Ricordi - Markann ( prima parte )
Capitolo diviso in due parti dove si tratterà di un pezzo di passato di Markann e Borshin - e un nuovo personaggio che forse tornerà o forse no, comunque se vi piacciono penso di applicare questi capitoli stile stacco narrativo fra un capitolo e un altro del viaggio dei nostri "eroi", come dei flashback dei vari personaggi per conoscerli meglio ( e spiegare magari la situazione storico - politica del mondo in cui sono immersi - e attenzione non è tutto bianco e nero, non è che i cattivi sono i vampiri e i buoni gli elfi non fatevi ingannare ) ma senza che la narrazione ne venga intaccata da questi frammenti di passato.
Qui abbiamo un Borshin "cattivo" e un Markann "buono" e premuroso ( a modo suo), scoprirete come si sono invertiti i ruoli e le loro storie prima dell'armata Brancaleone fantasy.
Buona lettura e come sempre i commenti/pareri/confronti sono ben accetti.
Ad eccezione di Abele e di Caino
Tutti quanti sono andati a far l'amore
Aspettando che venga la pioggia
Ad annacquare la gioia ed il dolore
Fabrizio De Andrè - Via della povertà
Quello non è mio fratello
Così pensava Markann mentre bendava la gamba di quel giovane arciere trasportato nella sua tenda agonizzante da due soldati di Khornos, il generale vampiro che Markann era costretto a servire ( in qualità di medico dell'accampamento e dell'esercito - anche se questo lo costringeva a scendere sul campo battaglia per soccorrere i feriti ma almeno era esente dal combattere a causa - o per fortuna - del suo fisico esile e della sua miopia ) insieme a suo fratello Borshin, un cavaliere che da poco era riuscito ad ottenere un cavallo e quindi era salito di grado fra le schiere dei vampiri.
Markann sospirò guardando il giovane soldato, non doveva avere più di quattordici anni, primogenito di una famiglia contadina composta da dieci figli i cui genitori erano stati ben felici di cederlo ai soldati quando questi avevano bussato porta a porta cercando maschi umani con più di tredici anni da mandare in prima linea, nella battaglia contro l'esercito ribelle dei superstiti elfici e coloro che li appoggiavano rintanati nella regione rocciosa del Ministh, all'estremo nord di Issergundu.
Quella regione per secoli era stato un luogo neutro, il cui governo, formato da tre donne guaritrici e due anziani guerrieri, non aveva mai appoggiato il dominio dei vampiri, e in passato neppure degli elfi o degli uomini, era una sorta di zona grigia che Khornos e chi prima di lui aveva tentato da secoli di conquistare, invano, ma ora che il nuovo governo aveva deciso di rendere quel posto un rifugio per dei superstiti elfici.
Non vi erano solo elfi li a Ministh ma anche dei ribelli umani contrari alla supremazia dei vampiri e cosa ancora più inaccettabile, avanzavano pretese di indipendenza della regione da Issergundu, questa pretesa e atto di indipendenza era stata la fatidica goccia che aveva spinto Khornos e i suoi a decidere di annettere Ministh formalmente ( ovvero con un decreto firmato dal consiglio di Issergundu che permetteva l'uso dell'esercito e qualsiasi mezzo possibile per riprendere la regione - e sopratutto ne appoggiava l'uccisione fino all'ultimo superstite).
A Markann di quegli intrighi politici fregava ben poco, lui era lì ( arruolato a forza visto che l'alternativa era fra l'impiccagione come disertore e l'uccisione, allora lui aveva scelto, insieme al fratello - senza alcuna pressione, deliberatamente - la terza opzione ) per salvare vite e basta, al momento era troppo impegnato a fare sì che la ferita non si infettasse, così, appena Markann tentò di tagliare via la stoffa dei pantaloni che a causa del sangue si era appiccicata alla ferita, il ragazzino prese a strillare.
- Non vedi che la ferita è di natura magica, qualche stregonia degli elfi, sei tu il medico, e non te ne accorgi? Sai benissimo che non guarirà con uno dei tuoi intrugli, anzi prolungherai solo la sua agonia e se avrai fortuna perderà la gamba, come minimo, e dovremmo eliminarlo anche in quel caso, sarebbe solo un peso e basta, loro lo farebbero e lo sai.-
Prima che Markann potesse ribattere, riuscì solo a vedere lo scintillio di una lama, un pugnale che tagliò la gola del povero arciere con un gesto fulmineo.
