Aiutarsi
Giorgio Pov's
«Lore devi mangiare qualcosa.» Lo intimó Federico.
«Non ci riesco e comunque non ho fame.» mormorò il moro tenedo lo sguardo fisso sul tavolo dove eravamo seduti noi della crew (ovviamente senza Giovanni), Lorenzo e Sascha.
«Non tocchi cibo da tre giorni,morirai se non mangi almeno qualcosina e no,le pastiglie antidepressive che hai cominciato a prendere non valgono come alimento.» Disse Sascha passandogli un piatto di minestra.
Lorenzo sospirò e la mandó giù lentamente.
Lui e Sascha ci avevano spiegato cos'era successo e avevamo cercato di dare il maggiore supporto possibile.
Non sapevamo nulla di questi due ragazzi e non li conoscevamo ma in situazioni simili e in un posto angusto come questo chi non l'avrebbe fatto?
Guardai Lorenzo e provai ad immaginarmi di essere al suo posto: la mia mente mi riportò immediatamente a Pietro.
Il mio cuore si strinse come se fosse dentro una morsa al pensiero di Pietro in coma.
È il mio migliore amico da tantissimo tempo,abbiamo sempre avuto un legame molto forte e siamo sempre stati inseparabili.
Improvvisamente Salvatore entrò correndo nella mensa,si guardò intorno e appena ci vide continuò a correre nella nostra direzione.
«Pietro si è svegliato!» Disse ansante con le mani sulle ginocchia mentre cercava di riprendere fiato.
Scattai in piedi mentre il mio cuore faceva le capriole per la felicità.
Uscì a razzo dalla mensa mentre i ragazzi facevano sedere Sal accanto a loro.
Corsi velocemente intercettando la porta della sua stanza nel lato "ospedale" della struttura.
Spalancai la porta e vidi Pietro girarsi confuso.
Gli corsi incontro e lo abbracciai stretto.
Dopo un po ci staccammo «Ehi compá! Sono contentissimo che tu ti sia svegliato,eravamo tutti molto preoccupati per te.» dissi euforico.
E poi accadde.
Posso giurare di aver sentito il mio cuore frantumarsi in milioni di pezzettini.
Quattro cazzo di parole sono riuscite a distruggermi totalmente.
Indietreggiai scuotendo la testa senza riuscire a pronunciare una parola.
Mi voltai e scappai ignorando i suoi richiami.
Mi chiusi nella mia stanza e cominciai a dare calci e pugni a tutto ciò che mi capitava sotto mano.
Le lacrime scivolavano copiose dai miei occhi,il cuore straziato.
Senza forze mi lasciai cadere per terra e, per via della stanchezza e della frustrazione, mi assopí con le lacrime ferme sulle guance.
Giuseppe Pov's
Osservai quel ragazzo che,nonostante non ci fosse più nessuno, continuava a starsene seduto a uno dei tanti tavoli della mensa con un bicchiere d' acqua a lato del grosso libro che teneva tra le mani e che sembrava impegnarlo parecchio.
Mi alzai dal mio tavolo e mi avvicinai al suo, poco distante.
Mi sedetti di fronte a lui «Che leggi?» domandai cercando di sbirciare le fitte pagine.
Sal alzò la testa per guardarmi e chiuse il libro tenendo un dito per tenere il segno, lo voltò facendomi vedere la copertina: era blu scuro con l'immagine di un drago anch'esso blu.
Sotto, un'unica parola,il titolo probabilmente, scritto in caratteri grandi argentati: Eragon.
«Eragon...non lo conosco.» sospirai.
«È il primo libro di una saga fantasy, abbastanza famosa.» spiegò con un sorriso.
Ma non riuscì a prestare molta attenzione alle sue parole: il suo sorriso mi aveva incantato così come i suoi occhi marroni cerchiati da quegli occhiali che glieli ingrandivano notevolmente.
«Ehm Giuse? Ci sei?» domandò mentre un leggero rossore gli colorava le guance pallide.
Scossi la testa e borbottai un «Si.» un po' confuso.
Giovanni Pov's
Apro gli occhi ma sono costretto a richiuderli un secondo dopo a causa della luce accecante di una lampada circolare appesa la soffitto.
Il cono di luce illuminava solo me,il resto della stanza era avvolto dall'ombra.
Quando i miei occhi si furono abituati abbastanza notai di essere legato ad una barella con delle spesse cinghie di pelle.
Improvvisamente mi sembrò di scorgere tre ombre nel buio della stanza.
Parlavano sottovoce ma riuscì comunque a riconoscerne due: la prima era di Amos e la seconda apparteneva a Jason.
La terza non riuscì ad identificarla ma aveva qualcosa di famigliare...ma cosa?
Sentì il crepitio di una porta che si chiudeva facendomi sobbalzare.
Una delle tre ombre si chinó sul mio volto «Ciao Giovanni.» disse con la voce ovattata a causa della mascherina.
Non riuscì a riconoscerlo ma dal tono che aveva usato non prevedevo nulla di buono.
Mi diede le spalle un secondo e quando si voltò teneva in mano un piccolo strumento: un'impugnatura celeste non troppo lunga collegata a un sottile tubo di ferro che terminava con una piccola sega circolare.
Quando sentì l'oggetto sibilare mentre ruotava gridai con tutto il fiato che avevo in corpo.
L'uomo mi tappó la bocca con una mano soffocando le mie grida mentre con l'altra mi passava la mini sega su tutto il corpo.
Il dolore era indescrivibile e le lacrime scendevano senza freno dai miei occhi.
A ogni minuto che passava il dolore diventava sempre più forte,lancinante e le mie grida si affievolivano fino a diventare quasi un sussurro.
L'ultima cosa che percepí prima svenire furono le parole del mio "boia" «E anche l'ultimo è andato, grazie per averci aiutato.»
❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤
Ciao pesciolini😊
Direi che per oggi da Gaia...
Vitty: Da Vittoria...
Andre: Da Andrea...
Ele: E da Elena...
È tutt
Peppino: Buonaseeeeeera😈
Tutti: *lo guardano male* *lo lanciano dalla finestra*
Dicevo? Ah si...
È tutto! Noi ci vediamo...DoveQuandoCome?
Tutti: Come?
Ma in un prossimo capitolo!
ASGANAWAY❤❤❤❤
BALU BULA😍😍😍😍
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