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Giù la maschera


-Stai scherzando? E perché non ce lo hai detto, Luna?- quasi urlò Neville.
-Pensavo fosse solo stato gentile, niente di più...- rispose con somma ingenuità tanto che Ginny, a differenza di Neville, non riusciva ad essere arrabbiata con lei. Luna fece spallucce e sorrise al ragazzo che invece fumava di rabbia.
-E cosa sarebbe successo?- allora le chiese Neville, sospirando di frustrazione.
-Ero appena uscita dal bagno e stavo camminando con il Cavillo in mano quando ho urtato Alecto e allora lei mi ha afferrata per i capelli...- Luna si portò l'indice alla bocca e restò imbambolata a guardare il soffitto della Stanza delle Necessità per un po'. Poi riprese -...ah e poi lei ha iniziato ad urlare e voleva sapere perché andavo in giro con quella robaccia, come la chiama lei!- continuò imbronciata.
-Il Cavillo?- dalla voce incrinata di Neville trasudava rabbia. Luna però annuì e rispose con un dolce sorriso. Ginny sbuffò divertita e le fece cenno di continuare.
-Me lo ha strappato dalle mani e ha iniziato ad urlare dicendo che è solo cartastraccia che sta dalla parte di Harry Potter e dei pazzi come lui!- Luna fece un'altra pausa mentre con il solito dito prese ad arricciarsi un crino biondo.
-E...?- sembrava che la faccia di Neville stesse per scoppiare.

-Ah... e poi ha detto che dovevo essere punita per la mia insolenza e ha estratto la bacchetta! In quel momento è arrivato Zabini e ha detto ad Alecto che dovevo andare in punizione con Amycus già... che mi ci avrebbe accompagnata lui assicurandosi che non me la fossi svignata. Ma poi mi ha detto di andarmene nella mia Sala Comune e di restarci per un pò!- ed iniziò ad annuire, soddisfatta di essere riuscita a ricordare tutto. Ginny le rispose con un sorriso. E poi si rivolse a Neville con lo sguardo. Il moro fece una smorfia e la rossa capì che ancora non era del tutto persuaso. Era da mezz'ora che il ragazzo voleva sentirsi raccontare com'erano andate le cose la notte scorsa tra lei e Zabini. Poi Luna se ne era uscita fuori che anche con lei era stato gentile. Ginny non aveva più dubbi e aveva deciso di rischiare e fidarsi di lui. Voleva un Serpeverde dalla sua parte. Neville era troppo restio. Non si fidava quasi più di nessuno a dirla tutta. Le voleva proteggere prima ancora di proteggere se stesso. Di questo Ginny e Luna gli erano grate. Ma loro avevano deciso di fidarsi di Blaise Zabini. Per di più avevano cominciato a circolare strane voci sulle particolari prepotenze e sulle sevizie che alcuni ragazzi Serpeverde riserbavano alle studentesse.

-E siamo a tre dimostrazioni! Non saprei come altro dimostrare che in realtà stia tramando qualcosa!- tentò Ginny visto che già da quella sera, da quando avevano aperto i loro cuori vicendevolmente, gli aveva creduto. Di certo non poteva raccontare di quello che si erano detti su Draco... e non aveva avuto il coraggio di raccontarlo neanche a Lorie. Aveva pensato a quella conversazione. Aveva pensato a Draco. Ma si rendeva conto di essere ancora in collera con lui. Neville si mise più comodo nel puff ed osservò il soffitto pensieroso. Luna invece aveva iniziato a leggere un libro su strane creature acquatiche.

-E' una serpe...- disse ad un tratto, senza guardarle.
-Lo so...- rispose Ginny –ma ha già tentato di aiutarci senza nulla in cambio!- protestò.
-Ma è una serpe!- ribadì il ragazzo.
-Ha già detto che lo sa...- s'intromise Luna riferendosi a Ginny e senza alzare gli occhi dalla sua lettura. Neville le lanciò un'occhiataccia che lei non poté cogliere e poi si rivolse di nuovo a Ginny.
-Ti fidi di lui? Dopo che ci ha trascinati nell'Ufficio della Umbridge nemmeno due anni fa?- chiese stupefatto il ragazzo. La rossa sospirò e si fece pensierosa.
-Mi piace pensare che gente del genere possa cambiare... che possa rendersi conto dei propri errori e redimersi, oserei dire...- Neville rise sarcasticamente e si tirò indietro i piccoli boccoli mori in un gesto disperato. Lui non poteva sapere che Ginny non stava riferendosi solo a Zabini.
-Se dovessi sbagliarti e se io dovessi sbagliarmi nel darti corda, tutto quello che abbiamo fatto... tutti gli sforzi, saranno stati vani e i membri saranno tutti in pericolo di vita!-
-Anch'io gli credo!- intervenne Luna con il dito alzato mentre con quegli occhioni blu acquosi rimbalzava da Neville a Ginny. La rossa la indicò come a dire "visto?!" e Neville scosse la testa scettico.
-Non stiamo tramando di certo di sconfiggere Voi-sapete-chi con dei primini né di far entrare qui Harry per spodestare Piton ed il regime dei Carrow... alla fine che razza di informazioni dovrebbero servirgli a uno come Zabini?!- cercò di sdrammatizzare Ginny. Così lei e Luna attesero ancora ancora qualche secondo il responso di Neville. Era agitato e ancora non del tutto convinto.

-ESSIA!- urlò preso per sfinimento dalle due. Luna lanciò il libro in aria e gli gettò le braccia al collo tutta contenta mentre Ginny scoppiò in una fragorosa risata. La faceva sempre divertire passare il tempo con la Corvonero. Neville di contro diventò tutto rosso come un peperone e cercò di liberarsi dall'abbraccio, e ci riuscì non prima che Luna gli lasciasse anche un bacione scrosciante nel suo guanciotto paonazzo.
-Non sapevo che foste tutte e due ammiratrici di Zabini!!!- commentò Neville per allontanare l'attenzione dal suo imbarazzo. Le due ragazze fecero spallucce e gli fecero cenno che era arrivato il momento di andare a letto.

Due giorni dopo decisero di far sapere a Blaise di essere stato reclutato e così Ginny camminò per tutto il giorno, con un nuovo galeone stregato in tasca, alla ricerca del ragazzo e del momento giusto.

