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Combattere per Hogwarts. Parte 1

Quando fu l'alba Ginny era già sveglia e con gli occhi spalancati, ma assenti, fissava il soffitto color caramello della sua stanza momentanea. Aveva dormito si e no un paio d'ore, rigirandosi ogni dieci minuti tra le lenzuola calde, e riaddormentandosi tra un incubo e l'altro. Era inutile fingere, e mentire a se stessi: l'idea che Harry era partito senza di lei l'aveva delusa e fatta sentire inutile e stupida. Le sembrò di ritornare a quando aveva undici anni, quando tutti la fissavano e la prendevano per un'idiota. Un idiota che aveva aperto la camera dei segreti e si era fatta ingannare da un diario. Arricciò il naso amareggiata, mentre le stesse sensazioni si facevano spazio dentro di lei. Ad un tratto quelle lenzuola e quelle mura sembrarono soffocarla. Anzi l'intero mondo le stava stretto. Si mise seduta sul letto e si portò le ginocchia al petto abbracciandole. Poggiò il mento su di esse e tornò a pensare a lui. Le aveva detto che doveva capire... ma capire cosa? Era la sua ragazza e allora? Hermione e Ron erano i suoi amici storici e Voldemort lo sapeva bene. Allora perché Harry aveva permesso a loro di stare al suo fianco e di poter combattere insieme, mentre a lei no? La credeva inetta a duellare? Scosse la testa, lei valeva cento volte Ron e persino Harry. Per non parlare di quante volte Hermione, durante le lezioni dell' ES le aveva chiesto aiuto o consiglio con una fattura o un incantesimo. Scoccò la lingua nel palato piccata. Le viscere le si contorcevano fino a farla star male. Le venne la nausea ad immaginarselo lontano miglia e miglia... al freddo, affamato, impaurito... lei doveva essere la sua spalla, il suo bastone... lo aveva deciso e invece lui glielo aveva impedito. Scalciò con furia il lenzuolo verso i piedi del letto e sbuffò. Le mancava... possibile che dopo neanche ventiquattro ore già sentiva il bisogno della sua vicinanza? Possibile nonostante quella rabbia fumante che ci fosse quella parte di lei, innocente e bambina, che ancora aspettava il suo principe azzurro, ancora e ancora!?

Legò i lunghi capelli vermigli in una crocchia, alla meno peggio, e in punta di piedi e scalza, arrivò in cucina. Nella stanza accanto sentiva russare i gemelli. Soffocò una risatina ed iniziò ad armeggiare in cucina per prepararsi un caffè. Ne aveva proprio bisogno. Alla Tana non si usava prenderlo, ma quando poteva correva a farsene uno in una caffetteria babbana o in qualche locale, più moderno e dalle large vedute, di Diagon Alley in compagnia di Lorie. Merito della bionda se ora Ginny adorava quel sapore amaro e caldo della bevanda nera preferita dei babbani. Lorie... le mancava anche lei. Si erano scritte poco, giusto affinchè Ginny sapesse che l'amica aveva allertato i genitori della "politica" di Voldemort contro i babbani, e lei aveva entrambi i genitori non maghi. Le aveva detto della sua paura di perderli da un momento all'altro. Oramai la bionda Grifondoro era un mezzo, per i Weasley, per apprendere gli attacchi camuffati in esplosioni terroristiche o strani avvenimenti atmosferici che colpivano i centri babbani. Difatti la Gazzetta del Profeta, inspiegabilmente o forse no, non riportava gran che di quello che i seguaci di Voldemort stavano combinando. Per lo più si limitava a raccontare di rapimenti o strane scomparse. Mentre rimuginava su queste cose, aveva sorseggiato, seduta sulla cucina, la sua tazza di caffè e stava cominciando a sentirsi più pimpante. Il suo sguardo vagò per tutta la camera fino alla finestra, scese dal ripiano della cucina e si affacciò, aprendo lentamente le persiane per non svegliare i gemelli. Respirò a pieno l'aria fresca della mattina silenziosa di quell'inizio di Agosto.

