Avada Kedavra. Parte 1
-Peter qui è S., abbiamo un nuovo meteo: il fulmine ha colpito! Ripeto: il fulmine ha colpito!- dalla radiolina accesa di zia Muriel, la voce di Colin Canon riecheggiò per la piccola cucina. A Molly cadde la pentola con lo stufato a terra. Fred e George si alzarono dalle sedie scaraventandole a terra. Ginny sentì una scossa lunga la colonna vertebrale.
Harry. Avrebbe rivisto Harry, finalmente!
Si alzò anche lei pronta per seguire i fratelli. Anche suo padre aveva gettato le posate sul tavolo e aveva raggiunto i gemelli davanti la piccola radiolina. Erano estasiati e spaventati allo stesso momento. Fissavano tutti quella radiolina magica, come se Harry Potter potesse spuntare da lì da un momento all'altro. Ma "S." non parlò più e la trasmissione fu interrotta. Seguirono istanti di silenzio fin quando la ragazza non si voltò verso il resto della sua famiglia.
-Harry è ad Hogwarts!- sussurrò Molly con il tono di voce misto tra paura ed euforia.
-Andiamo alla Testa di Porco, Ab in questi giorni lascia il campo aperto alle smaterializzazioni!- disse George. Fred annuì e si presero per mano per smaterializzarsi. E ancora Ginny, in trepidazione, corse verso i fratelli per seguirli.
-Ah, ah! Signorinella dove credi di andare?!- la rimproverò con voce squillante sua madre. Anche Arthur, suo padre, la guardava con occhi severi. I gemelli invece restarono immobili, come interdetti. Zia Muriel sentì odore di guai, si alzò da tavola scomparendo verso il salone.
-Mamma non mi puoi impedire di andare! Per favore... voglio combattere! Voglio vedere Ron, Hermione ed... Harry!- la sua voce era rotta da un imminente pianto, ma si sforzò di tenere un espressione dura e fiera. Doveva mostrarsi coraggiosa e forte, se voleva riuscire a persuadere sua madre.
-No! È troppo pericoloso! Se Harry è andato al castello sta per accadere qualcosa di terribile! Tu resti qui con zia Muriel!!- sentenziò fulminandola con i suoi occhietti saettanti.
-NO!- urlò la ragazza con quanto fiato avesse in gola. Molly assunse un espressione furiosa, divenendo rossa a chiazze. Sembrava uscirle fuoco dalle narici. Fred cercò di calmarla ma fu inutile.
-Mamma per favore... lascia almeno che riveda Ron, Harry ed Hermione! Poi potrà tornare...- intervenne quindi Fred a suo favore.
-Si mamma... è quasi passato un anno dall'ultima volta che ha visto Harry...- la spalleggiò anche George facendoglisi accanto.
-Siete degli incoscienti! Dovreste restare tutti qui!- squittì livida di rabbia e colma di preoccupazione.
-E' anche la loro guerra!- intervenne con voce risoluta e ferma Arthur.
-Almeno tu Arthur... pensavo che fossi dalla mia parte!- mugugnò Molly preoccupata, quasi con le lacrime agli occhi.
-Lascia venire Ginny, permettile di rivedere il fratello, Hermione ed Harry! I gemelli resteranno al Castello, sono grandi abbastanza per combattere questa che è anche la loro guerra. Lei poi tornerà qui con Ab!- fu la risposta del marito. Molly sospirò ma per una volta diede ascolto ad Arthur. Trovato un accordo, che a Ginny non andava affatto bene ma che avrebbe sfruttato a suo vantaggio, tutti e cinque si smaterializzarono alla Testa di Porco.
-Si si... andate... sembra un porto di mare questo Pub...- brontolò Aberforth rassegnato quando li vide comparire vicino al suo tavolo da pranzo. Così nessuno lo salutò e i tre fratelli si apprestarono ad imboccare il tunnel che dal pub portava alla Stanza delle Necessità, proprio dietro la figura di Ariana.
