Incubi troppo movimentati e solitudini velenose.
Werrsott giocherellava con un carboncino, sullo spiazzo terroso, dove si erano accampati, nelle prossimità di un fiume a una settimana di distanza da Issergundu, settimana passata nella foresta, a mangiare le provviste, cacciare cervi e lepri ( di cui si faceva carico Ithil ).
Incontrarono pochi viaggiatori e nessun villaggio all'orizznte ( dopo Issergundu il più vicino era a dieci giorni di cammino ) e ancora nessun bandito, a qualcosa di buono le guardie verdi servivano, erano molto solerti nel pattogliare il contado del feudo di propietà del signore di Issergundu ( che terminava con Misserto, il villaggio successivo che avrebbero raggiunto fra tre giorni ), da lì si entrava in un altro feudo allontanandosi dalla foresta, e Markann conosceva la strada per evitare le guardie che controllavano il passaggio dalle terre di un lord all'altro.
Almeno non avevano incontrato nemmeno una guardia, il medico se n'era tenuto ben lontano prendendo sentieri poco noti ai soldati, lontano dai sentieri battuti, scontrandosi con Ithil per la direzione da prendere, che quelle strade le conosceva anche meglio di lui, ma non quelle "scorciatoie", trovandosi spaesata sul percorso da seguire, ovvero non quello che lei aveva battuto nel corso dei secoli.
Così, leggermente risentita, a un certo punto si era zittita, seguendo imbronciata le intimidazioni e parlando solo con Minh e Werrsot, ignorando lo scienziato e il vampiro, che però non perdeva mai di vista.
Ithil aveva legato le mani di Ivark con una corda e ne teneva l'estremità per evitare che scappasse, anche se Ivark la seguiva docilmente, con passività senza protestare per i segni che la corda gli stava lasciando sui polsi, o per gli strattoni per farlo camminare più in fretta.
Solo Werrsot qualche volta si era azzardato a chiedere all'uomo come mai conoscesse quella strade, ma dopo aver ricevuto solo frase secche e scorbutiche a mo di risposte decise di lascir perdere.
Una volta accampati per la sera Markann vide Minh e Ithil ridere e scherzare fra di loro sedute intorno al fuoco, e poco lontano Ivark tenere aiutava il ragazzino lupo ( solo quando si accampavano Ithil gli slegava le mani ), raccontandogli qualcosa di divertente a giudicare dai suoi sorrisi sul muso arricciato in un ombra di risata, ascoltandolo con gli occhi attenti.
Ivark, con in braccio il bambino, raggiunse le due ragazze intorno al fuoco.
Minh e Ithil in quella settimana avevano stretto amicizia, o meglio Minh aveva cominciato ad aprirsi piano piano e a non nutrire più l'iniziale timore e diffidenza nei confronti dell'elfa, certo inizialmente le sue timide frase e parole che aveva rivolto all'elfa erano state per chiederle se la prima notte poteva dormire accanto a lei, non fidandosi di essere circondata da tre uomini, per sicurezza aveva aggiunto, anche se con Werrsot aveva parlato, in quella settimana, molto più serenamente e in confidenza che con la stessa Ithil.
Eppure nonostante nutrisse simpatia e tenerezza per Werrsot, continuava a non fidarsi comunque, non era mai stata a contatto così a lungo con un gruppo di uomini.
Quindi fu ciò uno dei motivi per cui si era avvicinata a Ithil, inizialmente per il fatto di sentirsi più sicura accanto a un altra donna, poi se questa donna era un elfa e un abile guerriera, andava a vantaggio suo e di Bentho starle accanto, ma la semplice sensazione di timore misto a sollievo che provava quando era accanto all'elfa, aveva lasciato posto a timido accenni di una possibile amicizia fra di loro.
Era stato naturale il passaggio, dal dormire vicina, al camminare accanto a Ithil e a Werrsot, le confidenze e simpatie erano nate con naturalezza seppur una costante soggezione di fondo.
Da parte di Ithil c'era stata più resistenza, quasi fastidio ai tentativi di avvicinamento da parte di quell'umana, certo aveva sentito naturale il gesto di protezione nei suoi confronti fin dalla prima notte quando timidamente aveva chiesto di poter dormire accantona lei e anche le notti seguenti, però il svilupparsi di qualcosa di più della semplice protezione aveva lasciato sorpresa anche la stessa elfa.