Con un po' di malinconia, pensò che quell'anno tutto sarebbe stato diverso. Ma in fin dei conti quando mai un anno, da quando conosceva Harry Potter, era stato normale...?
Così un mese scivolò via sulla sua pelle come acqua lenta. Giorno dopo giorno si sentì sempre più piatta ed annoiata, nonostante lavorasse insieme ai gemelli come tesoriere. Fred si occupava delle ordinazioni e di scaricare la roba nel retro della bottega, mentre George di sistemarla nel negozio e intrattenere i clienti. Quei pochi che ancora avevano voglia di far burle, feste e casino, nonostante l'aria cupa e grigia, che funesta, aveva invaso Diagon Alley. Tutto merito del terrore che le sparizioni, gli omicidi e i rapimenti avevano causato nella gente. Lei se ne stava alla cassa, se qualcuno decideva di comprare o fare un'ordinazione c'era lei al bancone a fare i conti. Fino a metà del mese le uniche notizie di suo padre, sua madre e Bill erano giunte via posta. Arnold era sempre in viaggio perché Molly aveva sempre raccomandazioni e domande da fare ai suoi tre figli, ma chissà perché non era andata a trovarli. Sapeva che c'era qualcosa sotto ma Fred le aveva detto di essere paziente e meno ansiosa. Così aveva lasciato perdere e pensava solamente che era viva e probabilmente aveva ragione suo fratello: era divenuta troppa ansiosa. Sapeva perché era così intrattabile, ed un certo morettino ne era la causa principale. Ma testarda ed orgogliosa com'era non aveva più nominato il suo ex ne la sua missione. Spesso i gemelli facevano congetture e si immaginavano i tre ragazzi in missione chissà dove, ma lei si isolava e non si esprimeva al riguardo. Il solo parlare di lui le procurava delle fitte allo stomaco. Delusione, rabbia, malinconia e tristezza si mescolavano dentro di lei.

