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La poesia


Itachi era chiuso in cucina da quaranta minuti. Naruto era stato ben con tento di farsi spedire dal moro fuori per prendergli gli ingredienti per fare il ramen. Non lo ha dimenticato che è il mio piatto preferito! Camminava per la strada senza pensare, erano cose normali che, chiunque fosse innamorato e avesse la fortuna di stare in coppia faceva. Passava da un negozio all'altro prendendo tutto quello che gli aveva chiesto Itachi. Accidenti, non mi ero mai reso conto che, nonostante il ramen sia il mio piatto preferito e nella vita ne abbia sempre mangiato un sacco, non ho la più pallida idea di come si faccia per prepararlo. Effettivamente nel suo frigo e nella sua dispensa regnavano da anni solo schifezze. Itachi è così premuroso in tutto quello che fa! Da che si ricordava quella era forse la prima volta che qualcuno cucinava per lui, aveva avuto modo di capire, dalla dettagliata lista che il moro aveva stilato per lui, che desiderava fargli questa cosa al meglio. Aveva deciso anche lui di fargli una sorpresa per dimostrargli che ricordava qualche suo piccolo dettaglio dopo tanti anni, gli aveva comprato i dango che lui adorava tanto. A Naruto non piacevano per niente e non capiva come facesse Itachi a mandarli giù.

"Mi avrebbe fatto piacere venire insieme con te Naruto, ma purtroppo lo sai che non posso farmi vedere per queste vie."

Il biondo era certo di aver letto una nota di malinconia in fondo agli occhi neri di Itachi mentre gli diceva queste parole, fare una cosa così semplice con la persona che si ama poteva non essere così scontato come pensava la maggior parte della gente. Naruto in quel preciso istante, si rese conto che lui e Itachi tutto questo non avrebbero mai potuto averlo. Forse questo è l'unico giorno che ci è stato concesso per stare insieme, ecco perché tutto sarà ancora più speciale, amore mio. Tuttavia il dolore che aveva provato essendo assalito da quelle consapevolezze lo aveva inchiodato come una coltellata e adesso stava lì con gli occhi strabuzzati immobile in mezzo alla strada. Le buste che aveva tra le mani rischiarono di cadere e comunque di perdere il loro contenuto. Due piedi si fermarono di fronte a lui, erano bianchi e calzavano dei sandali neri, trasalì pensando che fossero quelli di Itachi, in fin dei conti la carnagione era la stessa. Ma no! Itachi ha le unghie viola... Il pensiero lo aveva tranquillizzato per un secondo salvo poi risprofondarlo di nuovo nel panico. Gli occhi turchesi iniziarono a salire lentamente lungo le gambe scoperte, incontrarono il ginocchio e poco più su, l'orlo di un paio di calzoncini neri. Naruto deglutì, ma ormai era in ballo non poteva certo darsela a gambe. Gli occhi percorsero quella divisa nera che lui aveva sempre considerato bellissima e stilosa, fino a perdersi negli occhi grandi dello stesso colore. Sasuke lo guardava impassibile, sembrava aver ripreso un po' di colore da quando era tornato, tuttavia per capire come stava il suo equilibrio psicologico sarebbe occorsa maggiore pazienza. Naruto era ben consapevole che non avrebbe dovuto mai aspettarsi un ringraziamento da parte del suo migliore amico per averlo riportato sano e salvo a casa, ma quello faceva parte del suo carattere lui che gli voleva bene aveva imparato ad accettarlo per quello che era in modo del tutto naturale.

"Naruto, invece di pensare a mangiare dovresti allenarti, lo sai che ormai manca poco alla nostra sfida" stavolta era stato il moro a rompere il ghiaccio, cosa mai successa nella storia, d'altronde Naruto era rimasto lì come se fosse congelato.

Non essere sciocco, Naruto, non può essere venuto a sapere che Itachi si trova a casa tua, avanti riprenditi.

"Beh, sai, quando ci si fa un intenso esercizio fisico alla fine viene fame!" il biondo avrebbe voluto sollevare il braccio sinistro per massaggiarsi la testa come era solito fare quando era imbarazzato, ma era invaso dalle varie buste.

