Quando tutto cambia
Caro T.
Dopo il nostro incontro ad Hogsmead ho pensato molto a te. In questi mesi ad Hogwarts sono stato un reietto, mi sono circondato di affetti falsi ed opportunistici, di incontri fatti di lussuria e lascivia senza amore ne amicizia. Mi sono creato una bolla dove vivere, lontano da tutti, perché loro non possono capire realmente. Ma tu puoi... tu più di tutti...
Credevo di aver annullato la mia esistenza, di essere nel peggior posto possibile a fare, alle spalle di tutti, la peggior cosa del mondo...
In realtà, dopo il nostro incontro, dopo quello che mi hai detto, non l'ho pensato più per un pò fino ad oggi...
La scorsa notte ho ripensato a quello che mi hai raccontato, a come M. ti abbia gettato in pasto a quel branco di Troll ordinandoti di convincerli ad allearsi con il Signore Oscuro... e mi sono chiesto come mai, se è stato mio padre a rompere quella sfera, il destino più pericoloso sia toccato a te...
Poi però ho capito: con te c'è sempre stato qualcuno, nelle tue missioni...un altro Mangiamorte che poteva prendere il tuo posto vedendoti in difficoltà, che poteva urlati contro quando perdevi il senno.
Io qui non ho avuto nessuno... o almeno non ho avuto nessuno che potesse aiutarmi... anche solo incoraggiarmi! Ho vissuto, respirato e tramato nell'ombra! Perché Lui voleva così... Lui pensa che io non sono in grado e che morirò provandoci. Punendo mio padre nel peggior modo possibile: lasciandogli perdere un figlio! E se mai io dovessi farcela mi avrà dato la pena peggiore di tutte: diventare un assassino e vivere con il senso di colpa... con la sensazione di avere le mani macchiate di sangue per tutta la vita... per l'eternità!
Già i miei sogni mi angosciano: il cadavere dell'uomo che dovrò uccidere mi viene a trovare nei miei incubi e ti confesso che avrei voluto mollare tutto ad un certo punto, ma non l'ho fatto per loro... per mia madre e mio padre!
Forse non avrò la comprensione di nessuno, ma sebbene siano la mia condanna i miei genitori, sono anche la mia luce! Loro sono tutto quello che ho al mondo. Tutto ciò che sono, nel bene o nel male, lo sono grazie a loro! Se io riesco loro sopravvivono, se io fallisco loro periscono!
Ma ora non devo più preoccuparmene perché ci sono riuscito... si T. ci sono riuscito! Domani entreranno qui e domani notte stesso quest'agonia sarà terminata! Spero di incontrarti quando tornerò al Manor!
A presto, D.
-Sei collegato a lui?-
-Si Gin... credo di averlo sempre saputo... per quanto mi sforzassi di essere la sua nemesi...io sono in parte proprio come lui...-
-Quindi... quando facevi lezioni con Piton, quando Herm parlava di sogni strani che facevi... era questo? No?- Harry annuì pensieroso. Ginny si accucciò di più tra le sue braccia, poggiando la guancia sul suo petto e sentendone il battito apparentemente calmo. Inspirò il suo profumo di colonia fresco e poggiò la mano destra sul suo collo, carezzandone la nuca per rassicurarlo. –Non devi vergognarti... non hai scelto tu di essere come lui... è stato lui ad imporlo alla tua vita... sei così buono!- soffiò Ginny sul suo collo. Sentì Harry rabbrividire a quel contatto intimo e caldo. La abbracciò con ardore, poggiando il mento sul suo capo sentendolo sospirare.
-Lo so... ma... essere condannato a questa vita comporta delle conseguenze!- rispose con voce rotta.
-Conseguenze?- chiese la rossa preoccupata, ma non allontanandosi dal suo corpo, per sentirne ancora il calore.
-Già... io devo seguire Silente quando me lo chiederà! Devo aiutarlo a distruggere queste cose...-
-Quali cose?-
-Non so bene di che si tratti... pezzi di Lui... della sua magia imprigionati in...cose... Nemmeno Silente sa di cosa si tratta!- cercò di spiegare Harry tenendosi sul vago. Fu così che Ginny si ricompose, mettendosi seduta potendolo guardare negli occhi.
-Harry? Non ti fidi di me da sentirti libero di parlare liberamente?- domandò Ginny un pizzico risentita.
-No... non è questo, mi fido di te!-
-Allora perché sento che mi stai nascondendo qualcosa?- incalzò la rossa, incrociando le braccia al petto.
-Beh Gin... più sai e più sei esposta ai pericoli... ricordi cosa è successo a Sirius, Ginny? Ricordi come ci ha attirati in quella trappola perché sapeva quanto mi era caro... non so che farei se ti succedes...-
-NO! Harry non dirlo nemmeno! Non mi accadrà niente! Ci sei tu con me! C'è l'Ordine che ti sostiene...-
-Non è così semplice Ginny! Non lo è per niente... e poi Silente è stato chiaro: nessuno deve sapere di questa missione, di questa ricerca...-
-Ricerca?-
-Si... adesso lo sai anche tu... lo sanno Ron ed Hermione! E già sono abbastanza preoccupato! Non devi dirlo a Molly ed Arthur, intesi?- rispose Harry fuorviando l'argomento.
