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La finale

L'Aprile, del suo quarto anno, fu il mese più brutto che Ginny dovette affrontare ad Hogwarts. Angelina aveva fissato gli allenamenti a giorni alterni ora che dovevano allenarsi solo i Grifondoro ed i Corvonero. Era dimagrita perché sembrava una trottola. Non stava mai ferma: correva da una lezione all'altra, correva dal castello allo stadio, correva dallo stadio alla Sala Grande. Ma arrivata a pranzo o a cena il suo appetito, pensando alla finale, si chiudeva. Non servivano a nulla gli incoraggiamenti di tutti i suoi compagni di Casa, grandi e piccini, che la incitavano a mettercela tutta. La sua scopa era di seconda mano, il che voleva dire meno veloce di quella di Cho Chang, conosciuta anche per appartenere anche ad una famiglia benestante. Si era sempre allenata come cacciatrice, e questo voleva dire non avere lo sguardo allenato ed i riflessi pronti nel trovare, prima di chiunque altro, che invece era ben allentato proprio a quello, il boccino. In più senza Fred e George, avrebbero giocato con le due riserve di battitori. I presagi erano funesti. Ma nonostante quel lugubre pronostico, Angelina diceva ad ogni membro della squadra che ce l'avrebbero fatta!!
-Ginny ti prego!!! Mangia un boccone! Sembri uno scheletro!- la supplicò Hermione, spingendo verso di lei tre piatti con diverse pietanze e leccornie. Ginny scosse la testa e rifiutò per l'ennesima volta l'invito della riccia a mangiare.

-Ginny per favore... più forze hai meglio ti alleni!!- intervenne Harry premuroso, mettendole una mano sulla spalla. Dean che stava di fronte alla rossa, si accorse di quel gesto e gli avvamparono le orecchie. Nessuno ancora sapeva di loro due. Solo quando restavano soli si lasciavano andare alle effusioni. Ed ovviamente non c'era stato più ne modo ne tempo di parlare con Michael.
-Si Ginny, e poi non mangiare non ti servirà a nulla!- s'intromise Neville, -vali cento volte quella Chang...- azzardò divenendo paonazzo. Ginny sorrise alla reazione del ragazzo e prese un boccone di pasticcio di lasagne. Almeno una ventina di espressioni gioiose si dipinsero sui volti Grifondoro, così decise di finire almeno quella porzione.
Nel pomeriggio accolse l'invito di Betty di studiare insieme a Lorie ed Anna, che erano più brave, Pozioni in Biblioteca. Nonostante non avesse fatto più esplodere nessun calderone, il suo rendimento era solo lievemente migliorato. Come il modo di guardarla di Piton, ma di certo non poteva dire di essere divenuta un'abile pozionista. Così poté distrassi dal pensiero "finale di Quiddich" per un paio d'ore.

-Pssss... Gin??- le sussurrò Lorie con espressione agitata. Ginny si calò verso di lei e le chiese, sussurrando, cosa fosse successo. –Non so se è uno scherzo del mio cervello, fuso dallo studio, ma credo che Malfoy si sia imbambolato a fissarti...- si affrettò a bisbigliarle. Ginny si rizzò lentamente sulla sedia e iniziò, con fare indolente, a guardarsi intorno. Alla sua sinistra c'era un gruppetto del settimo anno di Tassorosso, dietro di lei un tavolo occupato da una pila di libri dietro cui s'intravedeva una ragazzina Corvonero, del secondo anno. Poi lo vide! Il biondo era alla sua destra, poggiato al tavolo con un gomito, e la testa abbandonata sulla mano. Incredibile: la stava davvero guardando insistentemente. Ma anziché distogliere lo sguardo, con un rapido movimento dei capelli, attirò la sua attenzione, per coglierlo in flagrante. Draco strabuzzò gli occhi e si ricompose, buttando lo sguardo nel suo libro di Incantesimi, come se nulla fosse. A Ginny scappò un risolino e si voltò verso Lorie.

