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Ferite mai rimarginate. Parte 1

Dopo tre giorni ancora Michael non le aveva rivolto la parola. Tutti se ne erano accorti. Se ne erano accorte le sue compagne di stanza con cui si recava alle lezioni. Era impossibile non notarlo, dato che lui l'accompagnava sempre in tutte le aule, pur di star cinque minuti con lei, tra una lezione e l'altra. L'avevano notato Ron, Hermione e persino Harry. Spesso sentiva Ron fare il terzo grado ad Hermione, per sapere come mai non si parlassero più. Ma Ginny non aveva detto a nessuno, tranne che a Lorie, di cosa fosse successo in realtà. Diceva a tutti che avevano litigato a causa di un'incomprensione, una sciocchezza. Ma che ne l'uno ne l'altro avevano voluto abbassare la testa e scusarsi, fino ad allora. Dal canto di Michael invece vi era molta discrezione. Nessuno dei suoi amici o amiche, che ormai lo erano anche di Ginny, si azzardò ad importunarla per chiedere spiegazioni. Lui non era riservato ma Ginny capì che era una cosa troppo delicata. Che lui aveva rispetto per lei e non aveva proferito parola con nessuno, sull'accaduto. Ad ogni colazione, pranzo ed ad ogni cena Ginny si sedeva dando le spalle al tavolo dei Serpeverde, così da poter osservare Michael. I primi giorni il ragazzo non aveva rispettato i suoi soliti orari. Non era riuscita ad incontrarlo ne a pranzo ne a cena. E neanche per i corridoi. Sembrava essersi volatilizzato. Michael conosceva bene gli orari dei corsi della rossa. La evitava di proposito. Sebbene Ginny aveva apprezzato la discrezione nel non parlarne con nessuno, era davvero infastidita dal fatto che prima le avesse fatto intendere che non era un problema e poi invece si stava nascondendo da lei. Allora si ritrovò a pensare che solo l'incontro del giovedì dell'ES, sarebbe stato l'unico modo per incontrarlo. Neanche la punizione con la Umbridge l'aveva aiutata a smettere di pensare a lui. Per circa due ore aveva aiutato la professoressa di difesa a correggere delle verifiche, in quella stanza piena di miagolii e di odore di infusi alle more.

Finalmente alla cena del terzo giorno lo aveva visto arrivare. Era in compagnia dei due ragazzi Corvonero, che quella sera, di tre giorni prima, aveva visto sghignazzare. Ma nessuno dei tre la degnò di uno sguardo, mentre lei ne seguì ogni piccolo movimento. Per fortuna Michael non l'aveva vista e si sedette quasi di fronte. Ad un tratto lui sollevò gli occhi e i loro sguardi s'incrociarono. Ginny fu sorpresa del fatto che lui non distolse la vista ma continuò a guardarla. All'inizio la ragazza non capì con quale tipo di stato d'animo. Sembrava nostalgico. A Ginny venne da sorridere. Gli mancava. Anche Michael abbozzò un sorriso.

-Gin, ehi Gin, buona questa zuppa vero?- piombò Neville tra i suoi pensieri.
-...oh...oh si, molto buona!- ma il tempo che rispose a Neville e di rigirarsi, già Michael stava parlando con uno dei suoi compagni di casa. Ginny sospirò e tornò a parlare con Neville dell'incontro di domani.
-Finalmente potremmo imparare il Patronus!!!- esclamò il ragazzo sorseggiando il suo succo di zucca, tutto contento. –Sei curiosa di sapere quale aspetto prenderà il tuo?-
-Certo!! Però domani ci tocca la ronda! Chi è di turno domani della squadra d'Inquisizione?-
-mmh... Nott e... Malfoy... se non sbaglio- rispose portandosi un dito alla bocca.
-Gin se vuoi ti do il cambio...- s'intromise Dean che fino a quel momento sembrava essere stato intento a leggere un articolo sul Cavillo, che Luna aveva gentilmente lasciato sul loro tavolo.
-No tranquillo Dean, me la so cavare, e poi se dovessi avere problemi chiamerò Neville usando il Periculum- precisò la ragazza un po' stizzita con un sopracciglio alzato. Dean capì di averla infastidita e allora prese un po' di frullato alle ciliegie e glielo versò. Ginny lo guardò dapprima confusa. Poi capì di aver lasciato trasparire che si fosse risentita. Così gli sorrise dolcemente.
-Mi perdoni? Non volevo intendere che non saresti capace di cavartela! Solo che potresti perdere la lezione e volevo sacrificarmi al posto tuo...- e gli carezzò la mano lievemente. Poi si rimise composto a guardarla.
-Grazie Dean! Ti assicuro che ci sarò in un modo o nell'altro-
-Allora sono perdonato?-
-Si certo! E grazie per il succo- e Ginny sollevò il calice. Dean prese il suo e fecero un piccolo cincin. Quando Dean tornò al suo articolo, Ginny si girò verso il tavolo dei Corvonero. Michael la guardava con sguardo ammonitore. Era geloso del piccolo quadretto tra lei e il ragazzo di colore. Ginny fece lo sguardo da cucciola, sgranando gli occhi e buttando in fuori il labbro inferiore. Il ragazzo non riuscì a contenere un sorrisino divertito e scosse la testa. La rossa gli inviò il suo sorriso più smagliante e si portò indietro i capelli con fare lezioso.