-Oh... si certo... sarebbero troppo in pensiero!- rispose. –Io credo in te Harry, so che ce la farai!- aggiunse sorridendogli. Harry ricambiò e tese le braccia per avvinghiare il corpo della ragazza e lasciarlo ricadere nuovamente su di se. Inspirò l'aroma di gelsomino della lunga chioma vermiglia cercando di pensare solo a quel momento di pace, nei giardini di Hogwarts.
-Promettimi che farai quello che ti dirò! Che non farai di testa tua... e non ti metterai nei guai...- spezzò Harry il silenzio scandito fino a quel momento dal canto delle cicale e dal cinguettio degli uccelli. –Promettimi che non metterai al rischio la tua vita e che sopravvivrai Ginny, ti prego...-
-Harry...io...-
-Promettimelo!!-
-Ti prometto che combatterò questa guerra come sarà giusto che sarà! Ti prometto che baderò a me stessa!-
-So che è chiederti troppo ma quando tutto sarà finito... quando Lui non ci sarà più ho bisogno di te! Ho bisogno che tua sia viva!-
-Harry non devi avere paura! Io per te ci sarò sempre!-
-Non te ne sei accorta... ma la gente che mi sta vicino tende a morire... e potrei impazzire se accadesse a te!-
-Non allontanarmi Harry... non lo sopporterei... non adesso! Non puoi dirmi che solo quando la guerra finirà potrai starmi vicino!- sciorinò spaventata Ginny. Harry la guardò per un istante che parve infinito. Ginny sapeva che stava per dirle qualcosa che l'avrebbe ferita ma non uscì nulla dalla bocca del ragazzo. La abbracciò nuovamente e con tenerezza.
-Promettimi allora che saprai capirmi e sostenermi, fino alla fine!- Ginny sorrise a quelle parole, alzò il capo e si lasciarono andare ad un bacio lento e dolce.
-Questo te lo posso promettere! Lo farò...!- disse dolcemente. Harry le prese il viso tra le mani e la carezzò per poi darle un altro bacio. Schiusero le labbra e le loro lingue iniziarono a dirsi quello che avevano omesso. Quanto avevano paura che tutto potesse svanire, quanto avrebbero voluto essere due comuni ed insulsi maghi qualsiasi.
Quando tornarono al castello era quasi il tramonto. Oramai le lezioni erano finite. Anche gli esami e solo in estate Ginny avrebbe saputo il risultato delle verifiche per poi decidere quale materie avrebbe continuato a seguire al suo sesto anno. Per i corridoi regnava uno strano silenzio. Pochi studenti erano rimasti dentro il Castello. Molti di loro erano affaccendati ad ultimare i loro bauli per la partenza, che sarebbe stata due giorni dopo. Altri invece si godevano le serate estive nei giardini oppure passavano le ultime ore insieme agli amici ed ai compagni di casa, prima che le vacanze estive li separassero per tre lunghi mesi.
-Signorina Weasley, buona sera! Signor Potter anche a lei!!- la voce della professoressa McGranitt li accolse poco dopo la loro entrata al castello.
.Oh Buon giorno professoressa!- rispose Harry cordiale.
-Si da il caso che il vostro arrivo è alquanto opportuno! Mi servirebbe aiuto con Pix... ha immobilizzato due ragazzini Grifondoro al terzo piano e siete i primi due studenti della mia Casa che incontro!-
-Vorrei esserle utile ma il Professor Silente mi aspetta!- la interruppe Harry dispiaciuto. Ginny allora sospirò.
-Le do una mano io!- trillò fingendosi molto disponibile nei confronti della donna. La McGranitt si illuminò e la prese sotto braccio.
-Allora Potter rivedrai la signorina Weasley più tardi! Buona serata! Su forza il professor Piton ci aspetta al piano di sopra!- la esortò la Professoressa a incamminarsi verso la grande scalinata. Harry alle loro spalle le osservò sparire dopo una rampa e poi si diresse verso l'ufficio di Silente. Se solo Ginny avesse saputo cosa sarebbe accaduto quella notte lo avrebbe stretto più forte a sé, gli avrebbe trasmesso tutto il suo amore... se solo lo avesse saputo...
Quando Ginny ebbe finito, si ritrovò tra le braccia due ragazzini del primo anno ricoperti da una melma verdastra appiccicosa, lanciategli contro da Piton che era riuscito ad immobilizzare Pix e poi se ne era andato borbottando alla McGranitt di cavarsela da sola ora.
