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Altro ballo, altra corsa

"Che programmi hai per stasera?"
Blaise alzò gli occhi dal piatto e guardò sua madre che, con una strana espressione in viso, beveva un po' di vino durante la cena.
"Non saprei, perché me lo chiedi?" Tornò a guardare il piatto e a spostare il salmone da una parte all'altra, senza appetito.
Era passato meno di un mese da quando avevano scoperto che Rachel aveva ingannato sua madre e lui non aveva chiarito con la ragazza, perché non era riuscito a parlarle da solo e non si era sbilanciato. Ma un conto era coprire un'amica che tradiva il fidanzato, un conto era tentare di derubare sua madre. Ancora non si fidava di lei anche se non aveva più fatto passi falsi e sua madre stava bene, aveva ripreso a frequentare l'associazione di beneficenza per cui faceva i pupazzi e andava a casa delle amiche a prendere il tè. Pensò quasi che fosse ringiovanita: probabilmente tutte quelle preoccupazioni l'avevano provata più di quanto volesse ammettere.
"Penso ci sia una festa del Ministero a casa dei Stin'sen" buttò lì lei, con nonchalance.

Suo figlio guardò Maddie alzando un sopracciglio. "Vorresti andarci?"
La strega rise. "Io? Lo dicevo per te!"
"Per me?" Lo sguardo di Blaise si fece ancora più corrugato.
"Sì. È una serata importante. Magari potresti trovare qualche contatto interessante per i tuoi lavori e..." La donna lasciò cadere lì la frase e prese una forchettata di cibo.
"Mamma, ho già venduto le foto dei Jobberknoll a un prezzo più che buono, non ho bisogno di altri contatti."
"Sai benissimo a quali lavori mi riferisco..." Maddie quasi sbuffò: quando Blaise voleva ignorare qualcosa ci riusciva benissimo.

Blaise sospirò ancora: era quasi meglio quando sua madre sembrava una tenera vecchietta indifesa. "Non sto lavorando in quel senso" mentì.
Sua madre aveva visto delle tavole con i suoi disegni, tempo prima, e lo spingeva a cercare qualcuno a cui farle vedere, ma lui non era ancora pronto per una cosa così.
"E poi Molly mi ha detto che loro ci sarebbero andati" disse ancora.
Blaise girò la testa verso di lei: Molly la madre di Ginny? Quindi Ginny sarebbe andata al party del Ministero?
"La signora Weasley? Avete continuato a... frequentarvi?"
Sua madre gli lanciò un'occhiata strana. "Certo. Ci scriviamo spesso e prendiamo il tè insieme. Anche con Ginny".

Maddie lasciò cadere la frase così, fra le briciole del pane sparse sulla tovaglia, e osservò il figlio di sottecchi.
"Hai visto Ginny, ultimamente?" le chiese infatti lui, quasi subito. Maddie non gli fece notare che aveva iniziato a chiamarla per nome.
"Sì. Era qui anche ieri."

Ah. Davvero? Blaise si girò, guardando la stanza, come se la ragazza fosse nascosta dietro alle tende. "Qui?"
"Sì. Viene a prendere il tè, anche se mi ha confessato che il tè non le piace molto. Ma chiacchiera sempre volentieri, mi racconta tante cose..."
Quali cose? Blaise fece fatica a non chiedere subito.

Maddie notò l'interesse di Blaise e di come cercasse di non farlo vedere.
"Di cosa ti racconta?" domandò infatti, con uno studiata indifferenza, quando lei non continuò a parlare.
"Ah, cose così..." Maddie sventolò una mano lentamente. "Il suo lavoro, la sua famiglia... Ultimamente mi parla anche di un ragazzo..."

Cosa? Di chi? "Chi è?" chiese, troppo velocemente perché potesse pensare a mascherare bene le sue intenzioni.
"Ah, non ricordo... Mi sa che sto invecchiando..."
Blaise corrugò la fronte: sua madre non stava invecchiando di sicuro, forse si stava prendendo gioco di lui. O forse no. Conveniva sapere?
"Harry Potter?"
"Mmm... Non saprei..." Ma come? Tutti conoscevano il nome di Potter, anche sua madre, come faceva a non sapere se lei gli parlava di lui o di un altro?
Sbuffò e quasi lanciò il tovagliolo sul tavolo.