-Ciao!- un ragazzo, che a prima vista poteva avere qualche anno in più di lei, moro e dai tratti ispanici, le si parò davanti. Sobbalzò e quasi cadde dallo sgabello, dove stava seduta pensando a tutti i suoi problemi.
-C-ciao...- balbettò confusa e rimettendosi dritta sul seggiolo.
-Lavori qui? Non ti ho mai vista prima d'ora!- disse il moro e riccio ragazzo dalla pelle mulatta.
-Oh, perché lavoro qui da un mese o poco più... ti serve aiuto?- gli chiese notando che si rigirava tra le mani un paio di orecchie oblunghe. Il ragazzo le sorrise, mostrando quanto fosse ancora più bello, ed annuì.
-Un'amica mi ha parlato di questi aggeggi... e vorrei sapere come si usano prima di comprarli! Puoi essermi utile?- le spiegò gentilmente sporgendosi verso di lei per porgerglieli. Ginny ricambiò il sorriso, arrossendo leggermente e li afferrò con cautela.
-Guarda è più semplice di quanto possa sembrare: metti un'estremità di questi lunghi fili in un orecchio- si sporse anche lei e poggiò l'orecchio finto su quello vero del ragazzo, che sorrise ancora -e l'altra estremità in qualsiasi buco libero di una casa o un locale! Puoi origliare qualunque cosa con le orecchie oblunghe...- Ginny si accorse che il ragazzo la guardava in viso anziché prestare attenzione ai suoi movimenti ed arrossì. Si mordicchiò il labbro nervosa e si sedette cercando di non incrociare i suoi grandi occhi marroni. Poggiò sul bacone il paio di orecchie e poi riprese a guardarlo imbarazzata, sperando che si decidesse a comprarle.
-Sei stata molto chiara! Grazie! Nello scaffale c'era scritto dieci galeoni...- armeggiò in una bisaccia di pelle marrone e poi poggiò il denaro nel bacone. Ginny contò i galeoni per poi andarli a custodire nella piccola cassaforte aprendola e richiudendola con la formula magica che George le aveva fatto memorizzare.
-Grazie mille! Spero ti saranno utili quando vorrai fare lo spione con qualcuno!- scherzò la rossa. Il ragazzo rise di gusto ma non accennò ad andar via.
-Scusa come hai detto che ti chiami?-
-Non l'ho detto- ribatté prontamente Ginny furba. Così il misterioso mago sorrise ancora e gli porse una mano che Ginny strinse poco dopo.
-Mi chiamo Matt Gilbert!- si presentò lui.
-Piacere Ginevra Weasley!- rispose la ragazza.
-Mi ha fatto piacere conoscerti Ginevra! Di questi tempi le belle ragazze sono un toccasana...- e le fece l'occhiolino.
-MATT!- la voce di Fred riecheggiò nella stanza. Avanzava verso di loro sorridente. I due si conoscevano pensò Ginny.
-FRED! Amico mio!- "infatti" pensò la rossa. Osservava i due amici abbracciarsi e darsi pacche rudi. –Stavo giusto facendo la conoscenza di tua sorella!- e tornò a guardarla. Ginny lo guardò con aria di sfida. Cominciava a capire...
-Aaah ancora orecchie oblunghe vedo che al Ministero vi sono piaciute nel Reparto di Investigazione e Spionaggio!- commentò Fred alla vista della sua invenzione. A Ginny scappò una risata furbetta. Scosse la testa divertita. Sapeva tutto sulle orecchie, quindi erano state solo un pretesto per parlare con lei.
-Oh... già... le ultime sono scoppiate insieme a tutta la stanza mentre acciuffavamo quel tonto di Stan Picchetto!- spiegò imbarazzato.
-Però forse al Ministero hanno la memoria corta! Spero che per la prossima missione non ti sarai scordato di nuovo come funzionano...- intervenne pungente Ginny con un sorriso compiaciuto. A Matt si arrossarono le guance ispide e si massaggiò la nuca in imbarazzo.
-Che? Gin? Ma che stai blaterando?- domandò Fred confuso creando con le due sopracciglia vermiglie un'unica linea arcuata.
-Nulla, nulla...- e la rossa fece un gesto con la mano per dire di lasciar stare. Fred fece spallucce e prese sottobraccio Matt che con la coda dell'occhio la guardò. Così la rossa ricambiò l'occhiolino di prima.
-E' stato un piacere Ginevra! A presto...- la salutò ritrovando un po' di spavalderia. Ginny sorrise e lo salutò con un cenno del capo.

-Ci ha provato vero?- le chiese Fred quando rientrò nel negozio. Ginny si mise a ridere. Come faceva a leggere nei suoi occhi ogni cosa?
-Esattamente! Ma devo dire che è stato molto galante... una corte alquanto velata...- rispose ridacchiando, mentre il viso del fratello diventava livido di gelosia fraterna.
-Tornerà allora! È un tipo tosto sai? A soli vent'anni ha iniziato a far parte delle missioni di spionaggio... nessuna raccomandazione, nessun aggancio! Ad Hogwarts ha superato i M.A.G.O con tutte E! Se dicono a lui di trovare una persona stai sicuro che prima o poi la acciufferà!- Ginny alzò un sopracciglio piacevolmente sorpresa. –Sta attenta, è in gamba ma anche uno stronzo con le ragazze...- Ginny scosse la testa.
-Fred so badare a me stessa! Tranquillo! E poi non mi interessa...- rispose facendosi pensierosa. "Maledetto Harry..." pensò fra se e se.

Così Agosto terminò facendo spazio ad un Settembre più freddo e cupo, del normale. George le aveva raccontato di come i Dissenatori si aggirassero nei pressi di Nocturn Alley e perciò ecco spiegato il gelo e la nebbia. Gli affari, anche se un po' a rilento, per i gemelli procedevano. E lei iniziava a sentirsi davvero parte di quella piccola azienda familiare. Pian piano divenne più serena e solo la notte, quando aveva tempo per pensare, il cuore si faceva malinconico mentre il viso di Harry, chissà dove, piombava nella sua testa. Quella sera avevano cenato con pollo fritto e patatine accompagnando il tutto con una calda burrobirra. Si erano fatti quattro risate ripensando alla faccia della Umbridge quando Fred e George avevano fatto quel "piccolo" scherzetto con i fuochi d'artificio, il dragone e la palude rampicante. Mentre Ginny si asciugò le lacrime dovute al troppo ridere, sentirono il camino gorgogliare e poi una gigantesca fiamma verde li accecò.