Il medico alzò gli occhi sbigottito verso l'assassino del ragazzo, dalla voce non voleva crederci, ma quello davanti che aveva pronunciato quelle parole dure in quel tono fermo e sprezzante, era proprio suo fratello Borshin.
Quest'ultimo, nella sua armatura argentata con lo stemma di Khornos, un drago nero, gli sorrise, divertito dal volto incredulo del fratello, si levo' l'elmo passandosi una mano fra i capelli biondi per togliere la sporcizia e grumi di sangue rappreso, e mentre gli parlava si mise a pulire il pugnale senza degnare di un occhiata a lui o al soldato-bambino che aveva appena ucciso.
- Beh ora direi che posso occuparmene io qui, tu occupati degli altri feriti, quelli che non sono stati colpiti dalle stregonerie degli elfi, gli altri sai cosa farne. A stasera fratello, vieni pure a sederti con me e i soldati del generale, è stato lui a chiedere di te, e a me farebbe solo che piacere.-
E no, non se la sarebbe cavata così, non questa volta.
Markann gli afferrò un braccio per impedire di andarsene, era la prima volta che si parlavano per più di cinque minuti da una settimana, il resto dei giorni ci aveva scambiato qualche parola se non di sfuggita mentre Borshin passeggiava per l'accampamento svolgendo qualche compito affidatogli da Khornos ( di solito interrogare o uccidere i prigionieri nemici ) oppure dando ordini ai soldati umani.
Da quando erano stati arruolati Borshin era cambiato, aveva fatto di tutto pur di entrare nei ranghi del generale dell'esercito, Khornos.
E ne aveva fatta di carriera, prima era diventato capitano dei mercenari umani delle prime linee, quelli che andavano avanti con gli scudi, le lance e venivano uccisi per primi.
Poi Borshin grazie alla sua fedeltà e abilità con le spada oltre che per essere un ottimo stratega, era arrivato a comandare gli arcieri come il giovane quattordicenne appena morto, e questo gli era valso un cavallo e il ruolo di comandare i cavalieri umani, uno spaurito gruppo di dieci omoni delle terre del Sud, che mal tolleravano quell'arrogante soldato che, così si diceva in giro, avrebbe venduto pure sua madre pur di diventare il braccio destro di Khornos.
Ed era cambiato così tanto suo fratello, non era più il dolce e impaurito bambino di sei anni che aveva bussato alla porta della sua famiglia dopo il massacro del suo villaggio a opera di un gruppo di banditi, non era nemmeno il ragazzino e poi giovane uomo che lo proteggeva dalle angherie degli altri ragazzi a causa del suo carattere schivo e studioso, non era più nemmeno il figlio premuroso che si occupava della madre malata e che aveva deciso di arruolarsi per pagarle le medicine e una serva/guaritrice che si occupasse di lei.
Del suo fratello coraggioso e gentile quell'uomo che gli stava di fronte ne aveva solo l'aspetto, e basta.
Voleva sapere solo perché.
Ma sapeva la risposta, ambizione, e l'arroganza mista a superbia che ne derivava, la scusa che si trattasse solo di sopravvivenza e adattamento reggeva fino a un certo punto, ma a Markann non era sfuggito il suo sorriso orgoglioso e ingordo quando per la prima volta Khornos gli aveva fatto i complimenti per il suo coraggio e lealtà durante la prima e difficile battaglia.
- Ora basta! Era solo un ragazzino, un bambino! Io lo conoscevo, lavorava sodo per la sua famiglia e andava a caccia e a fare scherzi con i ragazzi del villaggio, dopo il lavoro andavano tutti a ballare con le ragazze alle feste di Gros, faceva tutte le cose normali che si fanno alla sua età, sì era bravo con l'arco, ma non pronto a questa guerra. Non se l'è meritato di morire così, io l'ho sentito mentre cercavo di guarirlo, invocava sua madre come un moccioso di sei anni, è stato straziante. Cazzo, odio vedere morire i ragazzini. Dov'è finita la tua compassione, fratello? Oltre al sangue i vampiri ti hanno succhiato l'umanità?-
Borshin si fermo' a fissare, con fastidio, il fratello che gli stringeva il braccio, per poi, con un sospirò seccato ritornare nella tenda di Markann ( che nel frattempo gli aveva lasciato andare il braccio, incapace di sostenere il suo sguardo, troppo duro - forse aveva sbagliato a dire qualcosa? Non voleva farlo arrabbiare, perché in cuor suo provava timore per quella nuova versione del suo vecchio fratello e amico ).