-Si può sapere perché ti guardi intorno come un folletto impazzito?- la fece sussultare Betty, mentre uscivano dall'aula di Trasfigurazione.
-Già, mi sembri nervosa Gin!- commentò con tono sospettoso Anna, scrutandola. La ragazza sfoggiava un occhio nero e il labbro spaccato. Purtroppo come Lorie era una mezzosangue e ultimamente, visto il carattere focoso, si ribellava un po' troppo spesso alle accuse di Alecto. Nell'ultima lezione la Professoressa le aveva ordinato di raccontare alla classe come lei e la sua famiglia torturassero i maghi e come facevano a vivere nel fango e nella puzza. La ragazza era sbottata ma la Carrow non si era lasciata prendere di sorpresa. Invece Lorie era a conoscenza di cosa si erano detti lei e Blaise due notti prima.
-Mmh... io? No sto solo attenta... ultimamente circolano un po' troppi Mangiamorte!- commentò fingendosi distratta e poco interessata alle sue compagne. Cercando di non distaccarsi dalla classe del sesto anno di Grifondoro si diressero verso il primo piano per partecipare alla lezione di Incantesimi.

-Parli del diavolo e spuntano le corna...- commentò velenosa Betty, che vantava fortunatamente purezza di sangue come Ginny, ed indicò nello stesso istante tre Mangiamorte davanti la porta dell'ufficio di Amycus. Erano in attesa che quest'ultimo li lasciasse entrare. Tenevano sempre il cappuccio messo e la maschera ben sistemata a coprirgli ogni centimetro di pelle del viso. Ginny ridusse gli occhi a due fessure. Li odiava... e ogni volta che ce ne era uno a scuola il sangue le ribolliva nelle vene e combatteva contro se stessa per non estrarre la bacchetta ed ingaggiare una guerriglia. Nessuno di loro si sarebbe mai aspettato che potessero accadere simili cose ad Hogwarts. Passarono proprio accanto al gruppetto ed uno di loro si voltò a guardare loro quattro, ed anche con molta insistenza. Ginny decise di tenergli testa e si voltò proprio per incrociarne gli occhi, come a sfidarlo o a sfidarla. Purtroppo a causa dell'ombra che il cappuccio proiettava non riuscì a vedere granché di quegli occhi ma sperò che comunque il suo messaggio fosse stato chiaro: se ti azzardi a toccarci saranno guai!
Sentì Lorie strattonarla per la manica e quando si voltò per ringhiarle contro di lasciarla in pace incontrò l'espressione nervosa dell'amica. Seguì la direzione verso cui il suo paio di occhi azzurri erano puntati e capì. Lì poggiato con indolenza ad una delle colonne del corridoio, a leggere una pergamena, c'era Blaise Zabini. Ginny strabuzzò gli occhi e si affrettò a cercare il galeone nella tasca del suo mantello. "Dannazione... era lì... ah eccolo!" Le tremavano le mani ed iniziò a sudare freddo. Non doveva farsi scoprire dai Carrow. Si allontanò dal gruppetto di compagni di casa con la scusa di dover andare in bagno e fece qualche passo in direzione di Blaise. E se quegli uomini incappucciati la stavano guardando?! No, non poteva dargliela e basta. Proprio sotto il naso di Zabini inscenò una mezza caduta e lasciò che la monetina rotolasse ai piedi del Serpeverde. Il ragazzo si accorse del corpo di Ginny rannicchiato ai suoi piedi e quando ne incrociò gli occhi ambra lei gli fece un occhiolino. La ragazza si alzò fingendo di scotolare tra loro le mani come se il pavimento le avesse sporcate di polvere e continuò a camminare sino ai bagni. Nello stesso istante dietro di lei, un bagliore dorato attirò l'attenzione del Serpeverde che si chinò a raccogliere il galeone. Lo intascò un po' perplesso e poi si voltò verso il gruppo di Mangiamorte. Ne fissò uno con invadenza ed un po' scocciato alla fine si voltò per recarsi a consegnare la sua relazione di Trasfigurazione alla McGranitt.
Quando a pranzo Ginny comunicò a Neville che Zabini aveva ricevuto il suo galeone, il moro fece una smorfia di disappunto. Ancora non aveva digerito la cosa, lo faceva notare benissimo, ma avevano avuto la meglio lei e Luna. Adesso restava il problema più grosso di tutti: come l'avrebbe presa il resto dell'ES? Ormai tutta la scuola odiava i Serpeverde per essere quasi tutti figli di Mangiamorte ed immuni alle punizioni dei Carrow. Si voltò verso Luna come per trovare conforto solo nella sua figura, come da un mese oramai faceva. La trovò intenta a spiegare ad un primino qualcosa che c'era stampato sul suo sempre presente Cavillo. Solo questo scatenò un sorriso accennato sul viso di Ginny che decise di finire la sua zuppa di piselli, prima delle due ore di Storia della Magia. Aveva bisogno di energie per sopportare la voce soporifera del Professor Rùf.

Alla fine delle due ore, la giornata scolastica si era conclusa. Così come Neville le aveva detto, entrò in uno dei bagni femminili per mandare, con il suo galeone, il messaggio al resto dell'ES: stasera, ore 22 solito posto. Quando la monetina smise di lampeggiare di rosso e riapparve sul metallo la figura di una fenice, la rintascò e uscì dal bagno. Nel corridoio incontrò Susan e un suo compagno Tassorosso. La ragazza sembrava dolorante e il suo amico aveva uno zigomo gonfio e violaceo.

