo bassa la punta della bacchetta, per evitare di far il più piccolo rumore o svegliare la gente dentro i ritratti, scese al primo piano. Restò impalata, mordicchiandosi le labbra, davanti l'entrata dell'infermeria per quasi un'ora.

Chiuse gli occhi e  giurò che quella sarebbe stata l'ultima volta...
...e giurò che quella notte gli avrebbe detto addio...sospirò e con una mano spalancò prudentemente la porta dell'Infermeria.

Inspirò profondamente, prese tutto il coraggio di cui aveva bisogno in quella boccata d'aria tiepida che aleggiava nell'Astanteria. Fece qualche passo fino a raggiungere il fondo della stanza, dove nell'ultimo letto, dormiva il corpo ferito di Draco.
Fece il giro del letto per poter vedere il suo viso, e si accorse di una piccola cicatrice che dal mento saliva sino a dietro l'orecchio sinistro. si morse il labbro inferiore ed allungò una mano per lambirla dolcemente dal basso verso l'alto. La pelle del ragazzo, diafana e in penombra, era fredda.
-Resta qui stanotte...- sussurrò Draco, facendola sobbalzare dallo spavento.
-Avevi detto di fingere che tu non esistessi per me...- sibilò ritraendo la mano e facendo qualche passo all'indietro. Lo vide aprire gli occhi e mettersi a fatica seduto sul letto. Lo sentì gemere per il dolore e le si strinse il cuore.
-Ma di notte può essere stato solo un sogno... faremo finta che lo sia... domani mattina ti sembrerà stato irreale...- rispose con voce rauca ed affaticata. Ginny rimase immobile a guardarlo, indecisa se concedergli ancora una volta il suo cuore o fuggire. –Se non vuoi restare, perché sei venuta allora?- chiese con una punta di fastidio mal celata.
-Per vedere come stavi...- farfugliò.
-Sono vivo... il tuo amico Potter c'era quasi...- commentò sarcastico e schioccando la lingua nel palato.
-Hai cercato di ucciderlo...- lo interruppe sgarbata non mascherando l'acidità che riserbava dentro. Non poteva nascondere che parte del suo cuore batteva per Harry, che aveva avuto paura di perdere Harry.
-Non volevo! O meglio mi ha preso in brutto momento- ironizzò neanche tanto convinto.
-Non mentirmi! Sono stanca delle tue bugie... non fai altro che ingannarmi!- disse Ginny a denti stretti sentendo le lacrime inumidirle gli occhi. Il biondo ghignò nella penombra chiudendo gli occhi e poggiando la testa alla spalliera del letto.
-Sapevo che ti saresti resa conto da sola che posso solo farti star male! Da oggi comincerai a darmi ragione: non siamo fatti per stare insieme...apparteniamo a due mondi opposti!- sciorinò freddo ed insensibile.
-L'ho capito dal primo momento che ho desiderato baciarti...- rispose con la voce tremante. Draco riaprì lentamente gli occhi e si alzò dal letto a fatica. In piedi davanti a lei, si sfilò la camicia di seta bianca delpigiama, portandola indietro con un movimento delle spalle, lasciando le braccia coperte. Le mostrò così il torace deformato dalle cicatrici inflitte dalla fattura di Harry. Ginny sussultò e si portò una mano alla bocca, aperta dallo sgomento.
-Guarda cosa devo sopportare, guarda cosa mi aspetta! Come posso chiederti di far parte di questa vita? Come posso chiederti di amarmi e rischiare la tua di vita ogni giorno? Come posso chiederti di fuggire via con me e...- ma la voce di Draco si spezzò, e ricacciò indietro le lacrime, deglutendo forte. –Ginevra dimmi come posso condannarti a questa esistenza?!- chiese riprendendo forza dentro di se. Ginny non poté fare a meno di osservare il braccio sinistro, appena coperto dalla manica del pigiama. Si leccò le labbra e poi tornò ad osservare le enormi cicatrici sulla pancia e sul petto di Draco. Gli si avvicinò dolcemente e le carezzò ad una ad una, in silenzio.

-Non ho le risposte a tutte queste domande... ogni volta ho solo seguito il mio cuore... come questa notte! Lui mi ha portato a parlarti quel giorno, per la prima volta, senza disprezzo nella voce... lui è stato a guidarmi quando ho voluto aiutarti con una carezza...o quando ci siamo baciati... non so se ho più paura quando tu mi dici che potrei rischiare la vita o quando mi vuoi imporre di non ascoltare il mio cuore... forse ho più paura quando mi fai giurare di dimenticarmi che tu esista- mentre parlava lo abbracciò e poggiò la sua guancia al petto del biondo, che con un altro gesto delle spalle risistemò la camicia per poi stringere tra le braccia Ginny, a sua volta. Poggiò le sue sottili e rosee labbra sulla chioma rossa della ragazza, imprigionata in una lunga treccia sfilacciata e la baciò delicatamente.

