La spia e la serpe
Aveva le gote arrossate, il fiato corto e le gambe doloranti per la fuga. Forse mai nella sua vita aveva corso così veloce. Quando Dobby era entrato nella Stanza delle Necessità, per avvisarli che la Umbridge li aveva scoperti, l'urlo di Harry le era entrato nelle orecchie come una lama tagliente. E poi solo corridoi, scale ed infine un bagno dove si era nascosta insieme a Luna. Se fossero riusciti a sparpagliarsi in tempo, non essendo ancora l'orario del coprifuoco, l'avrebbero tutti fatta franca.
-Ginny? Secondo te possiamo uscire? Ho tanto sonno...- le bisbigliò la bionda con sguardo frastornato.
-Shhh Luna per favore... non è il momento di pensare a dormire... ci cacciamo in guai grossi se scoprono dell'ES!-
-Ma Ginny... siamo qui da un'eternità! Oramai saranno tutti andati nelle loro Sale Comuni!- rispose con voce da bambina e supplichevole. Ginny roteò gli occhi al cielo. Poi le fece cenno di star in silenzio, portandosi un dito alla bocca. Luna annuì arresa. La rossa aveva udito delle voci. Si allontanò dal lavabo, su cui erano poggiate entrambe, e accostò l'orecchio alla porta del bagno per sentire meglio.
-Ahahaha dovevi vederlo Blaise!! Spiaccicato con la faccia a terra!! La Umbridge se lo è portato da Silente... quel vecchio decrepito stavolta non lo tirerà fuori dai guai!- e altre risate.
-Malfoy...- sibilò a denti stretti Ginny, mentre il sangue le ribolliva per la rabbia. "Dannazione a lui... lo sapevo! Non c'era da fidarsi..." pensò maledicendosi di aver creduto che in lui ci fosse un pizzico di gentilezza. Si morse la lingua per non uscire fuori dal bagno e urlargli contro quanto lo detestava. Luna la guardava come se non sapesse cosa stava accadendo attorno a lei, con la sua solita aria sognante.
-Bell'idea uno sgambetto Draco! Se lo espellono e ci leviamo di torno San Potter, diamo una festa!!- e ancora risate. Non erano soli. Ginny riuscì a distinguere le risate stridule di Pansy e Millicent. La rossa strinse forte i pugni tanto da conficcarsi le unghie nei palmi delle mani. Avevano preso Harry... per lui era finita. E se l'avessero costretto a confessare, anche per il resto dell'ES sarebbero stati guai.
-Ci vediamo allora nei Sotterranei Draco!- squittì Pansy. E si udirono tanti passi allontanarsi. Ginny si assottigliò alla porta e la spinse un soffio per poter vedere se il corridoio era libero. Nulla.
Si voltò poi verso Luna e le fece cenno di seguirla. Luna sorrise illuminandosi e saltellò seguendola. Quando furono al bivio che le avrebbe portate nelle rispettive torri, si raccomandò, alla Corvonero, di fare attenzione. Ginny era preoccupata per Harry. Tutto solo a difendersi, come al solito, nell'ufficio di Silente. Come li avevano scoperti dannazione? Mentre saliva l'ultima rampa di scale che la portava alla Sala dei Grifondoro vide l'unico ragazzo che sarebbe stato meglio non incontrare.
-TUUU!- gli urlò, avanzando verso di lui ad ampie falcate, livida di rabbia. Draco si voltò di scatto e lasciò andare Stewart Ackerley, dato che lo aveva preso per il colletto. Il ragazzo si dileguò più veloce della luce e li lasciò soli ancora una volta. L'uno di fronte all'altra ancora una volta. Occhi negli occhi ancora una volta.
-Weasley! Che ci fai in giro? Sei una di loro, non è così?- l'accusò con un ghigno sdegnato. Ma a lei non importava nulla che venisse scoperta. Tanto ormai la frittata era fatta. L'elenco con i membri dell'ES era ancora nella Stanza delle Necessità, tanto valeva prendersela con lui.
-Perché Malfoy? Perché?-
-Calmati! Di che parli?- chiese accigliandosi, mentre lei gli urlava ad un soffio dal viso.
-Hai lasciato che prendessero Harry!! Ti da così tanto fastidio che lui ci insegni come difenderci da quelli come te?- gli sputò velenosa. Draco divenne livido di rabbia come lei. La prese per le braccia e la schiantò al muro violentemente. Ginny gemette dal dolore e girò il capo, per non dover sentire il suo respiro sul viso, tanto erano vicini.