-Avevi ragione!! Quella serpe puzzolente...- disse a Lorie che aveva assistito
-Gin!! Hai fatto colpo?- domandò Betty, come suo solito curiosa. Ginny roteò gli occhi al cielo divertita.
-Ma chè?! Mi odia!! L'ultima volta che ci ho parlato mi ha urlato che non saremo mai amici!!-
-Mi sono persa qualcosa?- domandò Lorie infastidita, mentre Anna e Betty si guardavano confuse.
-Un po' di cose... calma!! Tutto a tempo debito!- destando così altre occhiate curiose. Lorie era viola di rabbia. Non sopportava mai quando Ginny le ometteva di dirle qualcosa, anche la più insignificante. Ma se non fosse stato per l'odio spassionato, che oramai la rossa provava per Malfoy, non ne avrebbe fatto parola a nessuno. Quei momenti li custodiva, senza sapere perché, forse per non essere giudicata, forse per non apparire come un'ingenua o forse perché le piaceva essere l'unica Grifondoro con cui Malfoy riusciva ad andare d'accordo a modo suo. Ginny si voltò nuovamente a guardarlo. Le venne il voltastomaco. Pansy gli carezzava i capelli biondo platino, Millicent gli era addosso sommergendolo di domande che la rossa non riusciva a sentire e Daphne gli carezzava il viso dolcemente. Draco aveva il labbro gonfio e per la metà tumefatto, un occhio nero ed il naso ancora gonfio ed arrossato. Ginny rizzò le orecchie per cercare di sentire meglio cosa stavano confabulando. Le tre Serpeverde lo coccolavano e lo rassicuravano che era bello comunque e che presto quelle ferite sarebbero andate via. Ginny storse la bocca in un'espressione sdegnata. Draco non la guardava più o almeno a lei pareva così. Lui le scansava educatamente, ripetendo che era lì per studiare. Ma le tre ochette continuavano ad adularlo e venerarlo imperterrite. Ginny cercò di concentrarsi sugli appunti di Anna ma con la coda dell'occhio che fremeva per dare uno sguardo al Serpeverde.

-Oddio guarda che ora!!- tuonò allarmata Betty –devo scappare, mi aspetta Terry!!- la ragazza raccolse frettolosamente i suoi libri dal tavolo e le salutò, correndo via dalla Biblioteca. Ginny approfittò del trambusto per rigirarsi verso Draco, ed i loro sguardi s'incrociarono. Ginny abbassò gli occhi sul suo foglio, di fretta. Appena, di sottecchi, lo rimirò le tre ragazze stavano andando via.
-Io sono stanca ragazze... vi manca molto?- chiese Anna sbadigliando. Lorie scosse il capo e chiuse soddisfatta il suo libro di Pozioni. –Tu Gin?- replicò la ragazza.
-Veramente devo finire la mia pergamena ancora...-
-Per tutti i Centauri Galoppanti Gin, ma che hai fatto fino ad ora?!- la rimbrottò ad alta voce Anna, facendo sollevare non pochi "shhh" dai tavoli vicini. Ginny fece spallucce.
-Ti dispiace se andiamo a cena e ci vediamo lì in Sala Grande?- chiese Lorie che l'aveva già perdonata. Ginny annuì ma non era più così contenta che Malfoy fosse lì. Piton l'avrebbe uccisa però se la sua pergamena non era completa o se era fatta male, doveva continuare a studiare. E mentre si chiedeva se aveva fatto bene a restare lì e non essersi spostata in Sala Comune, le due Grifondoro l'avevano lasciata sola. Ginny si rese conto che non riusciva a stare concentrata. Il pensiero di cosa stesse facendo Malfoy, se la stesse guardando o meno, era fisso. Ma si sforzò di mantenere lo sguardo fisso sulla pergamena.
Pian piano però la Biblioteca si svuotò e guardandosi intorno, dedusse che erano rimasti solo loro due, per l'ennesima volta, una cosa a parte da tutto il resto del mondo. Per Ginny era troppo rischioso restare lì e così decise di raccogliere la sua roba dal tavolo e dopo aver messo i suoi effetti nella sua borsa a tracolla, fece per uscire dalla Biblioteca. Quando oltrepassò il tavolo di Draco, apparentemente concentrato sul suo libro, un odore di rose fresche le entrò nelle narici, stordendola. Si accigliò preoccupata da quelle reazioni da ragazzina che la affliggevano, ormai troppo spesso, quando gli era vicino.