Sperò che il banchetto finisse presto. Dopo un bel budino al caramello, si congedò da Hermione dandosi appuntamento alla Sala Comune Grifondoro. Velocemente s'indirizzo verso Michael, che come se lo sapesse, la stava aspettando impalato, all'uscita della Sala Grande.

-Sapevo che appena ti avrei vista...mi avresti fatto questo effetto!- l'accolse.
-Quale effetto?-
-Mi fai rincitrullire... mi sciolgo appena vedo i tuoi occhi... appena sbatti le ciglia... o quando sorridi!- Ginny a quelle parole si morse il labbro inferiore con fare seducente. Michael sorrise e di getto la strinse talmente forte da soffocarla quasi. –Quanto mi sei mancata!-
-Anche tu!- e lo baciò dolcemente prima sul collo. Poi si mise in punta di piedi, e lo baciò con vigore sulle labbra. Appena le schiuse, il bacio divenne intimo e umido. Michael assaporò il sapore di ciliegie della sua lingua. Si inebriò del suo profumo di gelsomino che si sprigionò quando intrecciò la sua mano tra le ciocche della sua chioma di fuoco. Quando Ginny toccò di nuovo terra lo fissò dolcemente negli occhi neri e profondi. Si sorrisero. Mentre lui l'abbracciava, con la coda dell'occhio vide Cho correre verso Harry. Era la sera dell'appuntamento. Distolse lo sguardo dai due velocemente, tanto quanto cercò di riconcentrarsi su Michael. Si sforzò di ricordare quanto in quei tre giorni le era mancato. Fu più forte di lei e tornò a guardarli. Harry chiacchierava con lei sorridente. Era dall'anno precedente che il moro sperava nelle attenzioni della bella Corvonero. Poi lei però aveva dato la precedenza al povero Cedric. Ora però tutte le sue attenzioni erano per Harry. Ginny storse il naso quando la vide atteggiarsi in modo seducente. Di nuovo portò lo sguardo altrove. "Basta! Qui c'è Michael! MICHAEL!- si autoconvinse.

-Ti accompagno su!- la prese per mano e insieme salirono le scale alla torre dei Grifondoro. Davanti l'entrata l'abbracciò di nuovo fortissimo e si scambiarono un dolce bacio.
-Mi hai perdonata?-
-No... ti ho capita!- e le sorrise. Le diede un ultimo bacio sulla fronte. –Buona notte tesoro!-
-Notte notte!- e attraversò il quadro dopo aver dato la parola d'ordine. Si sentì più leggera. Avevano finalmente fatto pace.
-Ginny! Sono qui!- Hermione, davanti al camino, le faceva segno di raggiungerla. Ginny annuì e la raggiunse sedendosi sul tappetto persiano dorato, ornato di grifoni rossi.
-Ti ricordi della ronda di domani? Ho sentito dire oggi alla Bulstrode che hanno aumentato la gente di ronda... tu e Neville dovete fare molta più attenzione e...-
-Herm tranquilla!- Ginny era raggiante, neanche stava ad ascoltarla in realtà.
-Ehi! Ma che ti succede? Sei radiosa? Centra per caso Michael in questa storia?- le disse chinandosi verso di lei.
-Già! Abbiamo chiarito!- spiegò alla riccia, con tono pimpante.
-FINALMENTE! Così Ron la smetterà di farmi mille domande e tornerà ad essere geloso!- ed entrambe scoppiarono a ridere come matte. Passarono un'ora a chiacchierare davanti al fuoco. Riscaldandosi dalla fredda sera di fine Novembre. Mentre fuori si sfogava un piccola tempesta di neve. Parlarono delle lezioni, delle vacanze di Natale che le aspettavano e naturalmente di Ron. Hermione sembrava non accorgersene ma ogni discorso lei lo riportava sul rosso. A Ginny ogni volta veniva da sorridere. Anche suo fratello faceva lo stesso. Erano due babbuini idioti, secondo lei. Così innamorati ma così stupidi da rinnegarlo e fingere di essere solo amici.

