Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Portami con te

-Ginny tu stai qui di guardia! Non-devi-fare-passare-nessuno!!!- scandì bene Hermione quelle parole, mentre la rossa poteva leggere nei suoi occhi la preoccupazione.
-Herm ma che succede? Dov'è Harry?- chiese la rossa spaventata dall'atteggiamento dell'amica.
-Sirius... lui crede... lui ha visto... che Tu-Sai-Chi lo torturava al Ministero... e vuole usare il camino della Umbridge per riuscire a parlare con lui, capire se si trova a Grimmauld Place o...no...- cercò di spiegarle mentre le parole gli si spezzavano in bocca per la tensione. Ginny sentì mancarle il respiro. Sirius era nelle mani di Voldemort? Harry, semmai fosse successo qualcosa al suo padrino, ne sarebbe morto di dolore, pensò. Divenne pallida e le cominciarono a sudare le mani.
Ad un tratto Hermione si girò cosicché entrambe videro arrivare Harry trafelato, con in mano il mantello dell'Invisibilità. Si voltarono poi ambedue a fissare Luna che li aveva raggiunti.
-Allora Ron: tu fai allontanare la Umbridge! Ginny e Luna: voi due cominciate a mandare via la gente dai corridoi... io ed Harry ci nascondiamo sotto il mantello e aspettiamo che la via sia libera!- Ginny annuì vigorosamente. Corse alla loro destra, fino a giungere l'inizio del corridoio. La rossa vide alle sue spalle, all'altro capo del lungo e secolare corridoio, Luna che si guardava attorno confusa. All'angolo antistante c'era Ron, e lo vide saltellare sul posto freneticamente. Nessuna traccia della Umbridge. Cercò di riordinare le idee e pensare a qualcosa da dire se qualche studente avesse voluto passare per di lì. Le venne in mente Pix e l'incidente delle caccabombe a San Valentino.

-Ehi ma che succede qui? Levati di mezzo!- protestò un ragazzo del quinto anno di Tassorosso, accompagnato da due ragazzi, quando Ginny gli bloccò la strada.
-Non si passa di qui!! Pix ha gettato del Gas Strozzante... usate la scala girevole!!- tuonò con tono fermo.
-Ma quale gas? Non c'è niente qui!!- incalzò la ragazza alle spalle del primo studente.
-E' incolore!- rispose di getto Ginny, -ma se vuoi passare lo stesso, prego, mostreremo il tuo cadavere al prossimo idiota che non ci crede!- e gli fece cenno di passare con il braccio. Ma a quelle parole, i tre ragazzi Tassorosso, si dileguarono e Ginny tirò un sospiro di sollievo. Harry ed Hermione dovevano aver approfittato di quei minuti. Di sicuro erano già nell'Ufficio della professoressa di Difesa. Si girò in tempo verso Luna per vederla afferrata con rabbia per le spalle, da Zabini. Poi sentì un dolore lancinante ai capelli che le furono tirati fino a scaraventarla a terra. Per un attimo, a causa della fitta, vide le stelle. Poi la vista si fece più chiara e la faccia compiaciuta del Serpeverde Warrigton le si parò davanti.

-Ehi carina, cosa diavolo credi di fare?!- le sputacchiò in faccia. Ginny cercò di liberarsi dalla presa scalciando, ma la teneva ben salda ed iniziò a trascinarla verso l'Ufficio della Umbridge. Con la coda dell'occhio vide arrivare un ragazzo moro con la bacchetta puntata su di loro.
-Impedimenta!- urlò Neville, e Ginny si sentì libera nei movimenti ed estrasse a sua volta la bacchetta. Mentre Warrigton fu sbalzato di qualche metro lontano da loro due.
-Grazie Neville!-
-Figurati! Hanno preso Luna...- ebbe il tempo di avvisarla, ma Tiger lo braccò con un braccio tentando di strozzarlo. Ginny urlò.
-Pietrif...- ma non riuscì a terminare la frase che qualcuno la spinse contro il muro. Quando si voltò, dopo aver battuto la testa, vide Pansy che ghignava soddisfatta, puntandogli contro la bacchetta.
-Così me la paghi brutta pezzente!!!- ringhiò guardandola dall'alto. Warrigton la sollevò da terra e la getto tra le braccia di Pansy, dalla quale fu trascinata, una volta per tutte, nell'Ufficio della Umbridge. Appena entrò, strattonata dal Serpeverde, non riuscì a vedere nient'altro che Hermione tenuta ferma da Millicent. Fu portata bruscamente proprio accanto alla riccia, e da dietro la scrivania dell'ufficio della Umbridge, ebbe la giusta visuale di quello che stava accadendo. Harry era privo di bacchetta, accasciato malamente su una delle poltrone rosa confetto della stanza. Ron era braccato da Warrigton, accanto a Hermione e Millicent. Luna era ancora tenuta ferma, anche se lei non faceva nulla per cercare di liberarsi, da Zabini, vicino la finestra dell'Ufficio. Neville, alla destra della rossa stava quasi per soffocare perchè Tiger gli tratteneva con un braccio il collo. E poi sogghignante, poggiato al muro, c'era lui: Draco Malfoy sornione. Ginny sentì il sangue bruciare nelle vene. Cercò di dimenarsi per sfuggire a Pansy, ma la Serpeverde le puntò la bacchetta alla gola. Ginny riuscì a fulminarla con la coda dell'occhio, ma era sottomessa, la cosa difatti fece solo sorridere Pansy soddisfatta. Ma quello che avrebbe voluto farla urlare, non era che la Parkinson si stava vendicando, ma che Draco non faceva nulla per darle una mano, nonostante tutto... anzi, da quando si trovava in quell'Ufficio, non l'aveva degnata di uno sguardo.

