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19- Il pugno

«Lara?» Mia madre entra in camera quando sto provando un paio di jeans. «C'è un ragazzo alla porta per te.» Solleva le sopracciglia.

«Sono in ritardo?» Guardo l'orologio che segna le nove e un quarto, ma io non ho ancora scelto i pantaloni. «Digli che arrivo subito» rispondo provando dei jeans strappati. Mi fanno le cosce grosse. Li scarto e ne provo un paio scuri che però mi stanno stretti in vita. Mi obbligo a non piangere. Ne prendo un altro paio a caso. Questi me li ha comprati Giacomo dicendomi che mi stavano da Dio, al contrario del mio pensiero. Li provo e, con la felpa azzurra, stanno bene.

Alzo gli occhi al cielo per non far capire ai miei e a Riccardo che ero sul punto di piangere e afferro la borsa nera. «Ciao» saluto Riccardo appena lo trovo seduto al tavolo della cucina con i miei. «Dove andate?» chiede curiosa mia madre. «Da Bianca, guardiamo un film tutti insieme e Riccardo si è offerto di passarmi a prendere» spiego in breve. «Non tornare tardi» si raccomanda mio padre.

Poi esco insieme a Riccardo. «Ciao» mi saluta di nuovo quando siamo all'aria aperta, da soli. «Ciao» rispondo osservando il cielo buio e stringendomi nel piumino nero. «Ti stanno bene quei pantaloni» si complimenta. Lo so. Giacomo ha sempre ragione... Lo odio.

A colmare il mio disagio ci pensa Tommaso, chiamandomi. «In una settimana ti conosco meglio di te, so che sei in imbarazzo. Voltati.» Eseguo il suo ordine e lo trovo poco distante da noi. Scoppio a ridere, attirando l'attenzione di Riccardo che stava per aprir bocca e dire qualcosa.

«Ciao Tommaso» lo saluta allora. «Sono andato a prendere qualcosa da mangiare» spiega con un sacchetto della spesa tra le mani, ma so che l'ha fatto di proposito perché c'è un negozio di alimentari poco lontano da dove vive, invece è venuto nel supermercato vicino a casa mia. «Vi dispiace se faccio la strada con voi?» Scuoto la testa e così inizio a parlare con entrambi.

«Com'è andata?» domanda Bianca mentre sistemiamo le patatine in una ciotola. «Normale.» Sollevo le spalle, omettendo la parte in cui Tommaso si è intromesso.

Lui entra in cucina porgendoci gli orsetti gommosi che aveva scordato di darci. «Non sapevo che li vendessero nel market qui vicino» dice Bianca prendendo il pacchetto dalle mani del fratello. «Era l'ultimo pacchetto rimasto» replica lui, uscendo in fretta.

«Vi siete incontrati qui sotto?» Annuisco, «Ci ha aperto il portone» mento. «Hai cenato con Giacomo?» Rispondo di sì, «Visto che io sarei uscita si è organizzato per vedere Valerio, il suo migliore amico.»

Nel dire questa cosa tiro fuori il telefono e vado a controllare il suo Instagram. Non trovo storie, ma ne trovo due di Valerio.

La prima è una foto di lui e Giacomo che ridono sul divano di casa di Valerio. I capelli biondi del mio migliore amico sono spettinati e il sorriso divertito che contorna il suo volto fa sorridere anche me.

«Puoi presentarmi il suo amico, non mi lamento» dice Bianca indicando con l'indice Valerio. «È un idiota» la informo. «Mi piacciono gli idioti» ridacchia. Che poi, in realtà, a me piace Valerio. Si comporta da idiota come scudo, ma non è davvero così.

Nella storia successiva scopro che non sono soli. Miriam e le sue amiche, Carina e Nina, sono con loro insieme a Martina e altri due ragazzi che sono in classe con Giacomo, Francesco e Samuele. È un video ripreso da Valerio, che mostra tutti loro nel suo salotto. Prima riprende Martina e Samuele seduti su una poltrona che ridono, poi Francesco e Nina sul pavimento, e infine Giacomo. Lui è bello come sempre nonostante la sua espressione vuota e annoiata, non è per nulla interessato a ciò che accade attorno a lui. Miriam è seduta sulle sue gambe e gli sta parlando di qualcosa di cui non si sta curando, probabilmente non lo ritiene importante. Valerio gira la fotocamera verso di sé e riprende anche Carina che è accanto a lui, appoggiata sulla sua spalla.

«Quella chi è?» chiede Bianca quando riproduco nuovamente la storia bloccandola su Giacomo e Miriam. «Miriam, la sua ragazza diciamo. Si stanno frequentando da un po'» racconto. «Viva la felicità» ironizza, vista l'espressione di Giacomo. «Lei non è la persona più adatta a lui.» Sollevo le spalle. «Sei tu la persona adatta a lui Lara.»

Purtroppo per noi il film l'ha scelto Andrea, che ha optato per una commedia stupida che però fa ridere. Amelia e lui sono seduti sul pavimento e commentano il film insieme ridendo a crepapelle. Io e Tommaso, seduti fianco a fianco, ridiamo per le loro risate senza prestare troppa attenzione al film. Bianca e Cecilia, invece, conversano con Riccardo.

La mia divertente conversazione con Tommaso viene interrotta da un messaggio. Inizialmente scelgo di ignorare la notifica, ma poi il telefono inizia a squillare. Quando lo prendo noto che è Giacomo che mi sta chiamando. Mi alzo di scatto e mi chiudo in camera di Bianca per rispondere.

«Lara?» dice la voce di Valerio quando rispondo. «Valerio? Che succede? Giacomo sta bene?» domando preoccupata. «Sì, credo» farfuglia e poi il telefono gli viene tolto di mano.