-Signorina Weasley... sia così gentile da scortare il signor Thompson e il signorino Hills in Infermeria cosicché Madama Chips possa ripulirli e fare in modo che non restino cicatrici...- le ordinò la professoressa mentre si accingeva a liberare Pix dall'incantesimo, ora che i due ragazzini erano liberi. Ginny annuì, ormai stanca, visto la tarda ora che si era fatta e da quanto stava lì in piedi impalata. Le bruciavano i piedi e gli occhi le si chiudevano da soli. Purtroppo non poteva fare altrimenti, e badando bene a non macchiarsi anche a lei di quella robaccia verde e puzzolente, li accompagnò, piagnucolanti, da Madama Chips.
-Oh per Merlino! Ma che puzza!- esclamò la medimaga quando i tre piombarono in infermeria.
-Non lo dica a me... merito di Pix! La Professoressa McGranitt sostiene che lei possa fare qualcosa!-
-Certo che posso! Non sarà facile ma domattina saranno come nuovi!- e schioccò l'occhiolino ai piccoli Grifondoro terrorizzati.
-Allora li lascio qui, in mano sue! Vado nella mia Sala Comune, il mio coprifuoco è scaduto da un po'!- rispose Ginny tirando un sospiro di sollievo.
-Va bene, buona notte Weasley!- cinguettò Madama Chips mentre faceva accomodare i piccoli studenti nei loro letti. Ginny voltò loro le spalle e s'indirizzò verso la Torre est del Castello. Tolse le scarpe, assicurandosi che fosse davvero un Castello dormiente, per via dell'ora, e camminò scalza fino al secondo piano, pensando a quanto le mancasse il suo caldo e soffice letto quel giorno.
-Ginevra!!!- una voce ormai sbiadita e lontana la destò dai suoi pensieri stanchi. Si voltò alla sua destra, dove ai piedi della scalinata in pietra che portava all'ala est del terzo piano, c'era Draco Malfoy. Fasciato nel suo completo nero di seta scintillante, adornato anche del lungo mantello corvino, come se stesse per andar a fare una passeggiata fuori dal Castello. Il viso pallido e scavato era avvolto da una strana luce, grigia. I suoi occhi erano guizzanti e nervosi. Sembrava tremare sul posto. Ma Ginny non si mosse nella sua direzione ne gli rivolse la parola.
Immobile pensò a quanto tempo era che non lo vedeva, che non incrociava i suoi occhi. Pensò a quanto era stata spensierata e felice fino a quell'istante. Ma dentro di lei sentì come se fosse stato tolto un pesante e polveroso mantello da sopra il suo cuore. Si era ingannata: aveva messo in un piccolo angolo del suo cuore e della sua memoria il ricordo dei loro baci e delle loro lacrime. Era stata riportata alla realtà e si sentì sciocca per aver creduto che veramente fosse stato un sogno.
Neanche lui sembrò voler muovere un muscolo. La guardava dritta negli occhi, con espressione dura e impassibile. Ma la luce nei suoi occhi tradiva la preoccupazione che visibilmente lo attanagliava. Solo quando Draco abbassò lo sguardo, Ginny si accorse che teneva in mano la bacchetta, saldamente. La rossa si corrucciò anche lei ora spaventata. Non per se stessa.
-Draco... cosa fai?- domandò quasi in un sussurro vacillante. La sua voce era spezzata dallo spavento. Draco si accigliò indeciso sul da farsi. Lo sentì deglutire tanto era inquieto. Intascò la bacchetta dentro il mantello e si passò le mani tra i capelli biondi platino. Lo udì sospirare e poi iniziò a rigirarsi le mani guardandosi intorno nervosamente. Si voltò di scatto quando sentì il tocco delle mani piccole e calde di Ginny fermare quel movimento spasmodico delle sue, bianche ed affusolate, fredde come il ghiaccio... ghiaccio come i suoi occhi. Quando gli occhi ambra, caldi e confusi di Ginny si incrociarono con i suoi lo sentì rilassare le mani ed i lineamenti del viso finora contratti nervosamente. –Parlami...- gli impose con tono tutto fuorché perentorio.
-Voglio che tu vada nel tuo dormitorio... cosa fai ancora in giro?-
-Ho aiutato la McGranitt con Pix... stavo andando a letto...- rispose spiazzata dalle sue parole. Di nuovo fu il silenzio.
-Devi andartene! Ora!- le disse lui a denti stretti dopo aver dato un' occhiata al suo orologio d'oro finissimo.
-Che sta succedendo Draco? Mi fai paura... dove stai andando?-
-Basta Ginevra, basta! Avrei voluto incontrarti ogni giorno, ogni minuto o secondo... ma non stanotte! Voglio che ti chiuda nella tua stanza e che non esci per nessun motivo!-
-NO! Draco resta qui! Resta qui con me!- urlò terrorizzata, -nasconditi con me...- poi miagolò supplicandolo. Draco si morse il labbro, deglutì sonoramente, infine il tempo si fermò con un abbraccio improvviso. Lì, tra le sue braccia, sarebbe potuta anche morire. Non le importava nulla. Sarebbero potuti vivere solo di quello. Il cuore di Draco ruggiva come una fiera inferocita. Respirava quasi a fatica e lo sentì anche tirare su con il naso. Ginny chiuse gli occhi, appiattendosi ancora di più al corpo di Draco, intrecciando le mani dietro la schiena del ragazzo che con le sue invece le cingeva la vita. Un bacio sul capo rosso, mise fine a quell'abbraccio perfetto. Gli occhi artici di Draco erano in tempesta, lucidi e allo stesso tempo spaesati.