-Susan! Che è successo?-
-Oh Gin sei tu... torniamo ora dall'ufficio di Amycus! Ero in punizione per essere stata scoperta l'altra sera fuori, dopo il coprifuoco- spiegò riferendosi a qualche sera prima quando c'era stata la riunione dell'ES, -e Ferdi non sopportava l'idea che mi stesse torturando con quell'odiosa piuma che ti lascia il segno!- così sollevò il dorso della mano per mostrarlo a Ginny. Lì avvampava ancora di sangue vivo la scritta: chi non rispetta le regole sarà punito! Ginny ricordava bene la scritta nella sua di mano, merito della Umbridge quando l'aveva punita per aver folgorato Pansy. Ricordava bene le fitte ed il bruciore.
-E cosa hai fatto Ferdi?-
-Io...io sono entrato e volevo confonderlo con un incantesimo per lasciarla scappare ma mi sono beccato un sinistro proprio sulla faccia!- rispose Ferdi uno dei nuovi membri dell'ES.
-Gli ho detto che è stato troppo avventato! Che non deve farlo più!- precisò Susan. Poi lui le carezzò il viso e Ginny capì perché il ragazzo lo aveva fatto. Erano così dolci che Ginny non si trattenne dal sorridere e decise di lasciarli soli.
-Andate in infermeria a farvi medicare, io corro in Sala Grande! Ho un languorino...- e li salutò con uno sventolio della mano.
A cena come al solito, le occhiate dei membri, erano tutte per loro tre. Ogni dannata volta, pensava Ginny, lo avevano scritto in faccia che nascondevano qualcosa. E non ci sarebbe voluto molto a risalire a loro, dato che li fissavano. Specialmente i più piccoli. Di sicuro quella sera gli avrebbe fatto una bella ramanzina. Oramai era la terza volta che si radunavano, dovevano cominciare a capire il reale rischio che correvano.

Quella sera anche Blaise sarebbe stato di ronda almeno fino alle 23 perciò, nel tempo che dovettero attendere il suo arrivo, Ginny si occupò di rimbrottare per bene quegli sconsiderati che si imbambolavano a guardarla ogni qualvolta che si sarebbe tenuta una riunione. Dopo Luna si occupò di radunarli per far ripassare loro l'Expelliarmus che nelle lezioni precedenti avevano provato. Con molta soddisfazione la rossa si accorse che erano migliorati tutti e di sicuro gli avrebbero insegnato loro come schiantare, da quella sera. Si voltò a guardare Neville. Era imbronciato in un angolo ed attorniato da Seamus, Dean e Betty che gli domandavano continuamente cosa avesse. Il resto dei membri era diviso in gruppetti: c'era chi chiacchierava allegramente dei fatti propri, chi si allenava con la bacchetta e chi sonnecchiava perché troppo stanco già a quell'ora. Molti esibivano graffi, lividi violacei o zoppicavano ma tutti avevano un'espressione felice ed eccitata. Michael era abbracciato alla sua ragazza, uno degli ultimi acquisti dell'ES. Era davvero molto carina, anche se più piccola e molto più bassa di lui. Il Corvonero aveva un'espressione felice in volto. Quando stavano insieme non lo aveva mai visto così. Ginny si ritrovò a pensare che quella ragazza non le somigliava per niente: mora, occhi verdi e dalla carnagione olivastra. Ma soprattutto molto, ma molto, ma moltissimo appiccicosa e romantica. Era il suo opposto. E dopo gli ultimi avvenimenti Ginny si sentiva ancora più arida ed insensibile. Un cigolio la fece sobbalzare, interrompendo il filo dei suoi pensieri. Era giunto il momento. Sentì la tensione salire. Le ragazze sollevarono dei piccoli gridolini e molti dei ragazzi estrassero le bacchette verso l'entrata della Stanza. In piedi, proprio all'entrata della grande sala c'era l'austero ed elegante Blaise Zabini, preda di uno dei suoi ghigni migliori.

-Che accoglienza!- si presentò. Ginny sospirò e gli andò incontro.
-Mostragli il tuo galeone...- gli suggerì mentre con lo sguardo lo ammoniva per la sua presuntuosità.
-CHE CI FAI QUI ZABINI?- gridò un ragazzo Tassorosso.
-GIA'... CHE VUOI SERPE?- si aggiunse una ragazza Corvonero.
-COM'E' CHE LA STANZA GLI SI E' MOSTRATA?- domandò Seamus. Tutti avevano da dire la propria e di certo nessuno poteva biasimarli. Poi di colpo fu il silenzio. Blaise mostrava loro, trionfo nell'espressione, il suo galeone. Con un sopracciglio sollevato e l'espressione soddisfatta si avvicinò al resto dei membri con passo elegante. Ginny alle sue spalle lo seguì come per proteggerlo. Nessuno la guardava, tutti gli occhi erano puntati sul Serpeverde.
-Allora... com'è che vi divertite qui? Questa festa sembra un tale mortorio...- commentò Blaise guardandosi intorno. I più piccoli erano terrorizzati e si erano radunati tutti dietro Luna, che invece sorrideva al nuovo arrivato.
-Ciao Blaise... aspettavamo te per cominciare!- lo accolse la bionda, sventolando la mano in segno di saluto.
-Buona sera a te Lovegoood! Lei si che sa cosa sono le buone maniere!- commentò Blaise indicandola con il pollice insistentemente. Ma l'espressione di tutti era dura e spaventata.
-Siediti e finiscila di fare il saputello ed il simpaticone!- ringhiò Ginny e così il ragazzo si accomodò su una delle sedie vuote non tralasciando di ridacchiare. La rossa sospirò e scosse il capo. Cercò il viso di Neville, contratto dalla rabbia. No, di sicuro non sarebbe corso ad aiutarla in quello che stava per fare.
-Ne abbiamo reclutato un altro...- esordì sperando di smorzare gli animi agguerriti. Si guardò intorno e capì di non aver ottenuto nulla di positivo, anzi la gente sembrava più confusa ed arrabbiata. –Beh... per chi non lo conoscesse: lui è Blaise Zabini, Serpeverde, e due giorni fa mi ha chiesto di essere reclutato perché anche lui contrario al regime dei Carrow! Ha il suo galeone e potrà partecipare alle lezioni e alle riunioni. So che quasi tutti non sono contenti ma è così... punto!- cercò di mantenere uno sguardo deciso ed un tono di voce perentorio. Scorse gli occhi su tutti e quando si fermò a guardare Neville, lui si massaggiava l'attaccatura del naso avvilito. "Ti prego... ho bisogno del tuo appoggio..." pensò la rossa disperata.
-Ok... ora basta! Tutti ai propri posti: I più anziani con Ginny! I più piccoli restino con Luna vi insegnerà le basi di uno schiantesimo! Ginny porta qui Zabini, resto con voi per adesso!- la ragazza si aprì in un sorriso alle parole del compagno. Così esortò Blaise a seguirla e si unirono al resto del gruppo. Il Serpeverde le lanciò un'occhiata di curiosità e di divertimento.
-Bene, ricordiamolo specialmente per i nuovi arrivati quali Lucie, Antony e... Blaise!- li indicò ad uno ad uno, riserbando un gesto di stizza verso l'ultimo dei tre che rispose con un inchino come se avesse presentato un personaggio famoso. Ginny gli diede una gomitata negli stinchi e gli fece cenno col capo di fare attenzione. Blaise roteò gli occhi al cielo ma si sforzò di concentrarsi e ripagare la fiducia che lei gli aveva concesso.
Gli fu spiegato, così come per i nuovi arrivati, che il gruppo di cui lui faceva parte era formato non solo da vecchi membri, ma anche da ragazzi più grandi rispetto a quelli che addestrava Luna, ma che alcuni comunque non avevano molta esperienza. Ginny gli indicò sottovoce chi erano i vecchi membri dell'ES e chi invece era lì da due incontri ed infine chi era nuovo come lui. Per il resto delle due ore Blaise fece il bravo ma nonostante tutto nessuno lo guardava di buon occhio. Nella stanza solo lei e Luna lo avevano accettato senza remore. E purtroppo Luna non poteva stare con loro, perciò Ginny si sforzò di rimproverare con lo sguardo chiunque lanciasse frecciatine al Serpeverde o chiunque si rifiutasse di far coppia con lui mentre provarono lo Stupeficium, l'Impedimenta e l'Expelliarmus. Neville soddisfatto dei duelli ingaggiati e degli evidenti progressi di tutti annunciò la fine dell'incontro.