Il soldato si diresse verso il corpo del ragazzino, si piegò su di lui e con lo stesso coltello con cui lo aveva ucciso ( che nel frattempo aveva ripulito con cura dal sangue ) taglio un lembo della camicia all'altezza del petto, per poi faee cenno a Markann di avvicinarsi.
- Lo vedi questo? Una mezza luna rossa attraversata da una saetta, il tatuaggio che identifica i ribelli, la sua famiglia ne ha fatto parte e probabilmente ne sono ancora degli adepti, Khornos e i suoi uomini la tengono d'occhio da anni, ecco perché lui lo hanno scelto per essere arruolato, e a quanto pare questa è la conferma, questo "ragazzino" era una spia degli indipendentisti. Credimi, gli ho fatto solo un favore a ucciderlo tagliandogli la gola, meglio così che morire fra spasimi di dolore dovuto alla magia elfica, oppure ancora peggio, subire un esecuzione pubblica da parte degli uomini di Khornos. Ora che ti ho spiegato la situazione, mi lasceresti andare? Sai di solito non passo il tempo ad aspettare che qualcuno venga colpito in battaglia, come te, io le battagaglie le organizzo e cerco di fare il possibile per ridurre i feriti. Con permesso ...mi ringrazierai più tardi, fratello.-
Markann deglutì, la gola secca e un principio di fischio alle orecchie e un'improvvisa spossatezza che gli impediva di pensare lucidamente, riusciva solo a vedere il volto esangue di quel povero ragazzino, si non c'erano molte possibilità di cavarsela facilmente con quella ferita eppure...aveva solo quattordici anni, e sopratutto a lui non gliene fregava nulla che fosse una spia degli elfi né che avesse mentito a tutto loro, era solo un bambino cresciuto troppo in fretta che non meritava di morire.
- Argo, si chiamava Argo...E tu eri il suo comandante, si fidava di te, del fatto che facessi in modo di tenerlo in vita, come gli altri soldati...aspetta, sei stato tu, vero, a procurargli questa ferita?-
Borshin sostenne li sguardo stralunato e pieno di orrore del fratello, fece spallucce e continuando a giocherellare con il pugnale annuì:
- Ho solo fatto in modo che si trovasse in prima linea dove avrebbe avuto più probabilità di essere colpito, tutto qui. Io non uccido i miei uomini, nemmeno se si rivelano spie, ho anch'io un codice d'onore, cosa credi?-
Dopo quest'ultima frase Borshin prese la barella con sopra il povero arciere e la trasporto' fuori dalla tenda, sbuffando per lo sforzo, apparentemente in pace con sé stesso, come se uccidere ( anche se non indirettamente ) ragazzini che si rivelavano delle spie nemiche fosse solo un altro compito affidatogli, da eseguire e basta, solamente un inutile e seccante incombenza.
- Io non so più nulla di te, fratello, né tanto meno del tuo cosiddetto codice d'onore ma a te importa solo fare carriera, giusto? Fino a dove ti spingerai? Lo sai vero che i vampiri ti useranno finché farai loro comodo e poi ti uccideranno senza pensarci due volte? E tutto questo a cosa sarà servito?-
Markann aveva mormorato ciò in un tono di voce che a malapena era riuscito a sentirsi lui stesso, deglutì stringendo le mani a pugno e piantandosi le unghie nei palmi dovette trattenere l'impulso di uscire, raggiungere Borshin e prenderlo a pugni e calci per farlo rinsavire.
Ma prima che potesse seguirlo fuori vide entrare di corsa Litzo, un soldato semplice coetaneo di Argo, capelli castani lunghi fino al mento e occhi neri, un fisico minuto in quel momento sussultante dai singhiozzi con l'imberbe e delicato volto contratto e in lacrime.
- Argo...l'ho visto sulla barella, lui...morto...tutta colpa mia....dovevo restare con lui...-
Markann lo fisso', Litzo era un amico di Argo, lo conosceva fin da bambino, essendo compagni di giochi e inseparabili, a detta di entrambi, come fratelli, aveva voluto seguirlo arruolandosi con lui eppure...noto' che la camicia sul petto del giovane era strappata, lui se ne accorse e arrossì incrociando le braccia.
- Il comandante ha detto qualcosa sul fatto che noi due eravamo inseparabili, voleva vedere se avevo...non lo so parlava di un tatuaggio, poi mi scacciato via con una spinta e ha ripreso a portare via Argo...non so cosa cercasse...-
Il giovane continuava a mormorare fra se e sé fissando la pozza di sangue e il cuscino su cui fino a pochi minuti fa era adagiato Argo, e Markann non poté fare a meno di notare un pezzo di stoffa fuoriuscire dalla camicia strappata del ragazzo, all'altezza del cuore.