-MAMMA! PAPA'!- urlò la rossa quando la vista si fece più nitida. Fred scosse l'aria per disperdere il fumo e la fuliggine che si era sollevata e corse ad abbracciare i suoi genitori. George non aspettò il suo turno e si unì all'abbraccio asfissiante. Poi fu il turno di Ginny che fu coccolata e vezzeggiata per un po'.
-Tesoro come stai? Quanto sei alta...e che capelli lunghi! Sei bellissima- ma prima che potesse rispondere a sua mamma intervenne George.
-Ma guarda un mese che non ci vede, Freddy, e le sue attenzioni sono tutte per la piccoletta!- protestò fingendosi offeso ma nascondendo sotto i baffi un sorrisetto. Molly scosse la testa e sorrise ai gemelli.
Ma Ginny non  badò a loro -Bene mamma... un po' annoiata! Rimpiango la scuola a volte...- Molly annuì e quando Arthur la abbracciò per poi scostarsi verso i gemelli, vide sua mamma estrarre dalla borsa un paio di lettere.
-Tesoro avrei dovuto portarle prima ma... beh ecco vedete- e si accomodò stanca su una sedia della cucina, -nello scontro durante il matrimonio, una maledizione mi ha sfiorato il polpaccio, e ho avuto difficoltà a camminare!- spiegò con il sorriso sulle labbra.
-Ma mamma? Perché non ci ha avvisati? Ti avremmo dato una mano con le faccende e tutto...- intervenne indispettito Fred sedendosi accanto a lei. Ginny sentì il sangue gelarsi.
-E ora come stai?-
-Oh bene... al San Mungo mi hanno tenuta in osservazione ma è da una settimana che cammino da sola e sta rimanendo solo una piccola e brutta cicatrice...- rispose calma la donna.
-Per questo non sei venuta a trovarci e non hai voluto che venissimo alla Tana?- chiese George. Molly annuì e guardò con amore Arthur.
-Siete stati al sicuro qui! Gli Auror pattugliano Diagon Alley ogni ora... la Tana invece è già stata attaccata una volta!- si affrettò a spalleggiare sua moglie, un deciso ma paterno Arthur Weasley. I tre figli annuirono, comprendendo a pieno le motivazioni che avevano spinto i loro genitori a tenerli a debita distanza e senza informazioni. Li avevano tenuti al sicuro e spensierati. A Ginny si riscaldò il cuore.
-Ora ecco a voi!- Molly porse due lettere a Fred, una a George ed una piccolo malloppo di carte a Ginny. La rossa li afferrò entusiasta. –Non voglio ficcare il naso nei tuoi affari, ma c'è una lettera che devi aprire adesso...- aggiunse sua madre osservando le buste tra le mani di Ginny che prese a scorrerle fino a ritrovarsi sotto gli occhi il timbro in cera lacca rossa che tanto conosceva bene.
-Hogwarts...- sussurrò spaventata e allo stesso tempo confusa. Il silenzio cadde nella cucina. Tutti la fissavano in attesa capendo cosa la preoccupasse e cosa la aspettava una volta che avrebbe finito di leggere. La scartò così lentamente che le parse trascorsero giorni prima di iniziare a  scorrere con gli occhi quelle righe.

Gentile Signorina Weasley Molly Ginevra,
La informiamo che il quindici settembre inizierà un nuovo anno scolastico alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. La preghiamo di ricominciare a frequentare i corsi, nonostante il ritardo nell'inizio delle lezioni, di quest'anno.
Distinti saluti                                                                      
Il preside di Hogwarts
Piton Severus