-Sporca pezzente e traditrice del tuo sangue!!!- le sussurrò a denti stretti, -non devi più parlarmi così, hai capito?- concluse costringendola a voltarsi con uno scatto della mano. Ginny sentiva dolore al mento tanto glielo stava stringendo. E ancora mugugnò. Poteva specchiarsi nella grigia tempesta, che si era scatenata negli occhi di Draco. Per la prima volta, accanto a lui, aveva paura. Ma con tutto il coraggio che c'era nel suo petto, gli sputò in faccia, facendolo annaspare all'indietro, e fu libera dalla presa. Draco, con la manica della sua divisa, si asciugò il viso dall'affronto della rossa. La guardò furente, le narici che si aprivano ritmicamente per la rabbia, e si mordicchiava il labbro superiore per la tensione. Lo aveva umiliato ed ora doveva pagare. Ginny però, sforzandosi di non fuggire dalla paura, lo fissava impietrita, stringendo nella tasca del pantalone, la bacchetta.
Ginny prese un respiro profondo e gli si avvicinò nuovamente, -Pensavo che in te ci potesse essere, nel profondo, una brava persona, un mago gentile... mi sbagliavo! Sei come tuo padre! Hai il cuore nero... non batte neanche...- sciorinò trattenendo le lacrime che però le inumidirono gli occhi. Draco scosse la testa e iniziò a sghignazzare malignamente.
-Weasley quanto puoi essere sciocca?! Cosa credevi? Che perché non ho votato per la tua espulsione... o perché ti ho aiutato nell'aula di Pozioni, eravamo diventati amici?! Sei proprio una bambinetta stupida...- rispose velenoso. Ginny respirava a fatica, ogni sua parola, fu come una pugnalata dritta al cuore. E si chiedeva come mai aveva così tanto sperato in lui, nella sua sincera e spassionata "amicizia"... trattenere le lacrime era divenuto impossibile, ed una piccola, amara, lacrima le solcò la guancia. Draco assunse un cipiglio perplesso misto a rabbia.
-Sei un mostro- bisbigliò mentre un'altra lacrima tradiva la sua aria coraggiosa e forte, -non credevo mica che tu fossi cambiato... hai ragione sono stata sciocca a pensare che potessi essere umano...- concluse, asciugandosi le lacrime con la manica del maglione grigio. Draco le fu di nuovo addosso. Con il suo corpo la schiacciò al muro e un altro verso di dolore uscì dalle labbra della rossa, mentre il seno le si schiacciava contro il suo petto ansante dalla collera. –Lasciami...Malfoy...- aggiunse tra i singhiozzi.
-Te lo avevo detto: la serpe agisce in modo subdolo... e tu sei talmente ingenua da abboccare alla trappola!! Ti ho mangiata Weasley... in un sol boccone!- sussurrò nel suo orecchio con tono provocante. Ginny oramai era un rubinetto aperto. Draco però non si intenerì, ma ghignava beffardo. Quando ormai la ragazza non parlava più da un po', la lasciò andare di nuovo, restandole comunque vicino.
-Ti odio...- gli disse, asciugandosi il viso dalle lacrime. Draco deglutì e divenne serio. La squadrò dalla testa ai piedi. La vide sistemarsi i vestiti, che afferrandola, le aveva stropicciato. E infine tornarono a guardarsi. Gli occhi della ragazza erano rossi, ancora umidi e brillavano di una strana luce malinconica. Ma Draco non si scompose minimamente e risistemandosi il mantello si schiarì la gola.
-Non sei la prima a farlo... non m'importa! Sei una di loro... stanotte non ti coprirò le spalle! Se lo Sfregiato sarà buttato fuori, anche tu e la tua combriccola di traditori, lo sarete.- Le disse freddo e accigliato. Ginny si leccò le labbra, rese amare dalle lacrime, e, imperterrita, gli si avvicinò ancora una volta. Lo fissò dritto nel ghiaccio dei suoi occhi e poi parlò.
-Ti credi furbo! Sei solo un arrogante viziato! Quando però avrai bisogno di un amico, per te non ci sarà nessuno! Sarai solo!- disse in tono mostruosamente pacato per le parole ostili che stava usando. Ma il suo stato d'animo era dettato dalla delusione e dall'amarezza. Draco non rispose. Calò il silenzio e infine Ginny si voltò per andar via.