-Aspetta...- alla rossa parve di sognare quella voce. Si bloccò proprio alla porta e si girò lentamente verso di lui. Non lo aveva sognato, la stava guardando.–Aspetta...resta...- la invitò con voce rauca e deformata dalla tumefazione del labbro. Ginny deglutì e voltandosi del tutto, si diresse al tavolo occupato dal Serpeverde.
-Che vuoi?- gli ringhiò acida. Malfoy la guardò impassibile e restò in silenzio, fissandosi le scarpe. Ginny si portò le mani ai fianchi spazientita, e tamburellò con il piede a terra. Draco sospirò e riprese a guardarla. Si leccò le labbra e si sollevò, sovrastandola con la sua figura elegante nonostante i segni della zuffa. I suoi occhi non erano di quel grigio-azzurro vivo, ma tenebrosi ed opachi. Ginny alzò un sopracciglio come a dire "quindi? Non parli?". –Lo sapevo... cos'è un altro tuo stupido modo per beffarti di me?-
-No! Gi... Weasley... aspetta... fammi parlare...- farfugliò impacciato. Non lo aveva mai visto così. Smise di battere il piede a terra, incuriosita dal suo comportamento.
-Il fatto è che non parli adesso... e le volte che lo fai sputi veleno... e sono stanca di questo!!!-
-Hai... hai... ok hai ragione!- sbottò voltandosi per non guardarla negli occhi. Lo sforzo disumano che aveva fatto per dirle che aveva ragione spiazzò la ragazza, che strabuzzò gli occhi.
-Io ho cosa?- chiese ironicamente. Draco si voltò e ghignò.
-Non esageriamo Weasley... non lo ripeterò!- disse borioso. E le si avvicinò nuovamente con un sorrisetto soddisfatto. Ginny inclinò il capo curiosa di sapere cos'altro aveva da dirle. –Ho esagerato l'altra volta...- farfugliò velocemente.
-Quando delle innumerevoli volte?- sbottò,
-Ma vuoi stare un po' zitta?!- e Ginny si mise a ridere, osservandolo parlare nervosamente e scompostamente a causa della fatica fatta per mettere da parte quell'aria presuntuosa che lo contraddistingueva. Così che lui la guardò con un cipiglio stizzito.
-Scusa! Su forza finisci...-
-Grazie... quel giorno non dovevo attaccarti in quel modo... non dovevo trattarti... insomma ti sto dicendo che non ricapiterà!- cercò di scusarsi a modo suo.
-Stai facendo un giro di parole per non dire solo e semplicemente: scusa?- gli chiese puntigliosa. Draco divenne serio e la fissò negli occhi irremovibile. Non avrebbe aggiunto nient'altro, orgoglioso com'era. E Ginny capì che era il massimo che poteva ottenere. –Ma non saremo amici, giusto? Tu sei un Serpeverde... convinto delle tue idee di sangue, di purezza e di lealtà... io una Grifondoro che francamente se ne infischia di tutte queste scemenze...- aggiunse sedendosi sul tavolo, e dandogli le spalle, pensierosa. Draco si poggiò sul tavolo, proprio accanto a lei e restarono in silenzio per un tempo infinito, incapace ciascuno di alzarsi per primo e andar via. Ma restando fianco a fianco, con i margini delle mani a sfiorarsi.
-Credo di no... siamo due mondi così diversi, così lontani... Malfoy e Weasley... non so quanti antenati si rivolterebbero nella tomba per un scempio del genere...- spezzò il silenzio il ragazzo.
-Già... immagino la faccia dei miei fratelli o dei miei genitori se dicessi loro che sono amica del figlio di Lucius Malfoy...- Draco alzò un sopracciglio a metà tra l'infastidito e il condiscendente.
-Appunto! Credo che mio padre odierebbe prima te e poi me... per non parlare dello Sfregiato! Cosa direbbe lui!?- farfugliò quell'ultima domanda.
-Che centra Harry?-
-Beh tu e lui... no?- ipotizzò Draco riprendendo a guardarla curioso. Ginny si voltò ed incrociò i suoi occhi di ghiaccio. Così vicini da potercisi specchiare. Così profondi e tormentati.
-No Malfoy... tra me ed Harry non c'è nulla! Siamo solo amici!- precisò Ginny, vedendo che la sua espressione si corrucciava.
-Ma l'altro giorno allo stadio... ti stava così vicino... ed ho pensato che...- Ginny cominciò a scuotere la testa divertita e come se fosse la cosa più naturale del mondo, senza pensarci, senza rendersene conto, gli sistemò un ciuffò biondo dietro l'orecchio e gli sorrise dolcemente. Il suo istinto e la sua impulsività facevano di lei una preda troppo facile.
-No no Malfoy... hai frainteso!! Non stiamo insieme! Sono come una sorella per lui! E lui... come un fratello per me...- puntualizzò facendosi pensierosa. Draco annuì e in modo impercettibile, arrossì al tocco della ragazza. Così intimo e stranamente fatto con naturalezza, tanto da spiazzarlo. Dicevano di non essere amici, di essere uno scempio insieme, ma ogni gesto, ogni parola ed ogni sguardo sembravano così perfetti e giusti. Ma Ginny, spontanea ed ingenua com'era, non si rese conto del disagio del biondo e tornò a dondolare le gambe ed a fissare un imponente libreria, di fronte a lei. –Sto con Dean!- aggiunse dopo qualche secondo di silenzio. E percepì il ragazzo irrigidirsi sul posto. E si voltò a guardarlo, anche lui la osservava.
-Thomas? E da quando? Credevo che stavi con Corner... o con Potter...- chiese spaesato.
-Sai potrei dirti che mi sembri un tantino troppo interessato alla mia vita sentimentale... sbaglio? Eppure ricordo che un certo Serpeverde diceva che ero io quella gelosa di lui... o mi sbaglio di nuovo?- Draco ghignò infastidito e distolse lo sguardo. Ginny soffocò una risata e si morse il labbro inferiore.
-Ero solo curioso! Per me puoi... stare con chi ti pare!- precisò freddo e indolente. Ginny annuì per assecondarlo ma era ancora titubante sull'argomento. Poi la rossa scese con un balzo dal tavolo, si risistemò la tracolla sulla spalla e gli sorrise.
-Beh... nemici come prima allora!! Non potevo sperare di meglio...- e gli porse la mano offrendogli una stretta di mano. Draco fissò la mano della ragazza perplesso e poi i suoi occhi color ambra, così caldi e luminosi. Infine gliela strinse impacciato. Ginny si voltò e lasciò la biblioteca a passo lento.
Mentre Draco si passava una mano tra i capelli, combattuto tra il restare lì e l'inseguirla. Ma non lo fece. Aspettò che l'ultima goccia di cera, della candela sul suo tavolo, gocciolasse giù sul legno, e poi scomparve nel buio.