-Sei una strega pericolosa Ginevra... non so quale incantesimo tu mi hai abbia lanciato... ma sei l'unica strega a farmi questo effetto, lo sai?- Ginny riuscì a sorridere nonostante la paura di poco prima, che aveva letto nelle parole del ragazzo. Il biondo diede un'ultima occhiata all'ora e poi la guardò con espressione decisa e ferma.
-Ti prego...- riuscì a dire Ginny mentre una lacrima leggera e salata le percorreva timida la pelle candida. Draco si avvicinò a lei e gliela asciugò carezzandola con il pollice. Poi portò il pollice alla sua bocca e lo baciò.
-Va Ginevra, ti prego... VA!- le ordinò voltandosi a salire velocemente quella rampa di scale maledetta. Le ginocchia di Ginny persero la loro forza e dovette reggersi alla ringhiera della scala per non cadere a terra terrorizzata.
Aveva la netta sensazione che quella notte sarebbe cambiato tutto. Pensò ad Harry, pensò se era proprio lui ad essere in pericolo quella notte. Sentì una morsa al cuore quando pensò ai due ragazzi l'uno di fronte all'altro. Si ricordò che Harry era con Silente, ma qualcosa le diceva che i due ragazzi non erano al sicuro. Non poteva seguirlo. Né Harry né Draco glielo avrebbero mai perdonato. Respirò a fondo per ritrovare il controllo. Asciugò il sudore freddo che le era sceso a quei pensieri funesti e lugubri. Quando ebbe la forza di rimettersi in piedi corse verso l'ala est, sperando che Harry fosse tornato dall'incontro con Silente, che lui fosse lì, davanti al camino, ad aspettarla... vivo.
-Piccola Ginny!!- la voce di Tonks arrestò la sua corsa, proprio una rampa prima di raggiungere il ritratto della Signora Grassa. Alla fine del corridoio del quarto piano c'era Ninfadora che faceva la guardia al Castello.
-Tonks! Che ci fai qui? Pesavo perlustrassi Hogsmead per conto dell'Ordine, non il Castello...- in quelle domande il tono di voce di Ginny saliva parola dopo parola, capendo che la presenza della strega era un pezzo in più di quel puzzle pericoloso che aveva iniziato a definirsi dopo che Harry le aveva detto di avere un altro incontro improvviso con Silente. Il secondo pezzo era stato Draco. Lui e la sua agitazione, lui e il suo ordine di mettersi al sicuro. Il terzo pezzo era Tonks.
-Albus mi ha detto di sorvegliare il Castello questa notte... Anche altri membri dell'Ordine sono qui stanotte!-
-Perché?- quasi urlò Ginny. Tonks le sI avvicinò preoccupata. –Scusami... sono sola agitata...-
-Centra per caso quel biondino con cui parlavi poco fa?- domandò Ninfadora maliziosa.
-C...cosa? Io ecco... io...- Ninfadora rise in modo pacato e le posò una mano sulla spalla con fare materno. Capì, dopo quel tocco, come la rossa fosse tesa e la sua espressione divenne più seria. –Era Draco... era spaventato. Dov'è Harry?-
-Oh io so solo che è uscito con Silente questa sera... non sono ancora tornati, altrimenti mi avrebbe detto di tornare ad Hogsmead!- rispose Tonks mentre la guardava sempre preoccupata. Ginny difatti era sobbalzata a quella informazione. –Ti senti bene piccola?- perciò le chiese la donna, serrando ancora di più la presa sulla spalla della ragazza. Ginny annuì senza convinzione e si poggiò con le spalle al muro per sorreggersi, non avendo più, per la seconda volta in dieci minuti, forza nelle gambe. Draco era scomparso nel buio con una evidente preoccupazione sulle spalle ed un peso sul cuore... ed Harry era là fuori, a rischio... tutto ciò per cui lei aveva sorriso e pianto quell'anno, le stava scivolando tra le mani, in una notte...
-Tonks posso restare qui con te? Voglio aspettare Harry qui con te- poi riuscì a chiedere con un filo di voce.
-Certo piccola Ginny! Allora è vera la notizia: tu ed Harry?- cercò di sdrammatizzare Ninfadora. Ginny sbuffò lievemente divertita ed imbarazzata da quell'argomento.
-Ehm si... è una cosa di qualche settimana... non lo sa quasi nessuno ancora!- spiegò Ginny ad una Ninfadora visibilmente interessata.
-Sono contenta siete due ragazzi meravigliosi, e lui ha proprio bisogno di una ragazza forte come te! Però non mi spiego come mai continui a voltarti in direzione di dove quel biondino è scomparso...- la beccò proprio mentre lo faceva e quando la rossa si girò verso Tonks lei la osservava con occhi furbetti.