-Bene! Complimenti a tutti, per oggi basta così! Ginny avvisa Luna che si è fatto troppo tardi!- lei annuì e lanciò un'occhiata a Blaise intimandogli di fare il bravo mentre lei si allontanava. La rossa trovò Luna intenta a tranquillizzare una ragazzina.
-Che succede?- chiese curiosa, la ragazzina Corvonero era in lacrime.
-Non riesce a schiantare... le ho detto che è solo la prima volta, ma con tutti questi Nargilli nelle orecchie è troppo confusa e triste per capire!- la ragazzina tra le sue braccia singhiozzò più forte.
-Statemi bene a sentire: siamo solo all'inizio dell'addestramento e questi sono i primi tentativi... se iniziate a mollare al primo ostacolo il vostro posto non è nell'esercito di Silente!- Luna la guardò con il broncio e i ragazzini si strinsero nelle spalle e qualcuno di loro abbassò lo sguardo a terra imbarazzato. Nello stesso istante piombò lì in mezzo Neville, e di nuovo la guardò deluso.
-Ragazzi basta per stasera! Andate a riposare! La prossima volta andrà già meglio, per tutti!- così Luna lasciò andare la piccola Corvonero che raggiunse Michael e i Corvonero più anziani. –Perché Ginny? Perché sei così dura e fredda con loro?-
-Devono capire e aprire gli occhi...- sussurravano ma le loro voci erano incrinate per la rabbia. Neville sospirò e scosse la testa. Era pronto a ribattere quando un alta figura comparì alle spalle di Ginny.
-Ci sai fare con i marmocchi, eh Ginevra?- la voce sarcastica di Blaise fece voltare la rossa che lo maledì mentalmente. Luna rise in modo genuino e fissò i tre con interesse.
-Voglio... voglio solo che questo posto non si trasformi in un asilo nido! Voglio che sappiano a cosa vanno incontro se decidono di restare!- spiegò Ginny sforzandosi di mantenere la calma.
-Non è questo il modo: li spaventi!- la voce di Neville si fece grossa, complice il fatto che Seamus, Michael e Susan avevano portato fuori ciascuno il suo gruppo di compagni di casa.
-Io... io non me ne rendo conto, ok? Volevo solo far capire loro come stanno le cose, tutto qui!- si giustificò Ginny esasperata.
-Tranquilla Gin! Sono sicura che non li hai spaventati, magari solo intimoriti! Su forza è ora di andare!- cercò di mettere la pace Luna. Neville annuì ma i suoi occhi trasudavano ancora rancore verso Ginny.
Dai Luna... ti accompagno io alla Torre Ovest!- la esortò Neville resosi conto che Michael e gli altri Corvonero erano già andati via da un pezzo. –Aspettami qui!- poi ordinò a Ginny con fare paterno.
-Posso accompagnarla io alla Torre Est!- Ginny si era quasi dimenticata che ci fosse Blaise dietro di lei, tanto che quasi sobbalzò per lo spavento.
-NO!- abbaiò Neville con sguardo truce. –Ci penso io a lei!- rafforzò il concetto puntando il dito a terra con ardore. Blaise scoccò la lingua nel palato e gli sorrise.
-Non mordo! E l'ho già scortata sana e salva l'altra notte...- rispose con calma misurata. Neville divenne di mille colori.
-Senti... brutta serpe, pensi che solo perché ho dato il consenso a farti partecipare puoi venire qui a dettare regole?- gli domandò a denti stretti il Grifondoro. Le ragazze erano pietrificate, non lo avevano mai visto così infuriato.
-Quindi sei tu il capo qui?!- lo sbeffeggiò il Serpeverde con un ghigno velenoso. Neville gli si scagliò contro ma Luna si interpose fra i due.
-Neville... ti prego, smettila!- lo supplicò con quegli occhi blu luminosi. Neville li fissò e dopo aver ripreso il controllo di se stesso annuì.
-Non mi fido di te! Se solo fai un passo falso... se solo le fai del male...- lo minacciò puntandogli il dito contro intimidatorio.
-Non le torcerò un capello!- la voce di Blaise risultò profonda e seria. Ginny si voltò a guardarlo: il suo ghigno era scomparso e la sua espressione era più dura di quella di Neville. Restarono a squadrarsi e studiarsi per qualche secondo in silenzio.
-Andiamo Luna!- la prese per mano e dopo aver guardato Ginny in modo intenso, lui e la Corvonero uscirono dalla Stanza delle Necessità. Ginny sospirò in modo stanco e si lasciò cadere sul divano, prendendosi la testa tra le mani.
-Non è andata così male come prima volta, vero?!- a quelle parole Ginny non si trattenne dal ridere. Sentì Blaise sedersi accanto a lei. Lo vide accavallare le gambe elegantemente ed aggiustarsi i polsini della divisa.
-Poteva andare peggio... ma pensa che Neville è molto buono, a differenza di molti altri membri dell'ES...-
-Parli di quei due fidanzatini di Finnigan e Thomas?- Ginny rise ancora ma gli diede un'altra delle sue gomitate.
-A parte che io e Dean siamo stati insieme! E poi si parlo di loro! Devi comportarti bene quando sei qui, altrimenti...- ma una risata composta interruppe le parole di Ginny. –Che c'è?-
-Non penserai che mi spaventi davvero di quei due, o di Neville, vero?!- Ginny scosse il capo e si arrese, non c'era verso di ragionare con lui perciò si alzò e andò a recuperare la sua tracolla.
-Andiamo Ginevra... almeno potrò dormire qualche oretta dopo questa illuminante riunione, dove praticamente non ho imparato nulla che già io non sappia fare mille volte meglio di voi!- brontolò mentre la raggiunse. Ginny sbuffò.
-Quando ci eserciteremo a uccidere i più piccoli ti avviserò, ok?- gli rispose sarcastica.
-Beh, poco ci manca e, prima o poi, uno di quei marmocchi lo fai fuori tu!- commentò divertito il Serpeverde.
-Piantala!- ma le comparì un sorrisetto sotto i baffi. Assicuratosi che la via era libera, fece cenno a Ginny di uscire e la accompagnò sino al ritratto della Signora Grassa che li rimproverò di averla svegliata.
-Buona notte Blaise!- gli augurò mentre la sua voce veniva deformata da uno sbadiglio.
-'Notte Ginevra!- e con un cenno della mano scomparve nell'oscurità della gradinata.