L'indomani ci sarebbe stato l'ultimo giorno di allenamenti prima della grande finale. E Ginny quel giorno era in ritardo, Angelina l'avrebbe uccisa. Corse a perdi fiato per i giardini di Hogwarts, oltrepassò la casetta di Hagrid e quando fu quasi arrivata sentì dei passi dietro di lei.

-Gin gin!!- la voce di Michael la fece sussultare. Si girò con il fiatone verso di lui e si fermò ad aspettarlo, piegata in due per la stanchezza. –Aspetta... ti ho vista uscire di corsa dal Castello e mi sono detto che forse era l'unica occasione per parlarti da soli...-
-Stavo andando agli allenamenti...- ma non lasciò finire.
-Lo so lo so... la finale!! Ma... mi manchi Ginny... cosa hai pensato in queste settimane...? vorrei tanto che tutto tornasse come prima...-
-Michael non è il momento... ti prego possiamo parlarne dopo la partita?!- rispose innervosita. Si Angelina l'avrebbe cruciata come minimo. Michael annuì arrendendosi. Ginny gli si fiondò incontro lasciandogli un bacio sulla guancia. E poi si volatilizzò come un ippogrifo in fuga. Al solito al suo arrivo Angelina iniziò a vomitarle addosso prediche, tattiche, consigli e chi più ne ha più ne metta. Cominciarono con un giro intorno al campo per riscaldare le scope e poi iniziarono l'ultima partitella della stagione. Ovviamente l'unica preoccupazione di Ginny era trovare quel Boccino nel minor tempo possibile. Evitando ovviamente, i Bolidi, che Angelina aveva consigliato ai due nuovi battitori di lanciarle spesso, per imparare a schivare anche quelli. Mentre lei era intenta a cercarlo si accorse della presenza di Harry sugli spalti, e lui le sorrise. Ginny ricambiò e tornò a guardarsi intorno agitata. Perché non lo vedeva mai? Perché??? Ad un tratto le svolazzò tra la chioma rossa e si voltò di scatto ma già quello volava giù in picchiata e le fu dietro come un fulmine.

