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Epilogo





Il raggio di luce, preceduto dall'incantesimo più pericoloso del mondo, si diresse verso di lei in un lampo verde.
Le grida, i rumori delle bacchette e le luci degli incantesimi, le diedero alla testa per un attimo. Ma poi, in una frazione di secondo, proprio mentre il fascio di luce stava per colpirla, Ginny saltò e lo schivò.
Il viso di Bellatrix fece una smorfia, ma non si arrese e puntò di nuovo la bacchetta verso di lei.
"Devo andare" gridò la ragazza, all'indirizzo della strega.
Lei si stranì così tanto che abbassò la bacchetta. "E dove vorresti andare?"
"Ho un impegno con mio marito!" rispose, per poi girarsi e correre via.

Ginny si svegliò di soprassalto, ma quando si rese conto di dov'era, richiuse gli occhi e riappoggiò il capo sul cuscino.
La mano calda di Blaise le si appoggiò sul ventre pronunciato, mentre lo sentiva avvicinarsi a lei da dietro. "Tutto bene?" sussurrò lui, ancora dormendo.
"Sì, sì" rispose, accoccolandosi contro il suo corpo. "Torna a dormire".

Blaise sorrise, risvegliandosi completamente quando sentì la sua pelle calda contro di lui. Sapeva che a volte Ginny aveva ancora qualche incubo, ma erano rari e dovevano essere meno inquietanti di prima. Ma finiva sempre allo stesso modo. E a lui piaceva.
"Se fai così, non dormirò di certo..." Si sporse verso di lei e le baciò una spalla nuda.
Ginny si girò fra le sue braccia, riempiendolo di lei. "Deve essere questo posto, mi fa sempre questo effetto..." Si strinse di più a lui, posando il seno sul suo petto: Blaise non aveva bisogno di sentire altro.
"Ogni desiderio di una donna incinta va esaudito..." Si chinò a baciarla e lei sospirò di passione mentre si lasciava andare.

*

Il laghetto di RedPoppyHouse era ogni anno più bello. Ginny, ogni volta che lo guardava, si ricordava di quando Pansy lo aveva decantato la prima volta. Si lasciò cadere su un asciugamano steso per terra, continuando a dare sguardi intorno.
"Santo Salazar, Mary non correre!" La voce di Pansy probabilmente si sentì in tutta la contea mentre, in piedi, con una mano sul viso per coprirsi dal sole, controllava cosa facesse la figlia.
La piccola, una bambina di cinque anni, con i capelli scuri, due occhi da cerbiatta e il musetto più monello del mondo, fece finta di non sentirla e corse lungo il piccolo molo in legno gridando: "Papà, prendimi!", prima di lanciarsi sul pelo del lago.
Theo, che era a mollo nell'acqua, fece in tempo a girarsi alla voce della figlia prima di trovarsela fra le braccia.
"Presa!" esclamò, lanciandola in alto e facendole fare un tuffo, mentre la piccola rideva a crepapelle.
"Papà, mi prendi?" Eloise, molto meno sicura della sorella, con i suoi stessi lineamenti ma i capelli più ricci, e una luce più timida negli occhi, guardava il padre sul ciglio del molo, mentre tendeva le sue braccine verso di lui.
"Certo che ti prendo, salta!" Theo si avvicinò al molo, mentre con la mano le faceva segno di buttarsi. La bambina ubbidì e le sue gambette tremanti la fecero saltare verso di lui, che la prese al volo, prima ancora che toccasse l'acqua.
"Mi hai preso!" esclamò, spalancando gli occhi.
"Ti prenderò sempre..." sussurrò, stringendola al petto.
Ginny sorrise mentre il suo sguardo si spostava verso Blaise, che stava nuotando poco più in là.
"E chi lo avrebbe mai detto che Theo sarebbe stato così paziente, con le sue bambine?" disse, ad alta voce, mentre frugava in cerca della lozione solare.
"I figli ti fanno scoprire lati di te che nemmeno sapevi di avere..." rispose Astoria, mentre allattava il piccolo Scorpius sulla sdraio, stringendogli una manina e guardandolo con amore.
"Theo voleva un harem. E ora ce l'ha!" Pansy si sedette sul lettino guardando verso il lago e Ginny la vide sorridere, riconoscendo il suo sorriso affettuoso che chi non la conosceva non avrebbe mai saputo distinguere dagli altri.
"Prova a prendere anche me, papà!" Maddie, una copia delle sorelle ma molto, molto più attiva, corse a perdifiato lungo tutto il molo e non solo non rallentò prima di fare una capriola a mezz'aria, ma si buttò in acqua così lontano che nessuno degli uomini avrebbe mai potuto prenderla.
Riemerse ridendo e sputando acqua.
"È impossibile prenderti: sei velocissima!" Theo si avvicinò a lei reggendo ancora in braccio Eloise, mentre con la mano trascinava Mary, per poi abbracciarle tutte e tre, una volta riunite.