Ottimo, se suo fratello si era convinto che Litzo non fosse una spia, di certo doveva essersi accorto che in realtà Litzo era Litz, una ragazzina innamorata di Argo che, pur di restargli vicina, si era travrstita da uomo per arruolarsi insieme a lui per stargli accanto, peccato che di Argo fosse anche incinta, e i mesi passavano in fretta, la copertura sarebbero saltata in fretta ma ora che il ragazzo era morto spero' che avesse recuperato anche del buon senso.
Lui aveva scoperto ciò al primo controllo medico di routine dei soldati quando lo aveva costretto a togliersi la camicia per verificare che non avesse malattie respiratorie né problemi di cuore, e li Litz era crollata rivelando la verità e pregandolo di non dirgli niente, lui aveva mantenuto il segreto, così come era stato zitto quando tre mesi prima lei gli aveva rivelato di essere incinta del giovane arciere.
- Litz, ora basta con questa farsa. Non ho più tempo né voglia di stare ai tuoi giochetti mi bastano già quelli di mio fratello. Dannazione, sei incinta al terzo mese è ovvio che susciti qualche sospetto, è già improbabile che nessuno si sia accorta che sei una ragazza, incinta fra l'altro...dovevi almeno evitare di stare appiccicata tutto il tempo ad Argo, la gente mormora ma immagino tu lo sappia quindi non capisco perché tu ti sconvolga tanto del fatto che il comandante abbia voluto verificare che tu non fossi una spia data la vostra irresponsabile vicinanza. Senti, vattene da qui, hai già perso il padre di tuo figlio vuoi aspettare il momento in cui ti scopriranno e ti strapperanno via il bambino dalla pancia, non prima di averti stuprata? Oggi, anzi, ora è il momento migliore, ho sostenuto la tua recita fin troppo a lungo e non voglio mettermi ulteriormente nei guai. Argo è una spia ma tu lo saprai già, il comandante l'ha scoperto e lui è morto. Capisci perché devi andartene?-
Markann si aggirava nervosamente per la tenda maledendosi di aver aiutato Argo e quella ragazzina a mantenere segreta la loro relazione, e ora quella continuava a parlare seguendo i suoi pensieri, capiva lo shock e il dolore della perdita ma si rese conto che non aveva ascoltato una sola parola di quanto lui aveva detto, non si rendeva conto del pericolo che correva?
Non solo per essere una donna che combatte in mezzo agli uomini, ma oltre che incinta, era anche l'amante di una spia degli elfi, e quindi un nemico dei vampiri, davvero quella mocciosa non riusciva a capirlo?
- Sì lui me l'aveva detto...mi ha detto di essersi fatto il tatuaggio solo perché la sua famiglia faceva parte degli indipendentisti, lui non era una spia, non è mai nemmeno stato a Ministh, anzi volevano andarcene insieme laggiù per essere al sicuro, per questo ci siamo arruolati, per poter avvicinarci alla regione e lasciare l'esercito il prima possibile, di notte, così nessuno se ne sarebbe accorto. A lui non è mai interessata la politica né le dispute fra elfi e vampiri, voleva solo trovare un luogo sicura dove crescere nostro figlio ed essere felici lontano dalla guerra, e Ministh ci sembrava il luogo migliore...ma ora...-
Prima che Litz potesse dire altro Markann le mise in mano una moneta d'oro e una mappa ripiegata.
- Smettila di lagnarti, per Werah! Prendi questa moneta, basterà a mantenerti fino alla nascita del bambino, vattene stanotte, non a Ministh, mi dispiace deludere le tua aspettative ma la regione verrà presto conquistata e allora sarà peggio. Vattene a Yussrin, e a sud-ovest a soli tre giorni di cammino, tieni ti dò anche una mappa da seguire per trovarla, ma non ti puoi sbagliare, è governata da guerriere, hanno un rifugio per donne esiliate e disonorate, cosa che sarai anche tu se scopriranno la tua identità, perché non ci puoi tornare a casa, incinta e vestita da uomo. Lì si prenderanno cura di te e del tuo bambino. Bene, ora vattene, non voglio più vederti gironzolare qui. Inventero' una storia per giustificare la tua scomparsa ma tu non farti beccare dalle guardie notturne. Addio Litz.-
Litz non disse nulla, mise in tasca la moneta d'oro e la mappa, fisso' Markann con un intenso sguardo di gratitudine e poi uscì dalla tenda.
Markann non l'avrebbe mai più rivista.
______
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro