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Capitolo XX

- Mi fa strano non avervi più qua, durante i pasti. - ridacchio, accompagnando il Principe alla porta.

Pronto per andare a pranzare con la sua famiglia, come fa da circa una settimana.

Lo scorso sabato c'è stato il brunch per l'annuncio dello scioglimento del fidanzamento e, dopo ciò, ha pian piano ricominciato a banchettare coi suoi cari.

Consapevole di potersi finalmente concedere di riavvicinarsi, almeno un po', a tutti loro.

- Non mi dirai che ti manco. - si china verso di me, bloccandomi il respiro a causa del sorriso divertito che gli adorna il volto - Eppure hai insistito così tanto perché arrivassi a tale svolta. -

- Mi avete fraintesa. - cerco di riprendermi - Sono felice per voi, devo solo ancora abituarmi alla novità. -

- Capisco. - annuisce - Beh, in fondo anch'io non mi sono ancora abituato a non averti più attorno in maniera costante. Sempre pronta ad alitarmi sul collo "Perché non andate a pranzare con la vostra famiglia?" -

- Sarà pur vero, ma scommetto che la mia assenza vi fa solo che piacere. Dopotutto sono una persona insistente e petulante. - borbotto.

Dev'essere contento di non avermi più tra i piedi come prima.

Già da un paio di settimane aveva smesso di spargere abiti per tutta la camera, ma dopo l'ufficializzazione della sua rottura ha pure iniziato a tenere tutti i suoi documenti su tavolo e scrivania.

Sempre con la solita disposizione pittoresca, ma... non più a terra.

Portando così la mia mole di lavoro a ridursi, tanto da lasciarmi più tempo per adempiere a compiti fuori dalle sue stanze.

Riducendo pure, di conseguenza, i momenti come questo.

- E ringrazio il cielo che tu lo sia. - alza gli occhi al soffitto - Altrimenti chissà dove sarei adesso. Probabilmente sottoterra, per mano di mio fratello. - mi sorprende.

- Come siete esagerato. Se vostro fratello fosse arrivato a macchiarsi d'un crimine del genere... si sarebbe finiti sul serio col dover attendere la maggiore età della Principessa. Diventata così l'ultima possibile erede al trono. - ribatto in tono scherzoso.

- Ma grazie! - scatta - Dunque, nel tuo immaginario, mio fratello eviterebbe di ammazzarmi per non rischiare la galera piuttosto che per amore fraterno. -

- Il vostro scopo passato non era proprio quello di farvi detestare da lui? Pertanto... di che amore fraterno parlate? - ringrazio il cielo d'essere di nuovo in grado di scherzare con lui.

Dopo la raggiunta illuminazione riguardo i miei sentimenti, tutto è stato un sali e scendi di emozioni e casini.

Per tre giorni ho faticato a reggere il suo sguardo, come mi sono trovata spesso in difficoltà a rispondere a certe sue frasi, ma adesso...

Adesso va meglio.

Non a meraviglia, ma riesco a gestirmi.

Conscia pure del fatto che, proprio oggi, avrà luogo l'incontro tanto discusso da Aline.

- Touché. - ridacchia.

Facendo sorridere il mio cuore.

Da qualche giorno ho cominciato a vederlo sempre più... sereno.

Fresco, riposato... leggero.

Come se pian piano stesse lasciando andare i fantasmi che cercavano di tirarlo giù nell'abisso.

Il che non potrebbe rendermi più felice.

- Ora è meglio vi sbrighiate a raggiungere la vostra famiglia. Alle tre avete un appuntamento importante, no? - mi sforzo di sorridere, alla domanda.

Dopo aver scoperto da Aline dell'incontro ho atteso che ne parlasse il diretto interessato, però... nulla.

Zero totale.

Non che io mi aspettassi chissà cosa, sia chiaro.

In fondo posso consultare la sua agenda ogni qualvolta mi necessita, solo...

Non lo so.

Forse una parte di me sperava che me lo dicesse, aggiungendo che era stata un'idea di suo padre.

Dicendomi che non era d'accordo, ma che doveva.

Insomma... tutto a parte avere la conferma che la cosa era stata una scelta sua.

Invece no.

Anzi... l'appuntamento è stato segnato, sul suo calendario d'incontri, in maniera sospetta.

Inusuale per com'è solito fare.

Un semplice e troppo riassuntivo "Visita d'ospite ore 15.00".

E quando ho provato a domandare spiegazioni?

La risposta è stata altrettanto insoddisfacente "Si tratta di una nobile dell'est."

Nulla più.

- Direi di sì, anche se considero tutti i miei appuntamenti importanti. - fa spallucce - Questo di diverso ha solo una cosa. -

Le sue parole mi mettono sull'attenti.

- Ovvero? -

- Sono curioso di far la conoscenza della persona che deve venire in visita a palazzo. Mio padre ha detto che già l'ho incontrata, in passato, ma io non me lo ricordo affatto. - scuote il capo.