Tre giorni dopo quell'incontro, i primini non la osservavano più e nonostante ancora qualche suo compagno di casa tentava di convincerla a cambiare idea e buttare fuori Zabini dall'ES, le cose andavano meglio tra lei e Neville. In fondo lui voleva solo proteggerla e preservare l'incolumità dei membri. Lo capiva, ma non condivideva i modi troppo dolci che aveva verso i membri. Si domandò anche se fosse lei il problema. Se gli avvenimenti non l'avessero cambiata a tal punto. Si sentiva arida e fredda, questo si, ma non credeva che trasparisse fino a quel punto. In quei giorni Due Corvonero erano spariti dalla circolazione. Dean, Neville e Seamus si erano offerti di aiutare Michael a scoprire che fine avessero fatto. La loro scoperta era stata agghiacciante. Si erano serviti di Blaise per tenere i Carrow occupati ed erano scesi sin sotto le segrete del Castello. Li, in una cella, erano appesi per i polsi. La loro colpa? Essersi opposti, a lezione, al Cruciatus di una loro compagna sanguesporco schiantando Amycus insieme.

-RAZZA DI STUPIDA RAGAZZINA HAI SUPERATO OGNI LIMITE ADESSO!!- la voce stridula e furente di Alecto la fece trasalire. Per poco non rovesciò il tavolo della biblioteca a terra.
-Ginny FERMA! Dove vai?- Lorie tentò di supplicarla di stare buona e per una volta farsi gli affari suoi, ma non riuscì nel suo intento, visto che già Ginny sfrecciava verso il chiostro interno della scuola. Era da lì che provenivano urla disumane di una ragazza. Il cuore le batteva a mille e il fiato cominciava a mancarle, le si spezzava nel petto fino a bruciare.
-Ah ah, ora non parli più del tuo amichetto Potter, vero?!- la risata fanatica di Alecto rimbombò nelle orecchie di Ginny che iniziò a sentire ovattate quelle urla di ragazza. Ed un iniziale sospetto si insinuò dentro di lei e pian piano divenne certezza.

Luna...

Quasi piegata in due dalla corsa, spintonò un gruppetto di Corvonero del secondo anno in preda ad un attacco di panico e così la scena le si parò davanti. Luna era distesa a terra e si contorceva ed urlava dal dolore mentre Alecto la cruciava tra le risate.

-Expelliarmus!- la bacchetta di Alecto sbalzò dalla sua mano e Ginny l'afferrò con uno slancio del busto. Tenne la sua puntata contro la donna. –Bea, Paul scortate Luna in Infermeria, PRESTO!- ringhiò contro due studenti più piccoli. Gli occhi di Ginny erano tutti per la Mangiamorte, però. Il viso della donna era deformato dalla rabbia. Il suo labbro inferiore tremava di collera ed il suo viso paffuto era pallido. Ginny invece si sentiva accaldata e rossa in viso e il suo braccio era teso verso la donna. Ogni suo riflesso era proteso, pronto per qualsiasi evenienza.
-Non sai cosa ti aspetterà ora, piccola puttanella!- la minacciò a denti stretti.
-E se ti cruciassi io?- la minacciò a sua volta Ginny ondulando la bacchetta con ferocia.
-Non ne avresti il coraggio traditrice del tuo sangue!- rispose sicura. Nel frattempo i ragazzini le avevano lasciate da sole. In piedi e furenti restarono a fissarsi.
-Stupeficium!- Ginny nemmeno si accorse di averlo detto che si trovò Alecto riversa a terra e priva di sensi. Le gambe che fino ad allora erano rimaste salde a terra le si rammollirono e cadde a terra in ginocchio. Strizzò gli occhi incredula.

Cosa aveva fatto? Fin dove si era spinta? Cosa le sarebbe accaduto adesso? Sarebbe dovuta scappare e lasciare Hogwarts?

-Incarceramus!- una voce alle sue spalle, sottile come il sibilo di un serpente la colse di sorpresa. Delle funi furono evocate e si ritrovò le mani legate. Quando si voltò con uno scatto vide la bacchetta di Amycus puntata contro di lei e lì accanto la faccia soddisfatta di Pansy.

Che cosa le sarebbe accaduto adesso?