Marietta Edgcombe aveva fatto la spia! Oramai, grazie all'Incantesimo di Hermione, camminava con un passamontagna da settimane. La scritta "SPIA" tracciata da fistole e pustole, non andava via con le pozioni e gli incantesimi di Madama Chips e della McGranitt. La riccia aveva fatto una fattura con i fiocchi e di certo non l'avrebbe annullata per nessun motivo. Ed Harry era stato d'accordo. Nonostante Cho lo avesse supplicato di convincere Hermione ad annullarla, e poi glielo aveva urlato in lacrime, Harry non cambiò idea, pertanto avevano smesso di frequentarsi. Si consolavano, visto che non potevano più riunirsi, a vederla sfregiata in viso. Prima o poi, diceva Hermione ridendo sotto i baffi, sarebbe andata via. Tutti i membri dell'ES però erano finiti in punizione con la Umbridge e la scritta "non devo fare fatture", sulla mano di Ginny, che finalmente era andata via, era stata sostituita da "le regole si rispettano". Ora che Silente era dovuto fuggire, la Umbridge aveva il controllo di tutto e di tutti. Ma la pena era comune, soffrivano tutti insieme, e questo sembrava scemare il dolore. E poi c'era Dean! Come andava tra loro due? Dopo quella notte insieme, nonostante la fine del mese di punizione, avevano continuato, tutte le sere, in compagnia o no di altri Grifondoro, a vedersi comunque. La mattina seguente, precisamente, dopo la notte di San Valentino Ginny e Dean non avevano avuto modo di parlarne a causa delle lezioni e poi la sera, Dobby era arrivato nel bel mezzo della' addestramento dell'ES e quando Ginny tornò alla Sala Comune, era troppo sconvolta dall'incontro con Draco per riuscire ad affrontare anche Dean. Allora avevano rimandato per giorni. Fin quando poi Dean non la beccò lontano da Michael e la baciò prepotentemente, mandando al diavolo per la seconda volta il patto che avevano fatto. Quel pomeriggio, appena uscita dall'aula di Babbanologia, e dopo quel bacio rubato, avevano finalmente parlato di San Valentino. Dean si era scusato di essere irrotto nella stanza ubriaco ma le assicurò di ricordarsi tutto, ogni singolo secondo di quelle ore, e soprattutto le mise in chiaro i suoi sentimenti, forti, puri e veri. Ginny era rimasta ad ascoltarlo. Anche lei gli spiegò di non essersi pentita di aver fatto l'amore con lui. Gli disse che era stato speciale e voluto. Ma che era stato un errore tradire Michael, che avrebbero dovuto aspettare che lei lo lasciasse. Dean le ripromise di non toccarla più in quel senso ma precisò di non avere molta pazienza e quanto soffriva ogni volta che la vedeva tra le braccia di un altro. Ginny quella sera si decise, parlando con Lorie della situazione, che per la cronaca le urlò contro che diavolo le era preso visto che ancora non glielo aveva raccontato, che avrebbe lasciato Michael quella settimana.
Con enorme sorpresa di Ginny fu letteralmente impossibile riuscire a parlare con Michael. Il ragazzo era sempre nervoso e stanco, a causa dei G.U.F.O. e alla rossa sembrava sempre il momento sbagliato. L'avrebbe mandato in confusione proprio durante il periodo peggiore delle verifiche. Nonostante Michael fosse molto intelligente e studioso, quei dannati esami, stavano dando del filo da torcere al più brillante degli studenti. Perfino Hermione spesso era isterica ed intrattabile a causa delle verifiche che non le andavano come sperato. La mattina e il pomeriggio avevano lezione e la sera Michael era troppo stanco per uscire dalla Sala Comune, crollava dopo cena come un bambino. E il tempo libero lo passava in Biblioteca con i suoi compagni di Casa per ripassare e ripetere. In compenso non avevano avuto un attimo per stare da soli. Dean allora non le fece pressioni più di tanto, accontentandosi di non vederli appiccicati a sbaciucchiarsi come nei mesi precedenti. Ma il fine settimana ad Hogsmead dopo la ritirata dalla Stanza delle Necessità, Michael le aveva promesso un pomeriggio insieme. Ginny ovviamente pensò che mai occasione era più adatta.