-Noi avviseremo Remus con un Patronus e fra poco vi raggiungeremo... andate, siate prudenti e non uscite dalla Stanza delle Necessità senza di noi!!- li mise in guardia Arthur. I gemelli e Ginny annuirono e poi come furie corsero per il tunnel. Il cuore di Ginny palpitava tanto da sentirlo nella gola. Non udiva più i rumori. Le orecchie stavano prendendo fuoco e riusciva solo a pensare ai suoi occhi. Ai suoi dolci occhi verdi. Fred fu il primo ad entrare, seguito da George. Poi toccò a lei. Non si curò dei vari membri dell'ES, quasi tutti tornati ad Hogwarts avendo saputo dell'arrivo di Harry Potter, e quindi cercò subito quel verde smeraldo.
-Ginny...- fu detto talmente piano dalle labbra di Harry che ne riuscì solo a leggere il labiale. La stanza cominciò ad annullarsi intorno a lei. Riusciva solo a vedere il viso illuminato di speranza di Harry. Gli occhi verdi si erano dilatati quando l'aveva vista sbucare dal ritratto. Splendevano di una luce accecante. I gemelli però andarono incontro al trio e perciò quella scena di abbracci e pacche amichevoli, la riportò alla realtà: la guerra non era finita, non erano soli nella stanza. Non era il momento del loro confronto. Si poggiò con la schiena al muro per recuperare il contegno. Si sentiva accaldata in viso e le gambe reggevano poco tutto quel vortice di emozioni. Luna corse ad abbracciarla e poi un moto di preoccupazione si impossessò di lei.
Draco... Draco era ad Hogwarts? Come stava? C'era davvero la guerra alle porte quella notte? E se Draco avesse ucciso uno dei suoi amici o dei suoi compagni?
Intorno a lei però tutti erano intenti ad organizzarsi per rispondere all'attacco ed Harry aveva continuato a parlare mentre lei si era persa nelle sue preoccupazioni.
-Bene! Allora sarà Cho ad accompagnarmi nella Sala Comune Corvonero!- così la voce di Harry la riportò al presente.
-No! Cioè Luna può accompagnarti...- le parole uscirono dalla sua bocca, senza che si accorgesse di averle dette. Vide un sorrisetto increspare le labbra di Harry. Anzi tutta la Sala aveva dato vita ad un brusio divertito.
-Si, Luna in effetti è meglio se accompagnarmi sia tu!- si corresse Harry scoccando un sorriso alle due ragazze. Luna saltellò felice fino ad Harry e poi, preso per mano, uscirono dalla Stanza delle Necessità.
-I Mangiamorte!- la voce profonda di Bill fece voltare i ragazzi, -I Mangiamorte sono ai Cancelli! I professori hanno issato delle barriere ma dobbiamo essere pronti a combattere! Dobbiamo riunirci nella Sala Grande!- a quelle parole qualcuno urlò non contenendo la paura, altri sguainarono le bacchette, altri ancora uscirono di fretta dalla Stanza. Passarono alcuni minuti dove pian piano i membri dell'Ordine della Fenice sbucarono dal tunnel comunicante con la Testa di Porco. Ed altri minuti trascorsero per organizzare i gruppi di attacco e dislocarli nei vari punti strategici del Castello. Ginny restò in silenzio, pronta a quello che l'aspettava. Quando furono tutti d'accordo, Molly si voltò verso di lei e l'espressione non prometteva nulla di buono. La rossa indurì i tratti del viso, pronta ad urlare, e piazzò saldi i piedi a terra in segno di sfida.
-Signorina è il momento di tornare a casa di Zia Muriel, Ab ti accompagnerà personalmente!- la informò risoluta.
-Mamma non puoi farmi questo!! Ti prego!! Voglio combattere, sono pronta! So cosa fare!-
-Hai solo sedici anni Ginny! Come pensi di saper cosa fare?! Devi andare in un posto sicuro! Fra poco qui sarà impossibile...-
-NO! MAMMA VOGLIO RESTARE! VOGLIO COMBATTERE! Non posso starmene con le mani in mano mentre tutta la mia famiglia è qui a rischiare la vita! Senza sapere...- urlò. Alle spalle di Molly, già a bocca aperta per ribattere, comparve il viso graffiato e sporco di Harry. Ginny cercò i suoi occhi affinché lui venisse in suo aiuto ma Harry scosse il capo. Lui voleva che lei andasse via. Ginny si rabbuiò: ancora per il suo bene l'aveva tradita. Ancora l'aveva delusa per proteggerla. Lei non voleva essere protetta, lei voleva combattere! Loro non sapevano quanto aveva dato per quella scuola, quanto si era allenata con Blaise. Loro non sapevano.