-Dai Ginny!- urlò dagli spalti Harry! Mentre lasciava con una mano il manico della scopa, Ginny si sporse per afferrarlo. Pochi secondi e fu suo. Sfrecciò con la scopa verso Angelina e glielo mostrò con aria trionfante.
-Ottimo Ginny!! Ma dopodomani dovrai fare meglio di così!! Dannazione dobbiamo cedere il campo ai Corvonero! Su ragazzi andiamo!- quelle parole spensero il sorriso di Ginny che si trasformò in una smorfia preoccupata. Osservò la squadra blu-argento entrare in campo e poi si voltò a capo chino, per seguire i suoi compagni di squadra nello spogliatoio.

-Non ascoltarla Ginny!! Lei è una che pretende tanto! E fa bene! Ti spinge sempre a migliorarti e a dare il meglio! Giocherai una finale strepitosa!- Harry sbucò alle sue spalle e Ginny lo ringraziò per le parole di conforto. –Vieni con me a bere qualcosa?- aggiunse imbarazzato. Ginny si accigliò e lo fissò indecisa su cosa rispondere.
-Mmh Harry... sono stanca! Preferirei tornare in Sala Comune...-
-Ginny ti prego... sei ancora arrabbiata con me per la storia di Natale?- la prese per la mano. Ginny si liberò dalla stretta ed indietreggiò.
-No Harry! Ho dimenticato quella sera... ma davvero non mi va!- ed un'espressione mista tra imbarazzo e delusione si dipinse sul volto del ragazzo. Che calciò una pietruzza lontano, come per scalciare quel due di picche. –Mi dispiace- sussurrò Ginny e gli carezzò una guancia. Harry arrossì al suo tocco e la guardò come un bambino voglioso di caramelle. Ma Ginny si voltò e lo lasciò lì, da solo e a rimuginare sui suoi errori.

Quei due giorni trascorsero troppo in fretta al parere di Ginny. Che con le orecchie stanche di cori e canzoncine incoraggianti, si diresse allo Stadio scortata dal resto della squadra e dai suoi amici. La testa le girava disperatamente ed una fitta allo stomaco le faceva venir voglia di vomitare pure l'anima. Avrebbe tanto voluto che la Parkinson la affatturasse proprio quel giorno, per non dover disputare quella gara. Aveva, per mesi, sognato di giocare da titolare e stupire tutti con le sue doti, ma DA CACCIATRICE DANNAZIONE!!! Mentre incontrava i visi a lei più cari, che le sorridevano dolcemente e speranzosi, arrivò, trascinandosi, allo stadio.

-RAGAZZI L'ULTIMA, E PIU' IMPORTANTE PARTITA, E' ARRIVATA! SAPETE CHE CON I PUNTI FIN'ORA ACCUMULATI POSSIAMO ANCORA VINCERE MA ANCHE ARRIVARE QUARTI E TOGLIERE QUESTO PIACERE AI TASSOROSSO. PERTANTO NON MI RESTA CHE DIRVI DI BUTTARE SANGUE PER QUEST'ULTIMA E DECISIVA PARTITA, PER SOLLEVARE IN ALTO LA COPPA DEL QUIDDICH ED ESSERE RICORDATI PER COLORO CHE HANNO PORTATO ALLA VITTORIA, PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO, I GRIFONDORO! BUONA FORTUNA A TUTTI E CHE MERLINO SIA CON NOI QUESTA SERAAA!- urlò Angelina concitata e infondendo coraggio a tutti. La tenda, tra gli spogliatoi e il campo, si aprì e la luce del sole che aspettava di tramontare, li investì. Ginny respirò a pieno l'aria fresca di Maggio e spalancò gli occhi. Un boato, dagli spalti, li accolse. Si nutrì di quell'euforia e saltando in groppa alla scopa, sfrecciò in alto. Sorvolò il campo, applaudita da tutta la tifoseria Grifondoro, e si posizionò planando al centro del campo. Di fronte aveva Cho, anche lei lì per trovare il boccino, prima di lei. Si scrutarono agguerrite. Poi Madama Bumb si portò al centro dello stadio