Quel pomeriggio piovoso, di fine Marzo, emanava odore di terra bagnata. Le nuvole rendevano il cielo plumbeo e malinconico. Era come se il cielo sapesse cosa la ragazza doveva fare. E pochi studenti avevano deciso di raggiungere il paesino e le sue locande. Ancora meno ragazzi del quinto anno avevano scelto di non ripassare e godersi l'uscita libera. Le stradine di Hogsmead erano quasi vuote. Solo qualche ragazzino o ragazzina del primo anno. Una classe Tassorosso del secondo anno e qualche gruppetto del terzo e del quarto di studenti. Anche i ragazzi più grandi, alle prese con i M.A.G.O., avevano optato per lo studio anziché per lo svago, visto il tempo grigio che non ispirava nulla di buono. Imbacuccati di cappotto, sciarpe e guanti si avviarono verso i Tre Manici di Scopa per un po' di idromele caldo. Mano nella mano. Ginny si sentì un verme nel fingere per tutto il tempo che intercorse tra il Castello ed il locale. Michael era un bravo ragazzo, e non si meritava nulla di male, ma che senso aveva, così giovani, a stare con qualcuno per cui non si provava niente, se non solo un grande affetto? Per quello c'era l'amicizia. E se lui fosse stato d'accordo, Ginny sarebbe stata lieta di poterlo definire amico.
-Tesoro siediti... che fai lì impalata?- le chiese mentre prendeva posto e faceva cenno a Madama Rosmerta di prendere le loro ordinazioni. Ginny annuì e si sedette di fronte a lui. Guardare quegli occhi neri e profondi, così felici di averla finalmente tutta per sé, dopo tanto studio, la fecero sentire ancora più viscida. Poi pensò a Dean, alle sue labbra, al suo corpo bellissimo e a quella notte... si morse il labbro inferiore nervosa e attesero che Rosmerta tornasse con i loro boccali. Ascoltò per un po' il ragazzo riguardo i suoi risultati.
Era davvero bravo, aveva preso in quasi tutti i corsi Eccezionale, ad eccezione per Rune Antiche e Pozioni dove era riuscito ad ottenere Oltre ogni Previsione nelle verifiche. Ogni tanto la rossa annuiva, qualche volta gli sorrideva, ma il suo pensiero era fisso: "Coraggio Ginny, coraggio... su PARLAAA!!" –Ma che ti prende? Sei così silenziosa?-
-Oh...no no, ti stavo ascoltando!- si affrettò a precisare la ragazza. Ma era pallida e si muoveva in modo agitato. Michael sapeva riconoscere ormai i suoi stati d'animo e si accigliò.
-Ginny che hai? Sei strana... cosa è successo?-
-Michael... so che sei preso dagli esami... so che mi odierai e probabilmente ne hai tutti i motivi... ma dobbiamo parlare, di noi!- sciorinò a fatica. Michael si rizzò sulla sedia, preoccupato e deglutì l'aria impaurito.
-Ginny per favore..- le disse assumendo un cipiglio triste e preoccupato. Ginny sospirò e gli strinse una mano. Restarono così, a fissarsi, mano nella mano. Gli occhi di Ginny parlavano da sé...
-Ascoltami... io in questo periodo, tra la punizione... i tuoi esami... tutto questo tempo che non siamo stati vicini... non ho pensato a te... non mi sei mancato come avrei creduto... e...-
-Ginny! Non puoi dire sul serio! Mi dispiace se ti ho trascurata! Mi dispiace se non sono stato presente e non ti ho trattata come sempre ma...-
-No no! Non fraintendermi! Non è affatto colpa tua!! È un problema mio, mio soltanto! Credevo di provare qualcosa di forte per te... ma mi sono resa conto che ti voglio solo tanto bene...- precisò Ginny materna. Michael si sottrasse alla presa della sua mano. La guardò come se di fronte avesse una sconosciuta, qualcuno che lo stava insultando. Poi gli si inumidirono gli occhi ma fece mille sforzi per non piangere, e non lo fece.
-Pensavo... pensavo che... tu... io ti amo Gin!- disse con voce rotta dal pianto e dalla rabbia repressa. –Invece per tutto questo tempo mi sono illuso che provassi anche tu lo stesso sentimento per me! Mi sento un idiota!- e si passò le mani tra i lunghi capelli corvini disperato. Ginny boccheggiò senza sapere cosa rispondere, continuando a guardarlo negli occhi.