-No, sei minorenne e tutti i minorenni devono tornare a casa...- dolcemente disse suo fratello Bill.
-Molly perché non lasci che Ginny resti qui? Nella Stanza delle Necessità non le accadrà nulla e potrà anche sapere che voi stiate bene se resta qui ad Hogwarts...- s'intromise Lupin con il suo solito tono dolce e pacato, schioccandole un sorriso speranzoso.
-Ginny faremo così!- tuonò la voce severa di Arthur, -la nonna di Neville sarà qui con te a farti compagnia.- la donna in questione, seduta su una panca con la borsetta fiorata tra le mani, le sorrise. Il tono e il modo con cui suo padre aveva parlato, non erano da lui, era arrabbiato e preoccupato, perciò Ginny non disse alcunché. Di solito la dura era mamma Molly, era lei a dare ordini e punizioni. Si limitò ad annuire e a mettere il broncio. Oltrepassò Harry che tentò di sfiorarla con la mano, ma lei si scansò, e raggiunse la nonna di Neville sedendosi nella panca accanto a lei. Dal paradiso all'inferno. Ecco come si sentiva. Aveva toccato il cielo con un dito quando l'aveva rivisto. Ma adesso era frustrata. Perché doveva sempre farla sentire una bambina capricciosa ed impreparata?! Lo sentì sospirare. Poi Harry la guardò con tristezza ma anche tanta agitazione e preoccupazione per quello che stava per accadere. Ginny abbassò il capo per non dover affrontare la sua espressione. Sconfitto Harry uscì nuovamente dalla Stanza seguito da tutti i membri dell'Ordine della Fenice. Con le braccia incrociate al petto ed il broncio osservò gli ultimi membri dell'Ordine arrivare e di fretta correre verso la Sala Grande dove si stava organizzando la guerriglia. Batteva i piedi a terra ritmicamente e digrignava i denti per il nervoso. Stare lì ferma, inerme, inutile la stava divorando da dentro. Tanto allenamento, tanto impegno per nulla. Aveva subito torture, soprusi, minacce e poi imparato quelle maledizioni e certe fatture per nulla!
-TONKS!!- urlò quando una strega, ancora rotondetta per la gravidanza appena terminata e dai capelli lillà, fuoriuscì dal ritratto di Ariana. –Dovresti essere con Teddy! Che ci fai qui?- domandò allarmata Ginny, correndole incontro.
-Non riuscivo a starmene a casa sapendo che Remus e voi tutti siete qui a rischiare la vita... se sto qui sarò più tranquilla!- Ginny così l'accompagnò vicino la nonna di Neville e si sedette accanto a lei.
-Liberate la Stanza... ci serve!- la voce di Harry arrivò alle sue orecchie come una lama. Si voltò e come sempre era in compagnia di Ron ed Hermione. Di lei non aveva bisogno.
-Presto andiamo!!- sollecitò le altre due Tonks, che uscirono di gran fretta. Anche la donna, come Ginny, non sembrava affatto aspettar altro che quello, una buona scusa per buttarsi nella mischia e combattere.
-Ginny!- le afferrò il polso Harry prima che lei oltrepassasse la soglia, -stai attenta!- le sussurrò dolcemente.
Ginny sentì i muscoli sciogliersi e la tensione scemare quando si specchiò nel verde del suo sguardo tenero e preoccupato. Annuì e corse fuori. Forse era giusto che lui tentasse di proteggerla, forse lo faceva perché l'amava ancora nonostante tutti quei mesi lontani. Forse doveva solo dimostrargli che lei non aveva bisogno di essere protetta. Così Ginny estrasse la bacchetta dalla tasca posteriore del jeans e corse via. Via verso la guerra, perchè lei doveva combattere!
