La maledizione di Percy
Nel Ladro di Fulmini Ares maledisse Percy, dicendo che quando avesse avuto più bisogno della sua spada, essa lo avrebbe tradido. Tutti noi, compreso Perce, abbiamo pensato che questo sia accaduto mente lui stava combattendo Atlante. Ma se ci pensi su, il momento in cui aveva bisogno della sua spada, e quindi del suo spirito combattivo, del suo ardore, è stato quando ha fronteggiato il dio Tartaro. E lì è stato il momento in cui la sua spada è caduta dalle sue mani. Annabeth ha anche detto che non aveva mai visto Percy a quel modo...
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Però, povero bimbo, capiamolo insomma. Il TARTARO aveva preso forma proprio per uccidere lui ( e Annabeth), i suoi amici si stavano sacrificando per lui, dovevano raggiungere la casa di Ade... e lui non poteva fare niente. Insomma, aveva davanti Tartaro, uno degli dei primordiali, una forza che costituisce l'esistenza stessa... e lui era lì, piccolo e inerme, spossato dal viaggio nel tartaro e incapace di fare quello che desidera sempre con tutto il suo cuore: aiutare coloro che ama. Cosa poteva fare contro Tartaro stesso? Lui non ha la freddezza di pensiero di Annabeth, che le ha permesso di mantenere una parvenza di minimo controllo sulle sue reazioni. Percy vive di emozioni, di sentimenti, di slanci... come doveva sentirsi, vedendo che tutto ciò per cui lottava era sul punto di essere schiacciato con noncuranza dalla forza maligna più antica? Credendo di essere piccolo, inutile e insignificante? Sappiamo qual è il suo difetto fatale: la sua lealtà. E che cos'era la sua lealtà, deve aver pensato, se non poteva fare nulla per coloro a cui era leale? Gli deve essere crollato addosso il mondo, ragazzi. Lui aveva sempre affrontato qualsiasi cosa, e vinto pur di proteggere ciò che amava. In quel momento si è trovato davanti a qualcosa che era impossibile fronteggiare, che poteva distruggere con un pensiero qualsiasi cosa lui avesse mai amato, senza che Percy potesse fare nulla. C'è un motivo per cui le divinità primordiali restano come assopite. Sono l'esistenza stessa, non possono essere combattute...solo, con grande sforzo, tenute estraniate dal mondo mortale.
Perché ci stupiamo così tanto che il nostro leale, coraggioso, stupendo Percy abbia lasciato cadere la sua spada di fronte a tutto questo?
Io trovo molto più degno di nota, noncé infinitamente ammirevole, che abbia trovato la forza di raccoglierla. Di tornare a combattere la realtà stessa che si rivoltava contro di lui, per ergersi di nuovo a difesa di chi ne aveva bisogno, di chi amava.
Perché gli facciamo pesare tanto che abbia lasciato andare la spada?
Quello che importa di più è che non abbia lasciato andare sé stesso.
La prima parte è una traduzione da internet... la seconda è un mio pensiero personale. Che ne pensate?
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