22- Il primo amore di Agnese
Pranziamo a casa con i miei genitori, che hanno cucinato una teglia enorme di pasta al forno, piatto che io e Giacomo amiamo.
«Allora Giacomo come va la scuola?» domanda mio padre interessato, addentando un po' di pasta. «Bene, è strano senza Lara. Ma prima o poi ci farò l'abitudine, no?»
Mia madre sospira posando la forchetta sul piatto, producendo un rumore che rimbomba in tutta la stanza. Con questo suo gesto attira l'attenzione di tutti. «Voi due dovreste andare avanti» suggerisce. «Non è sano.» Alzo lo sguardo su di lei, puntando gli occhi nei suoi. «Cosa intendi dire?» chiedo brusca. «Il fatto che Giacomo abbia preso un aereo da solo per venire qui non è sano. Avete diciott'anni e pensate che le cose debbano andare così, ma Lara ora vive qui e dovete smettere di provarci.»
Mi alzo di scatto ed esco dalla stanza. Qualcuno mi segue, e credo sia Giacomo. Nella mia stanza sfilo il pigiama e metto un paio di jeans e una felpa. Mi guardo allo specchio e sbuffo perché i jeans mi stanno male. Li sfilo sotto lo sguardo attento di Giacomo che si siede sul letto, continuando ad osservarmi. Indosso dei pantaloni strappati e credo vadano bene. Mi guardo da tutte le angolazioni e stabilisco che sono perfetti.
Prendo le mie cose e le infilo nello zaino di Giacomo, tranne il telefono che metto nella tasca del cappotto. «Tutto ok?» domanda Giacomo dopo minuti infiniti di silenzio rotto solo dal mio fare cose a caso per non scaraventare oggetti contro il muro. Mi ritrovo anche ad appendere i vestiti nell'armadio. «No» replico buttando alla rinfusa i vestiti che avevo tra le braccia.
Sento che avvolge la braccia attorno a me e mi lascio andare contro il suo petto. «Credi che abbia ragione?» chiedo a voce bassa temendo con tutta me stessa la sua risposta. «Non lo so La» sospira. «Il problema è che se dice una cosa tua madre che ha di sicuro esperienza ci appare come vera» spiega, «Ma io non voglio che finisca Lara, te l'ho promesso ok?» Mi prende per le spalle facendomi voltare verso di lui.
Incrocia i suoi occhi con i miei, facendomi sentire davvero a casa. «Non mi lasciare mai ok?» La mia voce rotta gli fa trattenere il fiato. «Mai mai mai» sussurra stringendomi forte a sé, talmente tanto da farmi male. Eppure aumento sempre di più la stretta. Sentire il suo corpo sotto le mie mani mi fa stare bene. Stringo tra i pugni la felpa bianca, sperando che questo momento duri in eterno, non mi va che Giacomo torni a casa. «Andrà bene» promette.
Sentiamo bussare alla porta, così ci separiamo voltandoci verso di essa. Mia madre varca la soglia con le braccia incrociate. «So che voi due mi odiate» sentenzia. «Ma le amicizie finiscono e cerco solo di proteggere entrambi, Giacomo per me sei come un figlio ma prima o poi dovrete andare avanti.» Sbuffo, «È colpa tua se dobbiamo convivere con questo» sibilo. «Allora se preferisci non mangiare e non avere dei vestiti nell'armadio prenota il volo e torniamo in Italia.» Incrocia le braccia al petto.
«Voglio bene a entrambi, ma dovete capire che le cose non durano per sempre. Tra voi due potrebbe durare, lo ammetto, ma potrebbe anche inevitabilmente finire male. Io voglio che Lara stia bene perché è mia figlia e per questo la incito a farsi una vita, ma lo dico anche a te Giacomo. Non dico che non dobbiate essere amici, solo che dovreste provare ad essere più amici di altri che tra di voi.»