Pansy sorrise della sua famiglia e si guardò la pancia sospirando. Poi si avvicinò ad Astoria per prendere in braccio Scorpius mentre lei si risistemava. Coccolò il bambino per poi passarselo sul fianco in un gesto automatico. Lui le posò la testa sulla spalla e si mise il dito in bocca.
Astoria si tirò su la spallina del costume e poi si appoggiò allo schienale della sdraio. "Mi ha scritto Daphne" disse, senza aggiungere altro.
Pansy si voltò verso di lei dondolando il bambino. "Sta bene?"
La bionda si coprì il sole con la mano. "Sì".
"Tornerà per il battesimo di Scorpius?" Ginny si era sdraiata su un asciugamano, ma si appoggiò su un gomito e si tirò su per fare quella domanda.

Astoria scosse le spalle: aveva chiesto a Daphne di tornare così tante volte che ormai ne aveva perso il conto, ma non voleva chiederle di fare da madrina a Scorpius perché se avesse avuto un altro rifiuto, le si sarebbe spezzato il cuore.
"Devi dirglielo". Non aveva sentito Ginny alzarsi dal suo posto, ma se la ritrovò vicino. Scosse le spalle.
"Astoria, non ti dirà di no: è tua sorella!" Anche Pansy si era avvicinata, e ora tutte e due la guardavano dall'alto.
"Mi dirà che ho fatto un figlio solo per farla tornare" mormorò.
"E tu rispondi che è vero: non potrà ribattere più niente!" Ginny si mosse sull'asciugamano.
"Oppure dille che altrimenti andremo tutti là da lei, prete compreso!"
Astoria rise: adorava le sue amiche.

Ginny sospirò: non riusciva a capire bene il rapporto delle Greengrass, ma aveva molti fratelli e cognate e a volte era difficile mantenere buoni rapporti. Ma sapeva anche che se si voleva qualcosa bisognava fare di tutto per ottenerla. Si voltò verso Pansy che si era messa a dondolare Scorpius con gli occhi chiusi. "E sarebbe una sciocca a non venire a vedere questa meraviglia, lo sai" la sentì dire.
"Mi sa che qualcuno ha bisogno di un altro bambino da tenere fra le braccia, cosa dici, Astoria?" Ginny decise di sdrammatizzare la situazione.
"Dico che Theo sta pensando la stessa cosa" rispose la bionda, indicando il laghetto, con un sorrisino.
Ginny si voltò e notò il ragazzo che, con in braccio ancora la piccola Eloise, camminava verso di loro e guardava Pansy con uno sguardo dolce. Sì, probabilmente anche a lui avrebbe fatto piacere.
"Io vorrei un bambino buono e dolce come il piccolo Scorpius..." Pansy baciò il piccolo sulla testa e girò su se stessa, bloccandosi solo quando incrociò lo sguardo del marito. "Sono circondata da streghette..."
"Maddie dice che tu eri come loro tre messe insieme, quando eri piccola!" Ginny rise e osservò Theo uscire dall'acqua e raggiungere la moglie.
"Mamma! Dovete venire tutte, lo zio Blaise ha detto che ci fa vedere cosa pattesca!" X raggiunse Pansy e lei si girò verso la figlia. "Si dice 'Pazzesca'. Che cos'è?"
La piccola si portò entrambe le manine alla bocca e scosse la testa. "Non lo so!"
Ginny fece qualche passo verso la bambina e poi allungò la mano verso di lei. "Allora andiamo a vedere! Quando lo zio dice qualcosa stai sicura che è vera. Vieni con me, ti tengo la mano". Insieme si incamminarono verso l'acqua.