-Mi sono illusa anch'io di amarti Michael... ma non ce lo siamo mai detti... prima di oggi tu non ha mai detto di provare questo per me... se io non l'ho fatto è perché non era giusto mentire a te, ne a me stessa!- spiegò al ragazzo i cui occhi ormai erano spaesati e lucidi. Il ragazzo si alzò in fretta ed uscì come una furia dal locale. Ginny prese cinque galeoni, li lasciò sul tavolo, e corse appresso a lui. L'aria fredda le graffiò la pelle scoperta del viso, si tirò in su la sciarpa e corse verso Michael, che ad ampie falcate si dirigeva al Castello. Aveva cominciato a piovere, e schivò le pozzanghere, attenta a non cadere, mentre diveniva fradicia ed infreddolita. Una volta raggiunto, gli afferrò la mano, e lo girò verso di se, ormai giunti alle porte di Hogsmead.
-Gin ti prego! Lasciamo in pace!- la supplicò tra le lacrime. Ginny gli si gettò tra le braccia e lui di riflesso la strinse a sé. Piansero l'uno sulle spalle dell'altra sotto la tempesta. Quando si staccarono, ormai zuppi fradici, corsero mano nella mano fino ai Cancelli del Castello, per trovare un riparo. Una volta sotto un portico Michael le prese il viso tra le mani per baciarla, ma Ginny si scansò, scuotendo la testa.
-Michael ascoltami...-
-No Gin ti prego! Ascoltami tu! Non pretendo che con un abbraccio io riesca a farti innamorare di me! Però voglio darti del tempo! Prendiamoci una pausa... considerati libera! Semmai ti rendessi conto che ti sei sbagliata su quello che provi per me... io sarò lì ad aspettarti...- Ginny lo ascoltò preoccupata.
Prendere altro tempo? Era sicura che non sarebbe servito a nulla. Ma vederlo in quello stato, affranto, in lacrime e supplichevole le faceva troppo male. Forse era l'ultima persona che avrebbe voluto ridurre in quello stato. Perciò alla fine annuì e sul viso di Michael si dipinse un amaro sorriso. La abbracciò nuovamente, come se per un' eternità non lo avesse più potuto fare.
Fu terribile spiegare come erano andate le cose a Dean. Si era arrabbiato. Aveva calciato un paf più e più volte e cacciato un urlo, facendo scendere Seamus di gran fretta in pigiama, per poi cacciarlo con uno sguardo di fuoco.
-Dean per favore...- cercò di essere ferma nella sua posizione Ginny. Sbollita la rabbia, con qualche altro calcio al paf, le si sedette accanto nel divano. –Ha detto che posso considerarmi libera!- concluse.
-Certo! Gioca sporco il furbetto! Proverà a giocare la carta "mancanza"... e tornerai da lui... non è così?!- gli disse offeso. Ginny roteò gli occhi al cielo e scosse la testa.
-No! Ora calmati! Ne approfittiamo per andare gradualmente io e te... piano piano! Ti prego Dean si paziente... oramai sa cosa penso!- lo tranquillizzò carezzandogli i riccioli. Dean la guardò ancora un po' furente, ma perdendosi nei suoi occhi, si sciolse e la baciò. Ginny accavallò le gambe sul suo ventre mettendosi in braccio a lui, e approfondì quel bacio. Lui le morse dolcemente il labbro come per sfogare la rabbia. Lei di tutta risposta gli succhiò il labbro. E poi di nuovo una danza di lingua, denti e saliva. Mentre i due corpi, così vicini, divenivano caldi, avidi l'uno dell'altra.
-Gin... qui?- le sussurrò suadente. Ginny si morse il labbro inferiore con fare ammiccante e poi annuì. –Sei sicura? E se scende qualcuno?-
-Non m'importa!- e Dean non la lasciò neanche finire la frase che la sottomise con il corpo, sul tappeto persiano rosso oro, vicino al camino. E fecero l'amore, ancora una volta, illuminati solamente dal fuocherello notturno del camino. Ancora abbracciati, nudi e sorridenti si sussurrarono parole dolci.
-Ti amo rossa! E adesso che sei mia niente e nessuno potrà portarti via da me!-
-Dean...- e lo baciò dolcemente, succhiandogli il labbro inferiore.