E ciò le aveva fatto abbassare la guardia nei confronti di Ivark, ma ormai l'elfo, ormai completamente pulito già dopo il primo giorno di viaggio dall'effetto dell'oppio giallo ed essersi ripreso dalle cure di Markann, aveva seguito docilmente la combriccola.
Il tutto sempre mantenendo l'attenzione vigile, e sopratutto seguendo con attenzione ogni mossa e parola di Markann, visto che dentro di sé nutriva ancora il pensiero di ferirlo o solo tramortirlo per poi scappare, non prima di aver conquistato la fiducia di Ithil ( ovviamente per ora Markann era utile per le sue conoscenze, e Ivark era dotato di un immensa pazienza - non si sopravviveva così a lungo altrimenti), cosa che al momento non gli riusciva molto bene, più impegnato a monitorare il loro viaggio e ogni cambiamento di paesaggio e direzione.
E poi c'era Bentho che trattava con dolcezza, e la curiosità nei confronti delle stranezze e introversione di Werrsott, che non era riuscito a inquadrare del tutto, così come Minh ( c'era qualcosa in lei che non lo convinceva del tutto ).
Così dopo una settimana Ithil e Minh ormai erano in sintonia, tale da lasciar fuori anche lo stesso Werrsot, di poche parole nonostante i primi giorni di viaggio non avesse lasciato quasi mai sola Ithil, parlandosi ( o meglio, ascoltando l'elfa chiacchierare, e incredibilmente, rivolgeva anche qualche parola al vampiro che apprezzava il suo sforzo di essere gentile ) per recuperare tutti quei secoli di assenza e silenzio.
Ma poi a furia di confidenze e racconti, le storie e gli eventi vissuti si erano concluso, preferendo il silenzio delle camminate, il chiacchiericcio altrui, così Ithil aveva allungato il passo unendosi a Minh, e al suo posto era apparso il ragazzino lupo, ma con lui non erano necessarie tante parole e chiacchiericci, stavano entrambi in silenzio fianco a fianco ed era come parlare ore e ore, ma senza le parole, solo con il pensiero ( e dall'esterno pareva che i due comunicassero solo attraverso sguardi, sorrisini e smorfie ).
Anche Ivark si sforzava di intervenire nei discorsi, per lo più interompendo Markann che si scocciava enormemente per la presunzione del vampiro di saperne di più quando dava indicazioni per evitare di essere visti, sulla strada da prendere, e sul raccogliere piante per purificare la carne per i pasti, visto che in quella zona vi era il rischio di diarrea e febbri a causa di una malattia che da anni debellava cervi e selvaggina dei boschi, e nemmeno una buona bollitura ( quello funzionava solo con l'acqua ) o cottura riusciva a debellare, la selvaggina doveva essere condita con particolari foglie e erbe che lui conosceva, altrimenti non sarebbero durati una settimana.
Certo Ivark era un vampiro, teoricamente era già morto quindi le malattie degli animali non gli facevano effetto ne rischiava il contagio ( essendo lui stesso già malato anche se prendeva le erbe che Markann gli aveva praticamente imposto ).
Eppure, nonostante ciò si ostinava a dire la sua con arrogante presunzione, quasi più insopportabile dell'elfa quando cacciava e insisteva che non servivano le sue "disgustose e puzzolenti erbe" quanta pazienza a ricordare a quei due che erano gli unici immortali lì immuni al contagio e il gruppo era formato da altri "comuni umani", certo c'era Werrsot ma lui non si lamentava, mangiava quello che gli mettevano nel piatto e andava dove gli si diceva, mentre il ragazzino non commentava, sempre aggrappato alla gonna di Minh e a correre dietro l'ombra del mezz'elfo.
Il ragazzino oltre ad aver preso in simpatia Werrsot, da qualche giorno si sedeva vicino al vampiro quando si accampavano, e lui gli raccontava storie, facendolo divertire, uno dei pochi momenti in cui l'elfa non lo trattava con disdegno o peggio, indifferenza.
