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2. Immaginate


...2 settimane dopo...

Riley, Mia sorella è una palla al piede.
Lei non va quasi mai all'università,  dice che l'esperienza insegna più di molte ore di studio, non la contraddirei se fosse una donna in carriera, arrivata all'apice della sua gloria senza studiare; maa non è il suo caso.
Ogni mattina si chiude in bagno, si fa le sue lunghe docce ed esce lasciando una scia di vapore e un ruscello nella vasca.
La cosa divertente? Questa non è neanche casa sua ma si ostina a stare qui, è più presente lei di me qua dentro.

<Alex andiamo a scuola?> resto basita quando alle 8:10 di mattina entra nel bagno come niente fosse e mi incoraggia a sbrigarmi, perché è questo quello che sta facendo.
La guardo dalla testa ai piedi.
È splendente. I capelli corti pettinati ordinatamente, gli occhi leggermente truccati e le labbra di un colore più ciliegia.
Qui qualcosa non quadra.
Tolgo lo spazzolino dalla bocca.
<Sai che non andiamo a fare shopping vero?>dico lei annuisce contenta ed esce da casa, ovviamente sbattendo la porta.

Immaginate la scena: una ragazza in macchina, che osserva il paesaggio, ti domandi cosa le passi per la mente, lei ascolta la sua musica con i pensieri diretti altrove.
Ora prendetela e cancellatela.
Riley corre. Tanto. Non so chi le abbia dato la patente. Sfreccia tra le strade di Mounthwhas come se fosse in formula uno, la cosa più assurda è il suo sorriso, sembra che neanche se ne renda conto. Tengo le mani strette alla maniglia, non vedo l'ora di uscire da qui salva, perché sana non lo sono.
<Quanto l'hai pagata?>domando
<Che cosa?>chiede togliendo gli occhi dalla strada
<La patente>lei fa un sorriso, toglie le mani dal volante e per un breve istante ho la sensazione che moriremo.
Si sistema i capelli e nonchalance poggia nuovamente le mani sul volante
Intravedo l'università.
<Io non salirò mai più in questa macchina>

L'università non è niente di che, è piccola e famigliare, mi sembra quasi di non aver mai finito le superiori.
Studio giurisprudenza, o almeno ci provo.
Appena usciamo dal parcheggio vedo Riley cercare qualcuno tra la folla, ma non capendo chi decido di passarci sopra.
<Tu vieni?>domando indicando la caffetteria con il pollice.
<Non ho mangiato a colazione e preferisco prendere qualcosa prima della lezione>
Lei fa cenno di no e si siede su una panchina, tira fuori il telefono e inizia a parlare con qualcuno.

Questo posto è sempre caotico, studenti che ordinano da mangiare, altri seduti al caldo mentre fanno colazione o chiacchierano con i propri amici.
<Alex cosa posso darti?> domanda Carlos.
<Un caffè lungo e un panino al prosciutto>annuisce.
Carlos è uno studente che nel tempo libero lavora alla caffetteria per prendere qualche soldo. È all'ultimo anno ed è l'unico con cui ogni tanto parlo all'università oltre a mia sorella.
Torna con il mio ordine e lo saluto con un sorriso.
Non sono molto socievole però con le poche persone a cui sono legata mostro il meglio di me, o quasi...

Esco con l'ordine, il panino è per Riley, non mangia spesso, qualche anno fa ha avuto dei problemi di anoressia e preferisco controllarla da questo punto di vista.
Lei è la sorella maggiore, ha un'anno esatto in più di me però mi sono sempre sentita responsabile per lei.
Alzo gli occhi al cielo quando la vedo intenta a parlare con un ragazzo. Fa la civettuola. Ora capisco perché è voluta venire.
Mike Brown.
Mi avvicino a lei, le do la busta e guardo il ragazzo dai capelli biondo platino dall'alto al basso.
<Ciao Mike è sempre un piacere vederti>dico facendo un falso sorriso, lui d'altro canto sbuffa
<Riley, non mi avevi detto che con te c'era tua sorella>
<Sorellastra per l'esattezza>lo corregge Riley <Ed ero certa fosse andata a lezione> concludo
<Cosa che tu non stai facendo. Da quanto siete tornati insieme?>
La storia tra Mike e Riley è sempre stata un tira e molla continuo, stanno insieme dal secondo superiore, prima della caduta alimentare di mia sorella. Si lasciano e ricongiungono ogni giorno.
Questa volta però pensavo fosse definitiva visto che lui era partito per la Florida ed invece eccolo qui.
<Bella la Florida?>incalzo;
lui arriccia il naso
<Non ci sono mai arrivato. Mio zio mi ha portato a lavorare con lui in Colombia e ora che è morto sono tornato a casa. Mi sto iscrivendo qui>vorrei alzare nuovamente gli occhi al cielo ma qualcosa mi distrae.
Un ragazzo. Fermo tra la folla. All'inizio penso di averlo immaginato ma più la mia vista si abitua più lo riconosco.
Gli occhi hazel mi guardano e il sorriso si alza.
<Cosa guardi?>
Mette una mano tra i capelli castani.
Io l'ho già visto.
Cammino verso di lui ma improvvisamente sparisce tra la folla.
Riley preoccupata mi viene contro
<Tutto bene?> annuisco confusa, dovrei dirle di quella sera, ma non voglio che si preoccupi, so cavarmela da sola se solo potessi capire.
Qualcuno urla. Non è un urlo gioioso, è spaventato, e vicino.
<Cosa sta succedendo?>chiede Mike, dei ragazzi corrono verso la caffetteria alle nostre spalle e una nube grigia colora il cielo.
Le parole mi escono frettolose dalla bocca <Credo di aver fatto un casino Riley>

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