giudizio
Come sempre, dedicato alla nostra ricetta ispiratrice (ciao Tatty0523 )
Non era una gran giornata, per Diamond Stehodensky.
Aveva la pelle in fiamme, la testa gli scoppiava e si sentiva come un palloncino sgonfio abbandonato nel cielo... cosa che mai gli era capitata.
Era successo un disastro, una tragedia, e non riusciva a capire... Perché? Perché era successo? Perché andava sempre in quel modo? Che giornata di merda.
Non sapeva che la sua cara giornata schifosa stava per peggiorare...
Si stava trascinando per un corridoio, quando all'improvviso ci fu una scena che fece molto anime giapponese: qualcosa lo afferrò e lo trascinò in una stanza nel giro di un millisecondo netto. Il ragazzo non fece in tempo nemmeno a gridare che si ritrovò immerso nel buio, i polsi bloccati dietro la schiena da una forza invisibile e le labbra serrate, come e fossero diventate di pietra.
« Perché non lo abbiamo fatto svenire e basta?»
La voce che aveva parlato doveva appartenere ad una ragazza, non molto grande per giunta, ma il tono lasciò comunque un morso di paura al mezzodemone: era come se non le importasse minimamente che lui fosse sveglio. O vivo.
« Oh, ma ovviamente perché così si spaventa per benino da subito, biscottino»rispose un'altra ragazza, forse con qualche anno in più e un tono molto più premuroso. Ma certo non lo tranquillizzò, perché assomigliava alla premura chela strega ha nell'ingrassare i bambini prima di divorarli.
Diamond cominciò a respirare più velocemente, preso dalla paura, mentre una forza impalpabile lo tirava in piedi e lo spingeva in avanti, evidentemente seguendo le ragazze che adesso parlottavano a voce bassa. Non poteva vedere nulla, gli occhi sigillati allo stesso modo della bocca.
Dopo quelli che gli parvero anni di scale a chiocciola verso il basso, tunnel gelidi, spazi aperti e passaggi ristretti finalmente si fermarono. Durante il percorso il ragazzo aveva continuamente tentato di attingere al suo potere demoniaco per liberarsi, ma gli era stato impossibile. Era bloccato.
Qualunque cosa fosse a tenerlo su lo rilasciò, e lui cadde a terra come un sacco di tuberi. Gli parve di sentire una risatina malefica, ma doveva essere il suo cervello sovraccarico. Non poteva muoversi.
Mentre giaceva a terra, su un pavimento sconnesso, roccioso, e il freddo gli entrava fin nelle ossa – altra cosa assurda, visto che era un mezzodemone- , senza che potesse vedere nulla, tentò di capire qualcosa del luogo in cui era stato trasportato. Come erano riuscite quelle due a bloccarlo in quel modo? Perché non riusciva ad usare il suo potere? Che diamine volevano, per rapirlo in quel modo e portarlo in un antro gelido, presumibilmente in profondità sotto terra? E perché mai nessuno sapeva di passaggi segreti e gallerie nascoste a Maughrest?
Lambiccarsi il cervello in cerca di risposte e respirare profondamente era l'unica cosa che gli impediva di cedere al panico.
Le due continuavano a borbottare sottovoce e trafficavano con qualcosa, a giudicare dal rumore. Poi, dopo un po' – non era riuscito a tenere conto del tempo- lo tirarono su di nuovo e sentì che lo mettevano seduto su quello che sembrava un blocco di pietra. La pressione sulle palpebre svanì.
Diamond batté le palpebre, cercando di riacquistare sensibilità e di tornare a vederci qualcosa.
Si ritrovò davanti un viso coperto da una maschera blu scuro, con un sorriso che forse voleva essere rassicurante, ma era solo inquietante.
« Prendi un biscotto, Diamond »
Rimase interdetto. Cosa?
Si rese conto di non aver capito male quando vide che la ragazza, la seconda ad aver parlato all'inizio, gli porgeva una scatola di latta colorata piena di biscotti. Anche un braccio era stato liberato dalla presa ferrea dell'aria.
«Ha detto di prendere un biscotto, idiota» ribadì aspramente l'altra, fuori dal suo campo visivo.
« Aliena, per favore»
Aliena? Ma cos'era, una specie di nome in codice?
Poi notò che circa la metà dei dolcetti nella scatola era a forma di piccola aliena blu. E sentì un brivido di terrore, pur non capendo perché.
Oh. Il video... quel brutale video sulla morte di Francois... c'era un biscotto identico alla fine. Diamond cominciò ad essere seriamente molto spaventato,eppure era certo che non fosse solo per quello.