Aveva visto Potter correre come una furia nel corridoio che da uno dei bagni del terzo piano portava all'ala Est. L'aveva seguito e poi Lo Sfregiato si era unito a Lenticchia e alla Mezzosangue.
"Dove corrono?" pensò mentre faceva cenno con il capo a Tiger e Goyle di seguirlo. Osservò il trio impalato davanti ad un muro che riconobbe subito. Difatti una maestosa e adornata porta in legno si manifestò alla loro presenza, ed entrarono.
-Aspettiamo... potrebbero non essere soli!- Draco informò i suoi due scagnozzi. Doveva riprendersi quello che Potter gli aveva tolto al Manor, quando i ghermidori lo avevano catturato insieme ai suoi amici. La sua bacchetta. Nascosti dietro ad una colonna lasciò trascorrere qualche minuto e poi sentì una fitta al cuore.
Ginevra uscì dalla stanza. Era ferita. Il suo volto era sconvolto e triste. Aveva estratto la bacchetta e poi era corsa verso un gruppo di Tassorosso del settimo anno. Per un attimo pensò di mandare all'aria quello per cui aveva seguito Potter, ma aveva detto che l'avrebbe aspettata. Se aveva parlato o meno con quello lì, lei avrebbe trovato il momento giusto per dirglielo. Quando vide uscire un gruppo di adulti dalla Stanza, compresi una vecchia e una donna dai capelli lillà, capì che Potter di sicuro aveva chiesto loro di essere lasciato solo con i suoi amici. Così uscì allo scoperto e con un cenno della mano in direzione di Tiger e Goyle entrarono anche loro tre nella Stanza delle Necessità. La Stanza aveva lo stesso aspetto che assumeva quando aveva passato interi pomeriggi e notti ad aggiustare quel maledetto Armadio Svanitore, il cui gemello era situato da Magie Sinister. Seguito dai suoi fedeli gorilla si addentrò nel labirinto di cianfrusaglie dimenticate, nascoste e polverose. Sentiva delle voci. Loro erano lì, ma lui cercava solo Potter. Lui e solamente lui. Lo odiava, l'aveva sempre odiato, ma adesso di più. Aveva due ragioni per volerlo morto: gli aveva tolto la sua bacchetta e forse gli avrebbe tolto l'unica donna che avrebbe mai potuto amare. Di cui forse si stava innamorando. Eppure quando deforme e gonfio, era arrivato legato al Malfoy Manor, non aveva detto essere lui. Come poteva? Lui era la sola via di fuga che avevano. Se era davvero il Prescelto, e come si diceva anche l' unico mezzo per la fine del Lord, era anche il mezzo per mettere fine alla sua condanna di Mangiamorte. E poi se lui fosse morto, probabilmente i traditori del loro sangue, come Ginevra, chissà che fine avrebbero fatto sotto il regime del Signore Oscuro. No, non poteva rischiare. Che soddisfazione avrebbe provato se Ginevra avesse scelto lui, solo perché Potter non esisteva più? Che scelta sentita sarebbe stata? Draco Malfoy non era la ruota di scorta di nessuno. Il groviglio dei suoi pensieri fu sciolto dalla visione di Potter di spalle.
-E' la mia bacchetta che hai in mano Potter!-
-No, non è più tua Malfoy...- Harry guardò prima le iridi argento di Draco, e poi alle sue spalle i visi colmi di ferocia di Tiger e Goyle. –Va tra la schiere dei Mangiamorte, insieme ai tuoi tirapiedi Malfoy: la guerra sta per cominciare!- lo schernì malevolo Harry. Draco trattenne la voglia di prenderlo a pugni per togliergli quella sicurezza che la sua voce ostentava. Per far scomparire quel ghigno di superiorità e sarcasmo che si era dipinto sul volto del nemico.
-Prima ti consegniamo al Signore Oscuro Potter!- intervenne feroce Tiger, i cui occhi brillavano di una luce fanatica e sadica.
-Mmh che bel piano... lodevole da parte di un somaro come te!- lo provocò il Grifondoro. Draco si accorse dell'impeto con cui i suoi amici stavano andando contro Harry e con una mano li bloccò.
