Rivelazione
I fili grigi ordinati con meticolosa cura nell'acconciatura, l'abito profumato, le mani dalle unghie limate.
Tutto.
Tutto, di Katia, le aveva sempre dato la nausea, compreso il suo fare assurdamente composto, compassato, apatico: non sembrava nemmeno un essere umano, ma un'anima ignava relegata all'esterno della vera Porta degli Inferi.
La peggiore stirpe di anime, sussurrò questa volta una voce nella sua mente, probabilmente quella di Adathiel. Qualcuna, allora, era rimasta...
- Devo ripetere l'esortazione?
Miczariel mi guardò, appuntando poi le iridi feline sulla donna più anziana e accennando qualche passo verso di lei, la testa reclinata elegantemente su un lato.
- Non ti avvicinare! Parlerò... Parlerò.
L'aveva ripetuto, accigliata, come fosse sorpresa di aver pronunciato quelle sillabe; Zariel si accucciò, prendendo definitivamente la forma di una gatta dal pelo nero come la notte. L'ambra liquida delle sue iridi, tuttavia, rimase affissa alla potenziale preda per tutto il tempo che seguì.
- È successo... Molto tempo fa. Tutto quanto ha avuto origine molti anni prima della mia nascita, quando una congregazione di uomini e donne decise di prendere corpo per uno scopo comune. Si trattava di ritrovare un manufatto andato perduto da molti secoli, un'arma... Che aveva acquisito particolari poteri. - Prese fiato, con un lungo sospiro, come se spiegare quegli eventi le richiedesse uno sforzo notevole. Ellissa attese, lasciando che il filo del racconto si delineasse per lei.
- Si fecero chiamare la Setta dei Puri, perché ciascuno dei membri poteva vantare un legame di sangue con il primo possessore di quell'arma, un romano chiamato Gaio Cassio Longino: ciascuno di loro, dunque, avrebbe potuto imbracciarla ed utilizzarla a proprio piacimento, sfruttandone tutte le immense capacità.
Katia si fermò, fissando le orecchie tese del gatto nero e i riflessi assassini amalgamati all'oro del suo sguardo.
- Non fu facile, ma raggiunsero il loro scopo. Trovarono il manufatto, e subito dopo decisero che il suo potere non sarebbe dovuto diventare accessibile ad alcuno: avremmo dovuto distruggerlo, quella notte, secondo un rituale antico e molto, molto pericoloso per l'officiante...
- Avremmo?
Ellissa sollevò la domanda, fermando con un cenno il racconto.
- Sì. Io stessa facevo parte della Setta dei Puri, ero la Sposa del più alto in comando, Raphael. Io...
- Quindi tu saresti una discendente diretta del soldato che conficcò la lancia in questione nel costato di Cristo?
Katia boccheggiò, guardando stupita la ragazza:
- Beh? Che c'è? Leandro spesso e volentieri intendeva l'esorcismo come un catechismo. Risparmiami quella faccia, per favore, non ti dona affatto.
Il gatto miagolò, emettendo un soffio di approvazione e graffiando il tappeto con gli artigli, scontento della fatica con cui quel passato pian piano riemergeva.
- No -, si affrettò a rispondere Katia: - Io non sono mai stata di sangue puro, era molto raro che i membri della Setta contraessero il matrimonio con chi non ne faceva parte. Io e un'altra donna siamo state le uniche eccezioni note alla storia della congregazione, in realtà. Sorelle acquisite che molti, nonostante i nostri sforzi per dimostrarci degne, facevano fatica ad accettare. Lei si adattò molto meglio di me alla condizione di sospetto ed emarginazione che vivevamo, io... cercai voci diverse cui appigliarmi, soprattutto dopo quella sentenza. Avevamo faticato tanto per raggiungere quel potere celato, perché mai l'avremmo dovuto distruggere?
Il gatto, di nuovo, emise un sinistro miagolio, acquattandosi a orecchie basse tra le gambe di Ellissa.
- Incontrai Mathias. Incontrai un membro di una diversa congregazione, un uomo integerrimo che mi convinse di quanto sbagliato fosse gettare via in quel modo il potere della lancia.
Mi disse che avrei potuto far parte dell'Ordine che la voleva integra per combattere le forze del male, che mi sarei potuta opporre a tanta follia... E mi chiese un sacrificio per la causa.
- Ti chiese di tradire soltanto per ottenere ciò che voleva.
Ellissa socchiuse gli occhi, pensierosa, senza notare il sussulto di Katia a quelle parole.
- L'altra donna. L'altra donna a cui hai accennato, chi era?
- Lo sai già, in fondo, non è così?
Katia sorrise, riscuotendosi e staccando a fatica la presa dalla tazza di the tenuta fra le mani fino a quel momento.
- Era tua madre.
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