-Visto professore?! Gliel'avevo detto che avevo sentito delle urla!- la sua voce stridula e il suo tono cantilenante e goliardico le fracassò i timpani tanto da sentire rumori e voci amplificate, per la paura.
-Ben fatto Parkinson! Avvisa la Squadra che abbiamo trovato il responsabile e digli di portare la Professoressa di Babbanologia in Infermeria!- ordinò pacato il Mangiamorte. Pansy annuì e dopo aver lanciato un'occhiata di disgusto a Ginny trotterellò lontano dalla scenetta. Amycus si abbassò, per scendere all'altezza di Ginny, senza poggiare le ginocchia. In silenzio raccolse ed intascò le bacchette di sua sorella e della Grifondoro. Infine afferrò di scatto, per i capelli vermigli, la ragazza che gemette di dolore. Li tirò così forte che non riuscì a trattenere due lacrimucce. Di certo non stava piangendo, anzi reggeva lo sguardo di disprezzo di Amycus, con una altrettanto occhiataccia di disdegno. Portò il viso della ragazza ad un millimetro dal suo tanto che Ginny sentì il fetido alito sulla sua pelle.
-Schifoso Mangiamorte, la pagherai come tua sorella!- e poi Ginny gli sputò in faccia. Amycus chiuse gli occhi d'istinto e la scaraventò a terra. La ragazza sentì una fitta lancinante alla fronte. Il Professore, dopo essersi pulito il viso con la manica del mantello, riprese a guardarla disgustato.
-Potevamo essere "grandi amici" piccola Weasley...- le sferrò un calcio nel petto spezzandole il respiro, -potevi diventare una grande strega Purosangue al mio fianco...- Ginny sentì un dolore così lancinante al petto che pensò di avere lo sterno ammaccato. -E invece sarò costretto ad ucciderti prima o poi!- e le sferrò un altro calcio allo stomaco tanto che lei sputò saliva a terra. La riprese con ferocia per i crini rossi e la trascinò con spintoni e calci fino ai sotterranei. Ginny non volle urlare, se lo avesse fatto i suoi amici sarebbero corsi in suo aiuto e li avrebbe messi in pericolo. Non pianse ne disse più una parola. Si lasciò trascinare malamente fino al corridoio delle segrete tra un insulto e l'altro. Sperò che Lorie non la trovasse, che non fosse andata a chiamare nessuno. Non voleva feriti o peggio, a causa sua. A causa della sua impulsività.
-Te ne pentirai...- sussurrò Ginny quando capì cosa stava per farle. La sua voce uscì flebile: il calcio al petto le aveva mozzato l'aria. E la fitta alla testa non cessava di pulsare.

-Imperio!- una voce deformata alle loro spalle destabilizzò Ginny. Amycus le aveva lasciato i capelli ed ora stava immobile, come pietrificato, dietro di lei. Lo sguardo vacuo e l'espressione tesa come in attesa di ordini.
-Ma cosa?- Ginny era confusa ed il buio del corridoio, rischiarato solo da una lanterna dalla fioca luce verde, non la aiutava a capire cosa stava accadendo. Si avvicinò al viso del Mangiamorte che non dava segno di essere cosciente, e si accigliò. Ad un tratto una mano la prese per le spalle ed un'altra le tappò la bocca. Ginny cacciò lo stesso un urlo di spavento che fu soffocato dalla presa. Le mani erano ancora legate, nonostante Amycus non fosse più cosciente e le gambe le facevano così male per i calci ricevuti e per essere caduta più volte sulle ginocchia, durante il tragitto. Sentì la sua schiena aderita ad un corpo di cui non vedeva assolutamente nulla e che l'aveva spostata verso una porticina chiusa che poco prima non aveva notato. Cercò di divincolarsi ma poi si paralizzò quando vide Amycus annuire e girare i tacchi per andar via. Se ne stava andando e la stava lasciando lì. Poi fu sbalzata all'indietro e vide la porticina chiudersi davanti a se. Fu avvolta dal buio totale. Il corridoio delle segrete era scomparso, di sicuro si trovava in un altro passaggio o in un'altra stanza. Sentì la serratura della porta bloccarsi e poi le mani di nuovo libere. Le funi erano scomparse.

-Lumos!- di nuovo quella voce deformata, e Ginny capì il motivo quando con la coda dell'occhio guardò dietro di lei: era uno degli incappucciati con tanto di maschera. Un altro urlo si soffocò contro la mano dell'uomo o donna che l'aveva sequestrata. La figura si portò un dito all'altezza della bocca e le intimò il silenzio. Attese qualche secondo e poi le tolse la mano dalla bocca. Ginny era confusa. Poi con un gesto della mano le ordinò di seguirla. Dietro di lui c'era una scala a chiocciola arrugginita. L'uomo iniziò a salire le scale.
-Perché? Chi mi dice che sia sicuro?- gli domandò con un filo di voce.
-Vieni cocciuta!- ordinò seccata quella voce amorfa.

Cocciuta... quanta volte l'aveva chiamata così?!

I piedi di Ginny cominciarono ad avere libero arbitrio e si ritrovò in cima a quella scaletta che sbucò in una stanzina dalle mura ammuffite. Era tutto illuminato da un candelabro di ferro scuro, adagiato su un comò di legno. La stanza puzzava di muffa e sul cassettone, sull'armadio e sulla spalliera del letto c'erano tracce delle termiti. Il pavimento di legno scuro era scricchiolante. Vicino al comò quella figura incappucciata la osservava. Si tolse il mantello mentre Ginny, in piedi davanti all'uscio, era paralizzata dalla confusione. Un Mangiamorte l'aveva salvata? Lasciato cadere il mantello ai suoi piedi, il Mangiamorte, mostrò il corpo di un uomo alto e slanciato, vestito con un completo blu scuro che aveva un aria familiare.
-Chi sei?- domandò con un filo di voce la ragazza. L'uomo poggiò una mano dalle dita pallide ed affusolate sulla maschera d'argento.

Ginny perse un battito del suo cuore...
Lentamente la maschera svelò l'uomo che l'aveva salvata.

-Buona sera Ginevra!-

La testa cominciò a girarle e si sentì peggio di quando Amycus l'aveva presa a calci. Si dovette sedere ai piedi del letto e si resse con una mano alla colonna del baldacchino per riuscire a restare in equilibrio seppur già seduta. In quel momento si accorse del sangue che dalla fronte le aveva preso a scorrere sulla tempia.
-Mi meraviglio di me stesso, non avevo mai fatto un simile effetto ad una ragazza!- commentò sprezzante Draco. Lo sentì avvicinarsi poiché ad ogni passo le travi di legno scricchiolarono pericolosamente. Ginny scosse la testa ed iniziò a tamponarsi, con la manica del maglioncino della divisa, il sangue. Vide la mano di Draco avvicinarsi alla ferita e di scatto lei indietreggiò.