-Lo so! Piano piano... sarò paziente! Ma è quello che provo! Non te lo dirò, come lui, troppo tardi!- e le arricciò, tutto contento, una ciocca rossa.
La mattina però Ginny non si svegliò fra le sue braccia, ma nel suo letto. Sarebbe stato troppo rischioso restare lì fino all'alba, ora che si svegliavano alle prime luci del mattino, per studiare, molti studenti del quinto, sesto e settimo anno. Raccontò a Lorie di Michael e della notte con Dean. L'amica le consigliò di evitare di farsi vedere in giro con Dean fin quando non avrebbe lasciato definitivamente Michael. La premessa "sentiti libera", detta da chiunque, non doveva mai essere presa alla lettera. Ginny ovviamente seguì il consiglio.
Fu facile perché sia Michael che Dean erano tutti presi dalle verifiche che si susseguivano ad Aprile giorno per giorno e lei aveva spesso gli allenamenti di Quiddich, ora che la semifinale si avvicinava, contro i Serpeverde. L'aria per i corridoi era pessima. I Serpeverde intonavano continuamente cori contro Ron, che quell'anno era il portiere dei Grifondoro.
Weasley è il nostro re,
ogni due ne sbaglia tre...
E molti altri insulti verso le sue prestazioni. Ma Angelina incitava tutta la squadra a non far caso a loro. Secondo lei quelle serpi cercavano solo di abbatterli e non farli giocare a pieno delle loro possibilità, screditandoli. Per il Capitano avevano inventato quei cori solo perché non si ritenevano all'altezza di vincere onestamente. Con questa carica, di essere i più forti nella realtà, si allenavano duramente, quasi tre volte a settimana oramai. E Ginny sperava tanto di poter giocare in quella partita, anche se doveva significare che o Alicia o Angelina o Katie dovevano essere indisposte. Sarebbe stato rischioso senza di loro, ma alla rossa non importava, avrebbe dato il meglio di se stessa, li avrebbe fatti vincere. Presto però si rese conto che le tre cacciatrici erano in ottima forma e quei duri allenamenti servirono solo a far esperienza, niente di più.
Il giorno della partita era arrivato, e tutti sembrano affetti da una febbre eccitante. Cori, scommesse e decorazioni verde-argento o rosso-oro, facevano da sfondo al Castello. Ginny non aveva appetito quel giorno, nervosa com'era. Fortuna che la mattina aveva passato del tempo a passeggiare con Dean, e l'aveva tranquillizzata che avrebbero vinto. La rossa era preoccupata per suo fratello e per l'umore nero che gli mettevano i cori contro di lui. E ovviamente chi se non Malfoy era a capo di questa persecuzione contro suo fratello?! Dal giorno della sfuriata, Draco non lo aveva più incontrato da solo. Ma Ginny ci avrebbe giurato che al tavolo dei Grifondoro, in Sala Grande, era osservata proprio da lui. Spesso si era voltata a guardarlo e lo aveva beccato a girarsi di scatto. Purtroppo non era mai riuscita a coglierlo in flagrante ma persino Lorie, che non sapeva nulla dei loro incontri e battibecchi, le aveva detto che secondo lei Malfoy la adocchiava da un po'. La bionda era convinta che fosse perché aveva conquistato anche lui, ma solo perché Ginny non aveva raccontato a nessuno di loro due. Si sarebbe maledetta perché continuava a pensarlo, ma in un certo senso le mancava. Più che altro era divertente punzecchiarlo e vederlo sorridere con lei. Aveva capito di essere stata davvero sciocca a fidarsi di lui, a crederlo sincero. Ma Harry per fortuna non era stato espulso e neanche i membri dell'ES.. Si era ritrovata a rimpiangere di aver iniziato quella discussione con lui quella sera. Se non l'avesse fatto adesso si sarebbero parlati ancora. Quando pensava a lui, e al fatto che le mancava, cercava di concentrarsi su altro, non accettando l'evidenza che con il suo fascino, in un certo qual senso, che lei non afferrava, l'aveva stregata. E poi c'era Harry. Si perché gli allenamenti continui, volente o nolente, l'avevano riavvicinata a lui. Era costretta a parlargli riguardo agli schemi ed alle tattiche. E spesso la squadra organizzava delle cene o dei pomeriggi per mangiare o bere qualcosa insieme. Quindi, complice il fatto che il moro una volta libero da Cho e scoperto che anche Ginny non stava più tanto bene con Michael, le bazzicava sempre intorno. E Michael davvero, le aveva lasciato il suo spazio.