Sasuke stirò le labbra sottili in un sorriso appena accennato: "da quando mangi questi orribili dolcetti? Avevo capito che non ti piacevano."

Le gambe di Naruto diventarono molli vedendo gli occhi del moro puntare il dango che stava scappando dalla busta: "ehm no... in realtà mi piacciono, lo sai che io adoro le schifezze, no?"

"Davvero? Allora vorrei vederti mentre ne mangi uno senza rimettere anche l'anima" Sasuke aveva incrociato le braccia sul petto con aria di sfida.

Non è stupido, se invento una scusa potrebbe sospettare qualcosa. Itachi gli darà fastidio ancora per poco.

A Naruto non restò che allungare una mano per afferrare in dango e metterselo in bocca fingendo disinvoltura. Gonfiava le guance non avendo il coraggio di mandare giù quella roba molliccia e gommosa ma intanto si sforzava di sorridere. Il moro si mise a ridere a crepapelle come aveva fatto poche volte nella sua vita, questo nonostante tutto, fece sentire Naruto molto sollevato. Per me una gioia sentirti ridere, vorrei udire questo suono più spesso da ora in poi.

"Ci vediamo, Naruto. Allenati bene perché io finisco con l'annoiarmi quando un avversario è troppo scarso!" Sasuke gli allungò una pacca su una spalla prima di proseguire.

Il biondo si liberò di quell'orribile pallina prima di finire strozzato decidendo che era meglio tornare a casa il più velocemente possibile. In realtà non aveva la certezza assoluta di aver ingannato Sasuke sperò di non vederselo piombare in casa all'improvviso magari passando da una finestra.

Si era messo a riordinare il bagno dal momento che in terra c'era un'alluvione. La passione travolgente e bellissima che aveva vissuto con Itachi sarebbe finita col farglielo mancare il doppio. Soffrirò di più di come avrei fatto se non ti avessi più rivisto, tuttavia non cambierei per niente al mondo le cose come sono andate. Ora so che anche tu mi hai amato in tutti questi anni e avevi bisogno di sapere che per me è stato lo stesso. Non sapeva che Itachi sapesse anche cucinare, ma questa cosa fatta da uno premuroso e attento come lui finì comunque per non meravigliarlo più di tanto. Naruto si sentiva finalmente importante per qualcuno come non lo era mai stato in vita sua, in fin dei conti, sebbene tutti stessero a criticare continuamente il suo modo di mangiare, nessuno poi aveva mai fatto niente di concreto per darli una mano.

Rientrando in casa aveva consegnato tutto a Itachi, il moro, sebbene cercasse sempre di nascondere le sue emozioni, stavolta fu tradito dallo scintillio dei suoi occhi neri che erano un' autentica esplosione di gioia. Aveva indossato una delle tute arancioni di Naruto e il biondo rimase letteralmente di sasso vedendo come su di lui riusciva a stare magnificamente qualunque vestito anche semplicissimo. Era un po' più alto di lui ma il fatto che fosse molto più magro permetteva ai pantaloni di andargli a pennello comunque.

"Sai, non ho resistito ad assaggiarne uno" Naruto si giustificava per il dango mezzo mangiucchiato massaggiandosi la testa e sorridendo imbarazzato "non capisco come tu faccia ad ingoiare questa roba, ma lo sai che per te farei di tutto."

Il moro lo aveva ringraziato con un bacio che era valso di più di tutte le parole del mondo.

"Dai vieni a mangiare, Naruto" disse il moro con la sua solita gentilezza apparendo all'improvviso sulla porta del bagno mentre lui era imbambolato con la spugna in mano, Naruto sobbalzò, non lo aveva minimamente sentito arrivare.

