XXXIV. UNA VERITÀ AMARA
Ogni secondo sembrò durare un'ora. Purtroppo non potevo fare altro che attendere e pregare che tornassero.
Adam farfugliava qualcosa che non ascoltavo.
Non ci stavano mettendo troppo tempo?
-Mamma
Abbassai lo sguardo su Adam.
Era pallido. -Mi dispiace
-Ma cosa vi è venuto in mente?
-Scusa- abbassò lo sguardo.
-Davvero, non so cosa stavate pensando, è… - infantile? Sciocco?
Herman uscì dalla caverna, una mano sulla spalla di Julien.
Il sollievo fu tale che rischiai di cadere. Fu solo perché Adam mi trattenne che non corsi da loro.
-È tutto sistemato- Herman sorrise. -Il leone per fortuna non ci ha aggrediti- se non lo avessi conosciuto bene non avrei notato il modo in cui contraeva la mascella, la tensione che si sforzava di mascherare.
-Julien, tesoro- feci un passo per abbracciarlo, ma lui si scostò.
Lo fissai, il cuore chiuso in una morsa.
-Dagli tempo- sussurrò Herman.
Per tutto il tragitto del ritorno Julien non parlò. Guardava a terra. Che cos'era successo al bambino che avevo cresciuto come un figlio? In che punto lo avevo perso di vista ed era cambiato?
Adam singhiozzava.
Herman gli diede una pacca sulla spalla. -Su, non è successo nulla
-Era un gioco
Ero troppo esausta per parlare. Troppo preoccupata per qualcosa che sarebbe potuta finire molto peggio.
Gwen aspettava davanti a casa. Non lei, non ci voleva lei.
-Julien- chiamò e gli corse incontro, il vestitino turchese le si attorcigliava intorno alle caviglie. -Julien, stai bene?
Lo stomaco sprofondò.
-Che vuoi da me?- Julien serrò i pugni.
Gwen si bloccò e il sorriso le si sciolse sulle labbra. -Julien, io… io ti amo, Julien
Adam gemette.
-Io non ti amo- Julien fece un passo avanti.
-Non mi ami?- Gwen barcollò, tanto pallida da sembrare sul punto di sentirti male.
-Non ti amo, non lo capisci che non ti amo?- Julien urlò, le vene del volto in rilievo e corse via.
Lo seguii.
Mi lasciai scivolare sulla panca su cui si era seduto Julien. Lui non diede segno di avermi vista, ma io sapevo che era ben consapevole della mia presenza. Non parlai, rimasi solo così, al suo fianco.
-Ho sbagliato a dirle che non l'amavo?- chiese dopo un silenzio che sembrò durare ore.
Io scossi debolmente la testa. -Non puoi fingere l'amore
-Io non posso amare Gwen, non la sopporto nemmeno- fece una smorfia di disgusto -lei mi è sempre così vicina, anche se non la voglio, non pensi che sia sciocca? Dovrebbe evitarmi e invece… - non finì la frase.
-A volte l'amore non ci fa ragionare- e pensai al mio rapporto con Herman. A quanto fosse oscuro, sbagliato, folle. E a quanto la cosa non m’importasse.
Lui annuì mesto. -Non so cosa fare-
-Non ci sono regole-
Julien non replicò. Stava crescendo troppo in fretta, mi resi conto con dolore. A volte mi sembrava un estraneo. E poi era dolorosamente chiuso in sé stesso. Simile a Herman.
-Parlerò con Gwen- decisi.
-Non ti ascolterà, è come Lotte- e tra le sue labbra sembrò un insulto.
-Vorrà dire che capirà da sola- aggiunsi con un mezzo sorriso.
-Mamma… tu ami davvero Herman?-
Quella domanda, anticipata dalla parola mamma, mi fecero tremare. Lanciai uno sguardo intorno, temendo che qualcuno ci sentisse. -Non devi dirlo- mormorai.
-Scusa… io voglio solo sapere se lo ami… lui ti ama è evidente… non guarda nessuna come guarda te-
Mi sentii turbata. Non volevo coinvolgere Julien in un gioco d’adulti. Era ancora troppo piccolo. E poi aveva già i suoi problemi.
-Io vorrei solo sapere se lo ami, tutto qua- evitò di guardarmi.
-Sì- sussurrai e anch’io guardai altrove, il cuore in gola -lo amo anch’io, ma amo anche Albert-
-Come si possono amare due persone?-
-Non lo so, tesoro, non lo so, a certe domande non ci sono delle risposte- allungai un braccio e lo posai sulle sue spalle -che ne dici di rientrare?-
Julien mi fissò con una tale intensità che sentii il cuore battere più forte.
Ero sempre in difetto rispetto a lui. Un passo indietro. Una bambina.
-Va bene- sussurrò.
Gli stampai un bacio sulla guancia. -Andrà tutto bene, vedrai, certe cose si risolvono da sé- e cercai d’ignorare il groppo in gola che accompagnava la sensazione che tutto fosse sbagliato.
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