-HARRY!- la voce di Ron arrivò alle loro orecchie. I tre Serpeverde si voltarono pronti a metterlo fuorigioco ma durante la loro distrazione Harry si voltò e con un balzo afferrò un diadema, posto in alto su di una pila di cianfrusaglie. Tiger fu il primo ad accorgersene.
-Descendo!- urlò Tiger ed una miriade di oggetti pesanti iniziò a vacillare sopra la testa di Harry, pronta a sommergerlo.
-Finitus!- urlò Harry e quella si stabilizzò nuovamente.
-Non devi distruggere la Stanza altrimenti il diadema sarà sommerso...- disse Draco a denti stretti verso il compare.
-E quindi Malfoy?! Il Lord vuole Potter non il diadema... la tua opinione, come quella di tuo padre, vale meno di zero, quindi fatti da parte!!- spinse Draco verso Goyle e puntò la bacchetta in direzione di Harry urlando –CRUCIO!- ma quell'altro schivò il getto rosso. Purtroppo un altro fiotto di luce arrivò da dove Hermione era sbucata e Draco tirò a se Tiger affinché non venisse colpito.
-Avada Kedrava!- abbaiò allora Tiger imbestialito per l'affronto della riccia e proprio nella direzione di quest'ultima. Ma Hermione fu svelta a rotolarsi lontano da dove il fiotto di luce verde era arrivato. Ron furioso iniziò a duellare con Tiger a suon di schiantesimi e incantesimi scudo, fin tanto che né Draco né Harry riuscirono più a vederli.
-Stupeficium!- urlò ad un tratto Goyle alle sue spalle, una volta che si fu rimesso in piedi. Harry schivò l'attacco ma per farlo perse il diadema che gli scivolò via dalle mani.
-Expelliarmus!- disse furioso il moro verso Goyle, il quale subito dopo corse a cercare dove Harry avesse fatto finire la sua bacchetta.
-Stupeficium!- Draco si gettò contro una pila di oggetti per schivare lo schiantesimo di Hermione rimasta in disparte, mentre Harry per non essere più disturbato nella ricerca aveva schiantato Goyle, ora riverso a terra ed incosciente.
-CORRETEEE!- urlò Ron ma dove Draco era finito a causa di Hermione, non si riusciva a vedere cosa avesse spaventato tanto il Grifondoro. Li sentì correre ed ebbe il tempo di recuperare Goyle ancora privo di sensi. Aveva perso di vista Tiger, e non era riuscito a riavere la sua bacchetta. La rabbia gli salì dentro ma non ebbe tempo di metabolizzare un altro piano che sentì un calore asfissiante, tanto che gli divenne impossibile respirare. Si accorse del fumo che saliva pericoloso. Alzò il capo e finalmente capì cosa aveva terrorizzato Ron: nella Stanza era divampato un incendio di dimensioni mostruose. Era un fuoco magico, di sicuro era stato quella testa calda di Tiger.
-Goyle! Dannazione Goyle svegliati!!- urlò verso il compare. Quello aprì a fatica gli occhi.
-Ch...che succede Ma...Malfoy?- disse confuso mentre pian piano riapriva gli occhi.
-Questo posto va a fuoco, dobbiamo scappare!- lo informò livido di rabbia ed impaurito. Ardemonio, ecco cosa aveva fatto Tiger. "Maledetto, accidenti a lui!!" pensò Draco mentre trascinava in cima ad una montagna di ferraia un Goyle troppo intontito per farlo da solo. Arrampicandosi sentì la bile salirgli fino in gola. Una volta in cima vide solo fumo e fiamme. Tutto quello che la Stanza custodiva, ogni angolo, ed ogni lato era invaso dal fuoco e non poteva fuggire. Si era condannato con le sue stesse mani, per una stupida bacchetta. Per quello stupido Potter, pensò, rischiava di fare una fine misera e patetica. Cacciò un urlo disperato, pronto ad essere avvolto, insieme al suo compagno Goyle, dalle fiamme maledette dell'Ardemonio. Poi lo vide: Harry Potter scendeva in picchiata con una scopa verso di loro. Quando fu abbastanza vicino quello gli porse una mano che Draco afferrò al volo. Nello stesso istante Hermione e Ron issarono Goyle sulla loro di scopa. Vide quei tre indirizzarsi verso la porta. Sicuro che anche Harry facesse lo stesso, perciò si strinse a lui pronto all'accelerazione, ma quello invece deviò.