-Presi tutti!- iniziò Warrigton, -lui,- rivolgendosi a Neville –ha cercato di impedirmi di fermare quella- ed il ragazzo indicò Ginny, la quale tentò di scalciare per infastidire Pansy, ma tutto sembrava inutile. E vide Malfoy girarsi verso di lei sprezzante, con il suo solito cipiglio sdegnato. Ooh ora si che avrebbe voluto riempirgli la faccia di schiaffi. Ma la Umbridge non prestò attenzione a lei, invece come una furia si scatenò su di Harry. Tentando in tutti i modi di fargli confessare con chi avesse intenzione di parlare visto che si era intrufolato lì per usare il camino. Senza risultati ovviamente. Cercò anche invano di fargli bere il Veritaserum, convocando Piton nel suo ufficio ma il professore di Pozioni, per quanto non avesse in simpatia Harry, rispose alla professoressa che le sue scorte erano finite il giorno che aveva interrogato Marietta. Hermione lanciò delle occhiate a tutti loro intuendo come mai la Corvonero avesse fatto la spia quel giorno. Ma oramai non aveva più importanza, adesso non l'avrebbero fatta franca.
Piton girò i tacchi senza liberarli da quella fastidiosa situazione. Erano certi però che avrebbe pensato lui ad accertarsi che Sirius fosse stato realmente in pericolo vista la frecciatina che Harry gli lanciò blaterando qualcosa su "Felpato" e "pericolo". L'unico problema che continuava a sussistere era come uscire da quell'Ufficio.
In preda ad un attacco di isteria la Umbridge cominciò a farfugliare di come lei fosse stata responsabile dell'agguato che i Dissenatori avevano tenuto a Duddley e ad Harry.

-...Io dovevo fare qualcosa... quella volta è riuscito a scappare... ma non oggi signor Potter... no no... Mi vede costretta ad usare le maniere forti...- Ginny era scioccata, come Hermione e tutti gli altri in quella stanza. Tranne i ragazzi di Serpeverde, loro erano eccitati. Draco non la degnava più di uno sguardo, e fissava esaltato la Umbridge puntare la bacchetta contro Harry. –Cruc...- stava per pronunciare la professoressa su di Harry, quando Hermione urlò in maniera acutissima. L'attenzione dei presenti, tutti a bocca aperta, si rivolse verso di lei.
-Harry dobbiamo dirglielo... tanto te lo tirerà con la forza comunque...-
-NO, HERMIONE, NO!- urlò Harry disperato. Ma Hermione finse di scoppiare in un pianto nevrotico e richiamò l'attenzione della Umbridge che abbassò la bacchetta, con sommo dispiacere di Millicent, Warrigton, Tiger, Pansy e specialmente di Draco. La professoressa la fece sedere di fronte ad Harry, nell'unica poltroncina rimasta libera.
-Che cosa dovrebbe dirmi il signor Potter, mia cara...?- chiese la professoressa inscenando delle buone maniere e utilizzando il suo solito tono di voce fintamente affettuoso.
-Dove si trova l'arma segreta di Albus Silente....- a quelle parole la Umbridge strabuzzò gli occhi ed iniziò a boccheggiare agitata.
-E dove si trova adesso Silente, signorina Granger?-
-Beh tentavamo di metterci in contatto con Silente, attraverso il camino- parlò tra i falsi singhiozzi la riccia, -ma non siamo riusciti a rintracciarlo...-
-Ma almeno sa dove si trova quest'arma??- gracchiò esasperata la professoressa ad un centimetro dal viso di Hermione. Ginny avrebbe voluto essere d'aiuto ma con la bacchetta conficcata nella gola, a malapena riusciva a deglutire.
-Si... Silente ci ha lasciato il compito di ultimarla... ed ora che è pronta non riusciamo a trovare il Preside...-
-Bene! Deve portarmi subito nel posto dove avete nascosto quest'arma segreta... su forza ragazzi- e si rivolse alla sua squadra d'Inquisizione, -La Signorina Granger ci scorterà sino...-
-NO!- urlò nuovamente Hermione, -non voglio mostrarla a loro...-
-Piccola saputella... non mi sembri nella posizione da poter dire cosa debba fare io o no...-
-Beh allora che la vedano tutti... che tutti possano usarla contro di lei!!!- cercò di dissuaderla Hermione. Quelle parole parvero scuotere la professoressa che rivolse un altro sguardo ai ragazzi Serpeverde, ed in particolare a Malfoy, adesso con gli occhi desiderosi di saperne di più.
-Bene... andremo io, lei signorina Granger... e naturalmente il signor Potter... seguitemi!- gli ordinò la Umbridge puntandogli contro la bacchetta.
-Ma professoressa!- la voce di Malfoy rimbombò nelle orecchie della rossa, che per tutto il tempo aveva cercato i suoi occhi di ghiaccio, ma inutilmente, -io ritengo che dovrei venire anch'io... per sorvegliare Potter e la Mezzosangue...-
-Di certo non ho bisogno della guardia del corpo, mio caro giovane Malfoy... mi serve qui lei! A tenere d'occhio questi qua!- e rivolse un'occhiata di disprezzo ai "prigionieri".
-Va bene...- annuì Malfoy, e Ginny credette di essere stata finalmente degnata di un altro sguardo, di sottecchi. E mentre Harry ed Hermione venivano spinti malamente fuori dalla professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure, lei e suo fratello insieme a Luna e Neville restarono chiusi lì dentro, con i Serpeverde. Neville era ancora rosso in viso per quanto Tiger stesse cercando di strangolarlo.

