1^capitolo
Mi sveglio fra le urla di mia madre. A fare eco agli strilli vi sono i tuoni. Chissà perché, nei momenti drammatici c'è sempre un temporale, come se il cielo piangesse per compassione. Abbraccio il mio peluche: si chiama Randolph ed è un cagnolino bellissimo e teneroso, regalatomi da mio padre quando ero piccina. Non mi importa di essere troppo grande, lui è l'unico conforto che ho in queste situazioni. È strano che io sia tanto affezionata a lui, visto che mi è stato dato da quell'uomo che in questo momento sta provocando la sofferenza della mamma. Mi cullo nel letto e mi coccolo, fingendo che sia solo un incubo. In effetti dopo un po' le urla svaniscono, ma io so inevitabilmente che tutto ciò è davvero accaduto. Omai sono anni che va avanti così, e io non posso farci niente. Mi fa male dover fare finta di niente mentre mia madre soffre, ma è tutto quello che posso fare. Ricordo ancora bene quando, anni fa, provai a fermare mio padre. Ero solo una bambina, che mi passava per la testa?! Lui iniziò a colpirmi con la cinta e a sbattermi violentemente conto il muro. Ho ancora le cicatrici incise sulla schiena, come se volessero ricordarmi di farmi i fatti miei. E la cosa che mi fa più male è che mio padre non è alcoolizzato, non si droga, in questi eventi ha la mente perfettamente lucida. Immagino di fuggire con mia madre, lontano da questo posto pieno di tristi ricordi. Ma purtroppo i sogni non esistono e devo accettare questa vita, perché non ho tutti i problemi del mondo. Così un po' più tranquilla mi riaddormento, aspettando con attesa il nuovo giorno che deve venire.
Spazio autrice:
Spero apprezziate la storia...è per riflettere sui problemi che purtroppo sono attuali...fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti, se volete si possono anche aprire discussioni sugli argomenti che tratto. Ora vi lascio, ciao!
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