La ragazza con la maschera blu, che indossava anche un poncho azzurro e un paio di jeans celesti, lo scrutò comprensiva. Ma con quella nota psicopatica nello sguardo che vanificava sempre l'effetto.
«Davvero, Imp- Diamond, prendi un biscotto. Vedrai, aiuta» cercò di convincerlo, rigirandosi fra le mani un pezzo di legno. Un momento, quella era la sua bacchetta!
« Per gli dei onnipotenti, Vermicolo... » commentò l'Aliena, spuntando davanti a lui con una maschera rossa lucente « Cosa pensavi, che ti avremmo lascito la bacchetta? Smettila con quella faccia oltraggiata, e prendi un biscotto»
Schioccò le dita e il braccio libero di Diamond, con grande terrore del proprietario, si mosse da solo verso la scatola e prese un biscotto a forma d'aliena che portò alla bocca, la quale si aprì da sola e morse, rispondendo a muti comandi che non venivano dal ragazzo.
La ragazza dalla maschera blu cercò di nascondere un risolino e scoccò un'occhiata di disapprovazione ad Aliena. « Sorella, non è carino! »
«E chi vuole essere carino! »
Nel frattempo che le due, a quanto pareva, sorelle litigavano, a Diamond successe qualcosa di strano. Gli parve che la mente fosse stata messa in una lavatrice babbana, girava, girava, era tutto confuso... e lentamente si ricordò.
« Sei tu! Il video, il biscotto... » esclamò, atterrito. Aliena si voltò tranquillamente, lisciandosi l'enorme felpa rosso sangue.
«A quanto pare il biscotto ha fatto il suo effetto» commentò, pacata, verso la sorella. E subito dopo rivolse al mezzodemone bloccato sul masso uno sguardo da far gelare il sangue. Inquietante.
La sorella -maggiore, riteneva lui- annuì. « Non immagini nemmeno quanto lo sia, Impasto Rovinato» commentò, come leggendogli nel pensiero. Diamond fece un verso strozzato. Aliena invece la fissò stupita, come se avesse detto qualcosa di enormemente volgare.
« Oh, non c'è bisogno di fare quei versi» la ragazza fece una smorfia, avvicinandosi, e la bocca del mezzodemone si chiuse di scatto «Io sarei OreoBlu, giusto perché tu lo sappia, ma è scomodo da dire, ti pare? Per cui posso essere anche solo Oreo »
Oreo gli prese dalle ginocchia la scatola dei biscotti e gli mise in mano un oreo con la crema azzurra. Ma perché diamine quelle ragazze avevano nomi in codice di biscotti?!
Il ragazzo cercava davvero di distrarsi con quelle domande, ma le immagini appena ricordate continuavano a balenare nella sua testa: la ragazzina Serpeverde, il video, le minacce di morte...
Oreo e Aliena lo fissavano portarsi involontariamente il biscotto alla bocca, spalla a spalla, la maggiore di qualche centimetro appena più alta. Due paia di occhi verdi lampeggiavano di astio dietro le maschere colorate, ma nelle irirdi blu scuro e verde prato della Fata Turchina riluceva anche qualcos'altro. Compassione, forse, o magari solo una certa inclinazione al tentativo di perdonare. Ma perdonare cosa?
D'un tratto, mentre masticava il biscotto, gli fu chiaro.
« E' per quello che è successo prima!» esclamò, rischiando di strozzarsi con l'oreo « è per questo che voi pazze mi avete trascinato quaggiù, è-»
Ma Aliena gli chiuse la bocca con un'occhiataccia che poteva essere una pugnalata di giada. « Non è successo, coglione, TU lo hai fatto» sancì freddamente. Per una volta, la sorella sembrava pienamente d'accordo con le parole e i sentimenti della sorella, ma aggiunse:
« Certo, non solo lui... ma dell'altra questione ci occuperemo più tardi »
il mezzodemone rabbrividì di nuovo al suono di quelle parole. Un'intuizione improvvisa, però, lo riscosse dal terrore e lo spinse a parlare nonostante la fredda furia delle due.
« Tanya? Avete intenzione di portarla qui? Oh, lei...»
«Ma non dire assurdità!» lo interruppe Oreo tagliente « Perché mai dovremmo portare qui la Regina!»
«Ma... hai detto... l'altra questione...»
Diamond cominciava a boccheggiare, il respiro si era fatto difficile, come se l'aria fosse diventata crema. Inaspettatamente, fu Aliena a lanciare un'occhiata d'avvertimento alla sorella maggiore, che batté le palpebre sorpresa. L'aria divenne subito fresca e respirabile.