-Razza di idiota, così lo soffochi!- ringhiò Ginny, qualche minuto dopo, proprio contro il panciuto Serpeverde. Lui la incenerì con lo sguardo e bofonchiò qualcosa che sembrò proprio un appellativo poco carino.
-Guardate...- attirò l'attenzione di tutti Luna con voce sognante, -Hermione sta portando la Umbridge nella Foresta Proibita...- concluse estasiata mentre si avvicinava con il naso alla finestra. Blaise incuriosito allentò la presa sulla bionda, che fino a quel momento, non aveva opposto la benché minima resistenza. A Ginny si accese una lampadina.
-Davverooo?!- chiese stupefatta... -Luna... tu credi che la azioneranno?!- chiese sperando che la Corvonero le reggesse il gioco. Luna fece spallucce e riprese a fissare gli alberi alti, leggendari e tenebrosi della Foresta.
-Oh, oh... si secondo me faranno saltare in aria tutto il Castello... se la Umbridge li costringerà ad azionarla...- invece colse la frecciatina Ron.
-Ma di che stai parlando Weasley??? Che cosa è quest'arma?- chiese Blaise avvicinandosi a Ginny, e lasciando del tutto Luna libera di muoversi. Ginny le lanciò uno sguardo ma Luna era tutta presa dai suoi pensieri sulla Foresta, che non la vide nemmeno.
-Che t'importa!? Sei solo uno scagnozzo!! Che parlo a fare con te?!- rispose acida la rossa. Blaise la prese per un braccio, strappandola dalla presa di Pansy che strillò furiosa.
-Ma che cosa combinate imbecilli???- strillò Malfoy, la cui attenzione si era rivolta fino a quel momento, insieme a Luna, verso i confini della scuola, perciò verso Harry. Blaise e Pansy si voltarono, furiosi l'uno con l'altro, in direzione di Draco, per iniziare a discutere su chi avesse torto o ragione. Per Ginny fu meno di un attimo, estrasse la sua bacchetta dalla tasca del mantello di Pansy ed urlò.

-ACCIO BACCHETTE!!!- e librandosi velocemente nell'aria, tutte la bacchette dei Serpeverde e quelle dei suoi amici, a cui erano state confiscate, le finirono nella mano. Warrigton e Tiger pronti ad assalirla, lasciarono liberi sia Ron che Neville. Ginny si fiondò in mezzo ai due Grifondoro e gli passò le loro bacchette. Cosicché ora, erano i Serpeverde con l'arma puntata contro.
-RAZZA DI IDIOTI! DOVEVATE TENERLI FERMI, SOLO QUESTO!!!- urlò Draco scarlatto in viso per la rabbia. E mentre sbraitava contro i suoi compagni di Casa, i suoi occhi erano tutti per lei, Ginny, che li aveva fregati. Indurì i lineamenti nobili del viso e ridusse gli occhi a due fessure –Calmiamoci... calmiamoci tutti!! Su piccola Weasley... che cosa vuoi fare?- e prese a sghignazzare nervosamente –vuoi schiantarci tutti? E poi? Che farai? Credi che ti lasceremo fuggire così?! Ci sono altri membri della Squadra d'Inquisizione qui fuori! Non hai scampo...- iniziò a persuaderla Malfoy, con la sua voce elegantemente arrogante. Ginny sorrise beffarda ed alzò un sopracciglio sfidandolo. Ed il sorrisetto di Malfoy si spense. I due iniziarono a fissarsi in silenzio, come se ci fossero solamente loro due in quella stanza.

-Che c'è Malfoy? Te l'ho fatta sotto il naso e adesso non sai come rimediare?! Fateci uscire... ti risparmierò una bella fattura dritta sul quel bel faccino da Purosangue che ti ritrovi!- lo prese in giro la ragazza, tracciando nell'aria, con la punta della bacchetta, la sagoma della faccia di Draco. E poi rise compiaciuta.
-Su Ginny che aspettiamo?! Schiantiamoli!! Harry ed Hermione hanno bisogno di noi!- s'intromise Neville, spezzando quel momento tra la rossa ed il biondo. Entrambi distolsero lo sguardo l'uno dall'altra e fissarono Neville fremere sul posto. Ginny passò la bacchetta anche a Luna, che si era accorta, da poco, di essere lei ora ad avere il coltello dalla parte del manico. Ginny annuì e Ron e Neville avanzarono, facendo da scudo alle due ragazze. Millicent e Pansy strillarono stridulamente e si piazzarono alle spalle di Malfoy, Tiger e Zabini.

-Impedimenta!- urlò Ron, sbalzando il gruppetto di qualche metro. Tiger fu il primo a reagire scagliandosi di peso su Ron, e lo spinse contro il muro dove iniziò una lotta per chi dovesse impadronirsi della bacchetta.
-Stupeficium!- tuonò Luna cercando di liberare Ron ma nella distrazione Warrigton le fu addosso, e i due iniziarono a strattonarsi da un lato all'altro dell'Ufficio, anche qui, per appropriarsi della bacchetta. Millicent e Pansy, impaurite, corsero fuori dall'Ufficio, lasciando la porta spalancata, potendo mostrare, a Ginny, come in realtà il corridoio fosse una via libera. Mentre Zabini provava a schiantare Neville.
-Malfoy credevi di farmela eh?! Siamo tu ed io, e tu sei disarmato serpe... richiama i tuoi tirapiedi e lascia andare i-miei-amici!- scandì bene quelle ultime parole. Draco ridacchiò borioso, e le si avvicinò pacatamente. Ginny saldò i piedi a terra, in posizione di attacco, con la bacchetta stretta nella mano. –Un altro passo e ti schianto Malfoy...- lo minacciò ma lui continuava a sorriderle ed avvicinarsi. Alle sue spalle sentì Neville urlare e Luna gemere. Draco cominciò a fare di no con il dito. Mentre Tiger e Zabini ringhiavano furiosi.