Ginny deglutì sonoramente e trattenne un conato di vomito leggendo quel nome.
-Tesoro mio...?- spezzò quel silenzio ingombrante la voce pacata e dolce di Molly.
-Mamma... io v-voglio... andare!- neanche si accorse di aver detto quelle cose. Gli occhi fissi ancora su quel pezzo di carta di filigrana color miele. Le gambe che le erano diventate rigide ed uno strano mal di testa. Sentì i genitori sospirare.
-Gin... pensaci bene, ti prego! È pericoloso, quest'anno più che mai!- fu il primo George a dire la sua.
-Sei sicura piccola mia?- domandò Arthur con la voce rotta dalla paura. Ginny piegò lentamente la lettera ricacciandola nella busta. Sospirò anche lei e poi fissò ad uno ad uno i suoi cari.
-Vi prego... non posso restare qui a nascondermi... a fuggire mentre tutti gli altri lottano, anche per il più piccolo diritto... ogni uno di noi, nel proprio piccolo può fare la differenza.... Io voglio fare la differenza!- nessuno riuscì a dir nulla. La guardavano impauriti ma allo stesso tempo consapevoli che quello che aveva detto era la verità. Non le avrebbero impedito di andare, ed erano ben consapevoli che nulla di quello che potevano dire l'avrebbe mossa dalla sua decisione.
-Domani penseremo ai tuoi libri... alla divisa che alta come ti sei fatta non ti starà più!-
-I miei vestiti mamma...- le ricordò. Molly si portò una mano alla fronte.
-Ma certo... ci penserò io ed il tuo baule sarà a King's Cross per il quindici, sta tranquilla!- rispose. Così finirono la cena, mentre suo padre sorseggiava un po' di burrobirra e si faceva aggiornare sugli affari dei Tiri Vispi Weasley. Molly invece raccontò a Ginny di come Fleur si fosse lamentata del fatto che il suo matrimonio era finito con un attacco da parte dei Mangiamorte. Poi i suoi genitori la esortarono a ridare un'occhiata al cumulo di buste e Ginny capì il motivo quando si ritrovò tra le mani un'altra busta con lo stemma della Scuola. Sapeva bene di cosa si trattava ma dopo tutti quegli avvenimenti tristi neanche aveva più pensato agli esami che aveva sostenuto. Speranzosa la aprì velocemente e iniziò a leggere:

GIUDIZIO UNICO PER FATTUCCHIERI ORDINARI
Voti di promozione:  Eccezionale (E)
                                 Oltre Ogni Previsione (O)
                                 Accettabile (A)
Voti di bocciatura:   Scadente (S)
                                Desolante (D)
                                Troll (T)
Antiche Rune: O
Cura delle Creature Magiche: E
Incantesimi: E
Difesa Contro le Arti Oscure: E
Divinazione: A
Erbologia: O
Storia della Magia: A
Pozioni: O
Trasfigurazione: O
Congratulazioni per la sua promozione. Potrà scegliere quali corsi seguire per il sesto anno e presentare la richiesta compilata alla sua Rappresentante di Casa, la Professoressa Minerva McGranitt.

Distinti Saluti
Piton Severus

Sorrise stupita di se stessa. Però storse il naso, in realtà non c'era di che stupirsi aveva studiato come una matta insieme a Lorie e a Neville per migliorare in Pozioni ed Erbologia e si era fatta aiutare da Hermione con Storia della Magia ed Antiche Rune. I suoi genitori la ascoltarono elencare i suoi voti e i loro petti si gonfiarono di orgoglio per poi abbracciarla e baciarla con affetto. Mentre Fred e George la canzonavano dicendo che era una secchiona. L'orologio scoccò la mezzanotte e i coniugi Weasley si accorsero dell'ora tarda.
-Molly è meglio rincasare... neanche i camini sorvegliati dall'Ordine sono sicuri a quest'ora!- subito Arthur richiamò la moglie all'ordine. Ella si alzò ed abbracciò ad uno ad uno i suoi figli con le lacrime agli occhi. Era così strano stare lontani dopo tutte quegli anni a condividere ogni cosa. –Ragazzi, come diceva Malocchio, Vigilanza Costante!- così sparirono in una fiamma verde e nerastra. Ginny tossì per la fuliggine sollevata dal trasporto e sorrise a quell'affermazione. Moody era sempre nei lori cuori, anche se lui era stato sempre burbero e scontroso.
-Buona notte...- li congedò Ginny prima che organizzassero una ramanzina per convincerla a restare con loro e non partire fra due giorni. Li sentì borbottare qualcosa indispettiti ma li ignorò ficcandosi tra le coperte. Tirò fuori dalla tasca della vestaglia rosa, le lettere rimaste e cominciò a leggerle.

