Ferite mai rimarginate. Parte 2
Tutto il giorno Ginny fu sbalzata da un'aula all'altra. Senza sosta. Già il pomeriggio, quando ancora l'attendevano due ore di Incantesimi, era distrutta. Si trovò così cinque minuti per rilassarsi, in biblioteca. Poggiò i gomiti su uno dei tavoli da lettura, e la testa sul suo libro di Incantesimi. Poi chiuse gli occhi sfinita. "Cinque minuti e vado!" si disse. Ad un tratto si sentì cadere nel vuoto. Qualcuno le aveva sottratto la sedia dal sedere. E un dolore lancinante salì dal fondoschiena. Chiuse gli occhi per la fitta e quando li riaprì davanti a lei c'erano la Bulstrode e la Parkinson che ridevano di lei, a crepapelle.
-Tu pezzente di una babbanofila, prova solamente un'altra volta a schiantarmi e ti farò sputare sangue, intese?- la minacciò Pansy, puntandole contro il dito, dall'alto. Mentre Millicent annuiva minacciosa. Ginny strinse forte i pugni per scaricare la rabbia. Aveva già perso punti e dovuto sopportare la punizione della Umbridge. Se reagiva nuovamente, avrebbe fatto il suo gioco, e forse la Umbridge l'avrebbe punita alla maniera che usava con Harry. Si alzò lentamente. Con i denti digrignati per sopprimere ogni tipo di parolaccia o peggio, fattura. Nel frattempo ridevano di lei, credendo che non parlasse dalla paura. Ginny le fissò con sguardo infuocato. Tenendo i pugni serrati sui fianchi.
-Che succede qui?- udì la voce più fastidiosa, odiosa e altezzosa che conosceva. Da uno degli scaffali in mogano della biblioteca, apparve Malfoy. –Cos'è questo chiasso?- Pansy impallidì e si fece di colpo seria al suo arrivo. Ginny invece rimase immobile a guardare alternativamente lui e le ragazze. –Allora nessuno parla?- e lì il ragazzo guardò le due Serpeverdi.
-Draco, tesoro... so che tu capirai... l'altro giorno, ti ricordi? La qui presente principessa delle toppe, mi ha affatturato!!- Draco guardò Ginny dalla testa ai piedi fumante di rabbia. Ginny sostenne il suo sguardo di ghiaccio. "GINNY NON-DEVI-AVERE-PAURA-DI-LORO!" si ripeteva in testa. Ma era accerchiata, una mossa falsa e l'avrebbe pagata cara.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua pezzente?!- le chiese, girandole intorno, il biondo. Ginny si trattenne di rispondergli dove si poteva ficcare il gatto. E restò impassibile. –Voi due- rivolgendosi poi a Pansy e a Millicent, -fuori! Non avete lezioni? Ci penso io a questa qui...- e poi tornò a guardarla con disprezzo.
-Ma Draco... pensavo che potevano divertirci tutti e tre, con lei!- provò a supplicarlo con gli occhioni dolci Pansy.
-Si Draco, l'abbiamo seguita apposta per metterla in trappola! Al solito vuoi tutto il "divertimento" per te...- la appoggiò Millicent. Ma Draco sbuffò spazientito.
-Ho detto fuori! Non costringetemi a punire anche voi, ok? Ricordatevi che siamo in pieno orario lezioni, e che io sia il Prefetto...- Pansy soffocò una risata.
-Anch'io Dracuccio, ricordi? Posso stare qui!- disse Pansy. Draco la incenerì con gli occhi e il suo sorriso si dissolse. –Ok ok vado... basta che ne lasci un pezzettino pure per noi...- e se ne andarono ancheggiando e ridendo. Così Draco tornò a fissarla e a girargli intorno.
-Bene bene... ma io e te non avevamo detto che non ti saresti più resa inopportuna o sbaglio?!- le bisbigliò ad un millimetro dall'orecchio. Tanto vicino, che Ginny sentì il suo respiro caldo e profumato, lambire la sua pelle lentigginosa. Ginny si voltò a guardarlo negli occhi. Draco alzò le sopracciglia come a sfidarla e le fece cenno di rispondergli.
