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Capitolo 21 = Postumi da sbronza? Stessa cosa.

Appena il video finì, mi resi conto di avere gli occhi fradici e il mascara sulle guancie. Non era possibile che quella bambina ero io, eppure ricordavo a pezzi qualcosa che era sicuramente accaduto alla Green Phoenix. Lentamente voltai la testa verso i miei amici: la più sconvolta era Aelita, e un po' la capivo.

-Mi dispiace, io non sapevo niente di tutto ciò-, sussurrai io incapace di dire altro.

Tutti tacquero inizialmente, e in quei pochi secondi vidi Aelita cercare di mantenere la calma, poi scoppiò.

-TU HAI UCCISO MIO PADRE! E STAI UCCIDENDO NOI, DA BEN TRE ANNI! STAI UCCIDENDO LA TUA MIGLIORE AMICA E IL RAGAZZO CHE AMI, E NON TE NE RENDI CONTO! SPARISCI DA QUA, ESCI DA QUESTA FABBRICA! E NON CI ENTRARE PIÙ PER NESSUN MOTIVO!-, gridò Aelita.

Rimasi a fissarla, senza dire niente, poi mi asciugai le lacrime e corsi via. Il fatto di aver scoperto di essere completamente sola al mondo mi rendeva postuma ad una serata di alcol a tutto spiano.

Ero disperata quasi come una in astinenza da droga. E la mia droga era l'affetto.

L'eroina che compravo ogni giorno era finita, terminata e la cosa più spiacevole era che non avevo nemmeno riserve, perché è un servizio e loro non si possono riutilizzare il giorno seguente, mettendoli da parte.

Appena uscii dalla fabbrica mi resi conto che era sera. Saranno state le sette se non erravo e ciò significava una vera e propria punizione.

Ma non avevo paura; forse l'unica cosa di cui avevo bisogno era l'astinenza dalla droga.

Lentamente camminai verso il collegio prendendo sempre la strada più lunga, involontariamente. Volevo stare sola, pensare a quello che era appena accaduto, ricordare i miei veri genitori.

Loro c'erano stati, un po' per uno. Nei primi sei anni della mia vita, un tale chiamato Peter Montgomery, o meglio conosciuto in quel video come "il padre di Mary Shay Montgomery".

Anche se non ricordavo pressoché nulla di lui, non avevo paura di incontrarlo, anzi ne morivo dalla voglia. Lui non era un assassino.

Quanto a mia madre invece... Quella era sempre la stessa, la mia dolce mamma infilata nel camice bianco e dietro gli occhialoni.

Mi ritrovai a sorridere casualmente, poi quando alzai il volto mi ritrovai davanti due uomini in giacca e cravatta neri, gli stessi descritti da Aelita, quelli che cercarono di rapire lei e suo padre il giorno in cui si trasferì a Lyoko.

Senza perdere tempo, mi voltai e cominciai a correre a più non posso verso una destinazione qualsiasi. Quei due però mi stavano alle calcagna, era impossibile liberarsene.

Ad un tratto mi ritrovai contro un muro... Non c'era via di scampo. Ero in trappola. Lentamente i due cominciarono ad avvicinarsi.

-A62 comunica che ce l'abbiamo in pugno-, mormorò quello a destra attraverso un walkie-talkie.

"D18 risponde di prenderla di peso e portarla qua", si sentì come riposta.

Due secondi per capire che stavano parlando di me e qualche anno per prendere una decisione.

Che cosa potevo fare? Ero in trappola come un topo!

-Non mi prenderete mai, mettetevelo in testa!-, gridai io.

-Ne sei sicura? Io non penso proprio-, mormorò quello di sinistra.

-ORA BASTA!-, gridò...

Ulrich?

I due uomini si voltarono e presero un bel calcio in faccia. La mia migliore amica fece finta di sparare poi soffiò sulla pistola finta e mi guardò strizzandomi un'occhio.

-Ti sono mancata, migliore amica? Be', in tal caso, eccomi-, esclamò.

-Direi che la tua entrata teatrale mi ha salvata da un tentato rapimento, quindi sì, mi sei mancata...-.

-Vieni. Ora ti riportiamo al collegio-, sussurrò Ulrich.

Svoltammo l'angolo e subito mi accorsi che il gruppo al completo era lì a fissarmi.

-Io... Io non penso che mio padre abbia ideato XANA per uccidere Franz Hopper e sua figlia-, iniziai. -Non penso di seguire la successione familiare, penso che spegnerò il super computer e distruggerò XANA una volta per tutte. E poi... Mi dispiace per tutto, davvero-.

-Non dicevo sul serio quando ti ho detto che hai ucciso mio padre. So per certo che lui è vivo da qualche parte su Lyoko-, sussurrò Aelita.

-Lo so, e non preoccuparti. Ehm, prima di parlare di quanto succederà dopo questo spiacevole episodio, vorrei chiedervi una cosa-.

-Dicci, lo sai che ti appoggiamo in tutto-, sorrise Yumi.

-So che la promessa di cercare Hopper va avanti da due anni, quindi penso che cominciare a cercare il mio non sia una cattiva idea. Se davvero ci tenete allora ditemelo. Insomma, per quanto ne so, questa avventura potrebbe durare anche sei anni...-.

-Potrà durare anche tutta la mia vita, ma io ti aiuterò-, mormorò Odd. -E sai perché? Oggi ho avuto la prova di una cosa che ho scoperto il primo giorno di scuola-.

-Ah sì? E di cosa scusa?-, chiese Aelita.

-Del fatto che Mary è innamorata di me-.

Divenni rossa di colpo abbassando il capo e nel frattempo i miei amici risero come matti.

Alzai lo sguardo quando l'incendio sulle mie guancie fu spento e vidi cinque paia di occhi fissarmi.

-Okay, ti aiuteremo tutti-, esclamò Jeremy.

Sorrisi, poi mi resi conto di una cosa: qualcuno mi aveva regalato la mia droga e questo mi rendeva di nuovo felice.

***SPAZIO AUTRICE***

io spero di non ferire nessuno con l'assonanza della droga che ho tirato in ballo. Sappiate che sono sobria, non mi sono mai drogata e bevo solo nelle occasioni importanti.

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