Arrivata la squadra allo stadio, Angelina aveva fatto loro un discorso di incoraggiamento. Vincere quella partita avrebbe significato sostenere la finale con i Corvonero, perdere avrebbe mandato in finale i Serpeverde, e già solo questo era un buon motivo per mettercela tutta. Pian piano, il vociare dei cori e del tifo, avvisarono Ginny che lo stadio si era riempito e che mancavano una manciata di minuti all'inizio della semifinale.
Fu una partita quasi alla pari. I Serpeverde avevano mantenuto un vantaggio costante di una ventina di punti circa. I cori contro Ron avevano fatto in modo che lo scoraggiassero e non riuscisse a parare tutte le volte. Ma poi Harry aveva soffiato il boccino a Malfoy e i due erano finiti distesi a terra. Ed Harry, nonostante Tiger gli avesse lanciato contro un bolide, dopo che il moro aveva afferrato il boccino, era sano e salvo, con il boccino bloccato nella mano. Mentre Draco si era rovesciato a terra, cadendo dalla scopa, a pochi centimetri da terra e da dove era stato colpito Harry. Ginny così scese dagli spalti riservati alla squadra per andare a festeggiare con Fred, George, Harry ed il resto della squadra. Harry la vide correre verso di loro e la accolse con un sorriso a trentadue denti. Si liberò dalla stretta concitata dei gemelli e di Ron, e le andò incontro sollevandola da terra, con un abbraccio.
-Ce l'abbiamo fatta Ginny!- le urlò contento, mentre la rimetteva giù.
-Sei stato grandioso Harry! Gliel'hai soffiato da sotto il naso- rispose Ginny, mentre il boccino si muoveva ancora nelle mano del ragazzo. Harry le sorrise e le carezzò dolcemente una guancia.
-Sei il mio portafortuna!!- le sussurrò amabilmente, rubandole una smorfia di stupore.
-Non dire sciocchezze!! Non esiste cercatore migliore di te!! Abbiamo la finale in pugno così!!- rispose cercando di rompere quell'attimo di romanticismo che Harry aveva creato e sottraendosi dal suo tocco. Incuranti entrambi che qualcuno fino ad allora li aveva osservati con fastidio bruciante ed un ghigno dipinto in volto.
-Hai salvato il collo di Weasley eh? Non ho mai visto un portiere peggiore...ma d'altra parte non è nato in un bidon? Ti sono piaciuti i miei versi Potter?- cominciò a provocare i due, Draco, avvicinandosi ciondolante. Ginny si girò furente di rabbia. Harry invece non lo degnò di uno sguardo e si avvicinò nuovamente alla sua squadra che festeggiava. Prese per mano Ginny e la portò con se. Questo fece avvampare di rabbia Malfoy che, furente di rabbia, li seguì. –Volevamo scrivere un altro paio di strofe... ma non abbiamo trovato delle rime per grassa e brutta...volevamo omaggiare anche sua madre, e...- continuò beffardo, ma non era rivolto con lo sguardo al moro, bensì a Ginny, che si mordeva la lingua per cercare di star calma e fare l'indifferente.
Fu Angelina la prima a rispondere a Malfoy, dicendogli che a parlare era solo la sua invidia. Draco sbottò in una tetra risata e passo dopo passo, Ginny se lo ritrovò accanto. Con la sua divisa verde e la sua scopa di ultimo modello. Cattivo e bellissimo come sempre.
-Non siamo riusciti nemmeno ad inserire povero fallito... sai suo padre...- ma, seppur sghignazzando, accompagnato dalle risate del resto della sua squadra, Malfoy indietreggiò perché Fred lo aveva sentito ed era deciso a farlo star zitto con le cattive. E nuovamente Angelina si progidò per fermarlo, braccandogli un braccio e rassicurandolo che era solo furioso per non esser riuscito ad acchiappare prima di Harry il boccino. –Ma a te piacciano i Weasley vero Potter?- e di nuovo, a quella domanda, guardò Ginny che stringeva i pugni tanto che i palmi le sanguinarono, a causa delle unghia conficcate. –Ci passi le vacanze e tutto il resto... non capisco come fai a sopportare la puzza, ma immagino che quando uno è stato allevato da Babbani anche la baracca dei Weasley vada bene...- proseguì, aizzato da Higgs, Flint e Pucey.