-Io... no, ma che dici?- cercò di ricomporsi Ginny. Sentì ridere di gusto la strega e poi anche Tonks si poggiò al muro con aria stanca.
-Non devi preoccuparti... resterà un nostro segreto! Ho visto come lo guardavi... ho visto come ti guardava lui... e quell'abbraccio!- la punzecchiava, divertita.
-Tonks... non so nemmeno io cosa significa questo per me... tantomeno se abbia importanza per lui... e poi c'è Harry! È un ragazzo meraviglioso: buono, dolce e si preoccupa per me...-
-Anche Draco si preoccupa per te... ho sentito che ti diceva di andare a dormire...- Ginny si irrigidì. Doveva dirle che era meglio seguire lui anziché chiacchierare come due ragazzine ad un pigiama Party poggiate ad un muro, indolentemente.
-Ma è impossibile tra me e lui... cioè è il figlio di Lucius... e poi io amo Harry...- farfugliò rossa in viso.
-Non lo metto in dubbio... sin da piccola hai sempre sognato ad occhi aperti Harry Potter... lui è il tuo principe azzurro! Ti ha salvata, anzi ci ha salvati tante di quelle volte! Si è sempre sacrificato e tutti, specialmente tu, lo abbiamo ammirato per questo! È speciale lui... non perché sia il prescelto ma perché è una persona stupenda!- Ginny annuì e ripensò a quegli occhi smeraldo preoccupati per la sua vita. Ripensò a quelle promesse e a quanto fosse spaventata che lui fosse in pericolo. –Ma non c'è nulla di male se quel ragazzo biondo ha rubato un pezzo del tuo cuore... essendo il figlio di Lucius immagino il suo fascino, il mistero e l'eleganza che lo contraddistingue... è un Malfoy del resto... e tu sei così curiosa e testarda- e lì si lasciò scappare un'altra risata. Anche Ginny rise ripensando a quanto lo avesse perseguitato nonostante per mesi lui la volesse allontanare. Si sentì sciocca ma anche felice quando "quel sogno" si fece più nitido nella sua mente.
-Il principe e il demone...- sussurrò più a se stessa che alla strega accanto a lei. Tonks annuì rimirando anche lei in direzione della scala verso cui il ragazzo era sparito.
-Non è un peccato amare due uomini... è peccato sforzassi di credere il contrario e non trovare una soluzione mentre il tuo cuore si frantuma...- aggiunse qualche attimo dopo Tonks, e stavolta era lei a parlare più con se stessa che con Ginny. La rossa la osservò curiosa.
BOOM.
-COS'E' STATO??- urlò Ginny sconvolta. Erano cadute a terra entrambe poiché con l'esplosione erano tremate anche le colonne e le pareti del loro piano.
-Ginny vuoi andare dai tuoi amici e cercare un posto sicuro o vieni con me?-
-Io...io vengo con te!!- le parole le uscirono come tirate a forza dalla gola. Ma cosa avrebbe dovuto fare? La codarda? La vigliacca e nascondersi mentre i suoi parenti ed i suoi amici rischiavano la vita anche per lei? Harry avrebbe capito... anche Draco avrebbe capito... forse...
"E se dovessi combattere proprio contro di lui?" fu percorsa da freddi brividi di paura. Ma si sforzò di correre fianco a fianco con Tonks e non cedere alla debolezza. Estrasse la bacchetta dalla tasca dei jeans e la strinse con forza. Lo schianto sembrava essere arrivato dalla Torre di Astronomia.
-Tonks... Ginny!- la voce affaticata e roca di Lupin le fece sussultare.
-Remus...- sospirò sollevata Tonks. Ma lui la guardava freddo e nervoso. –Cosa è successo?- domandò la donna cercando di darsi un ritegno. Ginny guardava alternativamente i suoi due adulti amici.
-Sono entrati i Mangiamorte! hanno attaccato Bill ma quando sono entrati nel panico hanno bloccato le scale... non riusciamo a passare per raggiungere la Torre...- spiegò Lupin. Ginny sentì una morsa al cuore... Suo fratello Bill era stato attaccato? E se i Mangiamorte erano lì era di sicuro per Harry... allora Harry doveva essere nel Castello. Perché non era andato alla Sala Comune? Lì dove era con Tonks, a parlare lei, lo avrebbe visto per forza, era l'unica strada per raggiungere il Ritratto della Signora Grassa... e se...? Ma non ci volle pensare. Si scosse e cercò di stare il maggiormente più lucida possibile.
-Allora che facciamo?-
-La McGranitt sta provando a liberare le scale, ha detto di farci trovare pronti all'Ingresso... passeranno di lei se lui non li sistema prima, ha detto!- rispose Lupin voltandosi e cominciando a scendere le scale. Tonks e Ginny gli furono alle costole.
