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16- Il pranzo

Dopo la frase di Giacomo, ho tentato di nascondere il mio umore caduto a terra.

Adesso, la mattina dopo, mi ritrovo con tutti i vestiti buttati alla rinfusa per la camera, senza saper scegliere cosa mettere. All'improvviso la suoneria mi interrompe. Il nome di Bianca compare sul display. «Ciao, che ti metti?» chiede non appena rispondo. «Non lo so, tu e Cecilia?» Appoggio sul letto una camicetta blu con dei jeans ma scarto subito l'abbinamento.

«Hai delle camicie?» domanda, e subito il mio sguardo si posa su quella appena spostata da un lato. «Una bianca, una blu, una nera, una rossa e una grigia» rispondo. «Bene, metti quella rossa e io ne metto una gialla e Ceci una arancione con i jeans neri.» Mi congratulo con lei per la sua idea straordinaria e ci salutiamo.

«Come ti sta bene quella camicetta» si complimenta mia madre quando li raggiungo indossando la giacca nera.

I capelli biondi sono abboccolati e ricadino dolcemente sulle spalle, non lisci come al solito, e indossa dei jeans neri uguali ai miei con un maglioncino beige.

Papà ci raggiunge sistemando i polsini della camicia azzurra messa dentro i pantaloni eleganti blu. «Avete visto il mio orologio?» domanda passando una mano tra i capelli castani per metterli bene. «Lì.» Indico con il dito il mobiletto dietro di lui. «Ok, allora andiamo.» Indossano la giacca come me e usciamo di casa.

«Quando vedo Bianca la uccido» mi lamento camminando per le vie. Vista la bella giornata la mamma ha insistito per andare a piedi fino a casa dei miei amici, se non fosse per Bianca che mi ha obbligata ad indossare degli stivaletti col tacco, che io detesto per quanto sono scomodi.

Ho brutti ricordi di una serata in discoteca con Giacomo, in cui portavo questi, abbiamo ballato tutta la sera e ci siamo ritrovati a vomitare fuori dal locale. In tutto questo avevo un dolore atroce ai piedi e faticavo a camminare.

Casa Esposito è meno grande di quanto mi aspettassi, visto che ci vivono in sei.

Quando arriviamo, Bianca mi trascina a vedere la camera che condivide con Cecilia, senza darmi il tempo di conoscere i suoi genitori. Le pareti sono pitturate di viola, un viola scuro e intenso. La parte a sinistra, con un letto con i cassettoni bianchi, è tappezzata di poster di band vecchissime. Una chitarra è posata ai piedi del letto e una scrivania bianca addossata al muro. La seconda metà, invece, è piena di foto raffiguranti tutta la vita di una bambina dai capelli scuri. Capisco che sia la parte di Bianca perché in poche foto Cecilia non compare.

«Suoni la chitarra?» domando a Cecilia. «Nah, sono più tipo da serie TV. Però faceva figo averla. In compenso quella musica mi piace.» Scoppio a ridere.

Bianca mi mostra alcune foto, raccontandomi la loro storia. Al contrario della sorella, accanto alla scrivania, c'è una libreria molto grande. Sfioro con le dita tutti i titoli. «Sei un'appassionata di classici?» chiedo dopo aver scorto grandi opere come "Il grande Gatsby" o "I viaggi di Gulliver". Annuisce. «Avrò letto tutti questi libri un centinaio di volte, ma non me ne stanco mai. Se hai finito il libro che hai comprato la settimana scorsa sentiti libera di prendere quello che vuoi.» Ma la libreria è così ordinata e immacolata che non me la sento di rovinare la sua armonia, «Magari un'altra volta.»

Lei sorride e mi mostra una stanza adiacente, con la porta nel lato di Cecilia, che conduce ad un guardaroba immenso, anch'esso diviso a metà. Ma, ricordando il battibecco di ieri, penso che la divisione non venga rispettata.

«Lara!» Sentiamo dire da Andrea che entra nella stanza delle sorelle. «Esci da camera nostra» lo riprendono in coro. «Ok, ma porto Lara con me.» Mi trascina fino alla stanza accanto.

Troviamo Tommaso steso sul letto, che penso sia suo, con la testiera in ferro battuto e le coperte scure. «Ciao» lo saluto con un sorriso che lui ricambia. Il suo lato della stanza è tappezzato di fogli disegnati. Paesaggi straordinari in bianco e nero e colorati, figure mitologiche, persone e tanto altro decorano la parte di Tommaso. Scorgo anche il labirinto che ha tatuato sul braccio. La parte di Andrea invece ha qualche quadro appeso, rappresentanti le principali città del mondo. Le pareti azzurre della stanza sono accese e allegre. Anche loro hanno una porta con il guardaroba.

