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- Certo che è un bel po' strano - bofonchiò Tasha rosicchiando un biscotto allo zenzero.

- Vero! Pizzica! - confermò Shamira annusando il suo pezzo di dolcetto. - Però buono uguale - decise infilandosi in bocca quello che ne avanzava, masticandolo con gusto.

- Non parlavo dei biscotti, ma... - e guardò oltre le sue spalle.

Shamira volse il capo. C'era solo Tavish che dormiva avvolto nella sua coperta. La ragazzina tornò a fissare l'amica con sguardo corrucciato.

- Perché mi guardi così? È vero! - ridacchiò Tasha divertita. - Non si capisce nemmeno se è giovane o vecchio! -

- Che importa estati che ha? Lui amico! E poi no vecchio! - protestò Shamira. - Tieni questi. Io più voglia - sbuffò offesa chiudendo con un nodo il tovagliolo con i biscotti.

- Dai! Non volevo farti arrabbiare. È che... -

- Tavish no strano! - la interruppe Shamira. - Lui amico quando nessuno è! Lui difende anche quando qui vuole frustare me! -

- Qualcuno ha cercato di frustarti? Chi è stato? - chiese Tasha pentita e angosciata insieme.

- Uno di quelli che fa guardia. Grosso. Faccia piatta e capelli che pare sempre bagnati. -

- Sembra il ritratto di Meron. Fa il prepotente con tutti, quello. Lo dirò a mio padre e... - disse Tasha, decisa a farsi perdonare.

- No - la interruppe Shamira scuotendo il capo. - Tavish ferito per difendere me. No voglio che altri guai. -

- Mi dispiace per quello che ho detto prima - disse Tasha mortificata. - Non volevo parlar male del tuo amico. È che... -

- Se dire ancora strano, io arrabbio! -

- Non lo dirò - sorrise Tasha gentile. - Misterioso, ecco. Perché non parla tanto. -

- Però piace ascoltare. E insegna a parlare meglio e con più parole - raccontò Shamira volgendosi a guardarlo con gli occhi raddolciti. - Vero che io non so molto di Tavish. Ma so quello che importa. E a me basta. Ora meglio dormire. Sole sveglia presto - disse Shamira come congedo.

Tasha scese la scaletta del fienile in un rattristato silenzio e allo stesso modo se ne allontanò.

Non avrebbe dovuto parlare così dell'amico di Shamira, anche se strano lo era davvero. Non ne aveva il diritto. È che un po' le metteva soggezione, così trasandato e scostante con tutti. Però non infastidiva mai nessuno e, a suo modo, si prendeva cura di lei. Quindi non poteva essere una cattiva persona, anche se il suo aspetto lasciava parecchio a desiderare. E pure il suo odore.

La verità è che avrebbe dovuto mordersi la lingua. Di certo Shamira era ancora in collera con lei e non le mancavano di certo le ragioni. Doveva trovare a ogni costo il modo di farsi perdonare. Non voleva perdere un'amica, ora che ne aveva finalmente trovata una. Ma come poteva...

- Che faccia pensierosa, ragazzina. Hai bisticciato con la tua amichetta? -

Tasha sobbalzò spaventata. I suoi piedi l'avevano riaccompagnata a casa con la sicurezza data dall'abitudine, ma non si era proprio accorta di non essere più sola. Rendersi conto che si trattava di Meron e che aveva indovinato i suoi crucci con un semplice sguardo, fu doppiamente sgradevole.

- Io non ci parlo con te. Volevi frustarla! Sei cattivo! - disse incollerita sdegnandosi anche solo di guardarlo.

- Ragazzina, io faccio solo il mio lavoro - disse l'uomo come se ne fosse addolorato. - Che figura ci farebbe tuo padre se tutti i lavoranti qua dentro facessero il comodo loro? Credi che potresti ancora far la vita della padroncina se lo licenziassero? - disse staccandosi dalla parete contro cui stava oziando.

- Shamira non può aver fatto nulla di così grave! Lei lavora sempre con tanto impegno - ribatté Tasha ostinata, anche se l'osservazione l'aveva colpita.

- È vero e probabilmente quel giorno ho esagerato un po' - ammise di buon grado. - Ma non la conoscevo ancora e così posso essermi sbagliato. A tutti può capitare di giudicar male qualcuno senza motivo, non credi? - aggiunse con intenzione.

Tasha arrossì. Era vero. Anche lei aveva giudicato l'amico di Shamira senza saper nulla di lui.

- Magari aiutarti a far pace con la tua amichetta, potrebbe essere un buon modo per farmi perdonare, non trovi? - disse mellifluo.

- Davvero conosci il modo? - chiese Tasha stupita.

Meron stirò la faccia in un gran sorriso che non arrivava agli occhi.

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