-Remus come sono entrati??? Non abbiamo visto salire nessuno...-
-Non lo so Dora... ho sentito il boato e poi la McGranitt mi ha spiegato tutto... ma non hanno usato l'ingresso principale perché io ero lì di guardia!!- precisò Lupin posizionandosi alla fine della rampa di scale. Tonks andò a sistemarsi all'entrata della Sala Grande e trascinò con se Ginny.
-ARRIVANO!- sentì urlare alla voce di Neville, qualche piano più su... e poi un altro boato, un'altra esplosione. Vide scendere dalle scale un gruppo di studenti, tutti appartenenti all'Ordine della Fenice. C'erano anche Ron ed Hermione insieme a Neville.
BOOM.
Prima però che potessero scorgere i visi degli invasori dei fiotti di luce rossa e verde si scagliarono contro di loro. Tutti avevano sguainato le bacchette e si affaccendarono a proteggersi grazie a degli scudi. Ma le fatture e gli schiantesimi colpirono parti del Castello e si susseguirono una serie di esplosioni che crearono macerie, polvere e confusione. Ginny non riuscì più a distinguere dove si trovasse ne chi c'era intorno a lei. Issò la bacchetta davanti a sé pronta a difendersi quando la nebbia di polvere si fosse abbassata.
-GINNY GIU'!- urlò Tonks qualche metro più in là, giusto in tempo per permetterle di abbassarsi e schivare il getto rosso proveniente dalla bacchetta di un Mangiamorte, proprio davanti a lei.
-Ahahaha per un pelo, eh rossa?- sentì biascicare a quell'uomo goffo dallo strano sguardo sbilenco. Ginny si rialzò e schivò con un balzo un altro suo getto verde.
-Come sei entrato?!- ringhiò Ginny mentre scagliava una fattura che il mago deviò senza troppi convenevoli.
-Curiosa la ragazzina... un piccolo aiuto!- rispose divertito... -Crucio!- poi le urlò contro. Ginny agitò la bacchetta per proteggersi.
-Protego!- urlò la ragazza che vide ghignare di fastidio l'uomo. –Expelliarmus!- provò Ginny ma l'uomo deviò anche quell'altro incantesimo e se la rise di gusto.
-Crucio... crucio... non puoi ballare per sempre, carina...-
-IMPEDIMENTA!- urlò una voce maschile a lei tanto cara che il suo cuore ebbe un sussulto. Si girò e vide gli occhi verdi di Harry guardarla con profonda paura. E poi si voltò in tempo per vedere il Mangiamorte spazzato lontano da un getto rosso.
-Da dove sei spuntato?- gli domandò correndogli tra le braccia.
-Ginny non c'è tempo per le spiegazioni! Sta attenta... sta attenta...- ripeté nel panico. Ginny annuì e lo baciò velocemente sulle labbra scheggiate e sporche per via della battaglia. Sentì la mano di Harry carezzarle la nuca velocemente e poi lo vide voltarsi e iniziare a correre verso l'uscita del castello, dopo essere inciampato su Neville. Udì il ragazzo, a terra, bisbigliare qualcosa ad Harry.
-NEVILLE!- urlò Ginny preoccupata e si chinò sul ragazzo, -come stai?-
-Gin! A posto, sono caduto nell'ultima esplosione!- rispose Neville mentre Ginny lo aiutava a mettersi seduto.
-Sai dove sta andando Harry, Neville?- domandò Ginny pentendosi subito della curiosità perché si rese conto di star per avere l'ultimo pezzo del puzzle in mano.
-Piton e Malfoy hanno fatto entrare i Mangiamorte! Harry li sta inseguendo!- Ginny cadde a terra rovinosamente, perdendo le ultime briciole di forza che le erano rimaste. Cadde sulle ginocchia e distese mollamente gli arti come appena sconfitta.
-No...- sussurrò... -no Neville ti sbagli...- continuò nel suo delirio.
-Ginny? Ginny ti senti bene? Parlami!!- ma la ragazza continuava a ripetere in modo sconclusionato che non era possibile, che lui si sbagliava. La sorresse fino all'entrata dei Sotterranei, in un incavo tra le macerie che sembrava, al ragazzo, un posto sicuro.–GINNY!- le urlò alla fine sul serio preoccupato per la reazione della ragazza.
-LASCIAMI!!- rispose Ginny liberandosi dalla presa del compagno di Casa. –Lasciami... per favore...- poi scoppiò in un pianto isterico. Neville la guardava perplesso.
-Dove stai andando?- chiese Neville mentre lei si alzava ed afferrava la bacchetta cn ferocia. Ma non rispose e se lo lasciò alle spalle, passo dopo passo. Uscì dal Castello ed il suo sguardo si posò in alto nel cielo. Il Marchio Nero pulsava, terribile e mostruoso, nel cielo. Sentì la pelle d'oca su tutto il corpo ed un altro pezzo di cuore sfaldarsi. Serrò la mascella intrappolando l'urlo e le lacrime che le premevano gli occhi. Scosse la testa per tornare del tutto in se e ricominciò a correre. Oltrepassò il giardino del Platano Picchiatore e poi li vide. La casa di Hagrid era in fiamme... udiva i guaiti disperati di Thor ed il mezzogigante piangere ed urlare il nome del suo cagnolone da compagnia... e poi vicino all'orto di zucche del guardiacaccia c'era Harry, a terra... a sovrastarlo la figura di Piton, minaccioso che puntava contro lui la sua bacchetta... e qualche metro dopo c'era Draco Malfoy.