La finestra è dal lato di Tommaso, così lancio un'occhiata al panorama per verificare che, come detto da lui, il suo tatuaggio sia davvero la vista dalla sua stanza. Tommaso lo nota, così si alza e si affianca a me, mentre Andrea esce dicendo che va a disturbare Bianca e Cecilia, che sono rimaste a finire di truccarsi.

«Pensavi mentissi?» mi canzona dandomi una leggera spallata. «Volevo verificare» sorrido e poi mi volto verso di lui. La felpa nera tinta unita è abbinata a dei jeans dello stesso colore, le scarpe bianche stonano.

«Com'è andata ieri sera con Giacomo?» domanda sedendosi sulla sedia in pelle della scrivania, per poi invitarmi ad accomodarmi sul letto. Lo faccio e gli racconto tutto ciò che ci siamo detti io e Giacomo. Non ometto nulla, neanche la parte in cui lui mi ha detto di pensare che sia Tommaso il ragazzo che mi piace.

«Non so che pensare Lara, potrebbe essere spaventato e vuole deviare. Pensa che ti piaccia un altro e che l'altro sono io. Forse vuole solo proteggersi.» Sospiro. «Conosco Giacomo da sempre. Credo che lo pensi sul serio.» Si avvicina a me prendendomi la mano. «Mi dispiace» mormora. «È ok, non funzionerebbe comunque perché io sono qui.» Annuisce, poi sentiamo la voce di sua madre chiamarci per andare a tavola.

La signora Esposito somiglia a tutti i figli tranne che a Andrea. Infatti ha gli stessi occhi scuri di Bianca e Cecilia. I capelli scuri sono ricci come quelli della gemella maggiore e la corporatura esile, che le due figlie hanno ereditato, è messa in evidenza da dei jeans scoloriti abbinati ad un maglione nero attillato.

Invece il signor Esposito è la copia esatta di Andrea, mentre Tommaso ha ereditato solo i suoi occhi. Se non fosse per i capelli blu, probabilmente faticherei a distinguerli; infatti non dimostra per niente la sua età. I capelli scuri sono pettinati ordinatamente, ha le spalle larghe, come Tommaso, ma il viso è uguale ad Andrea. Gli occhi verdi sono profondi esattamente come quelli del figlio, e sono di un tipo di verde chiaro, molto raro da vedere in giro.

«Prima Bianca ti ha portata via e non ci siamo presentate» dice la madre dei miei amici avvicinandosi a me. «Sono Sofia e lui è Gabriele» presenta sia lei che il marito. «È un piacere conoscervi signori Esposito, sono Lara» mi presento a mia volta. «Chiamaci pure per nome, ti prego!»

Nel frattempo i miei genitori fanno conoscenza dei miei nuovi amici e mia madre mi lancia un'occhiata quando stringe la mano di Tommaso. Credo sia convinta che tra me e lui ci sarà qualcosa, come lo è Giacomo.

«Andiamo a tavola» ci incoraggia Sofia, per poi indicare il grande tavolo apparecchiato con cura. Finisco seduta tra Tommaso e Bianca, mentre Andrea occupa il posto davanti a me e Cecilia davanti a Tommaso. Sofia e Gabriele servono a tutti le lasagne.

Mi trovo bene con la famiglia dei miei nuovi amici, sono allegri e uniti. Ridiamo e raccontiamo aneddoti passati. Loro parlano di un campeggio fatto anni fa in cui una folata di vento ha portato via la tenda montata con tanta fatica da Bianca e Cecilia, che sono tutt'oggi incapaci di farlo, costringendoli a dormire fuori sotto le stelle. Noi invece raccontiamo della vacanza a Barcellona insieme a Giacomo, in cui abbiamo perso le chiavi della camera e siamo stati costretti a passare la notte in corridoio perché alla reception non c'era nessuno.

«Grazie per tutto» diciamo sulla soglia del portone, ore dopo, «Che ne dite di pranzare da noi domenica prossima?» propone mia madre. Sofia accetta volentieri la sua offerta.

«Ci vediamo domattina a casa tua?» mi chiede Tommaso avvicinandosi, «Gli altri non hanno voglia di andare a fare colazione» spiega. «Ok, a domani» sorrido ai miei amici e seguo i miei genitori.

Mi guardo attorno mentre loro chiacchierano tranquillamente sulla strada del ritorno. Giacomo amerebbe Amsterdam, se fossimo insieme.

Spazio autrice
Già... Anche secondo me Giacomo amerebbe Amsterdam, e secondo voi? Ci andrà mai? Guardate com'è bella Lara nella foto in copertina! E invece cosa ne pensate dei fratelli Esposito? I loro personaggi vi piacciono? Avete preferenze? Se vi va di farmelo sapere nei commenti non aspetto altro! Un bacio♥️

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