- Spilungone, non ti unisci a loro?-
Werrsot venne raggiunto da Markann che camminava verso di lui a passi lenti, e con fare annoiato, indicando il trio, quartetto se si contava il bambino intorno al fuoco..
- E tu?-
Mormorò di rimando il mezz'elfo, senza distogliere lo sguardo dalla terra polverosa su cui aveva inciso, con il legnetto bruciato, dei segni geometrici.
Il medico fece spallucce sedendosi a sua volta, sbuffando dolorante e massaggiandosi una caviglia, preferendo cambiare discorso.
- Camminare e cavalcare per giornate intere mi ha distrutto le gambe, non ci sono più abituato, va bene solo se sei un essere eterno, non ho trecento anni come voi.-
Il mezz'elfo non alzò lo sguardo dal suo lavoro, mormorò solo un "Minh è umana e non si lamenta della stanchezza, avrà al massimo trenta estati, è nata in estate me l'ha detto lei, tu ne avrei venti in più, è normale che tu sia più affaticato di lei".
- Beh Minh passa la maggior parte del suo tempo sul carro con il bambino, sono io quello che vi guida e sopratutto vi precede a cavallo.
E comunque sono nato in inverno, scusa mi stai dicendo che sarei troppo vecchio?-
Minh e Bentho guidano il carro cercando di seguire la tua direzione, è diverso, e non sei l'unico a cavallo c'è anche Ithil che cavalca e trascina dietro di sé con una corda Ivark, è che cammina tutto il giorno e dovrebbe essere affaticato, ma lui è un vampiro.
E a proposito di fatica, il cavallo che tira il carro in certi momenti ha rischiato di stramazzare per il carico e le giornate intere di viaggio, ma nessuno di voi se n'e accorto.
All'alzata di spalla di Werrsot, che pensava ciò ma senza dirlo ( non avrebbe capito, ne era certo ) il medico scosse la testa divertito poi si alzò, aveva fame, motivo per cui si diresse verso il fuoco da cui proveniva il succulento odore della carne reduce dalla caccia della scorsa settimana, ad arrostire infilzata in dei pezzi di legno, o meglio c'era, le ragazze se l'erano già mangiate, e il bambino stava rosicchiando l'ultimo pezzo, al suo passaggio alzò lo sguardo su di lui con aria colpevole.
- Ehi aspetta, ho del pane e delle patate bollite, avanzate da ieri tieni, per te e Werry.-
( Così le ragazze avevano preso a chiamare Werrsot, simpaticamente, imitate da Ivark ).
Ivark gli tese un fagotto, avevano comprato la farina per il pane dalla "famiglia" di Werrsot ed anche le patate ( bollite in contenitori di rame che Minh si era portata dietro ), il vampiro aveva tentennato impercettibilmente nel dar loro il fagotto, visto che le scorte si stavano esaurendo ( non si contava la selvaggina e il pesce dei torrenti ) nonostante avessero cercato di razionale visto che non avrebbero trovato altre abitazioni nella foresta.
Ithil alzò giusto il capo mettendo una mano sugli occhi, per difendersi dall'abbagliante sole serale, dopodiché accertata la presenza del medico, voltò il capo per riprendere a chiacchierare con Minh, che nemmeno alzò gli occhi verso Markann.
Da quando erano nella foresta silente in direrezione delle montagne, Minh lo aveva sistematicamente ignorato, rifiutandosi addirittura la notte di dormire nel suo sacco a pelo da sola prenferendo dormire accanto all'elfa.
Dopo appena sette giorni, Ivark che piano piano iniziava a integrarsi, l'amicizia fra le due donne, il resto della situazione non era cambiata affatto, solo il bambino ogni tanto si era azzardato qualche volta, senza parlare né guardarlo spinto dalla compassione, a far compagnia a Markann sedendoglisi accanto, venendo puntualmente scacciato via, come una vespa fastidiosa.
Markann, segretamente e senza soffermarci troppo su quel pensiero, a volte ringraziava gli Dei della presenza del mezz'elfo un tempo facente parte del gruppo dei bambini sopravvissuti di Ithil, che non lo conosceva abbastanza da odiarlo e questo era un vantaggio, almeno era l'unico a scambiare due parole con lui e non trattarlo alla stregua di uno scomodo ospite da sopportare e basta, il difetto era che a quanto pare qualcosa nel cervello non gli funzionava bene, diceva e si comportava in modo piuttosto strano, forse dovuto alla sua infanzia nei boschi o all'isolamente nella fattoria dove era vissuto in quegli ultimi secoli
Beh meglio di niente rifletteva l'uomo in quei casi, ci si arrangia a con quel che c'era, o meglio con chi c'era.
