VII
Presenza costante della nostra infanzia fu la Sposa. La nominavamo così sottovoce, affinché nessuno ci sentisse. La Sposa viveva nella vecchia ala del castello, quella disabitata. La chiamavamo così perché indossava sempre l'abito da sposa, un modello che un tempo doveva essere stato molto bello, in pizzo, con un lungo velo, ma che ora era solamente demodè, passato, figlio di un'epoca ormai finita. Non sapevamo da quanto tempo fosse lì, l'unica cosa di cui eravamo certe era che nella sua vecchia vita, quella prima del mancato matrimonio, era stata la sorella di mio padre, mentre ora era solo un pallido fantasma in carne e ossa che attendeva la morte. La Sposa non si faceva mai vedere in pubblico, ma qualche volta io e Lotte andavamo a trovarla, spinte dalla curiosità. Per noi era come uno strano animale, pallido e misterioso, che ci affascinava e allo stesso tempo ci terrorizzava, un po' come si vanno a vedere i leoni chiusi nelle gabbie. La osservavamo nella piccola stanza in cui abitava, le pesanti tende di velluto rosso, il grande baldacchino, il tavolino di cristallo ricoperto di polvere al centro del quale faceva bella mostra, dentro un vaso, un bouquet di fiori appassiti, che a volte stringeva tra le mani. Lotte in particolar modo sembrava attratta da lei. Un giorno le chiese perché si trovasse lì.
-Aspetto il mio innamorato- le rispose, il velo che le copriva il viso, nascondendo lo scorrere degli anni, cosicché si poteva credere che fosse ancora giovane, ci si poteva illudere che presto il suo amato l'avrebbe sposata veramente.
-Lo sai che non verrà più-
-Lotte!- la rimproverai.
La Sposa non si scompose. –Mi ha detto che verrà...io gli credo-
-Ti ha mentito- insisté Lotte, lo sguardo di fuoco.
-No, lui verrà- sostenné la Sposa, con il contegno degno di una regina.
Chi fosse quel lui e che fine avesse fatto, beh, nessuno lo sapeva con certezza. C'era qualche voce in giro, come per ogni cosa. Il fatto inquietante era che la Sposa non aveva mai avuto un fidanzato e che quel vestito non era stato acquistato per il suo matrimonio, si trattava infatti di un vecchio abito che probabilmente aveva trovato in qualche baule, in qualche stanza ormai disabitata, già desueto. Era un'altra storia, non la sua, forse la storia di una ragazza più felice, ma non importava, lei aveva deciso di renderla sua.
-Credi che esistesse davvero un innamorato?- chiesi una volta a Lotte.
-Sì, voglio credere di sì- non c'era il solito tono spensierato nella sua voce.
-Che storia triste-
-Già...quella donna, oh, è così strana-
-Sì, è distrutta dal dolore-
-No, è folle...non diventerò così, vero?-
-Cosa stai dicendo?-
-Nulla, nulla, su, facciamo una passeggiata-
Solo molto tempo più tardi compresi le parole di Lotte. Aveva paura d'impazzire esattamente come la Sposa, l'oscuro terrore che un giorno avrebbe indossato un logoro abito da sposa che non era neppure suo, si sarebbe rinchiusa in un'ala abbandonata e avrebbe atteso un principe che non sarebbe mai arrivato.
Un giorno comunque riuscimmo a scoprire qualche informazione sulla Sposa e sulla sua vita. Stavamo allenandoci a camminare con una buona postura e andavamo avanti e indietro con un libro in testa. Lotte pareva nata per quello. E proprio mentre camminava qualcosa sfuggì dalle pagine del libro che aveva in testa. Ci chinammo subito a prenderlo...era una vecchia foto e si potevano vedere un ragazzo che stringeva una fanciulla tra le braccia.
-Ha qualcosa di familiare lei- mormorai.
-Certo, è la Sposa-
-Come puoi saperlo?-
-Guarda, ha una cicatrice sulla mano, proprio dove ce l'ha lei-
E mi parve all'improvviso certo che si trattasse proprio della nostra Sposa.
-Questo doveva essere il suo innamorato...allora è veramente esistito-
Fissai l'uomo che stava al suo fianco. Un giovanotto dai grandi occhi scuri, magro, slanciato, i capelli neri.
-Sembra un po' Mimì- commentò Lotte –e guarda la Sposa, è identica a te-
Aprii la bocca per controbattere e poi non dissi nulla. Aveva ragione, la Sposa era incredibilmente simile a me.
