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«Tranquilla, andrà tutto bene», disse Daniel a Vivian mentre varcavano la soglia del ristorante.

Da quando erano saliti in macchina la ragazza si era fatta stranamente silenziosa e Reagan non poteva non notare quanto apparisse in ansia all'idea di incontrare e avere a che fare con la ex famiglia del suo compagno.

«I miei abbaiano ma non mordono», si sentì di rassicurarla.

«Soprattutto sua madre», aggiunse Daniel.

Reagan si limitò ad alzare le sopracciglia senza avere il coraggio di obbiettare.

«Ciao», li accolse Mason.

Scoccò un bacio sulla guancia alla cognata e poi guardò serio Daniel e Vivian.

«Ciao», disse Daniel facendo un passo avanti e tendendogli la mano. «Lei è Vivian», la presentò.

Vivian sfoderò il suo sorriso migliore e per l'ennesima volta Reagan non riuscì a non notare quanto fosse bella, e quanto quel pancione la facesse sembrare perfetta nel suo ruolo. Cominciava ad abbonirsi? Davvero si stava lasciando conquistare da quella faccia acqua e sapone che per mesi si era portata a letto suo marito?

«Sono già tutti di là. Andate pure», annunciò Mason.

Vivian si strinse al braccio di Daniel ed entrambi seguirono Reagan docili come agnellini. La sala era gremita di gente, la maggior parte dei commensali avevano già cominciato la cena. Raggiunsero il tavolo dove sedevano Jacob e Jane Wood, nel solito vestito rosso con le pailette che indossava a ogni trentuno dicembre, Ethan particolarmente affascinante e quella che doveva essere la cognata di Mason con un uomo.

La donna si alzò. «Sono Harper. Chiedo scusa anche a voi per questa improvvisata, ma Mason ci ha invitati solo oggi pomeriggio. Spero di non essere di troppo», disse.

«Direi che non potevi scegliere serata migliore», scoppiò a ridere Reagan.

«Will dov'è?» domandò Jane.

«Mamma, hai salutato Daniel e Vivian, vero?» rispose Reagan togliendosi il cappotto e appendendolo alla sedia. Loro erano ancora in piedi.

La signora Wood lanciò un'occhiata di puro disprezzo alla coppia e fece una faccia contrita.

«Mi fa piacere rivederla Jane», intervenne Daniel. Niente, nessuna risposta.

«Io sono Ethan, ci siamo già visti qualche volta.» Vivian sorrise felice che qualcuno le rivolgesse la parola. Daniel le scostò la sedia e l'aiutò a sedersi. Jane fece un verso contrariato e spostò la sedia come per mettere più distanza possibile tra lei e la ragazza che le sedeva di fronte.

«Harper lascia che faccia le presentazioni», disse Reagan. «Lui è Daniel, il mio ex marito nonché padre di mia figlia e lei è la sua nuova compagna, Vivian, che dovrebbe partorire a giorni.»

«Piacere di conoscerti», sorrise Harper che aveva notato un senso di gelo. A sua volta presentò Oliver.

Poi calò il silenzio.

«Will mi ha mandato un messaggio», lo ruppe Ethan.

La testa di Reagan scattò verso di lui.

«Mi ha detto solo che andava alla festa, che tu ti saresti arrabbiata, ma che almeno non ci saremmo preoccupati», concluse.

«Lo so. Ho chiamato la mamma di Clara prima di venire qui», disse Reagan.

Era stato difficilissimo mantenere il controllo mentre quella donna la informava che sua figlia era in camera con Clara, si stavano preparando. Fingere quella storia del telefono l'aveva umiliata. Ma aveva fatto finta di niente. Ormai nessuna scenata avrebbe cambiato le cose. Daniel, furioso, aveva consigliato di andare a prenderla e metterla in punizione, ma in quel modo si sarebbero rovinati la serata tutti. No. Adesso Will sapeva che lei sapeva e probabilmente si stava chiedendo confusa cosa sarebbe successo dopo. Una madre in preda alla rabbia l'aveva già vista. Una madre che sapeva aspettare era un nuovo esemplare sconosciuto.

«Anche mio figlio Liam è andato a quella festa», si intromise Harper. «Sono solo ragazzi, non credo ci sia pericolo.»

«Credo che LIam sia il motivo di tutto ciò che è successo oggi», rispose Reagan e in due minuti le riassunse gli eventi della giornata, ignorando i calci che sua madre le tirava sotto il tavolo. Odiava quando i fatti di famiglia venivano resi noti.

«Se la cosa ti fa stare meglio possiamo andare a dare un'occhiata dopo. Non credo sia vietato. Ci assicuriamo che siano lì e torniamo indietro.»

«Non credo sia una buona idea», disse Ethan. «Se fossi un adolescente a una festa vorrei sotterrarmi se vedessi spuntare mia madre tra la folla. Vi odieranno a vita.»

«Non crederai davvero che Will possa passarla liscia?» chiese Reagan.

«Sei troppo dura con quella ragazzina», disse Jane.

«Non è più una ragazzina. Sta crescendo e deve cominciare a capire come funziona il mondo», disse Daniel.

Jane inspirò rumorosamente, offesa che l'ex genero avesse osato rivolgergli la parola.

«Sono tutti ricordi che si porterà nella vita», parlò il signor Wood per la prima volta. «Quando tra qualche anno spenderà il suo stipendio dallo psicanalista che la aiuterà a superare l'odio verso i suoi genitori e la sua psicosi, sarà un bell'aneddoto da aggiungere all'elenco.»

Vivian scoppiò a ridere. Jane sgranò gli occhi e subito la mise a tacere. Ma il signor Wood, sotto i baffi, ricambiò quel sorriso. 

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