-LA PORTA POTTER! Si sta chiudendo!- gli urlò ma Harry scese fin quando non trovò quel diadema che Goyle gli aveva fatto cadere. Draco si voltò ed un enorme serpente di fuoco aveva spalancato le fauci e li stava inseguendo. –CORRI POTTER!!- urlò più forte. Harry obbedì e proprio all'ultimo istante, quando la porta della Stanza delle Necessità stava per scomparire, forse per sempre, Harry Potter salvò la vita di Draco Malfoy, portandolo fuori di lì.
L'atterraggio fu sbilenco e Draco rotolò lontano da lui, proprio addosso a Goyle di nuovo svenuto a terra. Gli schiamazzi e le urla della battaglia, gli impedirono di sentire cosa quei tre eroi stavano confabulando. Si rimise in piedi e li raggiunse con aria preoccupata.
-Tiger?- chiese loro quando ebbero finito di parlare.
-E' morto!- rispose secco ed arrabbiato Ron. Draco indurì la mascella e ricacciò indietro le lacrime. Comunque era stato un suo amico per sei lunghi anni. Passarono attimi di silenzio fra loro, mentre boati ed esplosioni si susseguivano non molto distanti da loro.
-Dov'è Ginny?- chiese ad un tratto Harry spaventato mentre si guardava attorno. Draco sentì nuovamente una fitta al cuore. Come osava chiamarla? Come osava domandare di lei dopo che l'aveva abbandonata si chiedeva. Anche Draco si guardò intorno preoccupato per la rossa, ma l'aveva vista correre via, verso la battaglia. Non era lì. Ron corse dall'altro lato del corridoio per cercarla, ed Hermione verso qualche aula, per scoprire se si fosse rifugiata lì insieme a Tonks e alla nonna di Neville. Goyle stava riverso a terra ancora privo di sensi. Erano loro due, faccia a faccia. Draco e il Prescelto. Draco e il suo salvatore. Draco ed Harry. Anche quest'ultimo lo fissava con espressione dura. Il biondo si corrucciò, confuso. C'era qualcosa negli occhi di quel ragazzo. Ma scosse il capo e fece per sorpassarlo, dandogli una spallata.
-Malfoy!- tuonò invece il moro, tanto da farlo sussultare. Cosa voleva da lui? Non riusciva a stargli vicino e a guardarlo, gli ricordava troppo Ginevra e voleva andare lontano. Odiava la sua voce. –Mi hai salvato la vita a casa tua... non hai detto chi ero ai tuoi genitori e a tua zia... grazie!- continuò quello.
-Risparmiati i ringraziamenti... siamo pari!- rispose tagliente ed aspro, riferendosi suo malgrado al fatto che lui l'avesse salvata poco fa anche a lui. Fece un passo per seminarlo ma ancora Harry lo bloccò richiamandolo.
-Malfoy!- ripeté stavolta con voce bassa. –Se io non dovessi farcela stanotte... se io non dovessi mantenere la mia promessa a Ginny... prenditi cura di lei...- Draco sentì una doccia gelata su di sé. Come faceva a saperlo? Chi gli aveva detto di loro due? Che Ginevra nonostante l'imminente guerra ne avesse avuto il tempo? Si voltò lentamente verso Harry con sguardo perplesso e preoccupato.
-Tu...tu come fai...come fai a sapere?- chiese stordito.
-La Mappa del Malandrino... non sai cos'è... ma vi ho visti insieme... due notti! Ho fatto due più due! Se lei ha avuto bisogno di te avrà avuto le sue buone ragioni... ma non ferirla! Non fare lo stronzo con lei... se io...-
-No Potter... pensa a vincere questa guerra! Sarà lei a decidere!- lo interruppe freddo Draco riducendo gli occhi a due fessure. Quest'ultimo annuì.
-HARRY, GINNY QUI NON C'E'!- sentì urlare Hermione e poi un'esplosione. Macerie, polvere, fumo. Non capì come rotolò come una trottola lontano dal trio e si ritrovò scaraventato giù da una rampa di scala verso il secondo piano.