« Mia sorella ha detto l'altra questione, nessuno ha nominato la Regina » concluse la minore, ignorando bellamente qual che era successo un attimo prima «A proposito...»
Mentre il ragazzo le fissava a occhi spalancati le due schioccarono le dita e due identici puff neri enormi apparvero esattamente dietro ognuna di loro, che vi si lasciarono cadere con noncuranza e piantarono gli occhi, di nuovo gelidi e simili a chiodi, dritti in faccia al mezzodemone. Per quel che dicevano le loro espressioni, poteva essere giunto il momento della sua morte o della sua incoronazione ad imperatore supremo del mondo.
« Diamond Stehodensky» esordirono in coro, con una sola voce che sembrava essere la fusione delle loro e lo inquietò quasi più della gelida ira nei loro occhi.
« Sei sottoposto, da questo momento finché non lo riterremo opportuno, alla giustizia dell'Ordine delle Torte» continuarono, senza distogliere lo sguardo né, parve a lui, battere ciglio, due paia di punteruoli blu e verdi puntati dritti su di lui « puoi mangiare quanti biscotti desideri finché non ti sarà detto il contrario, non ti è consigliato qualsivoglia tentativo di ribellione. Non pensiamo chiamerai il tuo avvocato, anche se sapessi cos'è, e noi non te ne forniremo uno. Non hai il diritto di rimanere in silenzio, ma tutto quello che dici potrà, e sarà, usato contro di te»
Nella sala si sentì qualcosa di simile ad una campanella.
« Ecco risuona un trillo di forno, la torta è pronta e non aspetta altro che essere mangiata. Crustuli ac Enses ab lucis gloria ducunt» conclusero con la voce che era due voci, modulandola di emozioni contrastanti. L'ultima frase doveva essere qualcosa in latino, ma Diamond non ci stava certo a pensare in quel momento. Nell'aria ci fu un fremito, come se un getto caldo soffiasse in mezzo al gelo, e il ragazzo seppe che la voce che era due era finita.
Le ragazze si alzarono, con contemporanei movimenti fluidi che facevano pensare ad una danza, e Aliena parlò, noncurante del terrore che faceva sollevare e abbassare il petto di Diamond come in preda ad un attacco di panico.
« Penso di poter cominciare, finalmente» asserì, sfregandosi le mani in un modo che, per quanto fosse minuta, la fece sembrare una pericolosa e inquietante pazza omicida. Dallo sguardo sul suo viso, probabilmente lo era.
Ma Oreo la interruppe mettendole una mano sulla spalla con fare tranquillizzante. «Aspetta, sorellina» disse «Voglio provare, devo provare. Potrebbe non essere necessario usare la pasticceria pesante»
Chiaramente cercava di convincerla di qualcosa, ma la minore non sembrava affatto persuasa. Dopo qualche secondo di sguardi, comunque, scrollò le spalle.
«Sei sempre troppo buona»
Oreo sorrise e andò di fronte a Sky. Gli mise le mani sulle spalle e, con voce calma, ripeté per filo e per segno tutto quello che era accaduto. Diamond, ancora impaurito, ascoltava il resoconto cercando di evitare lo sguardo perforante della ragazza. Quando lei disse che aveva violentato Tanya, però, sobbalzò.
«Non è vero! Voi mentite, non è andata così!» protestò, non notando lo sguardo delle sorelle, deluso per la maggiore e soddisfatto per l'altra «Lei voleva! io... io non so cosa le sia preso dopo, ma...»
« No, non voleva lo interruppe fermamente Oreo La hai costretta, e devi ammetterlo a te stesso prima di tutto»
«NO! Lei... voi! È Malfoy! È solo colpa sua! Sbraitò lui, prendendo ad agitarsi nei legacci invisibili «Anche voi siete mandate da lui, non è vero?! È lui che la devia, lei poteva amarmi, mi amerebbe! Lui vuole rovinarla, la vuole deviare, è tutta colpa sua!...»
E continuò con la sua invettiva, il cui suono però si affievolì senza che nessuna delle due streghe facesse nulla. Era la stanza stessa a farlo.
Oreo, la delusione che le si leggeva negli occhi, gli angoli della bocca piegati verso il basso, si alzò su lentamente. Rivolse alla sorella uno sguardo triste, poi tornò su Diamond che strepitava sottovoce e annunciò, in tono alto e formale:
«Diamond Stehodensky, hai oltrepassato il Limite della Crema. Ti ostini ad assillare la Regina quando lei ha chiarito i suoi sentimenti, la hai fatta soffrire e la hai praticamente violentata, dando ascolto solo ai tuoi istinti primitivi senza curarti del dolore e del disonore che causavi agli altri e a te stesso. Ti rifiuti ancora di ammettere le tue colpe, e scarichi invece il tutto su Tomas Malfoy, il Re delle Serpi. Non hai coraggio» e qui fece una smorfia di disgusto guardando la sua cravatta rossa e oro «e non hai onore. Non ti curi della sofferenza che causi da tempo a Mara Potter, che ti perdona e tenta di redimerti, anzi la inganni e la fai soffrire ancora.