-GRIFONDORO!? CORVONERO?!- richiamò la loro attenzione, -VOGLIO UN GIOCO PULITO E CHE VINCA IL MIGLIOREEE!- così liberò la pluffa, il boccino ed i bolidi. Ginny vide la pallina dorata solo per pochi secondi e poi quella sparì. Schivò per tre volte il bolide, lanciatogli prima da Inglebee e poi per due volte da Samuels. Mentre sotto di lei, la quale si muoveva freneticamente sulla scopa, a destra e a sinistra per riuscire a vedere il boccino, la partita veniva vinta al momento 30 a 0 dai Corvonero. Ginny osservava anche Cho, in caso sarebbe riuscita per prima a vedere il boccino, ma come lei, si guardava attorno e di tanto in tanto schivava qualche compagno di squadra o bolide, venutogli addosso. Dopo circa mezz'ora di partita mantenuta per 100 a 70 per gli avversari, ancora nessuna traccia del boccino. Poi decise di svolazzare attorno al campo, dopo di planare più in baso, schivando l'ennesimo bolide, lanciatole da Samuels, a cui lanciò un'occhiata torva. E finalmente un bagliore dorato catturò la sua attenzione. Sfortunatamente anche Cho lo aveva visto ed ora entrambe, fianco a fianco, sfrecciavano verso il boccino, spintonandosi di tanto in tanto per recuperare centimetri rispetto all'altra. E nello stadio, accortosi il pubblico della loro caccia al boccino, si liberò un applauso ed un boato assordante. Non le sembrò vero di superare la Chang ma quando mise almeno un metro tra lei e la Corvonero, si sporse dalla scopa, e lo afferrò. Poi solo urla, cori, ed il suo nome cantato in tutte le salse. Fu portata in braccio dalla tifoseria Grifondoro sino al Castello, su per le scale ed al di là del Ritratto della Signora Grassa. Mentre cori e complimenti piovevano a dirotto. E lei rideva, gioiva e cantava con loro. Fiera di se stessa, orgogliosa per avercela fatta! Fred e George, fiduciosi in lei, avevano organizzato tutto. Rum, Whisky Incendiario, Idromele e succo di zucca per i più piccini dei Grifondoro. Musica e striscioni. Tutto pronto per la loro vittoria. Ballarono, cantarono e bevvero sino a non ricordare neanche il perché stavano festeggiando e poi riuscì a trovare Dean, o meglio lui riuscì a rubarla ai fratelli e la baciò, nascosti per le scale, affondando una mano tra la sua chioma rossa, scompigliata dal trambusto.

-HARRY! HARRY ABBIAMO VINTOOO!- udì suo fratello Ron, che non era stato così male come portiere in quella partita, accogliere Harry ed Hermione. E di nuovo si gettò nella mischia a festeggiare la vincita della coppa e a festeggiare se stessa.
La mattina seguente, visto che Hermione ed Harry erano stati sequestrati da Hagrid per conoscere qualcuno nella Foresta Proibita, raccontarono, Ginny e Ron, com'era andata la partita. Harry la guardava con un sorriso beota per tutto il tempo, mentre Hermione la lodava. Ovviamente suo fratello e la riccia finirono per piombare in una delle loro discussioni inutili così Harry si rivolse a lei, approfittando della distrazione dell'amico.

-Te lo avevo detto! Non ho dubitato neanche un istante di te Ginny! Sei così brava che potresti soffiarmi il posto il prossimo anno!-
-Ruffiano! Tanto non ti credo! Adoro indossare le vesti di cacciatrice ed il prossimo anno è quello che voglio fare! Il tuo ruolo è al sicuro!-
-La mia offerta di bere qualcosa insieme è ancora valida Ginny! Specialmente ora che sono in debito con te per aver sopperito alla mia assenza così egregiamente!- e le sorrise speranzoso.
-Harry...- le disse con tono di rimprovero -...non mi va! Ti prego: mi ci è voluto tanto per considerarti come un fratello e ricominciare ad esserti amica! Non roviniamo di nuovo tutto!-
-...Ma... non volevo che facessi questo... io...-
-Harry basta! Stiamo finendo di nuovo in un vicolo cieco! Va bene così! Amici no?- e gli sorrise amabilmente.
-Amici...- con enorme sforzo acconsentì Harry.