-Di grazia... vedi che io ero tranquilla per i fatti miei... le tue amichette serpi, sono venute a infastidirmi...- puntualizzò la rossa. Draco ghignò divertito e si sfregò le mani, riprendendo a girarle intorno. Ginny buttò gli occhi al cielo. –Puoi anche non credermi... quanti punti mi toglierai?- allora chiese spazientita. Era già in ritardo di mezz'ora per la lezione.
-Ti piacerebbe... ti sembra che te la caverai così? Con dei miseri punti tolti? Devi smetterla di essere così ingenua Weasley...- le bisbigliò nell'altro orecchio. Il respiro caldo del biondo le fece venire un brivido sulla spalla e tremò.
-In che senso? Cosa vuoi Malfoy?- gli chiese ritornando a guardarlo dritto negli occhi. Li vide illuminarsi di una strana luce. Così spaventata indietreggiò. –Piantala ok? Non sei divertente!!- e fece per lasciare la sala, ma si sentì presa per i capelli. Gridò per il dolore ma lui le tappò la bocca con la mano e la agguantò da dietro. Con una gamba le bloccò le sue, con il braccio le strinse il busto e le braccia. Ginny era terrorizzata, e lo guardava con la coda dell'occhio. "CALMA-GINNY-CALMA!"
-Sei così... così...- nel frattempo le odorava il collo. "COSI' COME DANNAZIONE?" si chiese Ginny. Draco si leccò le labbra e la spinse a terra. Ebbe i riflessi di stendere le braccia davanti e non sbattere la faccia sul pavimento. –Sai per un attimo volevo punirti come si deve, ma poi avrei dovuto disinfettarmi, brutta pezzente!- Ginny si sollevò da terra dolorante. Si voltò verso di lui e lo guardò con disdegno.
-Sei un mostro... proprio come tuo padre! Due luridi servitori del Mago Oscuro!!- gli sputò con tutto il veleno che aveva in corpo. Draco mosse la mascella meccanicamente, per la rabbia. Strinse forte i pugni e la guardò a sua volta con odio.
-Tu?! Tu come osi parlarmi così? Traditrice del tuo sangue! Come osi parlare di mio padre!?- le ringhiò andandole contro. Ginny prese il suo libro di incantesimi e glielo lanciò contro. Il tomo lo colpì in pieno stomaco ma sembrò solo rallentarlo, non fargli male.
-Come oso?! Hai forse dimenticato il tuo lurido padre cosa mi ha fatto al primo anno? Hai dimenticato cosa è stato capace di darmi e farmi fare con quel diario?-
-Io.. io...- balbettò furioso il biondo, senza però bene sapere cosa rispondere. Si fermò di scatto a guardarla da capo a piedi. Era confuso ma ancora agitato.
-Ecco! Non ci sono parole per quanto voi possiate essere perfidi e cattivi!! Prima me, ora mio padre!! Tu e la tua combriccola di Mangiamorte!- continuò Ginny capendo di aver spiazzato il Serpeverde. Sul viso di Draco si dipinse una strana espressione. Ginny non lo aveva mai visto così. Sembrava...sembrava dispiaciuto. "No Ginny, idiota, Draco Malfoy non si dispiace! STAI-ATTENTA" si mise in guardia da sola. Draco restò a fissarla negli occhi. Poi per primo calò lo sguardo e si sedette. La rossa rimase immobile dallo stupore. Gli aveva fatto abbassare la cresta. –Po...posso andare, ora?- gli domandò tornando ad un tono di voce pacato. Lui la squadrò severo.
-Sei in ritardo per le lezioni, dieci punti in meno a Grifondoro...- lei gli voltò le spalle per andarsene, -e...Weasley? Non ti azzardare mai più a fare la saputella con me ok? La prossima volta non sarò così clemente...- Ginny si irrigidì e attese qualche secondo. Poi riprese a camminare e finalmente fu fuori dalla Biblioteca.
