XLVI
Dopo settimane d'insistenze dissi a Dory che non volevo sposare Louis. Ricordo che quando lo feci era un caldo pomeriggio e stavamo passeggiando di fronte alla villa. L'erba splendeva sotto il sole.
-Ne sei sicura? Louis è un ottimo partito ed è anche un bravo giovanotto- mi disse.
-Non lo amo- ammisi, non volendo spiegare i sentimenti contrastanti che provavo per lui. Sarebbe stato troppo complicato dirle che una parte di me era attratta da lui, ma un'altra parte era indissolubilmente legata a una persona che forse neppure mi pensava.
Dory sospirò. –Se dobbiamo essere onesti neppure io amavo tuo zio, ma non ci si sposa per amore- c'era qualcosa di strano nel suo sguardo –perché non lo frequenti ancora per un po'? Potresti cambiare idea-
Mi strinsi nelle spalle. –Non credo che cambierò idea-
-C'è un altro nel tuo cuore, vero?- mi chiese, il viso serio.
Mi sfuggì un sorriso.
-Oh, posso sapere chi è questo fanciullo?- chiese mia zia, curiosa e leggermente sarcastica.
E dopo un attimo di esitazione lo dissi. –Albert Kalok-
Dory restò alcuni secondi in silenzio, l'espressione del viso immobile, poi scosse la testa. –Lo sai che non è un uomo da sposare, vero?-
-Certo, ma al cuore non si comanda-
-Questo mai... si vedrà, piccola mia, si vedrà- e in cuor suo credo che mia zia sperò che presto avrei cambiato idea, che alla fine avrei chinato il capo, come in realtà facevo sempre, e avrei accettato la proposta di matrimonio di Louis, trasferendomi definitivamente a Parigi. Forse lo avrei fatto se al mio ritorno al castello non fosse successo qualcosa.
Fu proprio a Parigi che un pomeriggio vidi una bella donna al braccetto con un uomo più basso di lei. Chissà perché mi ricordarono subito la Sposa e il suo Louis... e poi successe una cosa. La donna si voltò verso di me, mi fissò sorpresa, poi mi sorrise, prima di sparire in una viuzza. Non so, probabilmente non era la Sposa, eppure... il pensare che fosse lei mi rende felice, perché significa che alla fine ci può essere un lieto fine per chiunque.
In quel periodo Lotte mi scrisse in una lettera che aveva conosciuto un giovanotto. Si chiamava Robert ed era figlio di un amico di mio padre, uno dei vecchi avventori del castello.
Robert è inglese, è un ragazzo simpatico, eppure non riesco ad amarlo, dopo Miktal non credo che m'innamorerò ancora, però forse con lui potrei essere felice... forse, non lo so, viene spesso al castello, per ora è solo un'amicizia, forse diventerà qualcosa di più. Vorrei che tu fossi qui, che lo vedessi, che mi dessi il tuo parere, ho proprio bisogno del tuo parere.
Ero proprio curiosa di vedere com'era Robert, se assomigliava ad Albert oppure no... sì, morivo dalla curiosità.
Una volta Lotte mi scrisse che aveva visto Ricky e Betty al lago, erano infatti venuti fin lì a festeggiare, a fare una sorta di picnic.
Non sai che aria soddisfatta che avevano quei due! Lei che si atteggiava come una gran dama, come se il castello fosse suo, piccola stupida! Per fortuna ci ho pensato io a mettere le cose in ordine, sono scesa fino al lago, la schiena ben dritta. Ricky mi ha subito affrontata, non sapeva che eri partita, pensava che ci fossi anche tu al castello. Io l'ho spintonato e lui è caduto nel lago... quante risate! Avresti dovuto vedere la scena! E nel cadere si è aggrappato a Betty che è caduta anche lei! Ah, ah, ah!
Oh, quanto risi quando lessi quella lettera!
Nascondevo le lettere che mi arrivavano in un carillon. Era in realtà stato un regalo di Albert: un carillon-portagioie, con una piccola fata dalle grandi ali rosa che ballava girando su se stessa e riflettendosi nel piccolo specchio.
-Quando l'ho vista ho pensato a te, ti somiglia- mi aveva detto Albert.
E in effetti quella piccola figura mi assomigliava. L'accarezzavo pensierosa, ascoltando la sua musichetta.
Un giorno, eccitatissima, accompagnata da Dory andai a vedere un film che mi avrebbe cambiato la vita per sempre. Via col vento. Era in inglese, una proiezione privata a casa di un conte amico di Dory. Avevo già letto il libro e avevo visto nel rapporto tra Rossella e Melania qualcosa di simile a quello tra me e Lotte... quando mia cugina lo aveva letto aveva semplicemente riso.
-E io assomiglierei a questa megalomane protagonista? Si vede che non mi conosci-
Eppure nonostante tutto ho sempre continuato a pensare che quella fosse la nostra storia. E poi notavo una certa somiglianza tra Albert e Rhett Butler.
Ancora oggi quando mi ricapita in mano il libro non posso fare a meno di tenerlo stretto qualche secondo e di perdermi nei ricordi.
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