Harry dovette trattenere George, che gli si stava scaraventando addosso, tanto che anche Angelina e le altre cacciatrici dovettero aiutare, il moro, a tenere a bada il gemello. Mentre Madama Bumb rimproverava Tiger per aver colpito Harry nonostante la partita fosse già terminata.
Ma Draco proseguì –o forse... ti ricordi di quando puzzava la casa di tua madre, e il porcile dei Weasley te la fa tornare in mente!- incalzò Malfoy mentre si girò per andar via con quella battuta infelice. Per Ginny tutto si svolse in un millisecondo. Stava per saltargli addosso e riempirlo di botte, quando si vide scavalcata da Fred ed Harry che iniziarono a picchiarlo. A nulla servirono le urla di Angelina o degli altri membri della squadra. I due Grifondoro stavano letteralmente ammazzando Draco di pugni, calci e graffi. Solo con l'intervento di Madama Bumb ed il suo Impedimenta, fu possibile mettere fine alla zuffa. Quando la professoressa spedì Harry e Fred dalla McGranitt, la rossa rivide Malfoy. Stava raggomitolato a terra a gemere di dolore e con il sangue che gli usciva dal naso e da un'arcata sopraciliare. La squadra dei Grifondoro si affrettò a lasciare il campo, e quella dei Serpeverde aiutò il biondo a rialzarsi, mentre Madama Bumb rimproverava anche lui e gli ordinava di recarsi dal professor Piton. Ma l'unica persona che Draco guardava era lei. In piedi ed immobile sul campo da Quiddich, ferita per l'ennesima volta da quella lingua velenosa. Ne Harry, ne i gemelli ne il resto del mondo, avevano visto come ad ogni parola lui guardasse lei. Come ogni goccia di veleno di quegli insulti alla sua famiglia, era solo per lei. Sebbene quella sera nel corridoio, avesse capito quanto lui era meschino e cattivo, quel pomeriggio Ginny riuscì lo stesso a sentirsi ancora peggio. Draco sputò del sangue, vicino ai piedi della rossa, e poi fu voltato, sorretto da Tiger e Pucey, per essere portato da Madama Chips. Giusto in tempo per non riuscire a vederla nuovamente in lacrime.
Quando Harry e Fred tornarono dal colloquio con la McGranitt, a cui aveva partecipato, ovviamente la Umbridge, avvisarono tutti della loro espulsione a tempo indeterminato dalla squadra. Questo significava niente Harry, niente cercatore contro i Corvonero nella finale.
-Oh no! Siete due idioti!! Vi avevo detto di non dargli ascolto! L'ha fatto a posta!! Così sareste stati puniti! Lo avete fatto contento! È riuscito nell'intento di indebolirci!- sbraitava Angelina, camminando da un lato all'altro della stanza Comune, come una furia. Nel frattempo i gemelli ed Harry restavano a testa china, ad ascoltare i rimproveri. Anche Ron era giù di corda, poiché si sentiva responsabile di quel litigio, dove ad essere preso di mira dagli insulti si sentiva solo lui. Ginny ascoltava in silenzio, ancora delusa dalle parole del Serpeverde, ancora con i suoi occhi di ghiaccio, furenti e cattivi, impressi nella mente. Neppur le coccole di Dean e le sue frasi incoraggianti riuscirono a calmarla.
-Ginny...- Angelina si voltò a parlare con lei, -adesso sei la nostra unica speranza!-
-io? Cosa? Io? Ma che dici Angelina?-
-Beh si... Hartentt è in Infermeria e ci starò per un mese... era lui il sostituto di Harry... e visto che noi cacciatrici siamo a completo e tu sei la più veloce, scattante e furba... prenderai tu il posto di cercatrice!- le spiegò il Capitano con un tale non curanza e naturalezza... sembrava come se le stesse dicendo che il cielo era azzurro.
-Ma io non mi sono mai allenata come cercatrice... non so come... non so cosa... Angelina non ne sono capace!- farfugliò confusa Ginny. Angelina le sorrise e le diede qualche pacca sulla spalla!
-Abbiamo un mese di tempo, prima della finale! Faremo di te la migliore cercatrice di tutti i tempi! Senza offesa Harry!- concluse voltandosi con un cipiglio nervoso verso il moro. Che di tutta risposta fece un cenno con la mano a significare che non c'era nessuna offesa.
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