-Ehi, Harry non è ancora tornato?- piombò nella stanza Ron, scendendo le scale che dal dormitorio portavano alla sala. A Ginny sembrò di ricevere un pugno in faccia. Se ne era completamente dimenticata. Parlando con la riccia aveva rimosso il tasto dolente "appuntamento".
-No, sono ancora fuori Ronald... e tu dovresti impicciarti dei fatti tuoi!!- rispose Hermione girandosi verso il rosso. Ron le fece la linguaccia, e si sedette sul tappetto vicino la sorella.
Pochi istanti dopo, mentre erano intenti a parlare delle terribili F che continuava a prendere Ron, Harry comparve dal ritratto della Signora Grassa.
-AMICO! Allora? Com'è andata??- scattò in piedi Ron, e gli andò incontro festoso. Harry invece non sembrava eccitato, ne troppo contento. Si diresse verso Hermione e si sedette accanto a lei.
-All'inizio sembrava andare tutto bene... abbiamo aspettato che uscissero tutti dall'atrio e abbiamo attraversato il passaggio della Strega Orba sotto il mantello. Abbiamo fatto un giro per Hogsmead e parlato un po'... sono addirittura riuscito a prenderla per mano...-
-E poi?- senza controllarsi le erano uscite quelle due parole. Ginny era stupita di se stessa.
-...E poi ci siamo seduti ai Tre Manici di Scopa per una burrobirra e lì è cominciato il disastro...-
-In che senso?- domandò Hermione corrucciandosi.
-Beh... ecco... ha cominciato a chiedermi di Cedric... cosa aveva fatto, detto o cercato di dire... prima che... prima che Vold...-
-HARRY!- lo ammonì Hermione strabuzzando gli occhi.
-Scusa... prima che Lui lo uccidesse... sapete quanto odio parlarne... specialmente con lei poi. Tutti sanno quanto è stata male l'anno scorso! Perché si vuole infliggere questa tortura, e ricordarlo?- si mise le mai tra i capelli e sospirò. –Comunque... ho cercato di restare sul vago, ma lei insisteva... si è messa a piangere. Io anziché essere comprensivo, mi sono arrabbiato... detesto parlare di quello che è successo al torneo quella notte...-
-Cosa hai fatto amico?- chiese Ron tra il divertito e il dispiaciuto.
-L'ho costretta ad alzarsi dicendole che volevo riportarla al castello... che l'appuntamento era finito lì... siamo tornati al castello senza dire una parola... non ha voluto neanche che la scortassi all'ala ovest con il mantello...- i tre ragazzi lo guardavano confusi.
-Harry ma perché? Sai quant' è fragile Cho quando si tratta del suo ex ragazzo... potevi almeno spiegarle che anche a te fa male ricordare quella storia...- tentò la riccia di persuaderlo. Harry si stropicciò gli occhi confuso. Ginny lo osservava invece contenta. Avevano litigato. Per fortuna sua l'appuntamento era stato un disastro e lui era ancora single. Ascoltò per un po' i consigli di Hermione su come rimediare. E nel frattempo Harry annuiva poco convinto.
-Ragazze... non le capirò mai... gli piace Harry ma si strugge ancora per Cedric... si salvi chi può!- sdrammatizzò Ron dando delle pacche sulla spalla del moro. Le ragazze si scambiarono un'occhiata contro il rosso, scuotendo la testa avvilite. Harry invece rise divertito.
-Beh io vado a dormire... domattina mi aspettano due ore di Babbanologia... e non voglio far tardi...- Ginny si alzò e salutò il trio.
-Buona notte!- dissero in coro.
Salì su per le scale e lì trovo Lorie intenta a richiudere il suo libro dei mostri. Ginny scoppiò a ridere sbeffeggiandosi di lei.
-Devi accarezzargli il dorso, Lorie!- farfugliò tra le risate. Lorie la incenerì con gli occhi. Ma, seguito il consiglio, riuscì a riporlo nel baule facilmente.
-Allora vi ho visti piccioncini...- si avvicinò alla rossa imitando uno sbaciucchiamento. Ginny rise ancora e insieme alla compagna di stanza si sedettero sul davanzale della finestra. La luna piena rischiarava la stanza e i loro volti.
-Mi ha capita.. sue parole! Dice che appena mi ha visto non ha resistito al mio fascino- spiegò Ginny atteggiandosi a vamp. Lorie rise di gusto alle smorfie dell'amica.
-Ne ero certa! Quel tipo non riesce a stare senza di te! Si sarà autotorturato per farlo in questi tre giorni!-
-Però...-
-Oh Ginny che c'è ancora? Cosa però?-
-Però non sono ancora convinta... prima o poi vorrà ritentarci... e se ci penso... beh ancora non voglio Lorie!- sul volto di Ginny scomparve il sorriso e si fece nuovamente cupa. Lorie l'abbracciò dolcemente e poi iniziò a fissarla negli occhi.
-Gin tranquilla! Michael è un ragazzo intelligente. Ti saprà aspettare! Lo capirai da sola quando vorrai fare l'amore con lui... fino a quel momento sono sicura che lui non ti costringerà a far nulla che non vuoi!- la rassicurò mantenendo lo sguardo fisso su quelle iridi ambra rischiarate dai raggi lunari. Ginny la riabbracciò e le sussurrò quanto fosse importante per lei il suo sostegno e le sue parole. Restarono a chiacchierare a bassa voce, per non svegliare le altre ragazze, per una buona mezz'oretta, distese sui loro letti. Poi Ginny esausta crollò per prima. Lorie la seguì a ruota poco dopo. Così Morfeo le avvolse nel suo abbraccio.
La notte tranquilla non durò a lungo però. Ginny fu svegliata in piena notte dalla professoressa McGranitt.