- Male. Siete un Principe, dovreste tenere a mente i volti delle persone che incontrate. Anche se si tratta davvero di tantissima gente. - sento stringermisi il cuore.

È curioso di conoscerla...

- Quando ero più piccolo facevo più caso a ciò, ma col tempo i visi hanno cominciato a sembrarmi tutti uguali. Nel senso... sono seriamente troppi per ricordare con chiarezza anche chi ho visto tre volte in croce. -

- Posso immaginare. - ricordo con nostalgia la voce di mia madre. Che in un sussurro mi bisbigliava chi era chi, durante gli eventi a cui partecipavo.

Ammonendomi poi, a casa, per la mia scarsa memoria.

- Una cosa però è certa. Il volto d'oggi non lo scorderò tanto facilmente. - ridacchia, trafiggendomi in pieno petto.

È così emozionato all'idea di incontrare questa ragazza?

Ok che è la prima volta che può pensare al suo futuro romantico, però...

Questo è crudele, per il mio povero cuore.

- Capisco. - distolgo lo sguardo - Ora è meglio andiate. Finirete per far tardi. -

- Uhm... hai ragione. - lancia uno sguardo all'orologio - A dopo. - mi sorride, uscendo dalla stanza.

Per congedarsi da me fin troppo in fretta.

D'umore nettamente diverso dal mio.

Ho idea d'essermi fatta condizionare troppo dai discorsi di Aline.

Per giorni ha tentato di convincermi che il Principe prova dell'interesse nei miei confronti, ma così non è.

Palesemente.

Al massimo mi considera un passatempo.

La ragazza con la quale può bisticciare ogni qualvolta lo desidera.

Perché ammettiamolo... lui adora battibeccare, avere qualcuno in grado di tenergli testa.

Chissà se la ragazza che deve incontrare è così.

Sarà capace d'aver a che fare col Lionel che ho imparato a conoscere in questi mesi?

Anche se, a pensarci... non è detto lui mostri ad altri questo suo lato.

Di norma è sempre così pacato ed elegante, durante gli incontri di lavoro o con gli ospiti.

Un vero e proprio Principe.

Indegno del titolo di caso umano che si è aggiudicato in questi anni.

Che è stato avvalorato più dai suoi silenzi, durante determinati colloqui d'affari, che da suoi effettivi atteggiamenti fuori luogo.

Per tale motivo... non posso non domandarmi come si comporterà oggi, con lei.

Sarà più Principe o più Lionel?

E lei saprà capire la differenza tra i due?

Saprà vedere oltre, notando le meraviglie che questo giovane nasconde?

Uhm...

È egoista sperare in un no, però... non posso farne a meno.

Per quanto io lo voglia felice non riesco a non desiderare che possa esserlo con me.

Pur conscia del fatto che ciò porterebbe a tantissimi casini.

Primo tra tutti il dovergli dire chi sono.

Ah...

Ma non potevo prendermi una cotta per una guardia invece che per il Principe?

Che poi... cotta è decisamente riduttivo.

Siamo ben oltre ciò, pur considerando che non ho metri di paragone.

In vent'anni di vita non mi sono mai innamorata, non così almeno.

Cosa che mi destabilizza non poco, dato che non so bene come comportarmi.

Insomma... da qualunque parte la si guardi sono fregata.

Il Principe ha tra le sue mani il mio povero cuore ed io non sono certa di volere che me lo restituisca.

Soprattutto quando mi guarda così, come sta facendo ora dal riflesso dello specchio. Mentre si prepara per l'imminente incontro con la misteriosa ragazza.

- Mélodie, senti... - mi sorride, mentre si sistema il colletto - Mi domandavo una cosa. - si volta.

- Chiedete pure. - l'allegria nella sua voce mi incuriosisce.

È strano mi ponga delle domande.

Di norma si comporta in maniera fin troppo discreta, nei miei confronti.

Pertanto... sono proprio curiosa di sapere cosa lo interessa tanto da guardarmi in tal modo.

Con espressione divertita e sbarazzina.

- Sai ballare? - è il quesito che gli esce dalle labbra, sorprendendomi.

- Che domanda inaspettata. Perché lo chiedete? - inarco un sopracciglio - In questi tre anni vi siete arrugginito al punto d'aver bisogno di allenarvi con me? -

- Chi ti ha detto che sono arrugginito? Non è affatto così. Mi chiedevo di te per la festa che si terrà a palazzo tra due settimane. - ridacchia.