La rossa quel pomeriggio, presa dalla frenesia della vittoria, era decisa a parlare con Michael, una volta per tutte. Lo trovò nella Sala Comune a chiacchierare con Cho. Quando si ritrovò davanti a loro, entrambi la guardarono torvo. Ginny si corrucciò e osservò la scena con aria interrogativa.
-Michael....possiamo parlare?- domandò perplessa, mentre Cho la fulminava con lo sguardo. Michael annuì, e alla ragazza sembrò... addirittura seccato. Sentì anche bisbigliare qualcosa alla Corvonero e poi si allontanarono. Michael fu silenzioso per tutto il tragitto sino al Platano Picchiatore, dove poco prima si fermarono. La rossa si sedette sulla staccionata in legno di frassino, e prese a guardarlo.

-Come mai questo cambio di atteggiamento?- gli chiese stizzita dalla sua aria annoiata. Sembrava che il ragazzo volesse essere dappertutto tranne che lì, con lei.
-Di che cosa stai parlando?- le chiese, a sua volta, non guardandola neanche, fissava anzi la casetta di Hagrid in lontananza.
-Sbaglio o l'altro giorno mi avevi chiesto di chiarire la nostra situazione... sembra che a te non importi cosa io abbia da dirti oggi...- intuì la rossa che scese innervosita dalla staccionata e gli si parò davanti, con le mani sui fianchi. Michael fu costretto a guardarla. La sua espressione era arrabbiata ed scocciata.
-Le cose cambiano Ginny... questa situazione mi ha stancato... e poi non hai avuto considerazione di me... o di Cho... che è stata male per colpa del tuo amichetto Harry... non sono cieco Ginny... Cho me lo ha detto inoltre... ti sei divertita a salvargli il collo alla partita? Eh?!- sciorinò furente Michael. Ginny strabuzzò gli occhi incredula.
-Amichetto? Ma che centra la partita? Sei impazzito!- farfugliò confusa ed alzando la voce ad ogni parola. Michael annuì con enfasi, come se era normale quello che stava dicendo.
-State insieme non è così?! Si vociferava che avessi un altro!! Ed ecco spiegato tutto il tuo impegno nella partita di ieri... non hai pensato neanche per un istante a me? O a quanto era importante per Cho vincere contro i Grifondoro dopo che avete sfregiato la faccia di Marietta? Non è abbastanza quella punizione?- Michael era un fiume in piena. Ad ampie falcate, andava avanti ed indietro, incapace di calmarsi. Mentre Ginny era scioccata dal suo comportamento.
-Ma come può importarti il risultato di una stupida partita?? Come può non interessarti quanto io sia felice di aver superato me stessa? Mentre t'importa di come si sia sentita Cho?! E poi io non sto con Harry, RAZZA DI IDIOTA!- gli urlò agitando la sua chioma di fuoco, arrossendo e parlando come un vulcano in eruzione. Michael la guardò inorridito. Ginny gli tirò uno schiaffo dritto in faccia. E lui si portò una mano a coprire la guancia arrossata.
-Beh... allora complimenti!! Auguri per la tua vittoria! Spero che vi vada a tutti di traverso, brutti Grifoni!! E saluta il tuo amichetto Harry da parte mia! Addio Ginny!!!- e con ancora la rabbia che gli fuoriusciva da tutti i pori, la lasciò impalata, sola e frustrata.
Non che le importasse che tra loro era davvero finita, ma non poteva credere che il motivo alla fine fosse il Quiddich, o peggio Harry! Non poteva sopportare che lui la considerasse l'ombra di Potter. Aveva sudato quella vittoria, allenandosi fino alla stregua per un mese. Si era arrangiata con le unghia e con i denti per superare i suoi limiti in così poco tempo. Ed anziché essere fiero di lei, glielo aveva rinfacciato. E cosa peggiore lo aveva fatto per difendere la Chang. Avrebbe voluto seguirlo, pestarlo di botte, affatturarlo e poi pietrificarlo per un mese. Si distese nell'erba incapace di reagire. L'aveva spiazzata e qualsiasi parola, sembrava sciocca. Accarezzò il prato, mosso da una leggera brezza fresca. Da qualche fiore si sollevò del polline che vorticò leggero nell'aria liberando un dolce profumo di margherite. Quel momento di silenzio e di pace gli infuse calma e tranquillità. Pian piano sbollì la rabbia e si coricò del tutto sul prato. In fin dei conti, non importava come era finita, ma che lo era. Adesso non stavano più insieme. Non doveva più fingere di star bene con lui, non doveva più nascondersi quando stava con Dean e potevano saperlo tutti, quanto fosse felice con lui!