-Sciocca!! Credi davvero che io ti lasci andar via?! Non hai il coraggio di attaccarmi... ricordi? Sono le prede a cadere nella trappola delle serpi, non il contrario!- biascicò perversamente. Ormai Draco era talmente vicino che la bacchetta di Ginny gli si conficcò delicatamente sul petto muscoloso, increspando il tessuto della sua camicia bianca di seta. Ed ancora i due occhi artici, freddi ed impenetrabili di Draco, affondarono in quelli ambra spaventati di Ginny.
-GINNY!- urlò Ron alle sue spalle. E poi due tonfi! Dietro di lei sentì un paio di Stupeficium e un Levi Corpus ed un altro schianto. E poi deglutì ricorrendo a tutto il coraggio che scorreva nelle sue vene, chiuse gli occhi ed urlò.
-MONSTRUM!- ebbe il tempo di leggere lo sgomento nel volto del biondo e poi, presa per mano da Neville, e con alle calcagna Luna e Ron, iniziò a correre per il corridoio. L'ufficio della Umbridge pullulava di mostriciattoli, simili a spettri, volanti che tiravano i capelli ai quattro Serpeverde.

-GRANDE GINNY, GRANDE!!!- continuava a ripetere Neville. Luna rideva a crepapelle e Ron urlava di gioia. Non si fermarono neanche un attimo. Diretti come furie verso la Foresta, in aiuto di Harry. Scesero le scale, saltando a tre a tre i gradini.
Oltrepassarono l'Ingresso, spingendo ed atterrando tutti gli studenti, in giro per andare a cena e che intralciavano, senza saperlo, la loro corsa frenetica. Non pochi furono gli insulti. E mentre Ginny correva, ed il vento leggero, dei Giardini di Hogwarts, le carezzava il volto pensò al viso di Draco. Per quanto loro si fossero dichiarati nemici, una piccola parte di lei, non voleva affatturarlo. C'era un minuscolo pezzo del suo cuore che avrebbe voluto prenderlo per mano e farne uno di loro. Probabilmente si era gettata la zappa sui piedi, come avrebbero detto i babbani. Plausibilmente Draco l'avrebbe uccisa, dopo quel "tradimento"! Adesso fra i due sarebbe stata davvero la guerra. Ma non c'era altro modo, continuava a ripetersi la rossa. "O noi o loro" ribadiva nella sua testa, come a giustificarsi di averlo colpito, per non sentirsi in colpa. E mentre dentro di se, tentava di far pace con i suoi sensi di colpa e di togliersi dalla testa il viso affascinante di Draco, deformato dallo sgomento, il buio della foresta li avvolse, facendosi pian piano più fitto.

-...e comunque Harry, come pensavi di arrivare a Londra esattamente?- udirono al di là di un rovo di cespugli, la voce stanca di Hermione.
-Proprio quello che ci chiedevamo anche noi? Qual è il piano?- la voce di Ron rivelò la loro presenza ai due amici. E nel frattempo suo fratello porse loro le bacchette, ad Harry e ad Hermione.
-Ma come vi siete liberati?- chiese sbalordito Harry, mentre insieme alla riccia intascava la propria bacchetta, sollevato.
-Oh beh... un'ideuzza di Ginny... poi qualche Schiantesimo e qualche incantesimo di impedimento! Ma Ginny è stata il massimo: ha sistemato Malfoy con una Fattura Orcovolante da maestro!!! Dovevate vedere la sua faccia e sentire come frignava...- rise divertito Ron, assistito da Neville e Luna. Harry la si voltò a guardarla orgoglioso, ma l'espressione che era dipinta sul viso della ragazza, era criptica. Harry stava per dirle qualcosa quando Ron e Neville gli chiesero della Umbridge e di come dovevano arrivare a Londra. Così iniziò la discussione più stupida, secondo Ginny, che in quel momento avrebbero potuto fare. Dimenticò di Draco e di quello che gli aveva fatto, infuriandosi contro Harry che non voleva che lei, Neville e Luna andassero a Londra con lui.
-Questa è la fiducia che hai in noi? È così che ci tratti dopo tutto l'aiuto che ti abbiamo dato?! Dopo che ci hai insegnato come difenderci, ci lasci qui?- gli chiese assalendolo, e lo spintonò contro il tronco di un albero. Harry la guardò esterrefatto.
-Ginny!- la rimproverò Hermione –è solo preoccupato che vi accada qualcosa!-
-Non siamo degli idioti Harry! Abbiamo accettato di far parte dell'ES per poterci difendere... ma anche per poterci aiutare a vicenda! E tu hai bisogno d'aiuto...- intervenne Neville risoluto.
-Infatti Harry... ci siamo impegnati tanto...- s'intromise Luna che finora aveva accarezzato l'aria.
-Ma cosa stai facendo Luna?- chiese Hermione esasperata, e questo attirò l'attenzione di Ron e Neville che si avvicinarono alla bionda.
-Ginny! Ti prego... non voglio che ti accada nulla! Resta qui, ti scongiuro...- bisbigliò Harry con tono di supplica, mentre gli altri erano distratti da Luna che diceva di accarezzare un Thestral.
-Harry... avevi detto che non ero più una bambina per te... trattami da tale, trattami come una ragazza!! Per una volta: portami con te!- gli rispose decisa. Harry si morse il labbro combattuto tra la voglia di lasciarla lì, perché troppo preoccupato che le potesse succedere qualcosa una volta giunti all'Ufficio Misteri, e la voglia di renderla felice. Decise di farle capire che aveva fiducia in lei, decise di farle capire che credeva in lei, che sapeva che lei era coraggiosa e scaltra. E così annuì arrendendosi. Ginny gli sorrise e lo lasciò, rendendosi conto solo in quel momento di averlo trattenuto per il colletto della maglietta, contro la quercia. Gli sistemò la t-shirt e lo abbracciò ridendo. Quando si staccarono Harry restò vicino al suo viso, lo prese tra le mani, e l'avrebbe baciata se le voci concitate di Ron ed Hermione non avessero attirato l'attenzione del moro.