- Non vi seguo. -

- Vuoi dirmi che i tuoi colleghi non te ne hanno parlato? - è lui stavolta a guardare me con sorpresa - Eppure è un evento che attendono trepidamente ogni anno. -

- Non so nulla, davvero. - scuoto il capo - Potete spiegarvi? -

- Circa cinque o sei anni fa, i miei genitori hanno cominciato a domandarsi come dimostrare ai propri dipendenti il loro apprezzamento. Dopo poco hanno realizzato che non era giusto ci pensassero loro, decidendo così di domandare ai diretti interessati cosa poteva renderli felici. Con un sondaggio anonimo. Sorprendentemente le risposte furono molto simili. Chi desiderava un banchetto da Re, chi voleva indossare un bell'abito, alcuni smaniosi di vivere una serata da favola... insomma... tutto portava ad una risposta. Una festa da ballo, con buffet e buona musica. -

- Oh... - lo guardo curiosa.

- Fu così che si decise di organizzare ogni anno una festa per il personale del castello. Guardie, cameriere, maggiordomi, cuochi, stallieri... tutti. Senza nessuno escluso. Ovviamente, per correttezza tutto ciò viene allestito da esterni. Dopotutto non avrebbe senso ringraziarvi facendo organizzare a voi l'evento. Pertanto, solo per tale occasione, ci si avvale di ditte sparse per il regno. Dando pure modo ad esse di farsi pubblicità. -

- È un'idea carina. - ridacchio - Aline di sicuro starà già scalpitando. Strano non me ne abbia parlato. - ragiono.

- Temo che la colpa sia mia. Dopo lo scioglimento del fidanzamento ho iniziato a sentir parlare di me, alle spalle, con più veemenza. Probabilmente sono ancora tutti in fermento per quella notizia. -

- Chissà... - rispondo vaga, sapendo la realtà dei fatti.

Aline già sospettava uno svolgimento del genere, pertanto... è più probabile non me ne abbia parlato perché emozionata all'idea di partecipare, ad una serata principesca, col suo amato.

- Comunque... ancora non hai risposto alla mia domanda. Sai ballare? - china il capo con un adorabile sorriso divertito stampato in volto.

- Me la ca... - le mie parole vengono interrotte, dalle braccia del Principe. Che con estrema nonchalance mi tira a sé, mettendomi in posizione.

Facendoci danzare sulle note di un valzer che è solo nelle nostre teste.

- Me lo sentivo che eri brava, ma non pensavo così tanto. - s'allontana da me, piegandosi in un elegante inchino.

- Oh beh... - comincio a sentire il mio viso andare a fuoco - Siete voi eccellente a condurre. -

Diamine...

Che accidenti gli è preso?

Non mi aspettavo un qualcosa del genere.

Men che meno che il mio corpo reagisse in maniera così naturale.

Quasi credevo d'essermi oramai scordata come si balla.

Invece... tutto è stato perfetto, pressoché magico.

Come se, per un istante, ci fossimo solo ed unicamente noi.

Non solo nella stanza, ma nell'intero castello.

Che dico... nel mondo.

- Non sono arrugginito, eh? - ride - Però non posso certo attribuirmi tutti i meriti. Hai un passo davvero leggiadro ed elegante, degno delle migliori donne con cui ho danzato. -

- Le vostre lusinghe sono un po' esagerate. Non sono così brava. - scuoto il capo, in imbarazzo.

Sentendo ancora il calore della sua mano nella mia, come l'altra sul mio fianco.

- Dovresti accettare i complimenti meritati. - picchietta l'indice sul mio naso, guardandomi con un sorriso da arresto cardiaco - In questi anni molte tue colleghe hanno danzato con Jordan, durante la festa... e nessuna di loro era al tuo livello. Anzi... per quanto mio fratello sia bravo a condurre, ne esce sempre coi piedi doloranti. -

- Voi no, invece? -

- Come se qualcuna di loro volesse danzare con me. - ride.

Facendo nascere in me una sfrontatezza che non credevo d'avere.

- Beh, almeno una l'avrete quest'anno... - distolgo subito lo sguardo - Sempre che non mi facciate arrabbiare, da qui al giorno dell'evento. -

Buon cielo...!

Che ho detto?

Come mi è saltato in mente?

Ora chi ha il coraggio di guardarlo in faccia?

Soprattutto considerando il silenzio che è calato nella stanza.

Diamine... non può dire qualcosa?

Anche una battuta!

Qualunque cosa.

- Vedrò di fare il possibile perché ciò non accada. - è ciò che risponde in fine, con tono estremamente dolce.

Talmente tanto da spingermi a voltarmi.

Giusto in tempo per vederlo alla porta, mentre mi dà le spalle.

- Ora è il caso che io vada. - ricordo solo in tale momento il suo imminente appuntamento.

- Fareste bene a sbrigarvi. - lo saluto, vedendolo uscire dopo un cenno del capo.

Rendendomi conto di quanto io desideri profondamente stare al suo fianco.

Di quanto io voglia conoscerlo più a fondo, in ognuna delle sue sfaccettature.

Ed è con tale consapevolezza che esco dalla sua camera.

Intenta a domandarmi cosa il futuro mi riserverà, se continuerò ad avanzare in maniera così discreta.

A comportarmi in questo modo otterrò ben poco, lo so.

Ma... che dovrei fare?

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