L'odore caldo e la consistenza del pane, ancora morbido, e quello delle patate arrosto, fece brontolare a entrambi lo stomaco.
- Grazie.-
Mormorò il medico, prendendo il cibo che il vampiro gli stava porgendo, ma non appena si volse per ritornare alla sua precedente postazione si sentì richiamare indietro.
- Ehi Markann, perché tu e Werry non vi unite a noi?-
Il medico guardò sospettoso il volto disteso del vampiro, gli occhi lucenti e la pelle liscia, non tesa, segno che aveva continuato a prendere le sue medicine ( sotto lo sguardo vigile e attendo di Markann ) era in forze, senza affanni né debolezze, beveva il sangue di quello che trovava, cervo per lo più...l'intruglio funzionava, quindi.
"Ma per quanto ancora?"
Non sembrava ostile il vampiro, ma solo rilassato e curioso di vedere come avrebbe reagito a quella frase, il medico diede un occhiata agli altri raccolti intorno al fuoco, Ithil lo guardava dubbiosa, tenendo un braccio con fare protettivo intorno alle spalle di Minh, che continuava sistematicamente a ignorarlo, e il bambino, avvolto nel sacco a pelo, già dormiva, nonostante fossero solo quasi le otto e il sole appena tramontato.
Markann decise che no, quella sera non voleva sorbirsi il disagio di una conversazione e compagnia forzata, così negò cortesemente, ritornò dal mezz'elfo, gli si sedette accanto porgendogli il fagotto aperto.
Werry prese mezza pagnotta e una patata, dopodiché senza nemmeno ringraziare mangiò prima l'una e poi l'altra a morsi alterni, con voracità.
- Prego eh.-
Mangiarono in silenzio, quella era evidentemente una delle serate in cui il mezz'elfo non aveva nessuna voglia di fare conversazione e non era così strano, erano più quelle rispetto alle giornate in cui farlo stare zitto era la vera impresa, dove commentava ogni cosa, la caccia, il fuoco da accendere, un albero caduto, animali o uomini incontrati ( dopo il loro passaggio perché altrimenti era consapevole che il suo essere fin troppo schietto causava non pochi problemi ), perfino discussioni sulla strada da prendere, invece quella giornata, niente da fare.
Ma in quei momenti il medico aveva imparato ad apprezza la compagnia silenziosa del nuovo arrivato, molto più delle giornate dove parlava solo per il gusto di farlo, almeno quei silenzi non erano così imbarazzanti come quelli in cui si ritrovava con il quartetto.
Li vide prepararsi per la notte, Ivark mise il suo sacco a pelo accanto a quello del bambino, le due donne si erano già addormentate abbracciate, perfino Werrsot si alzò per prendere il suo sacco a pelo e dirigersi il più lontano possibile dal gruppo intorno al fuoco, da quando era arrivato ogni notte aveva avuto degli incubi ( cosa che accedeva anche quando viveva con il gruppo dei bambini sopravvissuti, nella foresta ) e aveva deciso di dormire lontano da loro per non turbarli o tenerli svegli.
E dire che Markann aveva provato a preparargli una tisana che bloccava gli incubi impedendo risvegli, oltre che l'insonnia, ma chissà come non gli faceva nessun effetto, così ci aveva rinunciato.
Le prime notti Ithil aveva dormito con lui, per calmarlo, come facevano anche quando erano piccoli, ma Minh era irrequieta la notte, nonostante quelle volte il medico decidesse di andarsene lui a dormire lontano dal gruppo, vicino a delle grotte dove si erano accampati.
Lo faceva perché notava come Minh si agitasse all'idea, per farla stare calma e non turbarla ( o almeno cercava di dare questa impressione agli altri per fare si che si fidassero di lui ).