-Guardate... ecco ne arrivano altri!- sentirono Luna trillare felice. Quando Harry inquadrò la scena vide un branco di Thestral ad accerchiare i suoi amici.
-Ora possiamo andare?- chiese per un ultima volta Neville. Harry alzò le mani in segno di arresa.
-E va bene, sceglietene uno e salite!- rispose amareggiato. Ginny capì: Harry si fidava di loro, aveva bisogno dei suoi amici, ma la paura di perderli, come aveva perso i suoi genitori, era troppo forte per farglielo ammettere. Ma non le importava, sarebbe salita su quel Thestral e lo avrebbe seguito pure in capo al mondo!

Fu ovviamente un grosso problema che lei, Hermione e Ron non vedessero gli strani cavalli alati. Aiutati sia da Luna che da Harry, riuscirono a salire su quegli strani mezzi di trasporto. Ginny cominciò a tastare l'aria e toccò un ciuffo di peli invisibile. Doveva essere la criniera. Sistemò le gambe tra la giuntura delle ali ed evitò di barcollare, come fece Neville, quando il Thestral spiegò le ali ed iniziò a seguire il Thestral di Harry. Pian piano la macchia nera, dipinta dalle fronde della Foresta Proibita, divenne solo un puntino. Il Castello era scomparso tra le montagne e sotto di loro videro i binari vuoti ed illuminati dalle stelle, del treno di Hogwarts. Pochi minuti dopo, ammirarono la Londra Babbana, con i suoi grattacieli illuminati, le case con il prato falciato e il Big Bang. Il Thestral di Harry, in testa agli altri, cominciò a planare in picchiata verso un vicolo buio e deserto. Il suo animale lo seguì e in pochi secondi Ginny scavallò le gambe da lui ed atterrò sulla strada. Preceduta da Ron e Neville, e seguita da Hermione e Luna. Quest'ultima con l'aria di chi si trovava lì per un escursione di piacere.

-Dove andiamo Harry?- chiese impacciato Neville. Harry indico di entrare tutti in un cabina telefonica, esortandoli, con le braccia, a fare in fretta. E così, assecondata la voce meccanica femminile della cabina, misero delle spille riconoscitive e finalmente furono dentro. Ad accoglierli solo il silenzio rotto dal fragoroso scroscio dell'acqua della Fontana. Ma non c'era tempo per guardarsi intorno. Nonostante suo padre lavorasse lì, Ginny non aveva mai visto il Ministero. Iniziò a correre, trovandosi a chiudere la fila, dietro i suoi amici e suo fratello. Harry li fece entrare all'interno di un ascensore, che non si mosse come ogni comune ascensore Babbana, da sopra a sotto, ma orizzontalmente fino a condurli al nono piano, quello affermato da Harry alla solita voce meccanica. Quando giunsero all'Ufficio Misteri, fu proprio la voce femminile a dichiararlo. Si guardarono tutti spaesati, tranne Harry che fremeva per trovare Sirius. Un grosso e buio corridoio, illuminato fievolmente da torce dalla fiamma azzurrastra, li portò ad un uscio gigantesco e di un metallo scuro, come nero e lucido era il pavimento. Harry tentò per l'ennesima volta di costringere almeno un paio di loro a restare fuori, con la scusa che serviva qualcuno di guardia. Ma gli amici lo zittirono perentori, perciò ognuno di loro oltrepassò quella porta. Così iniziò il trambusto di porte roteanti, al di là delle quali vi era ogni volta una stanza più strana della precedente. Il tutto per non consentire ai visitatori di ritrovare la strada di ritorno tanto facilmente.

-Flagramus!- iniziò Hermione a tracciare una X fiammeggiante sulle porte che man mano aprivano, per non dover ripetere la loro apertura e così metterci il minor tempo possibile a trovare la porta giusta cioè quella che Harry aveva visto nei suoi sogni, o visioni, Ginny non aveva ben capito.
-E' questa!- sentì esclamare ad Harry, con tono eccitato ma allo stesso tempo preoccupato. Sempre l'uno dietro l'altro, con in testa al gruppo Harry e alla fine Ginny, oltrepassarono l'ultima porta. Al di là di questa c'era una stanza dal soffitto altissimo, per contenere pile e pile di scaffali di legno scricchiolante, con su poggiate strane e piccole sfere luminose. Tutte numerate e siglate. Ma l'aria sembrava rarefatta e cupa, Ginny non aveva voglia di indagare oltre. Alle calcagna di Harry, lo seguì fino alla fila novantasette. Ma di Sirius nessuna traccia. Ginny vide Harry impallidire.
Avevano realizzato tutti, non essendoci il benché minimo segno di scontro o lotta, che il ragazzo si fosse preso una cantonata di petto. Sirius non era mai stato lì, ne tantomeno ci era stato Voldemort.

