Leandro
I fogli ricoperti di glifi e simboli arcani volarono attraverso la stanza, ingombrando il pavimento, le lenzuola, ogni superficie che non fosse il piano della scrivania.
Ansando, il giovane dai capelli biondo oro li fissò per qualche attimo, per poi tornare a sedere a quello stramaledetto tavolo.
Deum laudantibus praemia retribuo...
Persino il legno gli parlava.
Sfiorò con l'indice quell'incisione, ripetendosi mentalmente il suo significato.
- Coloro che lodano Iddio meritano i miei doni... La mia frusta tocca coloro che lo rinnegano.
E allora perché quella miserabile ha la grazia di un serafino?
Leandro si strinse nuovamente le tempie, costringendosi a non pensare a quel viso dall'incarnato pallido, a quegli occhi di un verde talmente oscuro da sembrare nero, a quelle ciocche corvine che le contornavano il volto come una criniera di leggerissime piume.
- Dannazione!
Il contegno di rigida freddezza che assumeva durante le riunioni dell'Ordine e le visite periodiche a Katia era controbilanciato da ore di puro furore: lontano da occhi indiscreti, rileggeva e annotava rabbiosamente le carte della Setta dei Puri, la profezia che riguardava Ellissa, quella che parlava della porta dei Cieli; si consumava gli occhi nel tentativo di trovare una parola, una sola parola che la salvasse dalla morte che l'aspettava, un rito, un solo rito che la purificasse dal male che quiesceva in lei.
Ma la verità era un'altra: a che cosa miravano davvero quelle assidue, assurde ricerche che gli distruggevano l'anima? Che cosa veramente voleva vedere, leggere, trovare in quei fogli ormai logori e consunti?
La Porta del Paradiso e quella degli Inferi non possono fare a meno l'una dell'altra: come lucciola alla fiamma, la prima si muoverà; come calore d'amore la seconda le risponderà.
- E i due regni si fonderanno nell'Uno che in medio giace: nell'unione delle due perfette metà regnerà finalmente la pace.
- Per omnia saecula saeculorum. Salute, confratello.
Il prefetto dell'Ordine entrò nella stanza, calpestando senza riguardo le pergamene.
- Non serve parlare in tua discolpa per questo disordine, Leandro. Tuttavia...
L'uomo rivoltò un foglio più scarabocchiato degli altri, indicandone il testo ripassato a penna e cancellato in più punti per dare forma ad una figura. Poco più di un abbozzo, in cui erano tuttavia riconoscibili le fattezze di una ragazza.
- Non credi che l'abominio stia entrando troppo spesso nei tuoi pensieri, fratello?
Senza attendere replica, il prefetto lasciò cadere nuovamente a terra la carta e continuò, certo di aver attratto l'attenzione del più giovane membro della confraternita.
- La pace che i Puri erano convinti di vedere oltre l'unione delle due Porte sarà la stessa che si trova in un deserto. La pace della morte, l'annientamento totale! Stirpi angeliche e demoniache raggiungeranno questo mondo per affrontarsi, per conquistare o proteggere l'umanità a costo di annichilirsi a vicenda; ogni creatura mortale e immortale perirà, ogni distinzione tra bontà e malvagità perderà la propria ragion d'essere... Il nostro compito è quello di evitare tutto questo, Leandro, di aprire soltanto la porta angelica e distruggere per l'eternità la sua nemesi. Allontanare la lucciola dalla fiamma che la consumerà spetta a te, giovane prescelto.
Un singolo cenno d'assenso e sottomissione, tre parole pronunciate a fior di labbra:
- Sì, confratello Mathias.
- Molto bene. Quasi dimenticavo... I tuoi servigi sono richiesti presso la famiglia degli Zachariel, il cui primogenito festeggerà la maggiore età domani. Curiosa coincidenza, non trovi?
Una pausa: studiata, voluta, lasciata aleggiare nella stanza ingombra dei frammenti di un futuro che non si sarebbe mai dovuto realizzare.
- Raggiungili entro sera, ti aspettano per l'ora del desinare.
Sulla soglia, il prefetto sembrò ricordare un'ultima cosa:
- Il Gran Maestro dell'Ordine non sarebbe altrettanto clemente nei tuoi riguardi. Fa' ordine, se puoi; fallo anche nel tuo cuore.
Di nuovo solo, il giovane dalla chioma angelica ubbidì al comando del superiore, riflettendo sulle sue parole. Impedire un unione. Evitare che Ellissa compisse il suo destino incontrandosi con la porta angelica, sì: era un obiettivo che avrebbe perseguito, era nato per adempiere la volontà dell'Ordine, per salvare il mondo... Ma non al prezzo di quella giovane vita, non sacrificando Ellissa alla causa.
Con un urlo, ne strappò in mille pezzi il ritratto: la sua memoria conservava di lei ormai più di mille effigi, ed ognuna di esse gli ricordava l'odio della donna che amava.
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