Per questo, e per tutto ciò che vi è legato, l'Ordine delle Torte interviene nell'Impasto, e cercherà di impedire che sia per sempre rovinato o che, quantomeno, rovini gli altri attorno a lui. Diamond Stehodensky, hai scelto la strada peggiore. Il Rimescolamento dell'impasto inizia da ora. Possa essere breve e proficuo»
Concluse così, scoccando al ragazzo confuso, furioso e spaventato uno sguardo freddo di disprezzo e compassione.
Voltandosi con calma si diresse verso la sorellina e le depositò un bacio sulla fronte, per poi sussurrarle qualcosa all'orecchio e andare a sedersi sul suo puff, gli occhi freddi posati sulle mani di Aliena.
Appena Aliena alzò gli occhi,al mezzodemone grifone vennero i brividi.
In quegli occhi color nocciola si potevano notare la parte psicopatica, di quella ''innocente" ragazza, prendere il controllo del suo corpo.
"Bene bene..." disse inziando a camminare facendo un ticchettio inquietante. "Con cosa potrei farti sentire dolore?Mhh..."
La sorella seduta la guardava preoccupata.
Sky si chiedeva se fosse per paura che la sorellina potesse esagerare o se fosse per paura di sporcare di sangue tutta l'aula.
Aliena intanto aveva deciso cosa fare.
Sky iniziò a tremare.
Vide Aliena avvicinarsi a lui e gli sibilò nell'orecchio:"Abbi paura."
Chiuse gli occhi.
Sentì quella psicopatica fare un incantesimo, con le sue risate in sottofondo.
Era immobole,riusciva a malapena a respirare.
"Aliena...Non fargli troppo male."
La ragazza non rispose.Aveva un'aria pensosa.
All'improvviso i suoi occhi si illuminarono.
Si girò verso la sorella e pronunciò:"To va di giocare a tiro con l'arco?"
Il mezzodemone, appena sentì la frase, iniziò a prepararsi psicologicamente.
La prima a tirare era la sorella maggiore.Prese le frecce e alla terza riusci a colpire il centro dello stomaco del Grifone.
Il problema fu quando toccò alla piccola Serpe che alla terza freccia colpì la parte più sensibile del ragazzo.
Dopo il colpo scoppiò a ridere.
"Chissà la puttanella di Mara che dirà quando vedrà uno dei tuoi due vuoti cosmici riempiti." disse,lacrimando dalle risate,mentre la sorella la guardava confusa.
"Oh andiamo! Il vuoto nei pantaloni e il vuoto nel cervello!"
"Sorellina...Sei disgustosa."
Aliena continuava a girare intorno a lui...Prendendo una pistola.
"Noi siam due piccole psicopatichin
siamo due sorellin. Tutti quanti ucciderem.Trallalà lallà." canticchiò in modo inquietante,per poi sparare la prima pallottola,sfiorando di proposito i ragazzi.
Altro che Grifone, quel mezzodemone era un fifone.
"Tiska Tuska...O-mi-ci-dio!" disse sparando l'altra pallottola,sfiorando l'orecchio.
Diamond voleva scappare,ma era pietrificato e quelle canzoncine erano inquietanti.
"Te ne dedico un'ultima." disse guardandolo "A-liena Blu.A-liena Blu. Fa più paura perfino di Tom. Ed al suono della sua pistol...Tu...Morirai qui."
Un ultimo sparo. Al cuore del ragazzo.
E l'ultima cosa che egli sentì fu:" Davvero sorellina?Crudelia De Mon?"
-.-.-.-.-
Diamond riprese lentamente coscienza di se stesso. doveva essere morto, non c'erano alternative. quella... quella pazza psicopatica le aveva sparato, cabticchiando felice come una bambina. Era morto. Ma ai morti non fa male tutto, no?
Aprì lentamente gli occhi. la stanza dove si trovava (ma non doveva essere morto?) era di un tenue azzurro, luminosa, calda e silenziosa.
"Buongiorno pasticcino pasticciato" lo salutò una voce sottile, ma non fastidiosa vicino alla sua testa "se mi dai retta stai buono, fermo e mi faciliti il compito."
"tu... ti chi sei? Sono morto, vero? Fatti vedere!" la voce del mezzodemone era spezzata e roca.