Pansy seguì con lo sguardo la più prudente delle sue figlie: sapeva che era quella che avrebbe avuto più bisogno di sostegno e ringraziava tutti i giorni di avere una cerchia di amici protettivi come una famiglia.
"Dorme?" Theo alzò una mano per fare una carezza sui capelli del piccolo Scorpius.
Pansy non gli rispose e si spostò in modo che lui potesse vedergli il viso. "Guarda come sono, i bambini tranquilli..."
Theo scoppiò a ridere e lei si innamorò ancora di lui.
"Dovremmo farne uno nostro". Lui questa volta gli sfiorò il nasino e il piccolo si agitò dolcemente nel sonno.
"E se ne escono altre tre così? Abbiamo finito i nomi delle mamme..." Pansy indicò con il capo il lago.

Theo seguì il suo sguardo e poi le sorrise. "Ci riproviamo finché non esce un maschietto. Le femmine sappiamo già che ci vengono bene".
Lei sbuffò. "La fai facile tu: non sei quello che diventerà un pallone e non potrà muoversi perché confinato a letto!"
Theo si avvicinò un po' di più e l'abbracciò. "È questo il problema? Hai paura che possa succedere di nuovo un..."
Pansy lo interruppe, scuotendo le spalle. "Le gravidanze modificano... questo..." Staccò la mano dalla schiena di Scorpius e si indicò, con una smorfia: Theo sapeva che la tre bambine avevano arrotondato Pansy più di quanto lei avesse voluto e non c'era verso di ricordarle che ora non era più così, ma che era una donna bellissima.
Lui le prese la mano e le baciò il dorso delle dita, ammiccando. "Facciamo un bambino. Almeno questa volta faremo le cose nell'ordine giusto".
Ammiccò e lei arrossì: Theo pensò che fosse la donna più bella del mondo.

Astoria si avvicinò a Pansy e le rubò Scorpius dalle braccia: quei due dovevano stare da soli. Fece qualche passo verso la riva del laghetto, andando a bagnarsi i piedi e i polpacci.
Guardò Draco che giocava con Mary, facendole fare i tuffi, fino a quando non l'acchiappò e, insieme, guardarono in alto, indicando uno degli alberi più alti. Draco era dolcissimo con lei e Scorpius e Astoria non riusciva a smettere di sentirsi sopraffatta dall'emozione ogni volta che lo guardava. Il suo amore non era cambiato nel corso del tempo anzi, se possibile, era cresciuto sempre più.
Dopo aver fatto qualche passo si girò su stessa per continuare a passeggiare e, nel frattempo, cullare il bambino che cercava di addormentarsi.
"Astoria, vuoi fare il bagno?" Draco sussurrò per non spaventarla e non disturbare il figlioletto.
Lei scosse le spalle. "No, aspetto che si addormenti del tutto".
"Posso farlo io" insistette lui, mentre si avvicinava e allungava le braccia verso di lei.
"Sei tutto bagnato. Vai a nuotare, che mi piace guardarti quando sei mezzo nudo" disse, ridendo.

Gli occhi di sua moglie risero mentre lo prendeva in giro e Draco non riusciva ancora a capacitarsi della fortuna che aveva avuto a incontrarla. E a non perderla. Si girò verso Ginny, perché sapeva che era stata lei a rompere le acque di quel gioco assurdo fra di loro. Si avvicinò alla sdraio e si asciugò con la bacchetta, per poi tornare vicino alla moglie e abbracciarla da dietro, facendola dondolare per cullare il bambino. "Mi piace anche così" mormorò lei, appoggiando la testa contro il suo petto.
"Lo sai che ti amo, vero?" Draco tremò a fare quella confessione. Difficilmente riusciva a esporsi così tanto e ad ammettere i suoi sentimenti, ancora adesso la cosa faceva fatica a uscire da lui: anni e anni di rigida educazione lo avevano temprato troppo, probabilmente.
"Io lo so da molto più tempo di te". Astoria strusciò la testa contro la sua spalla per fargli sentire che gli era vicino nonostante la posizione un po' scomoda. "È per questo che non smetterò mai di amarti anch'io".
Con un sorriso, Draco strinse un po' di più la moglie e guardò anche lui verso il lago: Blaise si stava arrampicando su un albero. Santo Salazar, cosa stava facendo?