Naruto entrando in cucina, rimase letteralmente estasiato vedendo come il moro aveva apparecchiato la tavola, in maniera semplice ma perfettamente ordinata. Due ciotole fumanti di ramen con il loro cucchiaio di legno e due bicchieri di vetro spesso e verde; Naruto si rese conto di non ricordare nemmeno che stoviglie avesse in casa dal momento che si attaccava sempre alle bottiglie e mangiava direttamente dalle confezioni. Il suo cuore e i suoi occhi erano pieni di contentezza non riuscì a dire niente mentre si sedeva al suo posto, il moro si posizionò di fronte a lui: un altro momento che Naruto aspettava da tanti anni, da quel famoso tè insieme a Sasuke quando erano piccoli. Questa è la prima volta che pranziamo insieme, ma che dico, la prima volta che ci sediamo ad un tavolo guardandoci negli occhi.

Naruto stava morendo di fame, e questo momentaneamente passò avanti a tutto il resto; mangiò nel suo solito modo sgraziato finendo il suo piatto in pochissimo tempo, d'altronde anche questo faceva parte delle cose che vanno inesorabilmente perdute quando non si ha una famiglia. Notò che Itachi aveva appena iniziato il suo con quelle mani delicate, difficile crederle capaci di brandire una spada ed essere tanto micidiali.

"Complimenti, Itachi, è veramente ottimo, ne hai ancora?"

Il moro accennò un sorriso : "purtroppo no."

Evidentemente era uno abituato a mangiare poco. Naruto volle illudersi che la sua magrezza era forse dovuta a questo.

"Io non ho molta fame in verità, se vuoi ti lascio il mio."

"Sei sicuro?" Naruto notò che era molto pallido, non voleva che il suo buon cuore passasse avanti alla sua salute

"Certo, prendilo pure" gli porse il suo piatto, poi si portò una mano al petto facendo una smorfia.

"Itachi, stai bene?

"Non ti preoccupare, Naruto, capita spesso, forse mi sto allenando troppo" e sorrise per rassicurarlo.

Questa volta il biondo mangiò con calma, gli tornarono ancora in mente le parole di Sakura ma cercò di cacciarle via, alla fine si era ripreso bene dopo le sue cure; forse gli aveva lasciato il suo piatto solo perchè gli voleva bene, il biondo si sentì sciogliere il cuore.

Il moro attese che Naruto finisse di mangiare, era una gioia vederlo così soddisfatto, poi si alzò con calma, prelevò l'ultimo dango rimasto su un piattino sul bancone della cucina e gli si mise a sedere sulle gambe iniziando a mangiare il suo dolcetto, Naruto rimase a bocca aperta, riusciva a fare persino un gesto come quello in un modo infinitamente aggraziato. Il moro stringeva forte le gambe intorno alla vita del compagno in una presa che rasentava il dolore: "non mi scappi più, e nemmeno io"

Il biondo si sentiva ribollire il sangue solo sentendo i lievi rumori che l'altro faceva mangiando il suo dolcetto, era tremendamente lento ma questo non fece che aumentare il godimento di Naruto. Lo lasciò finire senza staccare gli occhi dai suoi mentre sentiva il calore aumentargli sulle guance come fiamme lo stessero divorando dall'interno. Osservò le labbra carnose del moro che finalmente erano arrivate a ripulire il bastoncino di legno. Naruto si sentiva ormai esplodere, insinuò le mani sotto il sedere di Itachi, lo sollevò a cavalcioni per sbatacchiarlo di schiena sul tavolo. Non gli venne minimamente in mente che avrebbe potuto fargli male, piatti e bicchieri si frantumarono in terra, il moro scoppiò in una risata sonora e sincera, cosa che Naruto non aveva visto mai e poi mai nell'atteggiamento di un Uchiha forse la prima volta sul viso di Sasuke quella mattina, ma quella di Itachi era stata diversa, si capiva che veniva direttamente dal cuore. Il biondo si arrampicò su una sedia e gli si tuffò letteralmente addosso: "Hai visto che sono scappato stavolta?"

Itachi continuava a ridere mentre Naruto gli sfilò con brutalità il sopra della sua stessa divisa gettandola sgraziatamente a terra, infilò le mani sotto la sua schiena flessuosa mentre gli faceva un succhiotto sul collo, vicino alla collana, attratto dalla delicata ma bellissima linea della clavicola : "questo è un messaggio per Kisame"

Con tutto quel trambusto il tavolo sotto di loro si ruppe facendoli rovinare a terra, Naruto atterrò sul quel corpo atteso da tutta la vita, Itachi riprese i controllo della situazione, rotolò per togliersi dalle macerie di ciò che avevano rotto e mise sotto il biondo : "Te lo dicevo io che non puoi scappare!"