-Se fosse morta direi che sei la sua incarnazione-
-Smettila-
-Sto scherzando...però le somigli parecchio-
Quella somiglianza mi aveva un po' intimorita.
-Dovremmo fagliela vedere-
-Cosa?-
-La fotografia alla Sposa- disse Lotte con un sorriso –forse rinsavirà e l'incantesimo si spezzerà-
-Non essere sciocca, la renderemo solo più infelice-
Lotte non disse nulla, ma io sapevo che avrebbe portato a termine il suo piano. E infatti mostrò la fotografia alla Sposa. Io non ero con lei quella volta, ma le urla della Sposa furono così forti che le sentii persino se non ero lì con lei. Lotte non mi disse mai che le aveva fatto vedere la fotografia, ma io lo sapevo. E da quel momento evitò la Sposa.
-Non mi va più di andare a trovarla- mi disse un giorno quando le proposi di andare a vedere come stava.
-Una volta lo proponevi sempre tu-
-Mi sono stufata...non posso cambiare idea?-
-Certo che puoi...solo che è un po' strano-
Lei non rispose e guardò altrove, quasi temesse il mio giudizio, ma io non la giudicavo, non potevo giudicarla, la conoscevo troppo bene per farlo.
A onor del vero anch'io m'informai circa i due innamorati della fotografia, mi rivolsi infatti a mio padre e gliela mostrai.
-Non ricordo questa fotografia- disse, guardandola con attenzione –le somigli molto, sai?-
-Me lo ha detto anche Lotte-
-Era così bella...la più bella, gli uomini si giravano a guardarla quando passava, qui è molto giovane, era davvero bellissima-
-Chi è lui?-
Mio padre esitò, poi scosse la testa. –Non lo so- e io seppi che sapeva e che non voleva dirmi di chi si trattava.
-Era il suo fidanzato?-
-Non aveva un fidanzato...lascia stare questa storia, il passato, a volte bisogna lasciarlo andare-
E non insistetti più. Il mistero della Sposa sarebbe rimasto tale per il momento, ma forse in un futuro qualcosa avrebbe rivelato tutto e io volevo credere che quando il segreto fosse stato infine rilevato al mondo finalmente la Sposa si sarebbe tolta il velo e avrebbe abbandonato l'ala disabitata tornando tra noi e sarebbe stata bellissima come nella foto e qualsiasi uomo sarebbe corso da lei. Volevo credere a questa storia. Purtroppo non sarebbe andata così. Non c'era più speranza di salvezza per la Sposa.
-Dobbiamo capire chi è l'uomo nella fotografia- mi disse Lotte un pomeriggio estivo mentre eravamo sedute sul bordo del lago –più ci penso meno capisco...qualcuno dovrà pur conoscerlo-
-Ho fatto vedere la fotografia a mio padre, ma non ne sa nulla-
-Non so, dovremo parlare con qualcun altro-
-Con chi?-
Lotte sorrise. –Per esempio Lolò-
Aggrottai la fronte. –Lolò?-
-Deve conoscerlo-
Forse aveva ragione. Forse.
Caparbia come sempre Lotte portò la fotografia a Lolò che prima la guardò con attenzione, poi sospirò.
-Perché siete così curiose?-
-Credo che sia giusta un po' di curiosità-
-La curiosità fa male, può perfino uccidere-
Lotte non si diede per vinta. –Davvero? Non ci credo...quale segreto si nasconde dietro tutta questa storia?-
Lolò scosse la testa. –Non vi dirò nulla, certe cose non si possono dire-
Lolò non sapeva che proprio con la sua reticenza aumentava la nostra curiosità. Se si fosse inventata una storia, anche sciocca, ci saremmo fatte due risate e la cosa si sarebbe conclusa così. Non volendo rivelarci niente invece ci rendeva più curiose e disposte a tutto pur di arrivare a un risultato, a scoprire qualcosa, a capire chi fosse il misterioso uomo che aveva portato via il cuore alla Sposa. Fu così che iniziammo a perseguitare Lolò, a seguirla ovunque, a tempestarla di domande, a non lasciarla mai in pace con la segreta speranza che prima o poi parlasse, che ci dicesse qualcosa, ma lei non parlò, tutto si poteva dire di Lolò ma non che non fosse capace di mantenere un segreto.
-Dobbiamo scoprirlo- mi tormentava Lotte.
-Non so più cosa inventarmi-
E poi un giorno quando meno ce lo aspettavamo si fece un po' più chiarezza su quel mistero.
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