-Harry?- la voce di Ron spezzò quel momento di imbarazzo e frustrazione.
-Che cosa c'è?- sbottò il ragazzo, credendo che il suo amico volesse infierire.
-C'è il tuo nome qui...- invece rispose il rosso, con tono confuso. Tutti si affrettarono a raggiungere Ron.
-No Harry... non la prendere...- bisbigliò Neville preoccupato. Ma il ragazzo non lo ascoltò. La afferrò e se la rigirò tra le mani curioso.
-Molto bene, Potter. Adesso voltati lentamente, da bravo, e dammela!- il silenzio fu interrotto dalla voce suadente e pacata di una figura incappucciata. Harry si parò davanti ai suoi amici e Ginny finì dietro ai ragazzi, senza riuscire a vedere granché. Poi un tuffo al cuore. L'uomo si sfilò il cappuccio e la maschera mostrando un viso familiare. Un volto pallido, affascinante e due occhi grigi come il ghiaccio. Le mancò il respiro... no non poteva essere... quello non era Draco! Si rizzò in punta di piedi e sbiancò.
-Dov'è Sirius?- continuava a domandare Harry. Mentre altre figure evaporavano. Alte, incappucciate e con le maschere da Mangiamorte, affiancando Lucius Malfoy. La seconda a togliere la maschera e a rivelarsi fu Bellatrix Lestrange. Ginny strinse forte la bacchetta nella sua mano. Un nodo alla gola di paura le impediva di respirare correttamente. Le ginocchia le tremavano e temeva che sarebbe caduta a terra, terrorizzata, da un momento all'altro. Nel frattempo Lucius si prese gioco di Harry, insieme a Bellatrix, su come il ragazzo fosse così stupido da esser caduto nella trappola di Voldemort: Sirius non era mai stato catturato. Harry doveva trovarsi lì e prendere la sfera per il Signore Oscuro.
-Su forza Potter, dammi la Profezia!- insistette Lucius. Ma Harry non si mosse di un millimetro.
-Oh ORA BASTA! Accio Prof...- ma Harry riuscì a parare l'incantesimo di Bellatrix, impedendo alla sfera di cadere a terra.
-No, fermi! Così rischiamo di romperla Bella...- intervenne Lucius. Ma Bellatrix non si scoraggiò. Rise sguaiatamente e gli occhi neri le si illuminarono di una strano bagliore delirante.
-Bene... proveremo con un'altra strategia... prendete la bella ragazzina lentigginosa... la tortureremo davanti ai suoi occhi...- disse con tono allegro e divertito. Ginny perse un battito del suo cuore, e le sembrò che la vista le si fosse appannata, sentiva le voci attutite, come se avesse le orecchie ovattate. I suoi amici si strinsero a lei ed Harry per primo. Strinse ancora più saldamente la bacchetta, sperando che le venisse un'altra idea come quella nell'Ufficio della Umbridge. Nulla, il vuoto. La sua mente non riusciva a ragionare. Ma Harry riuscì a guadagnare tempo minacciando di rompere la sfera se qualcuno si fosse avvinato a lei, o ad ogni uno di loro. Continuò così a rivolgersi a Malfoy Senior interrogandolo ancora sulla Profezia. Ma mentre Lucius spiegava ad Harry cosa quella Profezia rappresentasse per Voldemort e per lui stesso, sentì Hermione bisbigliare qualcosa a Neville e Ron, poi suo fratello a Luna e infine la bionda si rivolse a lei.
-Al segnale di Harry: facciamo esplodere gli scaffali!- le sussurrò Luna tranquillamente. Ginny annuì freneticamente. Avevano un piano, qualcuno più lucido di lei, lo aveva escogitato.
-L'Oscuro Signore sa che non sei uno sciocco...- stava continuando Malfoy a persuadere Harry quando quest'ultimo urlò.
-ORA!-
-Bombarda!- urlò Neville, seguito a ruota da Ron e Luna.
-BOMBARDA MAXIMA- gridarono Ginny ed Hermione. Mentre Harry schiantò Lucius che barcollò addosso a Bellatrix. Gli scaffali presero a cadere su stessi, migliaia e migliaia di sfere si fracassarono a terra ed altrettante migliaia di spettri iniziarono a pronunciare le loro predizioni. Ginny fu travolta da una serie di schegge volanti. Si coprì il capo con un braccio e si accorse che accanto a lei c'era Luna e dietro Ron. Corsero così veloce, oltrepassarono Harry ed Hermione, senza accorgersene. Sentì poi una presenza fluttuante dietro di loro. Ginny cercò la mano di uno di loro due e trovò quella di Luna, si guardarono spaventate e poi Ginny si voltò e gridò Stupeficium. Il getto colpì nel petto uno dei Mangiamorte che aveva scagliato Ron a terra.

-Sudicia traditrice del tuo sangue, ti ammazzo!!! Ma prima uccido tuo fratello! Cru...- la voce di Nott Senior sembrò una lama tagliente nello stomaco di Ginny che stava per uscire allo scoperto e cercare di salvare Ron.
-No, Nott lascialo... all'Oscuro Signore non interessa questo qui... dividiamoci!! Dobbiamo trovare Potter! È lui l'obbiettivo. Non uccidetelo!! Spetta al nostro Signore quel piacere... solo trovarlo e prendere la sfera!- e richiamò all'appello i suoi scagnozzi. Mentre Bella grugniva disperata. Ginny guardò Luna, chinata accanto a lei, dietro ad un cumulo di macerie, e le fece segno di far silenzio. Luna annuì e trattenne il fiato. Quando udirono i passi farsi più lontani, uscirono allo scoperto. Ron era riverso a terra, privo di sensi, con il sangue che gli usciva dall'angolo della bocca.
-Ron? Ron? Mi senti??- sussurrò disperata e con le lacrime agli occhi Ginny. Ma il fratello non si mosse. Le due ragazze si guardarono. Poi la bionda schioccò le dita allegramente.
-Ci sono: Reinnerva!- disse Luna agitando la bacchetta sul corpo privo di sensi di Ron. il rosso gemette e si mosse in modo sconclusionato. Poi aprì gli occhi lentamente e sorrise.
-Non sono stato di grande aiuto fin qui... vero?!- farfugliò mentre si rialzava. Ginny sorrise e gli si lanciò al collo. -Dove sono Hermione, Harry e Neville?- aggiunse guardando intorno a lui la desolazione che si era creata. I Mangiamorte avevano capito che Harry doveva essersi infilato in una delle porte e non erano più nella sala delle profezie con loro. Lì regnava il silenzio.
-Dobbiamo trovarli!- decretò Ginny preoccupata bisbigliando. –Dai cerchiamo di non fare rumore... mi sembra che siano andati da quella parte...- ma quando tutti e tre provarono ad aprire la porta dove Ginny aveva visto scomparire Neville, non accade nulla. Hermione doveva averla bloccata con ilColloportus. Non potevano bombardarla, il rumore avrebbe attirato l'attenzione dei Mangiamorte, e seppur a loro importava trovare Harry, molti di loro erano pazzi assassini, compresa Bellatrix, non era detto che sarebbero stati di nuovo risparmiati, com'era successo a Ron. Con in testa il rosso, seguito dalla sorella ed infine Luna, s'incamminarono verso la direzione presa dai Mangiamorte. Ginny tratteneva il respiro, cercava di non calpestare nulla, ma il buio non era un fattore favorevole, e più volte rischiò di inciampare.