Il viso di Itachi subì un cambiamento improvviso, fissò il biondo con gli occhi lucidi e lo sguardo convulso, ansimava rumorosamente il sorriso si era trasformato da divertito a quasi indiavolato. Naruto non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, il suo sforzo per trattenersi era evidente ma era ormai certo che sarebbe esploso compensando gli anni passati ad autocontrollarsi in un solo istante. Pochi secondi dopo il biondo si sentì ribaltare sottosopra da quella mani bianche e delicate ma che ora avevano una forza straordinaria gli abbassò la tuta per entrare dentro di lui senza nemmeno togliersi completamente la propria. Naruto gridò: questo non se lo sarebbe mai aspettato da uno sempre pacato e gentile come Itachi, passata la sorpresa iniziale questo finì per accentuare il suo piacere, era evidente che il moro lo aveva desiderato ardentemente per praticamente tutta la vita. Si sentiva onorato di essere la causa dello sgretolarsi del granitico autocontrollo di Itachi, forse il moro non era molto avvezzo alla compagnia di conseguenza il suo modo di esprimere i sentimenti rimaneva un po' particolare, ma Naruto aveva tutti gli strumenti per capirlo in pieno, così come aveva sempre fatto con tutti. Il biondo sobbalzava mentre l'altro si faceva strada dentro di lui, i suoi affondi erano sempre più decisi, lo teneva incollato al pavimento con la pressione del bacino, Naruto sentì le mani di Itachi insinuarsi sotto la sua vita per stringerlo così forte da fargli male. Il biondo si sentì sollevare come una bambola di pezza, il moro lo stringeva a sè mentre gemeva fortissimo spingendosi ancora più in profondità dentro di lui. Naruto si sentì posseduto completamente, come se la sua stessa identità in quel momento non esistesse più ma fosse entrata a far parte dell'anima dell'altro. Un piccolo pezzetto di te, io ora sono nient'altro che questo. Itachi era completamente fuori controllo, a Naruto balenò l'idea che qualcuno avrebbe potuto sentirli, magari lo stesso Sasuke che, non essendo molto convinto dalle sue spiegazioni, in quel momento avrebbe potuto essere nei pressi dell'abitazione per cercare di capisci qualcosa. Tuttavia smise di importargli non appena avvertì la mano delicata di Itachi stringersi sul suo sesso eccitato per iniziare a stimolarlo. Naruto avvertì il suo cuore compiere un'accelerata così improvvisa da essere quasi dolorosa. Il corpo di Itachi iniziò a sussultare raggiungendo un orgasmo violentissimo e sconvolgente, Naruto si lasciò andare sulla sua mano levigata con un grugnito scomposto, entrambi si erano lasciati trascinare totalmente senza freni consapevoli che quella era l'ultima volta. Avevano atteso una vita quel momento e adesso era passato. Itachi si era accasciato sul corpo di Naruto completamente spompato e rimase qualche minuto fermo a respirargli forte sulla spalla.

"Itachi..." Naruto parlò con un bisbiglio, aveva quasi paura di interrompere quel momento, visto che era la loro ultima possibilità avrebbe voluto farla durare per sempre, tuttavia la preoccupazione generata dal fatto di sentire la pelle del moro diventare completamente fredda aveva avuto la meglio.

"Scusa, Naruto, non so cosa mi sia preso, nessuno era mai arrivato a farmi stare bene e ridere così, la mia mente è andata in confusione, non sono abituato a gestire gioie così grandi" poi fu scosso da un violento tremore.

"Itachi, che ti prende?" Naruto uscì da sotto il suo corpo e gli si inginocchiò accanto, il moro era sfinito, pallido e affannato, il biondo recuperò la maglia per mettergliela sotto alla testa. Quella era stata una domanda retorica, non aveva mai messo in dubbio le parole di Sakura.

