29- Un piano folle
I ragazzi tornano dopo un po' e ci trovano abbracciate dove dovremmo dormire, «Il film era così deprimente?» chiede Andrea temendo la nostra reazione. Non rispondo alla sua domanda, guardo Tommaso e poi parlo: «Ha scelto lei» sussurro. Lui capisce all'istante, così sfila le scarpe e mi prende tra le sue braccia. Mi stringe a sé per confortarmi, mentre le altre spiegano a bassa voce a Riccardo e Andrea cosa è successo.
«Prendo un volo e vado a picchiarlo?» Rido alle parole di Tommaso, che mi accarezza dolcemente i capelli, «Doveva succedere» sospiro. «Durante il film ho letto il libro» afferma. «L'hai finito?» Mi allontano sconvolta, «Non leggo molto, ma quando leggo qualcosa che mi piace sono veloce, non ho capito il nesso comunque.» Gli dico che ne riparleremo.
«Ora ho un piano» annuncia Andrea rivolgendomi un sorriso tenero. «Lara si dimentica di quell'idiota e ci concentriamo sulla nostra serata. Guardiamo il film che avevate scelto e mangiamo cibo spazzatura.» Tutti acconsentono alla sua proposta.
Poi suona il telefono di casa. Temo che sia Giacomo perché ho visto che mi ha scritto un messaggio che non ho letto, ma non credo che abbia il nuovo numero di casa mia. Vado a rispondere. «Pronto?» Tamburello le dita sulla coscia, ansiosa di sapere chi sia, «Are you Lara?» domanda una voce femminile che non conosco. «Yes» replico incerta. «Sono Camille» si presenta con uno spiccato accento olandese, «Lavoro con tua mamma, sono la sua... Specializzanda? I don't know how to say it in italian.» Le dico che si dice così, «Lei non risponde al telefono perché è fuori. Puoi dirle che sono arrivati i risultati della TC di Elyanne?» mi chiede cortesemente, «Dille che le ho mandato tutto» aggiunge. «Certo, la chiamo subito.» Mi ringrazia e poi riattacca.
Compongo subito il numero di mia madre, «Tesoro, tutto bene?» domanda con voce preoccupata, mancano quindici minuti a mezzanotte e io la sto chiamando, è normale che pensi che sia successo qualcosa.
Vorrei raccontarle di Giacomo, ma mi rendo conto che sarebbe uno sbaglio. «Mi ha chiamato Camille e ha detto che ti ha mandato i risultati della TC di Elyanne» la informo. «Oh cavolo» impreca dopo un po', «Che c'è?» domando curiosa. «Ha un tumore al cervello enorme» mormora, «Puoi levarlo?» Il silenzio segue, «Devo lavorarci, ci vediamo domani Lara» mi saluta.
«Mamma?» la chiamo. «Sì m?» replica lei. «Giacomo è...» Non so come continuare la frase. «Che è successo a Giacomo?» chiede preoccupata. Capisco che non posso dirglielo, la vittoria sarebbe sua e non mi va di concedergliela così facilmente, «Nulla, è stato in chiamata con noi e abbiamo riattaccato da poco... Vi saluta» mento, «Oh grazie. Buonanotte.»
Riattacco e sospiro. Mi appoggio al muro tinto di un giallo acceso, un colore così allegro al contrario di me. Ho perso il mio migliore amico.
«Ehi.» Tommaso si appoggia accanto a me, «Ciao» lo saluto. «Gliel'hai detto? A tua madre.» Scuoto la testa senza spiegare il motivo. «Ti direi di parlare del libro, ma so che stai male e non credo sia il momento giusto» afferma. «Credo sia un errore avertelo fatto leggere, è una cosa senza senso. Scusa se ti ho dato una speranza di dimenticare Carola, ma non credo di poter dimenticare Giacomo così.» Annuisce e mi invita a tornare dagli altri.
La sofferenza è la peggiore sensazione che si possa provare, perché può essere sia fisica che emotiva. Ammetto che spaccarsi il cranio in due non sia una passeggiata, ma penso che non sia paragonabile al dolore che una persona può provare dopo aver perso qualcuno. Io adesso vorrei solo mettermi sotto le coperte e restare lì a piangere e guardare programmi spazzatura in tv senza alzarmi, come se non avessi bisogno di andare in bagno o mangiare. Però penso che sarebbe bello potersi permettere di diventare per un po' di tempo un'ameba. A tempo indeterminato mi piacerebbe chiudermi nella mia stanza senza mai uscirne, come se fuori non avessi una vita. Invece la mia sofferenza viene bilanciata da amici straordinari che mi amano sul serio e genitori che ce la mettono tutta per rendere la mia vita, che loro stessi hanno rovinato con il trasferimento, migliore possibile. Se non fossimo venuti ad Amsterdam, adesso non starei cercando di non chiudermi in camera a piangere pensando a Giacomo. Ma alla fine lui ha scelto Miriam, quindi non dovrei stare male, ma semplicemente andare avanti e vivere la mia vita.
Il messaggio di Giacomo lo leggo insieme agli altri, e i miei occhi si riempiono inevitabilmente di lacrime.
Giacomo: Mi dispiace La... parliamone ti prego.
Vorrei davvero parlarne con lui, lo vorrei con tutta me stessa. Vorrei prende l'aereo per andare da Giacomo e suonare alla sua porta nella speranza che mi apra per parlargli di tutto. Ma non c'è nulla di cui parlare, a dire il vero, perché lui ha scelto Miriam, che è notevolmente migliore di me. Mai sognerei anche solo di poter essere lontanamente paragonabile a Miriam Costa, che è intelligente, bella, simpatica e semplicemente perfetta per Giacomo. Non sono invidiosa di lei, penso che sia una ragazza normale, odio il fatto che lei sia perfetta per Giacomo mentre io sono completamente sbagliata e per lui non andrei bene. Sono solo la migliore amica di Giacomo con cui lui ha passato tutta la sua vita, di cui però si è stancato.
Parliamone. Parliamo di ciò che è successo, di Giacomo che sceglie Miriam. Avrei dovuto lasciargli il tempo di parlare, invece non l'ho fatto.
«Se volessi fare una cazzata, mi coprireste?» chiedo ai miei amici, «Che tipo?» replica Bianca buttando in bocca una manciata di pop corn. «Senza sapere cosa... se vi chiedessi di accompagnarmi in un posto e tenere nascosto a mia madre che non ci sono, lo fareste?» Tutti annuiscono all'unisono. «Bene, sto per fare la cazzata più grande degli ultimi diciotto anni della mia vita... ora vi spiego.»
Spazio autrice
Cosa vorrà fare la nostra Lara? E cosa ne pensate della scelta di Giacomo? Non ho molto da dirvi per questo capitolo... Quindi vi lascio e vi dico di non aspettare troppo il trentesimo capitolo per vedere il piano di Lara... Alla prossima!♥️
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