Prese un respiro profondo. Sebbene aveva fatto la dura, aveva avuto davvero paura. Era stato più forte di lei... doveva dirgli quello che per anni l'aveva messa alla gogna. Quella dannata Camera dei Segreti l'aveva fatta escludere per un anno intero da tutti. Solo Harry ed i suoi fratelli, più Hermione, le erano stati vicino al suo secondo anno. Tutti l'avevano esclusa come una reietta. Si era trovata a ricostruire, già da così piccina, la sua immagine. Se non fosse stato che lei era una tosta, che ce ne voleva per scalfirla, non avrebbe retto quella pressione. Ma ce l'aveva fatta!! Passo dopo passo, verso l'aula di Incantesimi sentì il battito tornare lento e calmo. Si ricordò di quella reazione di Malfoy. Non riusciva ancora a credere che l'aveva messo con le spalle al muro. L'aveva mortificato, incredibile! Ormai da quattro anni aveva a che fare con lui e MAI Malfoy aveva mostrato cenni di umanità. Si grattò la testa confusa. Come c'era riuscita? Eppure lei aveva accusato la sua famiglia. Si sentiva frastornata. Quando arrivò davanti all'aula era con un'ora di ritardo. Sospirò pronta alla ramanzina.
-Oh, oh grazie signorina Weasley per averci onorato della sua presenza...- e nell'aula scoppiò una fragorosa risata.
"Dannato Malfoy..." –Mi scusi professore ma... ma mi ero persa...- bofonchiò poco credibile, mentre prendeva posto.
-Certo signorina... come no?! Dopo quattro anni lei ancora non sa come arrivare fin qui?! Dieci punti in meno a Grifondoro e tre pergamene sulla lezione del giorno, per lunedì!- la punì il piccolo professore. Poi per fortuna continuò la sua lezione. Nonostante il rimprovero, Ginny continuò a pensare al viso di Malfoy, ai suoi occhi e a come erano divenuti cupi alle sue parole. "Non ti sentirai in colpa, stupida piccola Ginevra, vero?!"
La fine della lezione interruppe il vortice dei suoi pensieri. L'ultima lezione si era conclusa e mentre passeggiava per i corridoi verso la Sala Grande osservava dalle finestre, ornate di mosaici, il tramonto.
-Gin! Ciao!- Dean alle sue spalle la fece sussultare. –Che fai?-
-Ehi Dean! Stavo ammirando il Lago Nero... guarda che bello quando specchia il crepuscolo...- e sorrise al ragazzo che aveva distolto lo sguardo da lei, per osservare il paesaggio.
-Non bello quanto te...- si rigirò prendendola di sorpresa. Ginny restò interdetta a guardarlo. –Ora vado però...- e le fece l'occhiolino. Lo vide voltare l'angolo di corsa. "Ma che diavolo sta prendendo a tutti quanti?" si domandò ancora sconvolta. Batté forte le ciglia per riprendersi. Alzò le spalle confusa e riprese a dirigersi verso l'agognato banchetto. La tavola era già imbandita e sembrava che al tavolo mancasse solo lei.
-Ginny! Ma che diavolo di fine hai fatto oggi?- tuonò Annabeth facendole segno di sedersi accanto a lei. Ginny si accomodò e si prese una porzione di purè di patate dolci.
-E' stata una giornata terribile... prima la Parkinson e la Bulstrode mi hanno tenuto una trappola... poi è spuntato Malfoy... e...- s'interruppe e decise di cambiare versione dei fatti, -e mi ha tenuto apposta lì per farmi perdere del tempo e rimetterci la lezione!-
-Ma che serpe velenosa!!- commentò Lorie, seduta di fronte a lei.
-E' da schiantare- si aggiunse Betty al discorso!