Maddie rise sotto i baffi. Osservò il figlio alzarsi e sistemarsi un bottone. "Dove vai?"
"Penso che andrò a prendere la macchina fotografica. L'ultima volta ho fatto delle belle foto dai Stin'sen, chissà che non mi ricapiti la stessa fortuna."
Fece il giro del tavolo, si chinò a baciarla sulla guancia e la salutò, prima di smaterializzarsi.
Maddie sorrise ancora, prima di chiamare Kikky per farsi portare il dolce.

***

"L'ultima volta che ho accettato di venire con voi a un Party del Ministero, sono stata ricattata" brontolò Ginny, stendendosi sul letto e aprendo le braccia come se fosse stata crocifissa.
Hermione le lanciò un'occhiata divertita. "Già. Un'esperienza disastrosa, a quanto so".

"Ragazze, quanto vi manca? Ginny! Non sei ancora pronta?" Molly aveva messo dentro la testa dalla porta dopo aver bussato lievemente, ma senza aspettare di ricevere il permesso per aprirla.

"Mamma..."
Molly osservò la figlia sul letto e fece una smorfia. "Guarda che il mal di pancia per non andare all'asilo non funziona più, Ginny..."
"Mamma!" esclamò scandalizzata, come se avesse raccontato qualcosa di imbarazzante. "Io non vengo al Party".
Molly alzò gli occhi al soffitto, ancora con la mano sulla maniglia della porta. "Quante storie! Ho dato conferma per noi cinque e in cinque ci andremo! Non mi farai fare questa figura! E Maddie mi ha detto che stasera sarà interessante, ma non mi ha voluto dire perché e io devo assolutamente scoprirlo!"

Ginny alzò un sopracciglio. Maddie? "La madre di Blaise?"
"Sì, lei. Non ne conosco altre. E muoviti!" rispose sbrigativamente sua madre, mentre entrava nella stanza e si avvicinava a Hermione, vicino alla toilette. "Come stai bene, cara, con questo colore, i tuoi occhi risaltano ancora di più..." Le fece una carezza e si commosse; fu il turno di Ginny di alzare gli occhi al cielo: quanta smielanza!
Molly uscì, intimandole ancora di muoversi e la ragazza si alzò un po' controvoglia.
"Ah, allora vieni?" Le chiese l'amica, quando notò che apriva l'armadio.
La rossa alzò le spalle. "Sembra che sia obbligata..."
"Quindi il fatto che ci potrebbero essere Zabini e sua madre non c'entra niente con la tua decisione, vero?"
Ginny alzò di nuovo le spalle: che differenza faceva? Però sì, l'idea di incontrarlo la stuzzicava. Non lo vedeva da diverso tempo. Beh, dopo quello che era successo l'ultima volta, forse era stato giusto così.
Spalancò le ante del tutto e guardò i pochi vestiti che possedeva. Che strazio.

"Non hai detto che lo psicomago ti ha lasciato libera proprio oggi?" Tornò alla carica Hermione dopo un po'.
"E cosa c'entra Blaise con questo?" si stranì la rossa, mentre l'amica sorrideva sotto i baffi.
"Io l'ho nominato prima. Stai pensando a lui da così tanto tempo? O hai pensato a lui per tutto il mese di astinenza?" le chiese, con uno sguardo sornione. Ginny arrossì e tornò a guardare nell'armadio. Si avvicinò a lei, mettendole una mano sulla spalla. "Ehi, scherzavo..."

Ginny sentì le lacrime pungerle gli occhi. "Non..."
Hermione la prese per le spalle e la fece girare verso di lei. "Sei una persona fantastica, Ginny, non scordarlo mai". La rossa annuì, ma non riuscì a guardarla negli occhi. "Ti ricordi quella chiacchierata che abbiamo fatto a scuola il tuo quarto anno?" continuò e l'amica annuì: si riferiva a quando avevano parlato del fatto che se a Harry piaceva Cho, lei non avrebbe potuto farci niente, se non vivere la sua vita. Ed era lo stesso consiglio che stava seguendo Astoria.
Ginny aveva incontrato Astoria spesso, in quel mese. A dir la verità aveva frequentato più ex Serpeverde, in quell'ultimo periodo, che altre persone, pensò, con un sorrisino divertito. Perché si era mantenuta in contatto anche con Pansy, ma con nessuno di loro aveva parlato di Blaise, era troppo difficile. O forse era solo troppo presto.
"Va bene, dai, vengo con voi. Non ho voglia di sentire la mamma che si lamenta..."
Hermione la guardò con un sorriso, come se sapesse perfettamente quello che intendeva davvero e Ginny, che lo aveva capito solo guardandola, sospirò.