Cara Ginny,
Per Morgana quanto mi manchi! Allora da dove cominciare? Ah si... intanto scusa se ho ritardato  tre settimane a risponderti ma i miei hanno deciso che trasferirsi da mia zia e cambiare paese fosse una buona idea... il trasloco mi ha preso giorni e giorni di tempo... però ce l'ho fatta! Ora loro sono al sicuro e se vorranno non potranno più beccarli! Ho letto sul Cavillo (stupida Gazzetta del Profeta, corrotta) dell'attacco al matrimonio di tuo fratello... stai bene? Credo che se ci fossero stati feriti o morti Lovegood Senior lo avrebbe scritto nel suo articolo ma aspetto che tu mi dica come stai per rassicurarmi del tutto! Come vanno le cose con Harry?? Si dice sia sparito... mi sono chiesta se tu ne sai qualcosa... o se magari sei sparita anche tu... non mi resta che aspettare la tua risposta... semmai arriverà... ti mando un bacione
Tua (per sempre) Lorie

Scartò la seconda lettera dell'amica.

Cara Ginny,
Dannazione non dirmi che te ne sei andata in giro con quel pazzo di Harry e mi torni morta! Stavolta giuro che ti uccido, non come quando te ne sei andata al Ministero, capito? È arrivata la lettera per Hogwarts e ho fatto sacrifici per convincere i miei a mandarmi quest'anno, perciò tu DEVI ESSERCI GINEVRA WEASLEY, mi hai capito???? Ti voglio alla stazione di King's Cross la prossima settimana altrimenti ti crucio io, a piacere mio!
Tua Lorie.

Ginny scoppiò a ridere da sola, nella stanza, come una scema. Dopo aver finito di leggere le altre, le avrebbe risposto. Passò alla terza lettera.

Ciao Ginny
Come va? Sono passata alla Tana qualche giorno dopo il matrimonio pensando che fossi tornata ma Molly mia ha detto che preferiva tu stessi con i gemelli! Papà non mi ha permesso di andare da sola a Diagon Alley e allora ti ho scritto. Mi raccomando se la scuola non dovesse ricominciare non smettiamo di vederci ne di combattere...
Baci, Luna.

Ripensò che anche Luna e suo padre erano al matrimonio e si sentì in colpa per non aver pensato che potesse essere successo loro qualcosa. Avrebbe risposto anche a lei immediatamente. Restava però un ultima busta.

Cara Gin
Mi è appena arrivata la lettera dal nuovo (unto, puzzolente e odioso) preside di Hogwarts... dopo aver litigato con mia nonna, posso affermare che io andrò! Gli studenti coraggiosi e volenterosi devono mantenere lo spirito guerriero e grifone che Silente ed Harry hanno portato avanti per tanti anni! Sono sicuro che tu sarai su quel treno al mio fianco e a quello di Luna!
A presto, Neville P.

Delle righe, erano delle parole una dietro l'altra, ma solo leggendole si era sentita meglio. Tutto i dolore, la delusione, l'angoscia erano svaniti. Lei contava per qualcuno, che come lei non era in prima fila nella battaglia ma che lottava alla stessa maniera e per la stessa causa. Non riuscì a trattenere un paio di lacrime. Ma non erano di tristezza bensì di felicità. Fiera di se stessa per il risultato degli esami e la sua decisione di tornare ad Hogwarts per opporsi alla Presidenza di Piton, richiuse la busta e la conservò in un cassetto insieme a tutte le altre lettere. Corse alla scrivania per scrivere e rispondere a tutti. Quando ebbe finito, salì sul tetto e si servì anche dei gufi di Fred e George per inviare le tre risposte contemporaneamente. Stanca ma felice si addormentò, per la prima volta dopo mesi, con il sorriso sulle labbra e il cuore pieno di speranza.

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