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Una lunga storia: 3 anni fa

Stavo ancora correndo. Le gambe mi stavano involontariamente portando verso casa. Svoltai in Reade Streat e raggiunsi il portone, senza accorgermi che davanti ad esso era posizionato un uomo massiccio. Nonostante stesse nevicando, indossava ogghiali da sole squadrati e una T-shirt nera. Mi bloccai. Capii subito che quell'uomo aveva qualcosa di strano e il mio istinto mi suggerì di allontanarmi il più possibile, ma non feci in tempo a voltarmi che l'uomo mi afferrò con le sue bracchia massicce, negandomi ogni via di fuga. Poi il buio.
Quando mi risveglia mi pulsava la testa e la mia vista annebbiata, coniugata alla strana luce che mi circondava, mi impediva di distinguere con chiarezza il luogo in cui mi trovavo. Provai ad alzarmi, ma mi resi conto di essere incatenata per i polsi alla parete rocciosa dietro di me.
Abituandomi alla forte luce che proveniva dall'alto, cominciai a osservare il luogo in cui mi trovavo: si trattava di una grotta circolare, con pareti scure e irregolari, nessuna nicchia o ansa, soltanto un grande foro circolare sul soffitto da cui si poteva vedere il cielo, così limpido e sereno che si sarebbe potuto pensare fosse il soffitto della caverna. Guardandomi intorno notai che non c'era nessuna entrata e di conseguenza nessuna via di uscita, l'unico collegamento con l'esterno doveva essere l'apertura sul soffitto, ma, ammesso che fossi riuscita a liberarmi, non sapevo come raggiungerla.
L'aria fredda mi penetrava nelle ossa, mi strinsi nel cappotto che indossavo ancora. Frugai nelle tasche, ma tutto ciò che contenevano (e che magari avrebbe potuto essermi utile) era sparito insieme alla faretra.
Poi qualcosa scosse la caverna e un boato risuonó all'interno di essa. Davanti a me comparve un'uomo dalla corporatura solida, sulla cinquantina, con una folta barba e capelli brizzolati. Gli occhi erano azzurro, di quello stesso azzurro che tingeva il cielo che sovrastava la grotta. Nonostante non l'avessi mai visto, lo riconobbi subito.
"É un piacere conoscerti, Doath"
"Arriviamo al dunque" dissi cercando di mantenere un tono fermo "perché sono qui? Hai ucciso tu Bianca di Angelo?"
Il re degli Dei rise provocando un rimbombo che percorse la grotta
"Che caratterino, troppe domande. Sei qui perché io volevo parlarti, nipote adorata"
"adorata, come no! Cosa aspetti a uccidermi?"
"Oh ma non mi interessa affatto ucciderti, devo solo assicurarmi che tu faccia ciò che voglio..."
"Non ti é mai importato nulla di me e hai appena ucciso Bianca, come fai a pensare che io ti voglia aiutare?"
"Non sono mai stato un buon padre divino, non tenterò certo di essere un nonno amorevole" disse con un'alzata di spalle "e la ragazzina non è morta per colpa mia: c'era una profezia e se tu non sei stata in grado di mantenere una promessa non è affar mio"
"Tu odi i figli dei tuoi fratelli, vuoi uccidere chiunque possa ostacolarti e sacrificheresti la vita di qualunque innocente per salvaguardare il tuo potere, come puoi essere così insensibile?"
"Non tocca a te giudicarmi, ragazzina. Non rivolgerti mai più a me così! E ora ciò di cui volevo parlarti: tu andrai al campo mezzosangue"
"Cosa? Non se ne parla, io odio quel posto. Nessuno in questo mondo sa della mia esistenza, a cosa ti servirebbe mandarmi lì?"
" Devi allenarti e prepararti ad affrontare il destino che ti aspetta"
"La profezia? Di che si tratta?"
"Lo scopriarai"
"No, non andrò in mezzo agli altri semidei, non puoi costringermi, piuttosto uccidimi"
" Hai promesso a mio fratello di stare lontano da quel posto, non è vero?" sembrava divertito " beh ti dirò una cosa, ti sto facendo un favore: al campo mezzosangue si trova Nico di Angelo. Una guerra sta per abbattersi sull'Olimpo, ma non è affar tuo: tu ne aspetterai la conclusione e poi verrà il tuo momento, andrai al campo e potrai difendere il tuo adorato figlio di Ade. Nel frattempo quì avrai tutto il tempo necessario per riflettere e prendere la giusta decisione " detto questo sparì.
Ero con le spalle al muro e non solo in senso stretto: l'ultima cosa che avrei voluto era cedere alle minacce del più egocentrico e superbo degli dei ma sapevo anche che poteva essere l'unica speranza per mantenere la mia promessa. Non sapevo cosa fare. Tra questi pensieri, crollai addormentata.

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