-Lo odiamo! Ginny dobbiamo fargliela pagare!- terminò Annabeth agguerrita, dando pacche di comprensione alla rossa. Ginny fece cenno di no con la testa, lasciandole sbigottite dallo stupore. Ginevra Weasley che diceva di no ad una controffensiva contro un Serpeverde?! Era da matti. –Perché?- chiese allora Annabeth.
-Gli darebbe modo di tormentarmi ancora. Per un nuovo motivo. Sembra darmi la caccia ragazze! Si trova sempre dietro di me ogni volta che mi trovo in una situazione sconveniente. È incredibile!- spiegò Ginny finendo il suo purè.
-Ginny non sei tu a parlare! Dimmi che sei sotto il suo Imperio, ti prego- la supplicò Lorie prendendole una mano.
-Ah ah, davvero divertente! No sono in me, e vi assicuro che mi getterei la zappa sui piedi facendo il suo stesso gioco, ragazze!- le tre amiche si guardarono deluse e tornarono alla loro cena. Una volta terminata, insieme uscirono dalla Sala verso la torre Grifondoro.
-Tesoro!- la voce di Michael la chiamò. Ginny si voltò e nello stesso momento alle spalle del ragazzo, vide Malfoy camminare a testa bassa e svoltare per i sotterranei. Ginny si corrucciò. Eppure quella sera lui era di turno. Aveva la ronda, come l'aveva lei. Nel frattempo il Corvonero si era avvicinato e le aveva preso la mano.
-Stasera sei di turno Ginny, ti accompagno fino al terzo piano e poi mi uniscono agli altri, stai attenta mi raccomando!- Ginny alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-Possibile che siete tutti così diffidenti nei miei riguardi?! So cavarmela da sola, tranquilli! Ogni occasione è buona per ricordarmi che sono piccola ed ingenua?!- Michael la guardò confuso. E nello stesso momento la ragazza capì di aver esagerato un po'.
-Ma di che parli Ginny? Ti ho solo detto di stare attenta...anche tu lo dici a me...- balbettò Michael allibito.
-...Scusami... hai ragione ma ho avuto una giornata nera! Sono nervosa...- si giustificò la rossa. Michael si accigliò.
-Perché? Che è successo?- le domandò mentre percorrevano il corridoio del terzo piano.
-Un altro scontro con i prefetti dei Serpeverde...- rispose a testa bassa.
-GINNY! Ma è mai possibile che non ti si piò lasciare sola che ogni volta ti azzuffi con loro?! Chi hai schiantato questa volta?- la rimproverò cercando il suo sguardo. Ma lei teneva la testa bassa, sapeva che Michael non era d'accordo al suo tenere testa.
-Oh dai! Ma che dovrei fare? Farmi chiamare pezzente o babbanofila senza fiatare?! Malfoy e la Parkinson ce l'hanno con me a morte e per giunta oggi per colpa loro sono arrivata tardi a lezione e adesso ho tre pergamene di Incantesimi da finire per lunedì...- si lamentò Ginny. Michael scosse la testa tra l'arrabbiato e il divertito. Nonostante avesse quattordici anni, era la ragazza più bella, caparbia e testarda nonché intelligente, che avesse mai conosciuto. Parlando erano arrivati al corridoio, al di là del quale c'era l'entrata della Stanza delle Necessità. Michael la baciò delicatamente e si diresse verso il gruppo dell'ES.
Poco dopo Ginny fu raggiunta da Neville e l'uno prese il corridoio a destra per ispezionarlo, e l'altra quello a sinistra. Nessuna traccia di Malfoy... aspettò per circa dieci minuti ma nulla. Sperò che anche Neville era stato così fortunato nel non aver incontrato né Nott ne la Parkinson, e si diresse nella Stanza anche lei. Prese parte all'esercitazione sul Patronus tutta elettrizzata. Così riuscì a scaricare la tensione causata dalla giornataccia. Cinque minuti dopo anche Neville arrivò, raccontando loro del filo da torcere che Nott gli aveva dato. Stava quasi per non partecipare ma per fortuna gli era costato solo qualche punto casa, quell'incontro con il Serpeverde. Alla fine della lezione Ginny s'intrattenne a chiacchierare con Luna che aveva assistito alla ramanzina di Vitious. Mentre Michael era dovuto correre via e l'aveva congedata con un bacino sulla guancia.