Ginny cadde a terra. Sentì le ginocchia spezzarsi con il tonfo dell'erba, insieme all'ultimo pezzo di cuore che le era rimasto integro fino a quel momento. Il puzzle era completato. Draco le aveva mentito... si era nascosto per tutto il tempo dietro una maschera da Mangiamorte senza che lei lo volesse veramente capire. Maledì prima lui e poi se stessa per essere stata così ingenua da non volerlo ammettere. Aveva sempre sperato che Harry si sbagliasse. Aveva sempre zittito quella vocina che dentro di se, come un eco lontano, le urlava di scappare da quel servo del Signore Oscuro. Aveva sempre ceduto a quei terribili occhi artici che le supplicavano, in silenzio, di aiutarlo, che le dicevano quanto lui soffrisse ingiustamente. Aveva sbagliato tutto. Si era fidata ciecamente di lui ed ora lui si era rivelato un traditore. Non si accorse della pioggia che aveva iniziato a bagnarle i capelli, la pelle ed i vestiti. Rimase lì, immobile, priva di forze, priva di speranza sperando che quel sogno non si fosse trasformato in un incubo, per davvero. Ma nessuno andò a svegliarla, nessun raggio di sole la destò dal suo letto... perché quella era la realtà: Draco era un Mangiamorte e aveva permesso ai Mangiamorte di entrare ad Hogwarts.
-Harry...- sussurrò a sé stessa... -HARRY!!!- poi urlò rialzandosi ma lui non era più lì, disteso vicino alla casa di Hagrid la quale non era più in fiamme. Non c'era più neanche Il Mangiamorte...
Per quanto tempo era stata distesa lì?
Si alzò a fatica e strizzò i lunghi capelli fradici di acqua piovana. Sentì alle sue spalle un brusio basso, proprio ai piedi della Torre di Astronomia. Professori e studenti stavano fermi impalati e sentiva anche qualcuno piangere. Le salì un brivido di paura lungo la schiena. Poi vide i lunghi ed arruffati capelli del guardiacaccia. il cuore le martellò nel petto, tanto che le sembrava di averlo nelle orecchie.
-Harry? Harry?- chiedeva, facendosi spazio tra la folla. Poi lo vide accovacciato e in lacrime mute, vicino al corpo privo di vita di Silente. Si portò una mano alla bocca, sconvolta. Altre lacrime scivolarono sul viso lentigginoso della ragazza. Deglutì e si fece forza, per se stessa e per lui...
-Forza Harry, andiamo...- sussurrò piano, poggiando una mano sulla spalla di Harry. Il ragazzo strinse la mano della ragazza per cercarne affetto e conforto. Lo vide annuire e mordersi il labbro per arrestare il pianto. Mano nella mano entrarono di nuovo nel Castello. La Sala dell'Ingresso e la Sala Grande erano rovinate e cumuli di macerie erano accatastate, segno della dura battaglia. Anche le scale erano state distrutte ed era difficile salire i gradini senza rischiare di farne franare qualcuno e cadere a terra rovinosamente. Quando ebbero raggiunto l'Infermeria Harry le rivolse la parola.
-Sto bene, non sono ferito...- farfugliò ancora intontito dagli avvenimenti. Ginny si voltò a guardarlo e restarono all'in piedi davanti l'entrata, in silenzio per qualche istante. Per quanto devastato fosse l'animo di Ginny, averlo lì, sano e salvo, era la sola e unica luce che riscaldava il suo cuore. –Tu stai bene?- poi le domandò come risvegliandosi da un profondo stato di trance. La guardò dall'alto al basso. Anche lei si osservò. Aveva i jeans stracciati e il maglione bagnato di sangue per via di qualche graffio dovuto all'esplosione. Inoltre il suo viso era sporco di polvere e schegge.
-Sto bene...- rispose dolcemente. –Harry... com'è successo?- si decise a togliere il cerotto.
-E' stato Piton... con un Avada Kedrava... ho provato a seguirlo... ma è più forte di me... poi si è smaterializzato!- spiegò stringendo i pugni con ferocia come se avesse tra le mani la faccia di Piton e la stesse schiacciando. Ginny sospirò sollevata. Draco non era un assassino ed Harry era sopravvissuto.
-Ho avuto paura Harry... paura di perderti! Che avesse ucciso te...- piagnucolò Ginny fiondandosi tra le sue braccia, già aperte per accoglierla quando Harry si accorse di come gli occhi di Ginny si fosse riempiti di lacrime. La strinse forte più che per confortarla per potersi dare forza a vicenda.