-Faccio da sola...- ringhiò con un filo di voce per via della debolezza non di certo per timore. Draco fece una smorfia di fastidio ma la ritrasse comunque. Purtroppo il sangue non voleva cessare di riversarsi e cominciava seriamente a pensare che avrebbe dato di stomaco.
-Te lo devo confessare Ginevra: pensavo ad un'accoglienza migliore! Dopo che ti ho salvato da quel pazzo maiale di Carrow...- ironizzò con il suo fare arrogante. Ginny era decisa ad ignorarlo ma la nausea causata dalla piccola emorragia la rendevano poco tollerante a qualsiasi cosa e la sua voce cominciava a darle seriamente fastidio. Sentì che borbottò qualcosa fra se e se e si decise a guardarlo. Era più in carne rispetto all'anno precedente ma era comunque sciupato. Profonde occhiaie contornavano i suoi occhi sanguinosi e stanchi. Nonostante tutto la sua pelle sembrava come sempre luminosa e marmorea. Non aveva dimenticato quelle labbra sottili e rosee ora leggermente screpolate e scheggiate. I suoi capelli erano leggermente più dorati, come di un biondo sporco e come al solito era dannatamente bello. La guardava con un'espressione che Ginny non seppe come definire. Preoccupazione? Stizza? Poi fu colta da un giramento di testa e lui le fu incontro e la sostenne tra le sue braccia. Quando riaprì gli occhi, pensò di aver perso conoscenza per pochi secondi ma quando riuscì a capire cos'era successo si ritrovò sulla sua ferita una benda arrangiata con stoffa strappata via dal lenzuolo del letto. Non stava sanguinando più e Draco le aveva ripulito anche il viso dall'alone di sangue. L'aveva adagiata seduta su una poltroncina che poco prima Ginny non aveva nemmeno notato, un po' per la penombra e un po' per la debolezza.

-Ben ritornata tra i vivi!- la accolse gelido lui. La rabbia iniziò a salirle pericolosamente, facendole stringere i pugni e digrignare i denti ma quel momento le fece dolere la testa. Lo trovò all'in piedi, poggiato al muro a fissarla. Fece per alzarsi e andar via ma dovette risedersi di corsa perché fu colta da un altro capogiro. Comunque si sforzò di restare presente alla situazione.
-Accompagnami di sopra!- ringhiò acida.
-Certo come no... e diciamo a Pansy o ad Alecto che Carrow si è lasciato intenerire dai tuoi occhioni da cerbiatta e ti ha risparmiato la nottata ditorture, vero?- le rispose velenosamente sarcastico. Ginny si imbronciò.
-Dove l'hai mandato?- s'informò su Amycus, ricordandosi di averlo visto allontanarsi.
-A fare una dormita! Non si sveglierà prima di domani pomeriggio, all'ora che tu già potrai gironzolare per il Castello a far danni!- rispose facendo qualche passo verso di lei.
-Non ti avvicinare! Stai-lontano-da-me!- gli intimò puntandogli contro un dito. Draco indurì l'espressione.
-Comincio a pensare che Amycus non aveva tutti i torti a tenerti legata... sei davvero insolente! Se vuoi lo richiamo e vi lascio da dove vi eravate interrotti-. Ginny ridusse gli occhi a due fessure ma non ribatté alcun ché.
-graziedellaiuto...- disse in tutta fretta e rivolgendo lo sguardo altrove.
-Cosa? Scusa non ho capito bene...- in realtà si era sentito benissimo ma si stava divertendo a prendersi gioco di lei.
-HO DETTO GRAZIE!- gli urlò come se si stesse rivolgendo ad un bimbo un poco tonto. Draco le sorrise borioso e poi si sedette nella poltroncina vicino alla sua. Ginny osservò tutt'intorno e capì perché poco prima non aveva notato la poltrona su cui era seduta. Non si trovavano nella stanza su cui erano sbucati ma in una specie di salottino. Tra loro due c'erano una tavolino da tea e ai lati una libreria con vecchi tomi polverosi. Alle pareti vi erano tele raffiguranti solo paesaggi tetri o strane creature animate, che non badavano a loro. L'aveva portata in braccio fin lì? Le si arrossarono le guance solo al pensiero. "Perché dannazione deve farmi sempre quest'effetto?!"

-Ma figurati... è stato un piacere! È il mio Hobby preferito salvare ragazzine impulsive ed avventate! Come diavolo ti è venuto in mente di schiantare Alecto?!- la rimproverò.
Si, decisamente era preoccupazione quella che aveva letto nei suoi occhi.
-Stava torturando Luna... se fosse stato un tuo amico?- le rispose acida, sfidandolo con lo sguardo che le divenne di fuoco. Draco rispose con altrettanto ardore a quegli occhi, con i suoi artici.
-Sei troppo avventata Ginevra, e ti farai ammazzare!- commentò con tono arreso. Ginny fu soddisfatta, le mancava solo la ramanzina per farle aumentare il mal di testa.
-Perché sei qui? Perché mi hai aiutata?- Draco assunse un cipiglio stupito. E restò a guardarla per un po' prima di risponderle.
-Sono ad Hogwarts da un po'... per parlare di... alcune cose con Piton e Amycus! E quando ho assistito a quel siparietto ho immaginato cosa volesse farti e mi sono fatto trovare nel corridoio!- spiegò con sufficienza.
-Ma perché?- insistette Ginny.

-COSA PERCHE'?- le urlò contro furente.
-PERCHE' MI HAI AIUTATA?- urlò di contro la ragazza ignorando le fitte alla testa. Draco si alzò di scatto, facendo rovesciare la poltrona a terra. Si prese la testa tra le mani e gemette di frustrazione.
-Non puoi solo essere felice di non aver passato la notte in una cella?- le chiese cercando di tenere a freno i nervi. Ginny sospirò e si mise comoda, decisa a non rivolgergli più la parola. Draco sembrò capirlo e sospirò a sua volta. –Sei snervante...- fece una pausa camminando avanti e indietro per il salottino. –E testarda...- ancora una pausa e risollevò la sedia da terra. –E sfiancante!- e restò a fissarla con espressione truce. Ginny gli sorrise soddisfatta di averlo innervosito.
-Quel mantello ti sta orrendo...-
-Cosa?-
-E la maschera è orripilante...-
-Ma che diamine...?- Draco si corrucciò. Poi il suo viso si illuminò e cominciò ad annuire con un sorrisetto strafottente. –E' un modo per intavolare il discorso: sei diventato un Mangiamorte?- Ginny sollevò un sopracciglio e non rispose. Ma si sa: chi tace acconsente. Draco rise divertito. –Quanto sei infantile Ginevra...- commentò scuotendo il capo.
-Vai al diavolo...-
-Già fatto, principessa!- e lei rispose con un ghigno sarcastico. Ginny accavallò le gambe ed incrociò le braccia sotto il petto offesa. Il biondo roteò gli occhi al cielo molto irritato ma cercando di mantenere la calma si riaccomodò di fronte a lei, nuovamente, con innato charme.