-Tuo padre signorina Ginevra... tuo padre... ha subito un attacco!- balbettava contrita la professoressa di Trasfigurazione. Ginny sentì gli occhi riempirsi di lacrime e una fitta allo stomaco. Mentre seguiva la professoressa nell'Ufficio di Albus Silente, le lacrime le solcavano il viso, e i singhiozzi riecheggiavano per i corridoio bui e deserti. Entrata in Ufficio vide già i suoi fratelli ed Harry. I gemelli, Ron e Percy erano distrutti in viso, avevano pianto anche loro. Harry era madido di sudore, non sembrava spaventato ma arrabbiato...
-Professore cosa mi sta succedendo... perché non mi aiuta?- Harry stava supplicando il Preside di aiutarlo, quasi in lacrime per la disperazione. Silente si voltò lentamente verso il moro, sembrava titubante.
-Signor Potter... si calmi! Il professor Piton- e il Preside indicò la sua destra, dove il professore di pozioni era in piedi, -la aiuterà attraverso delle lezioni private di Occlumanzia...- concluse con voce ferma. Harry era disperato.  –Oh signorina Wesley, anche lei è qui! Ho ritenuto opportuno radunarvi e rassicurarvi che siamo arrivati in tempo! Vostro padre ora si trova al San Mungo e riceverà tutte le cure necessarie!- aggiunse Silente con voce più addolcita. Quelle parole però fecero sobbalzare il cuore della ragazza che ripiombò in un pianto. Fred e George la strinsero forte, e le baciarono il capo. Ron si avvicinò ai fratelli e quando Ginny fu libera dall'abbraccio dei gemelli, la strinse forte a sé anche lui. Una volta che Silente lasciò l'ufficio insieme a Piton, la McGranitt scortò i Wesley ed Harry fuori nei corridoi.
-Ma cosa gli è successo?- chiese con un filo di voce, strozzato dai singhiozzi, la rossa.