-Sono vivo, sono vivo- ripeté a bassa voce, quasi come un sibilo, -e lo sei anche tu, questo è quello che conta...- aggiunse allontanandola da se quel tanto che bastava per guardarla negli occhi. La baciò lentamente premendo le sue labbra alle labbra rosse e carnose della ragazza. Poi rimasero a sfiorarsi, fronte contro fronte, ancora abbracciati. –E' morto qualcun altro?- poi chiese Harry nervoso. Ginny alzò le spalle.
-Non so... entriamo...- farfugliò ora preoccupata anche lei, ricordandosi della presenza di Bill ai piedi della scala della Torre di Astronomia dove i Mangiamorte avevano ucciso Silente. Quando entrarono Bill era disteso sul letto, accerchiato da Ron, Lupin, Tonks ed Hermione. All'angolo c'era Madama Chips indaffarata a preparare un infuso.
-Come sta?- tuonò Ginny terrorizzata, gettandosi al capezzale del fratello. Il viso di Bill era segnato da profondi graffi e segni di morsi. Respirava, ma sembrava fare uno sforzo immenso per riuscirci.
-E' stato morso da Greyback... ma non era trasformato in lupo... non lo diventerà... vero Lupin?- rispose isterico Ron.
-In realtà no... ma... da oggi Bill avrà qualche tendenza quando ci sarà la luna piena... è stato fortunato comunque!- rispose impacciato, cercando di non turbare i due fratelli. Sentì Hermione singhiozzare spaventata e qualche fiala toccarsi l'una con l'altra mentre Madama Chips si affrettava a preparare la pozione per farlo rinvenire.
-Va bè tanto Silente lo guarirà... glielo deve...- intervenne Ron sorridendo in modo fanatico.
-No! Non potrà intervenire...- disse Ginny mestamente, mentre carezzava i capelli rossi e legati in una coda, del fratello. Ron la guardò torvo e confuso, mentre Hermione singhiozzò un'altra volta. Madama Chips sollevò il capo e rizzò le orecchie per ascoltare.
-Che vuoi dire Ginny?- domandò Tonks spaventata. Seguì un attimo di silenzio ed Harry corse in aiuto della ragazza.
-E' morto... Piton l'ha ucciso!- disse duro e coinciso.
-PITON?- urlò Lupin sconvolto, mentre Tonks si lasciava cadere seduta sul letto, dove giaceva Neville per riposare. Harry spiegò loro tutto ciò che aveva sentito, mentre era stato pietrificato da Silente stesso, per proteggerlo. Raccontò loro di come Malfoy lo avesse disarmato e di come per tutto l'anno avesse progettato di ucciderlo e di fare entrare i Mangiamorte nel Castello, servendosi di un armadio svanitore, che era riuscito ad aggiustare, nella stanza delle necessità. Di come si era servito di Madama Rosmerta, grazie ad un Imperius, per far consegnare la collana maledetta a Katie Bell, dalla donna stessa, e per far ricevere a Lumacorno la bottiglia di Idromele da dare a Silente in regalo per Natale. Ginny capì come anche la quasi morte di suo fratello Ron fosse colpa di Draco. Divenne ancora più pallida.
-Allora perché lo ha ucciso Piton, se Tu-sai-chi voleva che lo avesse fatto Malfoy?- domandò Hermione.
-Perché Malfoy non riusciva ad attaccarlo... continuava a perdere tempo... e Silente aveva capito che Malfoy si sentiva in colpa...- Ginny sussultò a quelle parole.
-Non capisco... come è finita allora?- domandò Tonks ancora scossa.
-Quando ho sentito la prima esplosione, sono arrivati Feniir Greyback e i due fratelli Carrow... Alecto ed Amycus... incitavano Draco ad uccidere Silente ma lui tremava e non si decideva... poi è giunto Piton e... ho capito!-
-Hai capito?- chiese Lupin scosso.
-Si: il voto infrangibile! Se Malfoy non ci fosse riuscito Piton era costretto dal voto, fatto con i genitori di Draco, a farlo lui stesso e così lo ha assassinato! Silente è caduto dalla Torre e poi sono fuggiti!- terminò il racconto, poi come un soffio aggiunse –e non sono riuscito a fermarli...-. Fra se e se ripeté più volte quelle parole alzandosi e raggiungendo la finestra. Quando Harry la aprì un dolce canto di Fenice entrò nella stanza, riscaldando i loro cuori. Fanny si stava lamentando e straziando con quel canto bello ma terribile allo stesso tempo. Il lamento della fenice sembrò lenire le loro pene ed il loro dolore. Tutti entrarono in uno stato di trance e si destarono quando prima la porta si aprì per accogliere la McGranitt, alla quale fu fatto il resoconto, poi da Hagrid ed in fine anche Molly ed Arthur, seguiti da Fleur raggiunsero il capezzale di Bill, quella notte. Dopo qualche attimo gli altri lasciarono da soli la famiglia Weasley con il povero Bill. Harry e Ron raggiunsero, insieme ad Hermione, i dormitori e così la notte avvolse un Hogwarts devastata dalla battaglia e dal dolore.
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