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7. Capitolo.

Sono due giorni che mi sono trasferita momentaneamente a casa di Derek e devo dire che non è male come prevedevo, lui non c'è quasi mai e io ho i miei spazi, anche se le discussioni non mancano. Le domande che vacillano nella mia mente sembrano non avere risposte, so che mi nascondono qualcosa tutti, partendo da Mark per arrivare a Derek, mai sottovalutare una criminologa o quasi.
Il telefono comincia a squillare, così rispondo.
<< Ti ricordi della festa di questa sera no? Oppure ti sei dimenticata?>> la vocina stridula di Kim fa sanguinare le mie orecchie.
<< Ciao Kim, si sto bene e tu? Imbecille sì che mi ricordo è una settimana che mi rompi le palle per questa festa per me inutile.>>
<< Sembri una vecchia decrepita che sta dentro casa dalla mattina alla sera a fare la maglia.>> esordisce con soddisfazione.
<<La vecchia decrepita sta lavorando e comunque ora ti devo lasciare sai non vorrei far tardi, alle 21.00 sono da te.>> la liquido senza aspettare risposta.
Decido di fare un bel bagno caldo per poi passare a prepararmi. Dopo un'ora sono pronta, il vestito rosso comprato Domenica mi sta davvero bene, poi con i miei capelli neri corvini risalta ancora di più, sono soddisfatta del risultato, mentre finisco di osservarmi sento la porta di casa aprirsi, rivelando una scena mozzafiato, Derek che si toglie la sua giacchetta in eco pelle per poi lanciarla sul divano, sto per asciugarmi la bavetta quando il suo sguardo si posa su di me scannerizzando ogni centimetro del mio corpo, il mio fiato si mozza notando il pomo d'Adamo salire e scendere velocemente.
<< Se ogni volta che tornerò da lavoro troverò questo spettacolo ti terrò con me per molto più tempo.>> proclama in modo piccante, inumidendosi le labbra lentamente e di conseguenza il mio corpo ha un sussulto.
<< Watson placa le tue crisi ormonali, l'adolescenza è passata da un pezzo.>> lo disarmo subito, mi piace stuzzicarlo e mostrargli che non casco nella trappola del lupo.
<< Comunque grazie del complimento.>> e gli lascio un lieve bacio sulla guancia per poi prendere la borsa e le chiavi.
<< Dove stai andando?>> mi chiede con preoccupazione.
<< All'università, c'è una festa per l'inizio del semestre.>> rispondo e chiudo la porta sentendo le sue parole frivole << Stai attenta>>.
Sono qui da un'ora e già mi sono persa Kim e Damien, si saranno appartati così mi dirigo con difficoltà verso il bagno per un'urgenza fisiologica trovandomi davanti un ragazzo sulla trentina dal suo aspetto sembra ubriaco, biascica qualche parola nella mia direzione e si avvicina sempre di più, io di riflesso faccio passi indietro finché non sbatto addosso a qualcuno...
<< Uhh Zack hai trovato il dolce vedo?>> esclama il cretino alle mie spalle.
<< Puoi dirlo forte fratello!! Guarda che faccino smarrito, è ancora più eccitante.>> biascica parole che sanno di alcol puro.
<< Piantatela altrimenti...altrimenti.>> dico con voce tremante, ho davvero paura, non so perché mi ricordano episodi che vorrei dimenticare.
Flashback.
<< Lasciatemi vi prego, non mi toccate!>> urlavo a squarciagola come se qualcuno potesse sentirmi ma sapevo invano che nessun principe azzurro sarebbe corso in mio aiuto.
<< Sta zitta troia oppure ti legheremo.>> disse il tipo con il passamontagna, mentre l'altro era intento a togliermi i pantaloni.
<< Basta vi prego, non mi toccate!>> piagnucolai in preda alle convulsioni, poi ad un tratto sentii un botto e poi il buio.
Al mio risveglio mi ritrovai nuda accovacciata in mezzo ai rovi, ricoperta di sangue.
Fine flashback.
<<Elen cazzo rispondimi.>> urla la voce.
<< Elen guardami merda, sono Derek è tutto apposto.>> la voce da ovattata comincia ad arrivarmi limpida e proprio in quel momento incastro i miei occhi nei suoi e una sensazione di sicurezza invade il mio corpo, istintivamente mi getto tra le sue braccia e un pianto liberatorio si appropria di me.
Mi stacco d'improvviso e asciugo le lacrime che marchiano il mio viso, guardandomi attorno vedo i due uomini per terra malridotti e osservo con attenzione Derek che non proferisce parola ma sta con la testa china e le mani in tasca.
<< Grazie..>> sussurro in maniera quasi impercettibile, in tutta risposta lui solleva la testa e mi sorride, un sorriso che emana sicurezza e che per un attimo mi fa sbandare, poi in maniera naturale mi afferra per mano e mi trascina con se.

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