-Io vado Ginny, e mi raccomando, sfigata come sei, ai gorgosprizzi!!- e se ne andò saltellando. Ginny sorrise divertita dal temperamento buffo della bionda. Si voltò a cercare la sua borsa e vide Harry alle spalle di Cho che le sussurrava qualcosa. Del vischio si stava ricreando sopra le loro testa. Le venne subito da vomitare. E il sorriso si trasformò in un'espressione amareggiata. Trattenne a forza le gambe sul posto, per evitare di correre da loro e dividerli. Si voltò di getto verso l'uscita e iniziò a correre devastata dentro. Voleva correre, fuggire, lontano da quella visione. Soffocò le urla e il pianto. "Stupida piccola Ginny! Che ti aspettavi?! Solo lui non si accorge di te!" si ammonì oltrepassando il Ritratto della sua Sala Comune e salendo le scale come una furia. Non era più triste ma arrabbiata. Furiosa con se stessa.
-Ehi!- la bloccò Hermione in cima alle scale. –Che hai Ginny?-
-Herm... ti prego, non voglio parlarne... mille volte lo abbiamo fatto e mille volte ci sono ricascata...-
-Si tratta di Harry?- chiese Hermione con un'espressione mista tra la delusione e la comprensione verso l'amica. Ginny annuì trattenendo le lacrime. Non erano lacrime per lui. Ma per se stessa. Era delusa da se stessa. Furiosa con il suo essere ingenua, proprio come aveva detto Malfoy. –Ginny tesoro, guardami!- le intimò la riccia. Ginny alzò gli occhi e si specchiò in quelli nocciola di Hermione. –Cosa avevamo detto a inizio anno?-
-Ooh Herm... ma è così difficile...-
-Ginny ti prego ascoltami! Non ti sto dicendo di far finta che lui non esista! Non ti dico di dimenticarlo con uno schiocco di dita. All'inizio dell'anno ne avevamo parlato prima che lui arrivasse a Grimmauld Place. Mi avevi detto che, nonostante Michael, avevi pensato a lui e che ti era mancato, ricordi? Io ti avevo spiegato che solo staccandoti da lui e dall'idea di Harry-salvatore della piccola Ginny, ti saresti potuta godere la tua storia con Michael-
-Herm io ci provo, ci sto provando! Ma riesco sempre a trovarmi nel posto sbagliato e al momento sbagliato...-
-Si tratta di Cho?- chiese la riccia
-Si... io ho provato a godermi la mia storia con Michael. Ti giuro! Ma riesce sempre a confondermi con quei suoi occhi verdi... lo guardo e vorrei essere al posto di lei...- piagnucolò poggiando la testa sulla spalla dell'amica. Le due ragazze sospirarono all'unisono.
-Ginny devi sforzarti con tutta te stessa! Se è destino che lui si accorga di te non sarà di certo perché gli vai dietro come un ippogrifo in calore... ne se ti ci attacchi come una cozza... lo farà se ti saprà guardare come donna. Non più come la piccola di casa Weasley. Non come la sorellina di Ron il suo migliore amico. La ragazza che deve salvare dal Basilisco!- sciorinò schietta Hermione. Ginny alzò il capo e la guardò. Aveva ragione.
-Grazie!- e l'abbracciò fortissimo. –Non voglio essere la piccola bambina da salvare! Sono cresciuta Hermione! E se lui non vuole capirlo... peggio per lui!-
-BRAVA! Così ti voglio, fiera e risoluta! Asciuga quegli occhi adesso e fila a farti una doccia! Puzzi di calderone ammuffito!- e risero a crepapelle, mentre la rossa seguiva il consiglio.
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