-Meriti di meglio che tutto questo... meriti di sorridere non di piangere di fronte al mio corpo dilaniato...- le sussurrò soffiandole sulla sua testa. Ginny alzò il capo poggiando il mento sulla pelle nuda del torace,lasciata scoperta dalla camicia ancora sbottonata. Lo guardò negli occhi grigi, seri e preoccupati. Erano in tempesta. Li amava.
-Per questa notte voglio meritarmi di stare con te... domani, quando il sole illuminerà il Castello mi risveglierò nel mio letto e fingerò di aver sognato!- rispose con tenerezza. Draco sorrise debolmente e le baciò le labbra, premendo le sue contro la bocca della rossa. Ginny la schiuse e la lingua di Draco si insinuò cercando quella della ragazza. Fu una danza di saliva, denti e lingue e poi l'oblio.
Come poteva un bacio farle dimenticare tutto il male che le infliggeva ogni volta che si incontravano?
Si distesero l'una sull'altro, nel letto dell'infermeria. Lui l'avvolse nel suo abbraccio, lasciandole intrecciare le gambe alle sue e poggiare la testa sul suo petto. Le carezzò con una mano la treccia, scomposta sul cuscino, e con l'altra la guancia lentigginosa. Ginny chiuse gli occhi e lambì il torace di Draco, tracciando dei ghirigori, dolcemente.
Mentre sperava che quell'attimo potesse durare per sempre.
-E' il sogno più bello che io abbia mai fatto...- le bisbigliò con voce rauca e suadente il ragazzo.
-Se il mondo fosse migliore... se la guerra non fosse alle porte... ci sarebbero altri mille sogni come questo ed anche migliori- rispose teneramente. Draco ghignò compiaciuto, carezzandole una natica, per farle capire di aver colto la provocazione, rubandole un sorrisetto. Poi le lambì la schiena, seguendone la curva, sino al collo, per sentire la sua pelle tremare sotto le sue dita affusolate. Quando la notte si fece più buia e profonda entrambi si assopirono, inebriati l'un l'altro dall'odore e dal sapore dei loro corpi incastrati perfettamente.

E così fu... si svegliò alle prime luci dell'alba e a malincuore, desiderando in realtà di svegliarlo con un bacio e dirgli quanto importante rimanesse per lei, uscì in punta di piedi dall'Infermeria e schivando Mrs.Purr, dovendo così fare un giro più largo del castello, raggiunse la Torre est ed infine la stanza del suo dormitorio. Trovò le amiche ancora assopite e così, ancora con il profumo di rose di Draco, sulla sua pelle e sul tessuto dei suoi indumenti, si addormentò sorridente per qualche ora.
Quando riaprì gli occhi, la luce del sole, che allegramente filtrava dalla vetrata, non le diede fastidio. Fu dolce risvegliarsi perché aveva fatto "quel sogno" e seppur sarebbe rimasto tale, da quel momento avrebbe saputo che quel ragazzo biondo, quello sconosciuto nel sogno, la desiderava come lei bramava lui e non si sentì più come un rifiuto gettato. Capì che per loro non c'era speranza. Almeno non fino a quel momento.

-POSSIBILE CHE OGNI ANNO DEBBA FINIRE COSI' HARRY?- urlò Ginny, tre giorni dopo, mentre Harry le stava seduto di fronte, sul prato del giardino di zucche di Hagrid. Thor latrò infastidito e si alzò per rientrare nella casetta.
-Mi dispiace ma Silente e la McGranitt non hanno potuto non punirmi per aver ferito Draco in quel modo!-
-Se cominciassi a star più calmo... l'anno scorso la rissa, quest'anno la fattura! Ed io devo accollarmi il peso di trovare quel dannato boccino all'ultima partita!- lo accusò con le orecchie in fiamme, dalla rabbia. Poi si lasciò cadere seduta, accanto a lui, continuando ad ammonirlo con lo sguardo. Harry fece una smorfia come a dire che non poteva farci nulla.
-L'anno scorso però l'hai trovato!- la buttò lì, cercando di scherzarci su.
-Ah ah ah...- rise sarcastica -te lo farò ingoiare se lo acchiappo anche stavolta!- ruggì puntandogli contro il dito ma sbottando a ridere per quello che aveva detto, seguita a ruota da Harry. Il moro le afferrò il dito e le portò il braccio dietro la schiena. Così bloccata, prese a farle il solletico, causandole altre risate. –ahahaha Harryyy lasciamiiii!!- ululò con le lacrime agli occhi per il riso.
-Solo se smetti di abbaiarmi contro!!!- la minacciò ridacchiando di gusto. Ginny annuì allegramente e così fu libera da quella spassosa tortura. La rossa si distese sul prato verde, con la testa sulla gambe incrociate di Harry. Così accoccolati, guardarono serenamente il sole tramontare, sperando di vincere la partita dell'indomani. Forse solo Harry avrebbe potuto essere la sua ancora di salvezza... avrebbe provato ad afferrarla, per riuscire ad essere di nuovo felice.

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