Ginny si bagnò lentamente soltanto perché aveva una pancia eminente e una bambina timorosa per mano. Raggiunse la parte del laghetto dove Maddie e Mary stavano giocando e si inginocchiò con loro nell'acqua.
"Dov'è lo zio Blaise?" chiese, quando non lo vide nell'acqua: lo stagno era grandino, ma si vedeva benissimo fino dall'altra parte.
"È là! Ma cosa sta facendo?" La voce di Pansy fece girare Ginny verso di lei. Pansy guardava verso l'alto, coprendosi la fronte con la mano e la rossa seguì il suo sguardo: Blaise era abbracciato al tronco di uno dei pini che circondavano il lago.
"Blaise, tutto bene?" gli chiese, ad alta voce.
Notò con la coda dell'occhio che tutti si girarono verso di lei, probabilmente non si aspettavano la sua reazione 'calma'.
Blaise si sporse e gridò: "Ho visto una cosa pazzesca, scendo subito!"
Ginny alzò le spalle quando il marito riprese a salire senza aspettare la sua risposta.

Blaise aveva visto una fenice. Una fenice. Non era facile vedere una fenice lì, nel boschetto vicino a RedPoppyHouse, ma lui l'aveva vista e aveva notato una sua piuma volare fino a raggiungere uno dei rami più in alto quando lei aveva spiegato le ali per andarsene via. Voleva prenderla per regalarla a Ginny. E poteva farla vedere agli altri. Alle bambine sarebbe piaciuta di sicuro. Era una cosa grandiosa: era così difficile avere una vera piuma di fenice. Un'occasione da non perdere.
Quando gli scivolò il piede, guardò giù e vide il lago un po' più lontano di quando si immaginasse. La sua sicurezza un po' vacillò, ma poi rialzò lo sguardo e vide la piuma ancora lì, a poca distanza da lui. Doveva raggiungerla e prenderla, poi sarebbe tornato giù.
Dopo altri non pochi sforzi, riuscì ad assicurarsi al ramo incriminato e la piuma era lì, che lo guardava: dalle sfumature rossastre, aveva colori che andavano dal fuoco al giallo sole, cangiante e magnifica, sembrava brillare di luce propria.
Con delicatezza la raccolse e la osservò da vicino: il vento smuoveva le sue barbe, in un dolce dondolare come una madre che culla un neonato; e imprimeva la stessa serenità. Sfiorò la sua punta, reggendo la piuma con la mano con cui era ancora attaccato all'albero, scoprendo una morbidezza magica. Blaise sorrise: per Ginny sarebbe stata perfetta.
Quando sentì il suo nome, chinò lo sguardo verso gli altri: lo stavano chiamando. Si mise la piuma fra i denti e iniziò a scendere.
Raggiunse un ramo più corposo e si sedette, pensando di riposarsi un po'.
"Blaise, non scendi più?" Draco e Theo lo presero in giro e Blaise storse il naso.
Prese la piuma in mano per rispondere a tono e questa vibrò, rilasciando una polverina magica tutto intorno; Blaise la guardò spalancando gli occhi e poi, senza averci pensato, senza averlo previsto, si alzò in piedi e gridò: "Arrivo!", prima di lanciarsi in acqua.