-Ginevra per favore, speravo che tu capissi... che più di tutti potessi capirmi!- Ginny storse il naso. "Perché? Perché diavolo doveva capirlo più di tutti?" Lui se ne accorse ed indurì la mascella cominciando a temere veramente di schiantarla per farsi ascoltare. Pian piano si voltò a guardarlo. I suoi bei lineamenti nordici leggermente sciupati da chissà quale tortura. Sentì una fitta al cuore nel ricordare le parole di Blaise... si specchiò nell'argento dei suoi occhi, così stanchi e così sanguigni. Le sue labbra erano serrate, le venne da sorridere a pensare a quanto lo stesse facendo incavolare. Anche in quel momento Draco si accorse della sua reazione e ne approfittò per sorriderle. Come cavolo faceva a capirla con uno sguardo non riusciva ancora a comprenderlo.

-Perché pensi che io possa giustificare la scelta che hai fatto? Perché proprio io?-
-Perché siamo io e te... solo io e te...- Ginny sentì il cuore fermarsi. Si ricordava? Dopo tutto quel tempo, tutti quei giorni, tutti quei mesi, si ricordava di quello che gli aveva detto sotto il castagno quel pomeriggio nevoso?!
-Non è mai stato così... me lo hai sempre detto!- obiettò con voce tremante per l'emozione.
-Adesso è diverso... adesso sai cosa sono dovuto diventare! Adesso sai cosa ero stato costretto a fare! Non ho più bisogno di mentirti e nasconderti la verità!- Ginny scosse la testa scoraggiata. Con un moto di stizza Draco calciò il piede del tavolino che per poco non si rovesciò a terra.
-Ti avevo supplicato di tirartene fuori! Ti avevo detto di mollare qualsiasi cosa ti avevano imposto di fare! Ma tu no...?! Dovevi per forza diventare un reietto! Ho temuto che fossi diventato un assassino!-
-Sciocca! Che ne sai se non ho dovuto uccidere qualcuno anche dopo?! Che ne sai se non lo farò in futuro?! Avrei dovuto uccidere io Silente! A quest'ora non sarei...- s'interruppe e prese a massaggiarsi le tempie livido di rabbia. Non riuscendo a calmarsi diede un altro calcio, stavolta allo stipite della porta. Ginny sobbalzo per il fracasso ma cercando di non aver paura di lui.
-Ci vuole più fegato a disobbedire agli ordini che a rispettarli!- Draco ghignò sarcasticamente e poi le puntò il dito contro.
-Certo... però sai cosa significa disobbedire al Signore Oscuro?-
-NO! DIMMELO TU CHE SI PROVA AD ADORARE UN PAZZO OMICIDA, MALFOY?- gli urlò contro sporgendosi dalla poltrona reggendosi ai braccioli per non vacillare, a causa della debolezza. Draco restò pietrificato da quella reazione. Non aveva pietà per lui. Non l'avrebbe sopportato ai tempi della sua missione che qualcuno lo compatisse o provasse pietà per lui. Nemmeno se fosse stata Ginny. Ma ora era diverso. Ora si aspettava che lei lo comprendesse.
-Mi ha torturato... mi ha tenuto prigioniero nella mia stessa casa, nelle mie stesse segrete! E poi mi ha detto che lui era misericordioso e che avevo di sicuro capito la lezione! Contenta Weasley?- rispose atono.
-Sei un idiota! E questo che pensi? Che io sia contenta se tu soffri? Ti avevo offerto il mio aiuto e adesso ti ritrovi con quell'orrendo tatuaggio sul braccio... patetico...- vide Draco scrocchiare le nocche furioso.
Lui digrignò i denti -Ho dovuto fare una scelta: o la vita della mia famiglia e diventare un assassino oppure la morte! E adesso basta! Vuoi andartene? Mi odi per questo e per tutto il resto, va bene... ma basta con gli insulti e queste occhiate di disprezzo! Ne ho abbastanza!- parlò freddo, glaciale, tagliente. Ginny non voleva farlo soffrire ma ancora dentro di lei una bestia feroce ruggiva perché contraria alla realtà. Odiava che lui fosse un Mangiamorte, ma non odiava lui! –Vai, se vuoi andare... non ti fermerò!- e le indicò la porta dietro di lui. Ginny restò immobile, ancora sbilanciata verso di lui.
-Voglio andare a letto...- "Ma che dici?!" si maledì per essere stata ambigua. –Mi gira la testa, ho bisogno di distendermi...- aggiunse di fretta e paonazza. Draco la fissò interdetto e confuso. Quando realizzò come Ginny tutt'ad un tratto si fosse calmata, annuì e le andò incontro. –Faccio da sola...- precisò facendogli segno con la mano di starle lontano. Draco fece una smorfia di disappunto e la osservò alzarsi a fatica e sorreggersi al muro fino alla stanza da letto, lì accanto. Quando arrivò si sdraiò con misurata lentezza fino a poggiare il capo sfinita.
-Dovrei riposare anch'io!- osservò il ragazzo.
-Quelle poltrone sono davvero comode!- rispose astiosa la rossa.
-L'ultima volta che abbiamo dormito nello stesso letto non hai fatto così tante storie...- commentò sprezzante. Ma Ginny chiuse gli occhi, decisa stavolta ad ignorarlo. –Certo... adesso sei la donna di San Potter, giusto? Vi ho visti l'anno scorso mano nella mano... patetici!- cercò di punzecchiarla. Ginny sorrise, sotto i baffi, della gelosia del biondo e restò in silenzio. Lo sentì sbuffare e poi a passi nervosi dirigersi verso la stanza accanto.

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