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Capitolo 25

Certo che Matt è proprio strano!
Ogni volta che ci baciamo corre a farsi la doccia. Ma perché?
Si sente sporco?
Il mio alito non è dei migliori?
O gli faccio schifo?
Non ne ho idea.
Fatto che sta che nel giro di un giorno si è fatto almeno cinque docce.

"O sei ingenua o sei terribilmente stupida! Io direi la seconda."

A parte questo dettaglio sono veramente felice.
Non so ancora come definire questa relazione,non ne abbiamo ancora parlato.

"Ci credo, ogni volta che state nella stessa camera non fate altro che ficcarvi la lingua in bocca!"

Ignoratela, anche se non ha tutti i torti.

Però mi ha chiesto di uscire.
E sono parecchio nervosa perché il giorno e finalmente arrivato!
Quindi eccomi qui seduta per terra a fissare il mio armadio da almeno mezz'ora sperando che il Signore mi illumini.

Non so con cosa vestirmi.
Non ne ho la minima idea.
Le scelte sono tante.
Look da secchiona:
Ovvero camicia bianca e gonna a scacchi?
O look da donna raffinata e sicura di se:
Ovvero tubino nero con un tacco dodici?
Questo è il dilemma.

"Che ne dici di un look da: Datti una mossa perché tra mezz'ora è qui?"

Cazzo.

Alla fine afferro un top nero di pelle, una gonna bianca a vita alta, con uno spacco sulla gamba destra ed è fatta.
I capelli gli ho lasciati sciolti e rigorosamente ondulati.
Ed ora posso finalmente dedicarmi al trucco.
Mascara, un filo di eye-liner per mettere in evidenza gli occhi.
Una spolverata di ombretto color oro e per completare il tutto applico un rossetto rosso sangue che si abbina perfettamente al mio incarnato pallido.
Do un'ultima occhiata allo specchio e stento a riconoscermi.
Per la prima volta nella mia vita mi sento carina.

Sento suonare il campanello e l'agitazione si fa largo dentro di me.

"Senti, ma hai intenzione di aprirgli in ciabatte?"
Abbasso lo sguardo sui miei piedi e cazzo! Ho davvero le ciabatte.

<<Un secondo arrivo!>> Urlo correndo su per le scale rischiando ancora una volta di rompermi l'osso del collo.

Comincio a pensare che forse dovrei tenermi lontana dalle scale.

"Ah ma davvero? E da cosa l'hai capito? Dalla quindicesima volta che ci inciampi?"
Non mi dai proprio tregua vero?

"Sei tu che sei troppo maldestra! Guarda dove metti i piedi."
Mi sembra di sentire mia madre.

Mi infilo un paio di décolleté nere e corro ad aprirgli.
Non appena lo faccio, lo trovo girato di schiena.
Osservo le sue spalle racchiuse in una camicia nera che gli calza a pennello, ed improvvisamente la voglia di strappargliela di dosso è tanta.
Abbasso lo sguardo sul suo fondoschiena e....porca vacca! È qualcosa di...

<<Oh...Finalmente!>>E si gira beccandomi in flagrante.
Spegne la sigaretta pestandola col piede ed io rimango affascinata da quel gesto.
Lo fisso attentamente e mi manca il respiro.
È veramente bellissimo.
Questa sera più delle altre.
La camicia nera arrotolata sulle mani che gli lascia scoperti i tatuaggi.
Un paio di jeans blu, semplici, ma che indossati da lui sembra un capo d'alta moda
Ed i capelli pettinati leggermente all'indietro.

Può essere ancora più bello di quanto non lo fosse già?
Cazzo, se può!

Mi guarda da capo a piedi soffermandosi principalmente sulle mie labbra per poi riprendere a guardarmi negli occhi.

<<Sei...meravigliosa>> Sorrido timidamente arrotolandomi una ciocca sul dito come ogni volta che sono nervosa.
Non mi abituerò mai ai suoi complimenti.

<<Anche tu...>> Ed è verissimo.
Quasi quasi gli chiedo di rimanere a casa.
Ho voglia di perdermi nei suoi occhi.
Ho voglia di baciargli quelle labbra di cui non sono mai sazia e di affondare le mani nei suoi capelli.

<<Allora...andiamo?>> Mi chiede porgendomi la mano e rovinando cosi i piani che mi stavo facendo mentalmente.

<<Andiamo.>> E non posso far altro che seguirlo.

Arrivati alla macchina mi apre la portiera da vero gentiluomo e la rinchiude non appena mi accomodo sul sedile.
Fa il giro della macchina e non appena prende posto accanto a me ci inoltriamo nel traffico Newyorkese.

<<Allora...dove stiamo andando?>> Dico cercando di smorzare l'imbarazzo che si è creato.
Nessuno dice nulla da venti minuti esatti.

<<Lo scoprirai presto>> Risponde tenendo gli occhi sulla strada.

Dopo altri minuti di silenzi assordanti finalmente arriviamo al parcheggio.
Mi aiuta a scendere dalla macchina e ci avviamo dentro questo ristorante Italiano.
In una zona molto lussuosa tra l'altro.
L'interno è arredato nei minimi dettagli, quasi mi sento a disagio in un posto come questo.

<<Signor Taylor, signora O'Brien>> Ci chiama un uomo di mezza età vestito in giacca e cravatta. <<Da questa parte. Prego, seguitemi>> E questo come diavolo fa a sapere il mio nome?
Lancio un'occhiata di sfuggita a Matt che è estremamente serio e mi viene da ridere.
Solo io mi sento fuori posto qui?

Il cameriere ci porta infine sulla terrazzata del ristorante, dove scopro un panorama splendido di New york.
Con tutte le sue mille luci.

<<Prego sedetevi pure, a breve arrivano anche i Menù, signori...>> E si dilegua.
Non sono abituata a simili trattamenti, mi sento veramente a disagio.
Do un'occhiata in giro ma vedo gli innumerevoli tavoli vuoti.

<<Strano, non vedo nessuno qui. Come mai? Con una vista stupenda come questa come si fa a stare di la?>> Rifletto ad alta voce.

<<Semplice, ho prenotato l'intero posto per noi>> Dice con nonchalance.

<<Tu.Che.Cosa.hai.fatto?>> Chiedo non credendo alle mie orecchie.

<<Ho.prenotato.tutto.questo.posto.solo.per.noi.due>> Ripete imitandomi.
Mentre io mi sto strozzando con il vino.

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