-Di qui...- sussurrò Ron, indicando una delle porte che avevano oltrepassato prima. Si ritrovarono in un altro lungo corridoio, anch'esso apparentemente deserto. Lo percorsero quasi avvinghiati. Poi udirono delle urla femminili. I Mangiamorte dovevano aver trovato Hermione.
-Oh Merlino!!!- esclamò agitata Luna. E una coro di shhh si levò dai due fratelli.
-Chi c'è??- una voce maschile rauca ed anziana li fece trasalire.
-Stupeficium!- urlò Ron ed un getto rosso scaraventò qualche metro più in là uno degli incappucciati che ringhiò furibondo.
-SCAPPIAMO!- urlò Luna. E li superò. Ginny prese per la manica della maglietta suo fratello e lo trascinò di corsa in direzione di Luna. Se si separavano sarebbero stati spacciati. Intravide la chioma bionda ondulare, e la raggiunse. Si ritrovarono in una sala con il soffitto e le parteti raffiguranti l'universo. Una serie di piccole stelle illuminavano l'ambiente, mentre tutt'intorno fluttuavano roteanti i pianeti del sistema solare.

BOOM.

Vide Luna schiantarsi contro Rabastan non riuscendo a frenare la corsa in tempo. Nel frattempo l'uomo, precedentemente colpito da Ron li aveva raggiunti, era Rodolphus.
-Non sono loro dannazione, legateli, così che non ci faranno perdere altro tempo!!- sbraitò furioso. Un altro urlo si levò da qualche stanza più in là, stavolta di una voce maschile. Mentre Ginny e Ron, poggiati con le spalle al muro puntavano le bacchette contro i due Mangiamorte, Luna era tenuta ferma per  i capelli da un terzo Mangiamorte, Tiger Senior.
-Lasciala andare bestia!- gridò Ron. un bagliore fanatico illuminò le iridi nere di Tiger. Gettò Luna a terra, la quale gemette di dolore, e puntò la bacchetta contro il rosso. Che si parò davanti a Ginny.
-Non perdiamo tempo con loro... legali ho detto!- urlò Rabastan. Tiger e Rodolphus annuirono e tentarono di avvicinarsi.
-Impedimenta!- esclamò Luna da terra. I due barcollarono a terra. Così Ron si fiondò addosso a Rabastan che ringhiò furioso. Ginny invece aiutò Luna a rialzarsi.
-Stupeficium!- urlò la rossa, colpendo in viso Tiger. Mentre Luna era alle prese con Rodolphus.
-Electro!- sentì urlare alla bionda. Rodolphus fu percorso da una serie di scariche elettriche e cadde a terra come un peso morto, ustionato in viso e nelle mani. Luna annuì vittoriosa. Ma Ginny era stata afferrata per un piede da Tiger che si trovava a terra.
-Piccola sgualdrina mi hai stancato!- e la spinse a terra facendole battere la testa.
-Reductor!- cercò Luna di liberarla, ma Rabastan, che aveva schiantato Ron, ora riverso nuovamente a terra, le fu addosso. L'incantesimo così non colpì Plutone, come Luna aveva destinato, per farlo esplodere e poter liberare dalla presa Ginny. Bensì colpì in pieno il punto dove la mano di Tiger aveva afferrato la caviglia di Ginny, rompendogliela. Si sentì un fragoroso crac e la rossa urlò di dolore, seguita dal ringhio di Tiger. Luna si portò le mani alla bocca sconvolta, mentre Rodolphus si girava verso il compare con la mano ciondolante e sanguinante. Rabastan invece aveva battuto la testa al muro, quando aveva assalito la bionda ed ora era stonato a terra che balbettava in modo illogico.
-Oh per tutti i gorgosprizzi Ginny... scusami, scusami, scusami...-
-Basta! Luna ti prego... aiutami ad alzarmi per favore...- Luna corse verso di lei, ma Rodolphus nuovamente le si scagliò contro ed urlò.
-PIETRIFICUS TOTALIS!!!- ma Luna fu abile a gettarsi di lato schivando il getto bianco, trascinando la rossa con se che urlò di dolore. infine la bionda puntò la bacchetta contro il Mangiamorte.
-PROTEGO!- l'incantesimo di pietrificazione si rivolse contro Rodolphus stesso, che cadde a terra come un pezzo di marmo. Tiger piagnucolava tenendosi la mano oramai rotta e insanguinata. –Stupeficium!- infine esclamò Luna e anche Tiger fu messo al tappeto, che si riversò svenuto a terra, vicino Rodolphus.
-Luna va da Ron... ti prego dimmi che è ancora vivo...- sibilò Ginny mentre le fitte alla caviglia aumentavano. Luna annuì preoccupata sia per l'amica che per suo fratello. Accorse verso il ragazzo. Poggiò due dita sul naso di Ron e poi sorrise.
-Respira! È vivo!- trillò contenta. Ginny sorrise a fatica, respirando profondamente e tra gli spasmi di dolore.
-Cerca di farlo rinvenire... dobbiamo sbrigarci! Ce ne sono altri e ormai io non posso più muovermi da sola!- disse a fatica mentre si sedeva meglio, poggiando la schiena contro il muro. La rossa distese lentamente la gamba dolorante e poi alzò la braca del jeans. La sua caviglia aveva una strana angolazione ed era graffiata, come il suo viso.
-Innerva!!!- disse Luna ondulando sinuosamente la bacchetta sul corpo privo di sensi di Ron. anche stavolta Ron aprì gli occhi ma quando si rizzò rise in faccia a Luna.
-Ahahaha ciao Lunatica!! Ma che ci fai qui? E che ci faccio io qui? Ahahaha...- e continuò a ridere saltellando sul posto. Luna si girò confusa verso Ginny che guardava la scena ad occhi spalancati. –Ehi Ginny! Ma ci sei anche tu? Andiamo... oooh guardate siamo nello spazio...- disse estasiato facendo una piroetta su se stesso. Luna corse verso di lui e gli fece cenno di stare zitto. Ma lui di tutta risposta la abbracciò divertito.
-Ginny che facciamo adesso? Tuo fratello sembra diventato scemo dopo la botta!- Ginny si guardò attorno confusa.
-Tienilo fermo!! E portalo qui!- ordinò Ginny disperata.
-Ron su vieni! Ginny deve dirti qualcosa... fa piano...- gli disse la bionda gentilmente. Ron annuì e mano nella mano la raggiunsero.
-Ron ascolta: devi aiutarmi ad alzarmi! Su vieni qui!- Ron annuì tutto contento. Lui e Luna si misero ai lati per sorreggerla e pian piano riuscì a mettersi in piedi su una sola gamba. –Andiamo verso le stanze da cui provenivano le urla! Sono sicura che fosse Neville quello che poco fa ha urlato...- riuscì a dire tra i gemiti.
-OOOH no... Ginny restiamo qui... guarda c'è Venere...- e Ron la lasciò. Fortunatamente ancora vicini al muro, Ginny fermò la caduta con una mano, reggendosi alla parete.
-RON! ti prego.. vieni qui!!- lo supplicò Luna, mentre Ginny tratteneva le lacrime per il dolore. Il ragazzo sbuffò e ciondolante si diresse di nuovo verso loro, per aiutarla a camminare. Lentamente, mentre Ginny saltellava su un piede, arrivarono ad un porta. Luna allungò la mano per spingerla: era aperta. Una volta spalancata videro Hermione svenuta a terra, Neville con il naso spaccato e gocciolante di sangue, mentre Harry si avventò verso di loro.

