12- I gemelli Esposito
Giacomo è riuscito a rovinare la mia domenica mattina facendomi alzare presto. Mentre correvo per le vie di Amsterdam, in videochiamata con lui che rideva per la mia faccia stanca e sudata, Giacomo voleva vedere la città di giorno.
Arrivata a casa mi sono fatta una doccia e ho mangiato. Il pomeriggio l'ho passato a decidere cosa mettere il lunedì, in ansia per la colazione con Bianca e i suoi fratelli e per il primo giorno, e a piangere perché mi manca la mia vita.
Alla sera Bianca mi ha chiamata, ha detto di capirmi perché l'ha affrontato anche lei, quindi mi ha supportata e raccontato un po' di cose per farmi sentire a casa.
Adesso sto camminando con lo zaino in spalla verso il bar di cui mi ha mandato la posizione ieri. Dopo un milione di prove ho messo un paio di jeans con un maglione nero.
Davanti al locale, di cui Bianca mi ha inviato una foto per essere sicura che lo riconoscessi, la vedo circondata da due ragazzi e una ragazza.
I suoi capelli scuri sono ricci e arrivano poco sotto le spalle, come l'altro giorno, indossa un piumino beige abbinato a dei jeans neri. Appena mi nota mi saluta con la mano correndo verso di me, per poi salutarmi timidamente.
«Lei è Cecilia.» La ragazza è identica alla sorella, se non fosse per i capelli più lunghi e ondulati che le conferiscono un aspetto diverso da quello di Bianca, che mi consentirà di distinguerle. Mi stringe la mano con un sorriso.
«Lui è Tommaso.» Bianca non si sbagliava nel dire che non avrei faticato a distinguere i suoi fratelli. Tommaso ha i capelli castani spettinati e gli occhi chiari, di cui non riesco a distinguere il colore. Il naso è ornato da un anellino dorato e dalle maniche della felpa e sul collo posso distinguere molti tatuaggi che mi affascinano, sono davvero belli. «Piacere.» Mi presento a mia volta.
«Lui invece è Andrea.» Lui è il più strano tra i quattro fratelli. I capelli azzurri lo rendono unico. Ha gli stessi occhi verde chiaro di Tommaso... Chissà da chi li avranno ereditati. La pelle è pallida e in contrapposizione con i vestiti scuri.
Alla fine della colazione sono davvero contenta dei miei nuovi amici. Andrea e Tommaso si sono rivelati completamente diversi dalle loro apparenze. Tommaso non sembrava un ragazzo aperto e simpatico, invece si è rivelato scherzoso e divertente. Andrea, che sembrava molto timido, parla tantissimo e mi fa davvero ridere.
«Siamo tutti in classe insieme?» domando camminando tra Cecilia e Tommaso. «C'è una classe composta solo da ragazzi italiani, una da inglesi, una da spagnoli e una da francesi, tutte le altre da olandesi. Lo hanno fatto per non creare troppe difficoltà nelle diverse classi visto che ci sono molti studenti che provengono da paesi stranieri. Così ci fanno frequentare la scuola come se fossimo nel nostro paese e studiamo l'olandese... Ma se una persona vuole frequentare la scuola con gli olandesi può farlo tranquillamente. Quindi sì, siamo tutti in classe insieme» spiega Cecilia offrendomi una gomma da masticare che prendo volentieri.
«Siamo in anticipo, ti facciamo fare un giro e poi andiamo in classe» propone Bianca. In lontananza scorgo l'imponente edificio in mattoni rossi. Una volta arrivati davanti, posso studiarlo con attenzione. A caratteri cubitali sulla facciata principale c'è scritto "Metis Montessori Lyceum". Ogni finestra ha delle tende a strisce gialle e bianche, che conferisce alla scuola un'aria non scolastica... Non incute timore ma ti invoglia ad entrare, al contrario della mia scuola in Italia. Non vedo l'ora di scoprire qual è la nostra classe. Davanti alla scuola, oltre la strada, c'è un canale che, secondo le ricerche che ho fatto nei giorni precedenti, si chiama Singelgracht.