La sera arrivò in Sala Grande per la cena e vide Dean chiacchierare allegramente con Seamus. Gli si avvicinò elettrizzata! Non vedeva l'ora di dargli la bella notizia. Si fece spazio tra Dean e Nigel, che si sbrodolò un po' di zuppa di piselli addosso, e gli poggiò il mento sulla spalla per attirare la sua attenzione.

-Ehilà! Buona sera rossa! Qual buon vento?!-
-Un buonissimo vento!!- e gli sorrise frizzante. Dean la scrutò incuriosito e sorridendole, mentre Seamus si lamentava di essere stato ignorato mentre raccontava della sua ultima esplosione. Entrambi lo trascurarono ancora di più e divertiti.
-Centra per caso una certa Grifondoro che è diventata nuovamente single, finalmente?- chiese con tono spiritoso. Ginny annuì alzando le sopracciglia eccitata. Dean si leccò le labbra e fece per baciarla. Ma Ginny lo fermò parandosi con una mano.
-Aspetta Dean! Se riveliamo la nostra storia lo stesso giorno che ho mollato Michael, tutti crederanno che l'ho tradito... e non che ci siamo lasciati perché non stavamo più bene insieme...- spiegò la rossa concitatamente.
-Hai ragione!! Beh ho resistito tanto... posso stringere i denti per qualche altra settimana!- rispose comunque contento che finalmente Ginny potesse essere la sua ragazza. Ma il riccio pensò bene di fare le cose come si deve, ed architettò un piano per la settimana dopo gli esami. Ignara Ginny si godette la cena e poi tornarono insieme in Sala Comune, fingendo di essere ancora solo amici, davanti gli occhi pettegoli degli altri studenti.

Per le due settimane che seguirono, i ragazzi di quinto e sesto anno furono impegnato con i G.U.F.O. e i M.A.G.O. rispettivamente, Ginny così, impossibilitata a stare del tempo con Dean o con i suoi fratelli, decise di dedicare le ultime settimane di scuola ai suoi compiti in modo diligente, terminando le pergamene per le verifiche di fine anno per Piton e Rùf. E poi cosa più importante, aveva scoperto il motivo per cui Michael si era così prodigato a difendere Cho dalla sconfitta. I due erano stati visti mano nella mano per i corridoi. E da Lorie in persona, erano stati beccati a sbaciucchiarsi, nascosti nel ripostiglio delle scope di Gazza. Non che a Ginny importasse, anzi la cosa la faceva sorridere, ma fu meravigliata dalla tempestiva storia d'amore tra i due, dopo che il Corvonero le aveva dichiarato di amarla era poi alquanto bizzarro. Ginny si ritrovò a pensare quanto ancora più immaturo di lei, nonostante il ragazzo fosse più grande, Michael potesse essere. Dire di amare una persona era un passo importante, che deve venire dal profondo del cuore. Per questo ancora Ginny non lo aveva detto a Dean, nonostante lui glielo dicesse spesso. La rossa voleva esserne sicura. Non ne era innamorata, ma adesso non viveva la cosa come un fatto negativo. Sapeva di essere una ragazzina, di volersi godere ogni istante con lui, ma non per forza sognare di sposarlo o passare il resto della vita con lui. E perdere Michael si era rivelato la cosa migliore che potesse accaderle, visto che si era rivelato un ipocrita ed un bugiardo. Non che lei andasse fiera di averlo tradito ma le cose erano capitate. Il destino aveva voluto confonderla e fare un giro più grande del normale prima di aprirle gli occhi. E se tutto quello era servito per farle vivere la storia con Dean, con un nuovo modo di affrontare una relazione, meglio così. Era felice, e solo questo importava.

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