Quando riprese conoscenza attorno a lui la battaglia non si era fermata. Forse credendolo morto nessuno aveva fatto caso a lui e non l'avevano attaccato. Si alzò a fatica, accorgendosi di alcuni graffi alle gambe e ad un fianco, ma tutto sommato stava bene. Quando riuscì a farsi strada tra i duellanti, attraverso uno scudo magico, così riuscì a rintracciare uno dei Mangiamorte e gli andò incontro.
-Ehi tu! Sono io Draco Malfoy... dove si trovano gli altri?-. un po' per la foga della battaglia e un po' per il fumo e la maschera che rendeva la vista distorta, il Mangiamorte non riconobbe Draco ed infischiandosene che quello fosse disarmato gli puntò contro la bacchetta. Il Mangiamorte non ebbe tempo di aprir bocca però che venne schiantato. Draco si voltò verso la direzione da cui il getto di luce era stato lanciato e vide nuovamente Harry Potter correre come una furia. Poi sentì un pugno in pieno stomaco che lo fece piegare in due dal dolore.
-Sporco doppiogiochista!- udì la voce di Ron, il fratello di Ginevra, ma non lo vide nemmeno. Il dolore del colpo accusato gli annebbiò per un attimo la vista mozzandogli anche il respiro. Pertanto si appoggiò ad una colonna per riprendere fiato. Li maledì tutti e tre con tutto la bile che gli avevano fatto salire, ma gli doveva la vita, già per due volte a quel dannato Harry Potter. Quel Mangiamorte di sicuro lo avrebbe ucciso. Perciò decise di non seguirli e scese verso la Sala Grande. Doveva sapere che Ginevra stava bene. Poi sarebbe andato dai suoi genitori a controllare se erano scesi anche loro in battaglia e se stavano bene soprattutto. Attraverso lo scudo evocato con la bacchetta di sua madre, prestatagli visto che Potter gliela aveva rubata al Manor, riuscì a camminare tra la gente, intenta a combattere, fino alla Sala Grande. Si accorse che vicino all'entrata due ragazze Corvonero urlavano dimenandosi a terra. Sgranò gli occhi quando si accorse che stavano subendo la tortura di un cruciatus da uno dei Mangiamorte. Non gli importò chi ci fosse sotto quel cappuccio o dietro quella maschera. Dissolse lo scudo e puntò la bacchetta contro quel sadico, schiantandolo. Le due ragazze si sorressero a vicenda e pian piano riuscirono a rialzarsi. Lo videro e per un attimo il loro sguardo si fece impaurito. Lui si voltò senza aspettarsi un grazie e tornò alla ricerca di quella folta chioma rossa. Schiantò ancora qualche Mangiamorte con facilità grazie al fatto che erano intenti a combattere contro i membri dell'ordine e di certo non si aspettavano un attacco alle spalle da uno di loro. Qualcuno di quelli che fu aiutato lo ringraziò con un cenno del capo, mentre qualcun altro lo ignorò, altri ancora lo fissarono confusi. Ma di lei nessuna traccia. Decise di uscire dalla Sala Grande e percorrendo come un forsennato il corridoio ad un tratto sentì alcune urla dal chiostro del piano terreno. Una strana sensazione lo assalì ed iniziò a correre a perdifiato.
-Stupeficium!!- la voce di Ginevra lo fece sussultare, stava combattendo. Ma non sentì uno schianto bensì una risata rauca e cattiva
-Expelliarmus!!- udì Draco, mentre affrettava la corsa. –Ora basta dolcezza, ne ho avuto abbastanza di te per tutti questi mesi...- Draco svoltò l'angolo e vide il corpo rannicchiato di Ginevra a terra, disarmata e piena di graffi e lividi. Lei non si accorse di lui, perché si teneva il capo, appena sanguinante –Ehilà... benvenuto! Sei venuto ad assistere alla morte di una traditrice del suo sangue??!- gli chiese divertito Amycus. Senza aspettare la risposta di Draco, il Mangiamorte puntò contro Ginny la bacchetta, aprì bocca, pronto per mettere fine alla vita della ragazza....
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