Giacomo

«Se ti va possiamo provare a trovare Davide» propongo, appoggiando la testa al finestrino. «Secondo te gli somiglia?» chiede zia Laura, «A chi? A Damiano?» Lei annuisce prendendo la borsa, posata sui sedili posteriori.

Senza aspettare una mia risposta estrae il portafogli da cui prende un pezzo di carta. «Siamo io, Damiano e Davide al suo primo compleanno» sorride guardando l'uomo che ha amato più della sua stessa vita. «Hai paura di Nicolò per questo?» chiedo. «Pensi che lui posa fare la fine di Damiano?» Laura sorride, «Ho paura di soffrire come per la morte di Damiano, sì.» Le prendo la mano, «Raccontagli la tua storia, non ti lascerà mai andare.»

20 giorni dopo
Zia Laura ha parlato a Nicolò, alla fine, ed è andata bene. Quella sera lui è rimasto a dormire da noi, hanno parlato tutta la notte del passato di mia zia e mi sono reso conto di quanto lui tenga a lei. Non abbiamo ancora iniziato a cercare Davide, zia Laura ha bisogno di tempo per convincersi che è la cosa più giusta da fare. Ma forse a breve decideremo di cominciare con le nostre ricerche e, chissà, potrei avere un cugino.

La storia di mia zia mi ha segnato, questo perché penso di avere grandi problemi senza pensare a ciò che ha passato lei. Da quel giorno mi sono sempre sentito in difetto per averle raccontato alcune cose. Ho perso i miei genitori ed è un trauma, ma la stragrande maggioranza del mio dolore è causato da un amore impossibile tra me e Lara. Quindi sono io lo stupido che continua a parlarle dei miei problemi adolescenziali senza pensare alla sua ex dipendenza dalla droga, al suo fidanzato morto, ai suoi genitori che l'hanno cacciata e ignorata, alla morte di sua sorella, al figlio lasciato in affidamento, in balia di un destino in certo, e a tutto il resto.

La cosa bella è che sono sempre stato così egoista da non pensare mai a quanto lei possa aver sofferto per la morte dei miei, che l'hanno accolta in casa loro e supportata durante la disintossicazione, che si sono presi cura del suo bambino perché lei non era nelle condizioni di farlo. Quindi non c'era solo la sorellanza a legare mia madre e zia Laura, ma anche una gratitudine immensa. Non molti si sarebbero presi a carico una ventenne tossicodipendente a cui era appena morto il fidanzato andato in overdose, insieme al figlio di due anni.

Dopo il racconto ho fatto alcune ricerche sul conto di Damiano scoprendo che, il giorno della sua morte, Vincenzo trovò il suo cadavere e chiamò la polizia, poco dopo venne dichiarata la morte per overdose. Zia Laura e Davide non vennero mai nominati nonostante tutti sapessero della relazione di Damiano e di suo figlio, ma vennero del tutto ignorati e lasciati fuori dalla tragedia.

Però, alla fine, riporto l'attenzione sulla scena che sto vivendo adesso. Silvia, seduta davanti a me in questo bar, aspetta che dica qualcosa, ma non ho molto da dire. «Forza, andiamo a casa» dico, alzandomi per andare a pagare, nonostante volesse offrire lei. Non protesta mentre usciamo dal centro commerciale e saliamo sulla sua auto.

«Ti farebbe bene parlarne» suggerisce una volta davanti a casa mia, «Di Lara» specifica, «Mi andrebbe di parlare solo con lei» confesso chinandomi e infilando la testa nel finestrino. «Allora prendi un aereo e parti» dice con tono ovvio.

«Hai mai provato un amore forte? Così forte da consumarti dentro, lo senti bruciare in ogni singola cellula del tuo corpo e sai che è sbagliando. È sbagliato perché vive dall'altra parte d'Europa, ha un altro di cui ormai sarà innamorata e se finisse male tra noi verrebbero buttati anni di amicizia e-» Ma Silvia non mi concede il tempo di terminare, infatti inizia a replicare. «Non sarebbero anni buttati se spesi ad amarvi, a esprimere il forte sentimento che vi lega.»

Scuoto la testa con un sospiro, «Non amavi Elia, non lo capisci.» Silvia ride appoggiando la testa al volante. «Capisco molto più di te che sei un idiota che non vuole ammettere che tradirebbe Miriam e farebbe tradire a lei Tommaso solo per essere felici insieme. Non esisti solo tu, Giacomo. Il problema grave è che tu non capisci che il tuo stato d'animo influisce sulle persone che ti stanno accanto. Ti sei mai chiesto come sta Laura? Come sta Mattia? Come sta Miriam? Come sta Valerio? Come sto io? No, perché l'importante è che tu e Lara stiate bene separati. Non imparerai a vivere senza di lei in questo modo, ma soprattutto non smetterai di amarla da un giorno all'altro senza nemmeno impegnarti. E non imparerai se desidererai sempre che ci sia lei alle tue sedute con lo psicologo. La ami, non puoi negarlo e nemmeno farci niente. Ma almeno provaci cazzo.»

Mi guarda in attesa di una risposta, «È sbagliato» dico la prima cosa che mi viene in mente. «Hai mai pensato che forse sei tu quello sbagliato in questa situazione?» Mette in moto la macchina.

«Sei un coglione Giacomo, e forse Lara se n'è resa conto dopo quindici anni di amicizia. Ammetto di essere tua sorella da cinque minuti, ma ti sei aperto con me più di quanto potessi anche solo sognare. L'hai fatto e non accetti nemmeno che io ti aiuti. Quindi chiamami quando avrai le palle di andare da lei e dirle che è questo il momento. Perché tu pensi che stando ad aspettare qui qualcosa cambierà, ma non succederà. Resterà sempre tutto uguale e voi aspetterete il vostro momento in eterno. Non ha senso Giacomo, resterai fermo ad aspettare che voi possiate stare insieme solo perché hai una paura fottuta di Lara Palmieri. Ti sei reso conto da poco di amarla e pensi che sia sbagliato. Allora sai che c'è? Se non vuoi stare davvero con Lara allora non la ami, è tutta un'illusione. Ora è il momento. Ma se non ora, quando?»

Non mi concede il tempo neanche di pensare ad una risposta adatta, perché sfreccia via in direzione di casa sua. Resto nel vialetto sotto il sole che sta tramontando, senza smettere di cercare una riposta per Silvia.

«Ora, oppure mai.»

Spazio autrice
Cosa vorranno dire le parole di Giacomo? Cosa succederà?

Per scoprirlo dovete continuare a leggere questa storia che ormai sta per giungere al termine.

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