"Io sono... mi puoi chiamare signorina Muffin. Per tua fortuna sei ancora vivo, ma ti do un consiglio gratuito: non far arrabbiare mai più Aliena, intesi?"
Diamond tremò. Dunque quella voce faceva parte dell'Ordine cge lo aveva quasi ucciso. Eppure non sembrava avere cattive intenzioni... forse. Passò qualche minuto, nel quale nessuno dei due proferì parola, infine la voce assunse la forma di una ragazzina grande più o meno quanto il suo palmo, che gli stava svolazzando davanti al naso, la parte superiore del volto coperto da una maschera blu notte, quasi nera.
"Mi hai fatto spaventare!!!"
"Ma hai detto tu che volevi vedermi!" La vocetta a quel punto pareva perplessa , come a voler dire 'senti, tu hai chiesto e tu accetti'."senti, ti devo spiegare un paio di cose..."
"No, aspetta, come faccio..." la voce del Grifone si affievolì velocemente.
"Dicevo, ti devo spiegare alcune cose. Se al termine avrai domande,potrai farle, ma non prima. Tutto chiaro?" Il tono della signorina Muffin era pragmatico e con una nota di comando di fondo che non poteva essere ignorata. Al mezzodemone non rimase altro che acconsentire. "Bene! È l'ora del the fuori ora, dunque the, ora!" Batté leggermente le mani ed un vassoio comparve di fianco al lettino con le sponde dove Diamond si trovava "ce la fai ad alzarti? Spero di si..."
Aiutato da una qualche strana forza, il mezzodemone riuscì nell'impresa, sebbene a fatica. La signorina Muffin si sedette su un cuscino proporzionato sul vassoio, che nel frattempo aveva tirato fuori delle zampette e si era ancorato saldamente alle sponde "bravo Buford"
Stava seriamente parlando con un tavolino? Mah...
"Gradisci del the? C'è armonatizzato alla vaniglia, alla pesca o al gelsomino. Ti piacciono i muffin al cioccolato? Potrei offendermi in caso contrario... Oggi the alla pesca" decise infine, versandone direttamente una tazza al suo ospite', che la stava guardando sconcertato. "Dunque, dicevo... sono la signorina Muffin ed attualmente la tua vita dipende dalle mie decisioni e dalle tue capacità collaborative. Mi spiego: i biscotti erano fatti parzialmente di un impasto di nostra invenzione che permette all'anima di rimanere dentro al corpo ed a questo di non morire, se non sotto uno specifico comando, che allo stato attuale delle cose so solo io, per ovvie ragioni.
Hai dormito quasi due settimane, ma essendo noi altrove, puoi stare tranquillo, non hai perso nemmeno una giornata di scuola e nessuno noterà la tua assenza. Sappi che non potrai dire niente a nessuno della nostra esistenza. Ti si impastoierebbe la lingua, ritieniti avvertito. Se non collaboro sei morto. Per quanto riguarda la tua collaborazione, sappi che il biscotto ti mantiene in uno stato vegetativo e mantiene le funzioni vitali attive, quindi non collabori e vai in coma, fai irritare Aliena e vai in coma, tenti la fuga e vai in coma. Tutto chiaro? Ah si, un'ultima cosa: i biscotti ti salvano solo se è qualcuno dell'ordine ad attaccarti, ler il resto, se ti sparano sei morto, se ti lanciano un anatema sei morto. Ci siamo capiti?"
"Si, chiaro." Annuì Diamond "devo eseguire alla lettera quello che dici, non far arrabbiare mai più la signorina Aliena e sua sorella Oreo e non mettermi nei guai. Tutto giusto?"
"Sono stupita da tanta perspicacia..." confermò sarcastica la signorina, tirando fuori da una tasca un quadernetto microscopico "esperimento B612 riuscito" borbottò fra sé.
"Esperimento?" Diamond era indeciso se avere paura, probabilmemte era il caso, spaendo con chi aveva a che fare. La spiegazione fu candida.
"Oh... non lo sapevi? Il muffin che hai appena mangiato era uno snebbiamente sperimentale"
"Avrei potuto morire?" Il mezzodemone era shoccato
"Si, avresti potuto."
Epilogo del capitolo
Dopo quelle che gli erano parse settimane, una mattina Diamond si svegliò nel proprio letto. Si era sognato tutto? Sperò vivamemte di sì.
Sul suo comodino faceva bella mostra di se un biscottino, con sotto un biglietto "mi raccomando, per il futuro" e sotto una tortina stilizzata. Il foglio prese fuoco e lui non poté fare altro che annuire fra sé, agghiacciato.
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