"Potresti mettere questo!" Hermione si allungò verso l'alto e tirò giù dal tubo di sostegno una gruccia con un abito dal colore cangiante.
"Hermione, quell'abito è bianco!" esclamò la rossa, spalancando gli occhi.
"E quindi? Scommetto che ti sta divinamente". Hermione guardò un po' lei e un po' l'abito.
"Si sporca solo a guardarlo..." Allungò una mano per sfiorare la stoffa e Hermione notò il suo sguardo accarezzare le lievi decorazioni di quell'abito. "E comunque, la stoffa è bella, ma il modello no, cioè, non sta bene a me".
Come? "Ma che dici?"
"Vuoi scommettere?"

Ginny si spogliò velocemente e si infilò l'abito: lo aveva fatto un sacco di volte, la sinuosità della stoffa ingannava, perché sembrava bellissimo ma poi, una volta che lei lo indossava, la faceva sembrare un barilotto di burrobirra.
"Visto? Te lo dicevo!" esclamò, tirando su le spalle del vestito, ma senza allacciarselo sulla schiena. Lanciò un'occhiata allo specchio e poi fece una smorfia: neanche Hermione avrebbe potuto sostenere il contrario.

"Sai che ti dico, invece?" Hermione si posò una mano sul mento e si avvicinò per girarle intorno.
"Non puoi dire niente di diverso, Herm..." Ma in verità la riccia riusciva a vedere davvero oltre: l'unico problema era che il modello veramente le stava male, ma quel colore! Era bellissimo su di lei. La sua pelle dorata come un biscotto cotto il giusto, che brillava del sole del mattino. Era un peccato. Un vero peccato.
"Dico che invece si può far qualcosa..." Le girò ancora intorno, mentre la rossa si voltava a guardarla prima da un lato e poi dall'altro, e poi si avvicinò e le agganciò il vestito sulla schiena.

Ginny guardò nello specchio della toeletta l'amica chiuderle l'abito e poi tornò a guardarsi: lo scollo a barca e la linea troppo morbida la infagottava tantissimo e sembrava ancora più bassa. Poco dopo Hermione, con un 'aspetta un attimo', fuggì dalla porta in tutta fretta e lasciò la ragazza da sola.
"Hermione! Ma dove vai?" Stranita, la rossa guardò la porta chiudersi alle spalle dell'amica.
Sfiorò con la mano la lunga gonna dell'abito e sospirò: si era lasciata conquistare dalla stoffa, e sì che lei non era mai stata il tipo da fare una cosa simile: abiti e cose del genere non le erano mai interessati. E non era mai stata vanitosa. Per questo lo aveva preso, si era innamorata di quella sensazione sulla pelle, ma senza capirne niente di moda o di presenza.
Chissà, forse se avesse avuto più gusto nel vestire o se si fosse interessata di più alla moda, sarebbe stata una ragazza sofisticata, di quelle da cui Blaise sembrava attratto. Ma lei non voleva essere diversa da quello che era. Non... del tutto.
Si morse un labbro e poi allungò la mano sulla schiena per sganciare il vestito, ma non ci riuscì. Sbuffando, si guardò intorno e, una volta adocchiata la bacchetta, fece un passo per andare a prenderla. Inciampò nella gonna troppo lunga e per poco non si ritrovò spalmata per terra.
"Oh, porca Morgana!" imprecò, mentre la porta della camera si apriva ancora.

"Oh, Ginnì, no no, non dovresti assolutamente dire certe cose!" Hermione entrò con Fleur nella stanza e subito la bionda spalancò gli occhi.
"Sì, scusami, Fluer... È che sono troppo bassa per questo vestito e..."
Hermione, che aveva sperato nel buongusto e nell'eleganza della francese per sistemare l'abito, sperò di non aver fatto un errore.
"Non sei troppo bassa. È il vestito che è sbagliato!"

Fleur aveva già adocchiato alcuni particolari ma su due cose era sicura: il modello di quel vestito non avrebbe giovato a nessuno e la sua stoffa era magnifica sulla pelle della cognata, nonostante il colore dei suoi capelli. Difficilmente il bianco e il fototipo dei Weasley sarebbero stati bene insieme, ma quella sfumatura le donava così tanto che sarebbe stato un peccato che lei non lo indossasse.
"Lasciami fare qualche modifica. Sì, partiamo da questo..."