-Oh Ginny ma che hai fatto??- le chiese angosciato. Ginny scosse la testa, avendo esaurito le ultime forze per spostarsi, non aveva più la forza neanche di parlare. Allora Harry, osservandola, sedersi a terra, sfinita, si rivolse a Luna. La ragazza spiegò ad Harry tutto quello che gli era successo. Harry si accovacciò vicino a lei prendendole il viso tra le mani. Ginny aprì gli occhi e si specchiò in quelli verde smeraldo del ragazzo, ricolmi di lacrime.

-Ginny ti prego non mollare, io non potrei perdonarmelo...-
-Harry... non morirò qui!! Ti prometto che usciremo sani e salvi da questo posto!- rispose con la voce spezzata dai piagnucolii di dolore. Harry singhiozzò, sforzandosi di non piangere, ed annuì. Poi le stampò un bacio veloce sulle labbra, approfittando dell'incoscienza dei suoi migliori amici. Ginny non si oppose, talmente era indolenzita e da quanto veloce fu Harry. Non le permise di riflettere o di capire. Quando però si staccarono e lo guardò negli occhi sentì il cuore farsi più leggero, scordando per un attimo perché era seduta a terra.
-Luna, aiutala, ce la fai?- chiese poi tentando di apparire sicuro. La ragazza annuì e tornò a sorreggerla, facendola rialzare delicatamente. Neville invece si occupò di prendere in braccio Hermione. Harry viceversa prese per un braccio Ron, che rideva senza motivo raccontando ad Harry che aveva visto Giove. Arrancarono di nuovo alla ricerca della porta giusta. Mentre Luna si sforzava di reggerla, Ginny saltellava su una gamba e pregava che la prima porta fosse quella giusta, che presto sarebbero arrivati all'ascensore e poi di nuovo a cavallo dei Thestral. Ma la voce di Bellatrix e le risate di due suoi scagnozzi, riportarono la rossa alla realtà: non avevano scampo.

-ECCOLI SONO QUI... STUPEF...-
Luna si accovacciò per schivare l'incantesimo e così anche lei si abbassò, ri afflosciandosi a terra.
-Tutto bene?-
-Si Luna... grazie...- sussurrò debolmente. Nel frattempo Harry aveva scaraventato Ron a terra, preso la bacchetta ed insieme a Neville, urlatoColloportus, per bloccare la porta. Si ritrovarono in una stanza buia ed ovale, dove fluttuavano a mezz'aria, viscidi cervelli giganti.
-L'hanno bloccata! Ma tranquilli li abbiamo in pugno...- e una risata grossolana e fanatica si sprigionò dalla donna Mangiamorte. Difatti, quando si girarono, un altro gruppo di Mangiamorte gli fu addosso. Poi la porta, che Harry aveva bloccato, esplose ed anche Bellatrix e gli altri incappucciati li accerchiarono. Ginny trattenne il respiro terrorizzata. Avrebbe voluto essere di maggiore aiuto, ma con la caviglia rotta, era utile come una vecchia scarpa puzzolente e rotta. Per di più all'esplosione Luna fu colpita in pieno ed ora era svenuta a terra vicino ad una Hermione ancora priva di sensi. Restavano Neville con il naso rotto e sanguinante, Harry e suo fratello.
-NO RON!- urlò ad un tratto Neville. Quando Ginny si girò vide suo fratello avvolto dai tentacoli di un cervello gigante, sempre di più, fino a strozzarsi. Il ragazzo divenne prima rosso e poi viola e cadde svenuto a terra.
-Harry! Aiuta...- ma Ginny non riuscì mai a terminare la frase perché vide un getto rosso andarle dritto contro il petto. Il respiro si fece corto, la vista si appannò. Riuscì a sentire solo il suo nome urlato da Harry. E poi fu il nulla.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro