3.era solo un ragazzo
Il tempo in questa città non è mai stato uno dei più belli d'America, eppure oggi il cielo grigio ha un colore particolare. È quasi nero, sembra che la notte non se ne sia mai andata, non ci sono stelle, solo grandi nuvoloni neri che oscurano il sole.
<Cosa sta succedendo?>domanda Riley agitata.
<Non lo so con esattezza ma credo di aver fatto qualcosa di sbagliato>l'università si è svuotata. Non c'è più un anima ma in lontananza si sentono ancora le urla.
<Che cosa Alex!>Mike si è dissolto insieme agli altri studenti, non si è neanche impegnato a salutarci.
<Dobbiamo prima andare via da qui>tornare a casa sarebbe stato troppo complicato, sopratutto con Riley <La tua stanza. Dov'è?> domando, mia sorella fa cenno di seguirla, camminiamo vicine, le urla hanno cessato ma io so che qualcosa sta ancora creando problemi.
La stanza di Riley è piccola, ha un letto singolo all'angolo e le serrande tirate giù. C'è puzza di chiuso e di nachos al formaggio.
Mi affretto ad aprire la finestra per far passare un po' d'aria e provo a capirci qualcosa.
<Stavo disegnando, tutto era come sempre ma invece mi sbagliavo. Quel ragazzo, mi ha vista, e poi è tutto cambiato, siamo finiti nel mezzo. Pensavo che non fosse successo niente di che ma oggi, prima delle urla e del casino l'ho visto. Era qui. Io so che lui qui non potrebbe starci, è un essere soprannaturale che si trovava nell'altro universo ma io l'ho fatto passare qui ed ora lui sta facendo qualcosa di sbagliato>dico a mia sorella che nel frattempo si è seduta sul letto, mi guarda rimproverante.
<La mamma non vuole che tu disegni. Sapevi che sarebbe potuto succedere qualcosa>dice con voce severa. È vero, ne sono sempre stata a conoscenza. Il mio dono non è da tutti, sono in grado di passare attraverso il portale di un'altra dimensione, la dimensione dove sono rinchiusi gli esseri mitologici e leggendari. Sono un portale vivente che non dovrebbe trovarsi sulla terra. Uno scherzo della natura.
Quando disegno, riesco a vederli, esseri come me, come i miei genitori biologici, fanno le loro vite e io li osservo. Riesco a vedere la loro tristezza, la loro gioia. Riesco a comprenderli quando li disegno.
<Io non so chi lui sia. Non so cosa vuole. Non so niente>specifico. Riley sembra sconfitta.
Rimaniamo bloccate nella camera per ore. La situazione sembra essersi placcata. Forse, sto esagerando. Forse era solo uno scherzo ed io sto impazzendo.
Il telefono di Riley squilla, risponde e la sua espressione cambia.
<Okay. Certo mamma. Rimaniamo qui. Stai tranquilla. A dopo> attacca e cerca qualcosa sul telefono. Si ferma su YouTube e fa partire un video.
<È poco lontano dall'Università> mi fa notare. Il video ritrae delle persone che scappano da un essere mai visto prima. Una donna, alta e robusta, il suo viso era deformato, rosso e con gli occhi chiusi. Sembra che neanche cammini ma che strusci i piedi a terra. La ripresa è scossa e con le persone che corrono non si capisce bene. Arrivano i poliziotti e sparano verso la donna. Sembra non fargli niente ansi. Si blocca, gira la testa e apre la bocca. Non si sente ciò che dice ma uno dei poliziotti lascia la terra. È in cielo, urla e le gambe sono tirate.
Un'ultima urlo straziante prima che gli arti si stacchino letteralmente dal suo corpo.
Il video si conclude.
Ho le mani gelide. È una cosa assurda. Non avevo mai visto niente di simile prima d'ora.
<Cos'è?>domanda Riley, alzo le spalle
<Io non ho portato questo essere qui sulla terra. Era solo un ragazzo>specifico. Sono sicura di quello che ho visto.
<Carino?>domanda mia sorella con gli occhi a cuore.
Non rispondo.
Riley sorride <Alex si è presa una cotta>spalancò gli occhi. Dalla mia bocca non sono mai uscite queste parole. Ma non me la sento di contraddirla, pensasse ciò che vuole, l'importante è che non si metta nei casini.
<Bene. Io direi che siamo nella merda>dico tornando alla situazione. Bloccate in una stanza, fuori c'è una strega che sta uccidendo delle persone e io non so cosa fare.
<Ti aiuto io. Ma devi fidarti di me>
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