Ginny osservò le spalline del vestito allungarsi e diventare maniche, ma senza allungarsi troppo, solo aprendosi e lasciando una coda come se fossero state dei vestiti da sposa.
Lo scollo a barca si trasformò in una profondissima punta triangolare, mentre un corpino a fascia attillato appariva sotto, in un gioco di contrasti che invitavano lo sguardo.
"Oh!" esclamarono Ginny e Hermione insieme: ora era decisamente più bello.
"Che scarpe hai intenzione di metterci sotto?" chiese subito dopo la bionda, valutando con uno sguardo la lunghezza della gonna, per poi guardarsi intorno nella stanza.
La rossa guardò Hermione spalancando gli occhi. "Herm..."

Hermione aggrottò la fronte guardandole le gambe e poi scosse la testa.
"Non saprei, Ginny. Forse i tuoi sandali..." Ma Fleur la interruppe prima che potesse finire la frase.
"Oh, Ginny, queste sono perfette!" La bionda aveva appellato un paio di scarpe che giacevano nell'armadio da tantissimo tempo e che probabilmente non aveva mai messo.

"Oh, quelle le ho comprate per la serata di gala del Ministero in onore di Harry..." mormorò Ginny, osservandole come se fossero un cimelio. "Non so se..."
"Vorrà dire che stavolta saranno in onore tuo!" esclamò la riccia, vedendo la sua espressione.
Ma Ginny scosse la testa. "Sono troppo scomode, l'altra volta sono quasi caduta, ricordi?"

Oh. Era vero. Hermione sospirò. "Che peccato!"
"Faremo un incantesimo di crommodità. Sono perfette!" Fleur sembrava al settimo cielo, i suoi occhi brillarono e, Hermione era sicura di non sbagliarsi, lo fecero anche i suoi capelli.
Ginny e Hermione si guardarono: un incantesimo di cosa? "Cosa faremo, Fleur?" chiese quindi la giovane cognata.
Fleur sorrise divertita. "Un incantesimo di crommodità. Per non farsi male ai piedi. Come si dice?" Confusa, guardò le cognate con la fronte aggrottata quando notò che loro non capivano.
"Forse... di 'comodità'?" propose Hermione, mentre Ginny spalancava gli occhi.

Quindi esistevano magie di questo tipo e nessuno glielo aveva mai detto?
"Fammi provare, prima. Altrimenti metterò qualcos'altro..." Ginny prese le scarpe dalle mani di Fleur, subito prima che lei impugnasse la bacchetta e le incantasse in francese. Se le infilò e si sollevò di almeno una decina di centimetri. Ma era comodissima. Come a cavallo di una scopa e con i piedi a penzoloni. Come se stesse indossando delle calze di lana grossa in pieno inverno davanti al camino. "Oh!" esclamò, quando notò la differenza con l'altra volta. "Questo incantesimo è fighissimo! Hermione, guardami, dovrei riuscire anche a ballare!" Fece due passi e finse di volteggiare nella stanza fra le braccia di un accompagnatore.
Fleur rise. Ma Santo Godric, a quanti balli era andata ed era tornata con i piedi doloranti, quando avrebbe potuto chiedere a sua cognata?
"Grazie!" Si avvicinò alla francese e la strinse in un abbraccio, finalmente alla stessa altezza.
"Stasera sarà diverso!" Ginny ruotò su se stessa, facendo dondolare la stoffa.
"Beh, Ginnì, dobbiamo ancora sistemare la gonna!" E così dicendo diede due tagli alla gonna in diagonale, in modo che seguissero quelli della scollatura.
"Oh, per tutti i cappelli di Godric!" Sempre più entusiasta, la rossa si specchiò: si sentiva veramente bellissima, mentre continuava a girare su se stessa per osservarsi da ogni angolazione. "Ma non so se mia madre mi farà uscire con uno spacco così..." Spostò una gamba in avanti e la gonna scivolò sulla pelle, mostrando ben più di quello che avrebbe dovuto fare.

Fleur sorrise. "Vorrà dire che la distrarremo mentre indossi il mantello!"
E detto questo scoppiò a ridere, seguita dalle altre due.

***eccomi, come promesso! Grazie a chi legge!

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