Ma niente da fare, così Ithil era tornata a dormire con Minh e Markann dormiva distante da loro, mentre Werrsott la notte si dileguava, raggiungendoli solo la mattina ( misteriosamente non si era mai perso ).
Quella volta Markann srotolò il suo sacco a pelo sistemandosi accanto a un insenatura nella roccia, guardò il mezz'elfo che se ne stava andando con le sue coperte e gli fece cenno di raggiungerlo.
- Qui c'è posto per due, non serve che te ne vai sempre chissà dove a dormire.-
Quando il nuovo arrivato mostrò perplessità il medico si frugò nelle tasche mostrandogli due cilindri di sughero intagliati e levigati in modo da potersi inserire nelle orecchie a mo' di tappi, li aveva realizzati stufo di perdere ore di sonno preziose a causa degli incubi e dell'insonnia del mezz'elfo, tutti loro dopo le giornate di viaggio avevano bisogno di dormire, e sopratutto le urla rischiavano di attirare visitatori indesiderati, poi se si mettevano a cercarlo e tentare di calmarlo di notte, era ancora peggio.
Perché non ho consigliato anche gli altri questa soluzione? Nei prossimi giorni gli faccio pure per gli altri e consiglierò a quest'idiota di tapparsi la bocca con uno straccio.
- Userò queste, così non correrò il rischio di essere svegliato dai tuoi strilli. E per il sonnambulismo se dormi vicino a qualcuno se ne accorgerà senza perdere ore a cercarti.
Il mio era solo un consiglio dettato dal buon senso, beh buonanotte.-
Senza aggiungere altro si infilò i tappi nelle orecchie e si sdraio' sotto le coperte del sacco a pelo, ignorando il mezz'elfo che se n'era rimasto in piedi, stranito e incerto.
Percepì uno spostamento d'aria accanto a lui, e vide che alla fine aveva adagiato il sacco a pelo e ci si era infilato dentro.
"Non è stato così difficile."
Non ci vollero molte ore per risvegliarsi, sentiva caldo e lo spazio pareva essersi ristretto, insieme alla sensazione che ci fosse un corpo estraneo poi si accorse che la causa di ciò era proprio il mezz'elfo.
Era successo anche con Ithil che aveva raccontato di come lui si muovesse spesso nel sogno svegliandola più volte e a volte si attaccava a chiunque gli fosse accanto, per non parlare del sonnambulismo, una volta aveva raccontato che una notte lo aveva trovato abbarbicato a un albero.
In quel quel momento se lo ritrovo appiccicato addosso, e dovette trattenere l'istinto di dargli una pedata, se si risvegliava poi si sarebbe messo a piagnucolare, nemmeno Bentho quando ancora faceva la pipì a letto e andava a svegliare Minh per dirglielo piagnucolava in quel modo.
Quindi trattemme il fastidio e tentò di ignorare il caldo e la presenza di un corpo estraneo a invadere il suo spazio vitale, tanto la mattina lo avrebbero trovato accanto a qualche albero albero o visto camminare parlando a voce alta in elfico ( per fortuna non si allontanava mai troppo).
E difatti il giorno dopo fu visto da Minh, mentre andava a prendere l'acqua, in piedi che mormorava frasi incomprensibili dondolando leggermente, la testa reclinata sul petto e le braccia mollo, accanto a un pino rosso.
Il secchio dell'acqua le cadde dalle mani, correndo come mai aveva corso prima verso Werrsot, Minh gettò un urlò che sentirono tutti all'accampamento, tale da svegliate il mezz'elfo dal suo stato di sonnambulismo, per ritrovarsi in una radura sconosciuta, accanto a uno strano pino i cui aghi erano tutt'intorno a lui, e anche lo stesso mezz'elfo ne era pieno, conficcati come spilli, che strano, non facevano male...
E poi Minh, il volto livido, tremante per lo shock, che si torceva le mani fissandolo in modo inesistente...e terrorizzato?
-...le braccia, la tua faccia...o Werah.-
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Ecco ritornata dopo mesi di assenza, questa in verità era una bozza incompleta, e proprio perché sono ancora a corto di idee, ho deciso di utilizzare per il mio rientro in scena, capitolo ancora con più introspezione che azione, ma ora ci stiamo muovendo verso quella direzione, è stata solo la prima settimana dopotutto...
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