-Un attacco Gin! Papà si trovava al Ministero per conto dell'Ordine e purtroppo anche Nagini era lì...- rispose Fred tristemente. Ginny sgranò gli occhi terrorizzata. –Tranquilla piccolina... il veleno non si era ancora diffuso... al San Mungo lo rimetteranno in sesto!- aggiunse poi il fratello. Ginny si aggrappò al braccio di Ron, si sentiva distrutta fisicamente. Insieme raggiunsero nuovamente la torre Grifondoro e si ritrovarono davanti al camino. Nessuno voleva tornare a dormire. Nessuno aveva sonno ne voglia di stare da solo. Alla fine, alle prime luci dell'alba si erano addormentati tutti. Ginny in mezzo a i due gemelli, distesi su uno dei divanetti rosso-oro. Ron sul tappeto, rannicchiato in posizione fetale. Percy invece era tornato nella sua stanza da caposcuola quando li aveva visti assopiti. Ed Harry sonnecchiava seduto su una poltroncina. Quando i primi studenti scesero per recarsi a fare colazione, furono svegliati dal chiacchiericcio. Ginny osservò i fratelli più tranquilli. Poi Harry. Sembrava un sopravvissuto. Pallido e con gli occhi spaesati.

-Harry... come stai?- gli disse a bassa voce, avvicinandosi a lui. Il ragazzo fu come svegliato da uno stato di trance. La guardò negli occhi e poi riposò lo sguardo a terra.
-Bene... non preoccuparti per me... piuttosto andiamo dalla McGranitt a chiedere notizie su tuo padre...- fece per alzarsi ma Ginny gli serrò il polso e lo voltò a guardarla.
-Harry ascolta! Lui sta bene, l'hanno salvato! Cosa è successo a te?-
-Ginny... ecco... è una cosa complessa, tu...-
-Tu cosa? Sono troppo piccola? È questo? Non hai abbastanza fiducia in me...? Non credi che io sia abbastanza matura da capire?- gli ringhiò penetrando nei suoi occhi smeraldo.
-No! No Ginny, non è questo! È che... beh Ginny ancora neanche io so cosa mi sta succedendo... riesco a vedere dei posti, dei volti... e forse solo Silente può aiutarmi... ma... ma sembra che non voglia farlo...- la ragazza lo ascoltò e pian piano la sua stizza si trasformò in comprensione verso il ragazzo. Di colpo lo abbracciò a sé. Lo sentì rigido e pian piano ammorbidirsi per poi stringerla anche lui. –Grazie...- gli sussurrò imbarazzato. Si staccarono mantenendo lo sguardo occhi negli occhi. Due ambre e due smeraldi. Si sorrisero amichevolmente.
-HARRY! HARRY COSA E' SUCCESSO? RONALD MI HA DETTO DI IERI NOTTE!- Hermione correva come una matta giù per le scale e in un attimo piombò tra loro due.
Quando fu pronta Ginny, scese insieme a loro e ai fratelli in Sala Grande. Sembravano avere lo stomaco chiuso, tranne Ron. La preoccupazione anzi, gli aveva messo una fame da lupi. Ma questo fu il pretesto per sorridere un po', prendendolo in giro tutti insieme.
-Eccovi signori Wesley! Vi farà piacere sapere che il Preside è tornato stamani con una buona novella! Vostro padre è già sveglio e cosciente! Guarirà, a quanto sembra, molto presto!- annunciò la McGranitt sorridente ma austera. Si scambiarono tutti occhiate felici, si abbracciavano e davano pacche sulle spalle. Mentre la professoressa usciva dalla Sala.
-Un brindisi ad Harry che è riuscito in tempo a salvare nostro padre!- tuonò Fred alzandosi sulla panca. Tutti presero i loro calici sorridenti, anche chi non sapeva nulla, nel tavolo dei Grifondoro, di quello che era successo. E brindarono a lui. Che restò fermo e con lo sguardo di chi avrebbe voluto scomparire. Ma per il clima festoso nessuno lo notò, tranne Ginny, ed Hermione naturalmente. Ginny cercò di incontrare il suo sguardo e quando lo incrociò, provò a infondergli comprensione. Poi mimò con la bocca un grazie e ad Harry scappò un sorriso. Ginny ricambiò e poi lo vide alzarsi per andare a lezione.

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