«La» sospira sollevato Giacomo. «Giacomo è successo qualcosa?» chiedo. Sento una porta sbattere dall'altra parte del telefono e poi il silenzio piomba intorno a lui. «Potrei aver picchiato Samuele» mormora. «Hai picchiato Samuele?» domando sconvolta, alzando leggermente il tono di voce. «Non è che l'ho picchiato, gli ho dato un pugno e basta. Solo che gli ho rotto il naso e ora sono tutti sconvolti. Non uccido nemmeno le mosche.» Lo sento imprecare sottovoce.

«Se Laura lo scopre ti ammazza» gli ricordo. «Samuele non dirà nulla» mi tranquillizza, «Non farà più commenti su di te almeno» sbuffa. «Vuoi parlarne?» chiedo, sedendomi sul letto di Cecilia. «Sei con i tuoi amici io-» Lo interrompo, «Hai bisogno di me, racconta.» Sento che si chiude in macchina e poi sospira, come se si fosse tolto un peso enorme dalle spalle.

«Cercherò di essere il più breve possibile, devi tornare dai tuoi amici. Ci stavamo godendo la serata, Miriam era stranamente simpatica, cioè parlava a vanvera e io non la ascoltavo, ma era più sopportabile del solito. Carina ci provava con Valerio e io non capivo perché lui ci stesse... Ok è una bella ragazza, ma è odiosa. Francesco e Nina parlavano e poi Samuele parlava con Martina. Era tutto ok fin quando Samuele non ha fatto il tuo nome...»

Giacomo

Dieci minuti prima
Il panorama fuori dalla finestra di casa di Valerio è sicuramente più interessante delle chiacchiere di Miriam. Mi dispiace di non essere il ragazzo che lei vorrebbe. Fino a due settimane fa le cose andavano bene tra di noi, poi è arrivata la consapevolezza che Lara se ne sarebbe andata e mi è totalmente passata la voglia di passare il tempo con Miriam.

«Come sta Lara?» sento dire da Samuele, così riporto l'attenzione sul momento che sto vivendo e lo guardo. «Bene, Amsterdam è bella» rispondo brevemente. «Menomale che se n'è andata, era un accollo. Vero Gia? Uscivi sempre con lei... Ti obbligava?» La sua battuta fa ridacchiare Martina. Valerio si volta verso di me, è serio, ma non quanto me. So che Lara gli piace, vanno d'accordo e non credo che sopporti le battute indesiderate su di lei. «Scusa se preferisco le persone dotate di un cervello funzionante anziché te» controbatto. «Andiamo, sai anche tu cosa vuole.» Solleva le sopracciglia con un sorriso malizioso stampato sulla sua solita faccia da stupido. «Non tutti pensiamo solo al sesso come te, sai?» gli faccio notare.

«Se non avesse quelle cosce io ci farei un pensiero, tu Vale?» chiede al mio migliore amico. Valerio resta impassibile, lo sguardo gelido quasi spaventa anche me, che però non ci faccio caso. Sposto Miriam da me e mi alzo in piedi. «Dimmi che non te la faresti, dai Giacomo... Non mentire» ridacchia come un coglione. «O anche tu escluderesti le cosce? Sono enormi... Fanno schifo.» Si alza quando nota che mi sto avvicinando. Continua a ridere. «Ha lo sguardo di una a cui piacerebbe farsi una scopata con te. Dovresti dirlo a Miriam. Ma probabilmente ci sei già stato, non penso che si lascerebbe pregare se tu avessi voglia.»

Devo dirlo: sono la persona meno violenta sulla faccia della terra. Quando i miei compagni all'asilo giocavano alla guerra, io usavo il trenino insieme a Lara. Quindi mi stupisco di me stesso quando il mio pugno entra in collisione con la faccia di Samuele e il suo naso inizia a sanguinare. «Non dire mai più nulla su Lara.» Poi me ne vado.

Prima lancio un'occhiata a Miriam che è sconvolta. Valerio è in piedi immobile, mentre Francesco, Martina, Nina e Carina hanno circondato Samuele. Non gli ho fatto nulla, lui ha fatto di peggio.

Mi rifugio nell'atrio e inizio a cercare di regolarizzare il respiro. Lara è con i suoi amici, ma in questo momento ho bisogno di sentire la sua voce. Cerco il telefono nelle tasche dei pantaloni, ma non lo trovo... Non mi va di tornare di là. Però lo faccio. In corridoio trovo Valerio con il mio telefono all'orecchio.

«Lara?» dice. Così gli prendo il cellulare dalle mani e scappo via da quella casa opprimente. «La.» Non sono mai stato così felice di pronunciare il suo nome. «Giacomo è successo qualcosa?» La preoccupazione nella sua voce mi tira su il morale, mentre chiudo alle mie spalle la porta di casa di Valerio e inizio a camminare verso la macchina. Il silenzio rotto solo dal respiro di Lara mi calma. Mi mordo il labbro, «Potrei aver picchiato Samuele.»

Lara

Dieci minuti dopo
«Non dovevi farlo» dico con voce rauca, cercando di non piangere per i commenti di Samuele. «La?» mi richiama Giacomo notando il mio umore. «Anch'io ho le cosce abbastanza grosse» dice. «Non è un difetto, amo le tue gambe.» Sorrido e mi asciugo una lacrima che mi è sfuggita. «Grazie» mormoro. «No. Lo penso davvero, non si ringrazia per i pensieri sinceri. Sei bellissima.»

Spazio autrice
Bentornati in questo nuovo capitolo! Come va? Che pensate della reazione di Giacomo alle parole di Samuele? Credete che abbia fatto bene oppure no? Invece: pareri su Riccardo come personaggio e su lui con Lara? Li vedete come coppia? Fatemi sapere!

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