Ginny spalancò gli occhi e, una volta che Blaise riemerse, nuotò verso di lui, mentre sentiva le grida di Pansy come se stesse sgridando una delle sue figlie. "Sei diventato matto? Ma che ti è preso?"
La rossa raggiunse il marito. "Stai bene?"
Lui annuì, scrollando la testa per togliere l'acqua dai capelli e scoppiò a ridere. "Mai stato meglio!"
Anche Ginny rise, avvicinandosi a lui. "Ti sei appena buttato da un albero, lo sai?"
"Mmm, sì, mi sembra di aver fatto una cosa del genere... Guarda volevo farti vedere questa" spiegò e alzò una mano per farle vedere una piuma con tutte le barbe bagnate e piegate contro lo stelo.
"Interessante..." disse ironica.
Blaise sbuffò, innervosito. "È la piuma di una fenice!" Ginny rise ancora: quella piuma sembrava appartenere a una gallina, così com'era, così lui continuò: "Te lo giuro!"
"Non penso che le fenici vivano qui..." sostenne lei, alzando un sopracciglio. Blaise si imbronciò e Ginny sentì gli altri avvicinarsi a loro.
"Blaise ma sei impazzito? Cosa ti è saltato in mente? Sei salito..." Pansy ansimava per lo sforzo di nuotare e gridare verso il cugino.
"Ho visto una fenice, volevo raccogliere una sua piuma."
"E poi ti sei buttato come se niente fosse!" continuò la ex Serpeverde, come se lui non avesse detto niente.
"Volevo farvela vedere" spiegò ancora, mostrando quello che sembrava una piuma autoinchiostrante dopo una brutta smaterializzazione.
Ginny scoppiò a ridere, mentre Pansy scuoteva ancora la testa.
"Va tutto bene, Pansy: non è successo niente."
"Avrebbe potuto farsi..."
"Ma non è successo."
Ginny sapeva che, agli occhi degli amici di Blaise, lui era cambiato totalmente, ma in verità aveva solo iniziato a fare qualche piccolo passo fuori dalla sua comfort zone e lei adorava quando lui si 'lasciava andare'.
Abbracciò il marito e lo trascinò verso una riva lontana.
"Sono orgogliosa di quello che hai fatto, anche se è stato pericoloso, ma non c'era bisogno di inventarsi della piuma di fenice: potevi dire che volevi farlo e basta" gli disse, appena furono lontani.
"C'era davvero la fenice! Non mi credi?" Lui sventolò la piuma annacquata e la delusione gli riempì gli occhi. Ginny non sapeva cosa pensare: da una parte gli credeva, ma dall'altra era una situazione assurda. Forse più assurda di Blaise che si butta nel lago dal ramo di un albero.
Sentì gli altri confabulare e si girò verso di loro. "L'ho presa per te" disse ancora Blaise e lei tornò a guardarlo.
"Per me?" Lui era salito fin in cima al pino per lei?
"So che quando abbiamo parlato di cosa avresti fatto dopo la nascita del bambino, ci sei rimasta male e il lavoro come giornalista sportiva non ti entusiasma. Ma quando ho visto la piuma ho pensato che avresti potuto scrivere con questa e, ammettiamolo, vuoi mettere la differenza con la piuma di un allocco, no?"
Ginny rise della sua frase e della sua espressione, prendendo la piuma dalle sue mani. Una volta si sarebbe arrabbiata perché lui aveva corso un rischio a causa sua, mentre in quel momento le sembrava solo una cosa dannatamente carina. E il fatto che non avesse pensato troppo sulla cosa le riempiva il petto di calore.
"Non dovresti dirmi che mi ami?" chiese lui, quando lei non disse più niente.
"Mi sembrava di avertelo detto già stamattina..." Ginny si girò a guardarlo da sotto le ciglia con un sorrisetto divertito.
"Non è che non vale, se me lo dici ancora, eh..."
"Certo che ti amo, Blaise, e amo il fatto che tu abbia scambiato questa piuma per una penna speciale, solo per me...". Si avvicinò a lui lo abbracciò mettendogli un braccio intorno al collo.
Blaise si sporse per baciarla, imbronciato. "È davvero una piuma di fenice!"
"Va bene" acconsentì lei, allungando le mani sul suo costume che, per fortuna, era ancora sotto l'acqua.
"Se fai così, però, potrei dire qualsiasi cosa..." Blaise li fece girare in modo da dare le spalle agli altri.
"Tipo?"
"Tipo che ti amo e la mia vita sarebbe stata parecchio noiosa senza di te."
Lei fece un sorriso sornione e fece scivolare la mano sotto il costume.
"Quanto noiosa?"
"Troppo!" Blaise la prese per un braccio e l'avvicinò per baciarla.

In quel momento un canto melodioso riempì l'aria e tutti alzarono la testa per vedere da dove venisse quel suono, quando una fenice, volando ad ali spiegate, tagliò il cielo sopra al lago.
Il silenzio che ne susseguì si riempì di magia e di amore. O almeno fino a quando...
"Posso tuffarmi anch'io dall'albero, come lo zio Blaise?"
"Assolutamente no, Maddie!" gridarono in coro i suoi genitori.

Fine

*** Dopo molto tempo (ho iniziato a scrivere questa storia più di due anni fa) sono arrivata alla fine. Spero che vi sia piaciuto leggere, come a me scriverla, non posso volere niente di più. 💜
Non so come ringraziare tutti voi che mi avete seguito, letto e avete avuto fiducia in me affinché continuassi (A volte vacillavo, lo ammetto).
C'è chi mi ha sostenuto fin dall'inizio e probabilmente è grazie a loro che la storia è finita, ma ci sono stati anche altri che hanno iniziato a leggere dopo un po' e hanno divorato tantissimi capitoli in una volta, quindi il mio grazie è veramente per tutti, un grazie con il cuore e sincero.

A presto,
Mo 💜

@GaiaBarbello GaiaBarbello94 @lculot @bubifra Mattioli26 @constancelupin @robert4

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