"Io non so se ci rivedremo ancora, Naruto, ma sappi che questa è stata la giornata più bella della mia vita, mi ha ripagato di tutto il dolore che ho avuto, se dovessi morire domani lo farei felice"

Naruto gli prese una mano e la baciò rendendosi conto di quanto fosse fredda e debole : "non dire stupidaggini adesso!"

Il biondo massaggiò il petto di Itachi sforzandosi di sorridergli il più serenamente possibile, era consapevole che la sua mano non poteva fare assolutamente niente per il suo respiro faticoso, ma cercava comunque di dargli un po' di sollievo come poteva.

Il moro ricambiò il sorriso: "ormai è sera, quando sarà buio dovrò andarmene. Devo anche vedere se Kisame sta bene, non vorrei avergli fatto troppo male, in fin dei conti ha dimostrato in mille modo di volermi bene" il moro si sollevò a sedere e continuò : "alle eliminatorie te la caverai egregiamente, hai stupito anche me nel combattimento con Kisame, e dopo, esausto, hai avuto la forza di portarmi qui e di rischiare per chiamare Sakura."

"Ma allora...hai sentito tutto!" gli occhi turchesi di Naruto si erano sgranati diventando lucidi.

"Stavo male ma ero cosciente. Ti ringrazio di aver fatto finta di niente nonostante ti abbia avuto questa tremenda notizia, solo per farmi passare una bella giornata. Le tue immense doti ti ripagheranno, affronta la vita a testa alta perché lo puoi fare e non dubitare mai di te stesso."

Dagli occhi di Naruto sgorgarono le lacrime, non riuscì a trattenere ulteriormente i singhiozzi: "Itachi..."

"Ti amo, Naruto, non ti potrò mai dimenticare, come non l'ho mai fatto dalla prima volta che ti ho visto quando tu e Sasuke eravate bambini , quel giorno che volesti scendere per fare merenda, sei sempre lo stesso" accarezzò con dolcezza quella testa bionda, il suo sorriso ora fu invaso dalla malinconia, tuttavia questo non fu sufficiente a spegnerlo.

Itachi diede una mano a Naruto a riordinare, per quanto possibile, il disastro che avevano fatto in cucina. Nonostante sapessero che il tempo a loro disposizione si stava velocemente consumando, quelle azioni normalissime per qualunque coppia furono vissute da loro come qualcosa di raro e prezioso da assorbire fino in fondo nell'anima. Naruto non disse niente quando vide Itachi entrare nella sua stanza, sapeva benissimo cosa era andato a fare, tuttavia si limitò a seguirlo con gli occhi senza muoversi. Il moro recuperò la sua spada, si allacciò il coprifronte graffiato. Le sua mani si mossero in automatico in gesti che faceva ogni giorno da anni, mentre infilava la divisa allacciando cintura e gambaletti.

Naruto lo sorprese di spalle mentre stava aprendo la porta per uscire.

"Te ne stavi andando senza nemmeno avvertirmi?"

Il moro rispose senza voltarsi forse, pensò Naruto, perchè non voleva fargli vedere che stava piangendo : "non rendiamola ancora più difficile di quello che è, la vita è già abbastanza dolorosa per conto suo."

Prima che Naruto potesse replicare era già sparito nella notte.

Calde e abbondanti lacrime rigavano le guance del biondo mentre tornava nella sua stanza, erano calde, soffici e corpose come velluto. Quella notte scrisse una poesia, la prima e l'ultima della sua vita, gli era uscita dalle mani come farfalle variopinte rimesse in libertà dopo essere state costrette ad osservare la primavera attraverso un freddo vetro. Così erano stati i sentimenti che Naruto era stato costretto a reprimere e nascondere per anni e che adesso, finalmente, potevano volare. Arrotolò il foglio e lo fissò con l'elastico rosso che aveva sfilato dai capelli di Itachi decidendo che gliela avrebbe donata la prossima volta che lo avesse rivisto. Quella poesia rimase per sempre in un cassetto.


LA DONNOLA


Scendevi

morbido e caldo dai miei occhi

rotolando sulle guance

per poi dissolverti

come foglie di quercia d'autunno.

È stato un attimo

arderò per sempre!

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