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XXIX

E così ora non ero più io chiamata a testimoniare il grande amore di un uomo per Lotte, ma era lei, banale mortale, a testimoniare l'amore di Albert, così perfetto, così lucente, così divino, per me. Non mi sembrava vero che un uomo come Albert si fosse innamorato di me, ma forse era ancora più incredibile che mi avesse preferito a Lotte, che pure era così perfetta, così bella, così splendente, come una di quelle attrici che avevo visto a teatro, così fatta apposta per lui.

-Ti tradirà- mi disse un giorno, lo sguardo brillante d'invidia –lui ti vuole solo per i soldi, per il castello, non può amare una come te-

Com'è crudele l'invidia! Rende nemiche le migliori amiche e riesce a distruggere tutto ciò che di bello e buono incontra. Se ci fosse stata Lotte al mio posto non dubitavo che sarebbe stata crudelmente benevola con me, la sconfitta, mi avrebbe detto che Albert in fondo non faceva per me, anzi, che cosa mi era venuto in mente d'illudermi su di lui, così fuori dalla mia portata. L'avevo sconfitta...avevo voglia di piangere di gioia a quel pensiero!

I miei genitori erano felici che Albert s'interessasse a me. Non avevo mai visto mio padre parlare tanto con qualcuno, a volte doveva intervenire mia madre per ricordargli che Albert era venuto a trovare me e non lui. Era così strano vedere il grande duca così logorroico. Mia madre cercava di mostrarsi meno entusiasta, ma io la conoscevo abbastanza bene da notare la sua gioia. Lolò invece era parecchio contrariata, non sopportava Albert e voleva che tutti lo sapessero. Sembrava insofferente quando doveva controllare da lontano me e lui per appurare che tra noi non succedesse nulla di male.

-Finirà male- borbottò una volta.

-Perchè dovrebbe andar male?-

Albert mi amava e io, ahimè, ero innamorata di lui, nonostante fosse un balordo, nonostante tutto ciò che faceva. Gli era, per esempio, venuta l'abitudine di portarmi dei libri decisamente scandalosi. Tra questi c'era un libro chiamato L'amante di Lady Chatterley che mi aveva regalato un pomeriggio ridendo.

-Non ne ho mai sentito parlare- gli dissi, soppesando il libro.

-Immagino...leggilo...sono proprio curioso di sapere cosa ne penserai-

Quando lo lessi compresi lo strano divertimento di Albert.

-Volevi scandalizzarmi- gli urlai.

-Ci sono riuscito?- chiese lui ridendo.

-Sei proprio un balordo-

-Davvero?-

-Una fanciulla non dovrebbe leggere cose simili-

-Eppure tu l'hai letto...-

-Sì, ma solo perché è un tuo regalo-

Albert sorrise, forse soddisfatto dalla risposta. Fu così che arrivarono altri libri, uno più scandaloso dell'altro, ma che lessi comunque, sempre di nascosto, sempre scuotendo la testa, sempre rimproverando Albert di avermene fatto dono. Non erano solo romanzi con temi erotici, a volte si trattava di opere di altro genere. Seppur ormai datato L'origine della specie di Darwin mi lasciò sorpresa. Una volta arrivò con una tragedia: Salomè di Oscar Wilde. L'opera che intrecciava Eros e Thanatos, Amore e Morte, mi rapì completamente e mi scandalizzò anche un po'.

-Perché mi regali queste cose?- gli chiesi una volta.

-Perché credo che il sacro sia l'unica cosa che valga davvero la pena di profanare...e lo diceva anche un famoso scrittore-

-Oscar Wilde-

Lui si limitò a sorridere. –E poi ho sempre avuto un interesse morboso per le vergini sacrificate ai mostri nei miti...non lo so, pura impuramente diceva Lucrezio parlando del sacrificio di Ifigenia...-

-Ti ricordo Ifigenia?-

-Lei, la bella Andromeda incatena alla rupe, Psiche che viene vestita a nozze di morte...tutte quelle fanciulle che nella loro purezza, beh, mi sono sempre sembrate molto sensuali...- rise.

Mi sfuggì una risata. –Non l'avrei mai pensata così-

-Davvero?-

-Proprio così-

-Spero solo che la vostra intenzione non sia sacrificarmi- dissi, ridacchiando.

-Chi potrebbe saperlo...alcuni mi hanno definito un mostro-

-Voi un mostro- sorrisi, sempre più divertita.

-Non lo credete?-

-Forse un po'-

-Oh, ora voglio farvi una richiesta, una richiesta che vi parra folle, forse-

-Ascolto- mormorai.

-La notte quando guardate le stelle...beh, osservate la più luminosa e pensatemi...io quando guardo la stella più luminosa penso sempre a voi-

Quelle parole mi sorpresero e mi commossero. Parevano così strane dette da un uomo come Albert, così sicuro, così perfetto.

-Me lo promettete? Mi sentirò un po' meno solo se me lo promettete-

Annuii. –Ve lo prometto con tutto il mio cuore-

-Grazie, non immaginate quanto mi rendiate felice-

Mi sembrava di vivere in una fiaba...ma in ogni fiaba che si rispetti c'è una strega cattiva.

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