Afferro lo zaino di Giacomo, «Noi usciamo» la avverto. «Sono tua madre, ascoltami quando ti parlo!» mi rimprovera. «Non mi rovinerai il giorno del mio compleanno in cui il mio migliore amico è venuto a trovarmi. Quindi potrai dirci tutto domani, potrai dire che il nostro rapporto non è sano e che dobbiamo smettere di sentirci, ma ti prego di farlo domani. Domani avrò voglia di risponderti che non ti riguarda e che non lascerò Giacomo. Ma non al mio compleanno.» Prendo la mano di Giacomo e lo trascino con me. Mio padre resta sulla soglia della porta della cucina a guardarci andare via.
«Lara?» mi richiama e io e Giacomo ci voltiamo all'unisono. «Un giorno capirai» sospira. «Capirai perché tua madre ti dice tutto questo.» Dalla bocca mi esce una risata amara. «Vuole proteggerti, non vuole che tu soffra perché quando tra due anni torneremo in Italia lui si sarà rifatto una vita, senza di te. Avrà altre persone e, quando ti rivedrà, non sarai altro che un ricordo per lui... Ma non sarà come ora » spiega. «Con tutto il rispetto Fabio, ma non è così che impedirete a Lara di soffrire» interviene Giacomo senza lasciare la mia mano. «Ha bisogno di soffrire per imparare dai suoi errori» aggiunge.
«La sua è solo pena per te» sputa acida mia madre, tornando da camera mia. «Perché i miei sono morti? Se fosse pena se ne sarebbe andata e lo sai benissimo.»
Lei abbassa lo sguardo. «Il mio migliore amico mi ha spezzato il cuore» confessa. «Io e lui ci adoravamo, io però provavo qualcosa di più.» Mi guarda come se avesse capito ciò che sento per Giacomo, ma non fa commenti. «All'università io ho scelto medicina e lui legge, e ci siamo trovati in un'amicizia in cui non ci vedevamo mai per via dei troppi impegni. Lui aveva i suoi amici e io i miei, qualche volta ci vedevamo. Un giorno ha smesso di farsi sentire nonostante tutto. Sono andata sotto casa sua per sapere cosa fosse successo e mi ha detto che non poteva più andare avanti così. Allora ho confessato i miei sentimenti. È rimasto spiazzato, poi ha detto di non provare la stessa cosa. Quel giorno sono tornata a casa piangendo, il mondo mi era crollato addosso, non solo perché mi aveva rifiutata, ma perché avevo perso la parte più importante di me. Camminando da sola per la città mi sono resa conto che avevo fatto bene a tenere nascosti i miei sentimenti, avrei rovinato tutto. E l'ho fatto, alla fine. Poi sì, le cose sono migliorate. La settimana dopo ho conosciuto tuo padre, camminavo da sola per il parco e non l'ho visto correre, e gli sono andata addosso. Sono stata scortese, eppure ci amiamo. Ma Giacomo, non voglio che tu le spezzi il cuore.»
Porto lo sguardo sul mio migliore amico, che ha ascoltato interessato il racconto di mia madre, non si è perso come suo solito nei pensieri. «Agnese, tra me e Lara e te e il tuo amico c'è una differenza.» Mia madre porta gli occhi scuri su di lui, «Io e lei non proviamo nulla l'uno verso l'altra di platonico, mentre tu lo amavi.»
Mia madre, come tacita risposta, abbassa lo sguardo. «Porto Giacomo a vedere la città» mormoro e i miei annuiscono. Uscita di casa sento finalmente di poter respirare in modo decente. «Che c'è?» chiedo a Giacomo che mi fissa, lui sospira prima di rispondermi. «Non lo so.»
Spazio autrice
Ciao a tutti, come va? Bentornati in questo nuovo capitolo. Conosciamo meglio la mamma di Lara, Agnese, cosa pensate? Credete che abbia una visione sbagliata dell'amicizia tra Lara e Giacomo? Non ci resta che scoprire come andrà avanti e, piccolo spoiler... Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Giacomo!♥️
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