Scatto velocemente una foto da mandare a Giacomo e poi Bianca mi trascina dentro l'edificio. Saliamo di corsa le scale, superando vari studenti che non fanno caso a noi, fino ad arrivare ad una classe ancora vuota. I banchi sono disposti a gruppi di cinque, così mi siedo tra Bianca e Cecilia.
Presto la classe si riempie e tutti mi guardano curiosi. Vorrei tornare alla mia vecchia scuola, dov'ero solo una delle tante studentesse.
«Andrà bene» sussurra Bianca posandomi la mano sulla spalla. Prendo un respiro profondo.
Quanto vorrei che Giacomo fosse qui con me a sostenermi.
Abbiamo sempre fatto tutto insieme e ora mi sento così sola, quasi abbandonata a me stessa. Eppure so che se ora lo chiamassi lui scapperebbe dalla classe solo per rispondermi. Però è così. Così prendo il telefono e gli mando un messaggio.
Lara: Mi fissano tutti, odio questo posto. Però ho dei nuovi amici e sono fantastici... Chissà come andrà.
«Il tuo ragazzo?» domanda Bianca sporgendosi verso di me. «Il mio migliore amico» replico. Allora lei pretende di vederlo, così dimentico degli sguardi su di me. Mostro a Bianca e Cecilia, che si è unita alla conversazione, le foto di Giacomo che ho in galleria. Ad un certo punto arriviamo ad una che ritrae solo i suoi occhi e loro restano a bocca aperta. «Ha una lente?» Scuoto il capo. «Ha un eterocromia, l'occhio destro azzurro e il sinistro marrone.» Continuano a guardare affascinate la foto. Mi arriva una notifica da Giacomo.
Giacomo: Andrà bene, idiota. Goditi Amsterdam. Avevo la versione di latino e indovina? Sì, avrò preso due, non aveva davvero senso. Di solito sono bravo. Probabilmente è perché mi manchi, vorrei aver copiato da te per prendere almeno cinque visto che Valerio si è messo vicino a me ma siamo uno peggio dell'altro. Stasera ceniamo insieme?
Sorrido al messaggio. Anche io vorrei essere lì per farlo copiare. Rispondo.
Lara: Ho matematica alla prima ora, che ansia. In ogni caso va bene per stasera. Dopo decidiamo cosa mangiare.
Metto via il cellulare visto l'arrivo della professoressa. Quando mi vede mi rivolge un sorriso cordiale. «Date il benvenuto alla vostra nuova compagna Lara Palmieri. Resterà con voi, quindi siate accoglienti e aiutatela in caso abbia bisogno. Ricorderete quando siete stati voi a trasferirvi e avete avuto difficoltà. L'ambiente è molto diverso, come la lingua, ma sono certa che ti troverai bene, Lara.»
Inizia la lezione. Loro sono più indietro rispetto al programma che facevo in Italia, anche se so fare queste cose perché me la cavo in matematica e le ho capite quando la professoressa Verdi le spiegava, ascolto ugualmente la mia prima spiegazione ad Amsterdam, e me la godo. Faccio ciò che vorrebbe Giacomo.
Seguo anche le due ore successive, italiano e storia. I due professori sono stati gentili con me, mi hanno detto che, per eventuali chiarimenti dovuti al programma, avrei potuto chiedere qualsiasi cosa. Non va male, mi sento bene mentre seguo le lezioni.
A ricreazione però, girando la scuola insieme ai miei nuovi amici, sento sul serio la mancanza di Giacomo per la prima volta. Non mi ero ancora resa conto del fatto che, probabilmente, non lo rivedrò mai più se non attraverso uno schermo. Quanto ci metterà a finire? Perché finirà, lo so che succederà.
Spazio autrice
Eccoci in questo nuovo capitolo! Abbiamo conosciuto i nuovi personaggi: Bianca, Cecilia, Tommaso e Andrea... Cosa ne pensate di loro? Saranno rilevanti in questa storia? Se il capitolo vi è piaciuto fatemelo sapere! Un bacio♥️
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