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Capitolo XL

- Mi dispiace doverti domandare di ridarmi l'anello, quando arriveremo a palazzo. - si scusa Lionel, durante la cavalcata di ritorno.

- Figurati, tanto me lo restituirai domani. - ridacchio, ancora in una sorta di bolla magica.

Che persiste anche dopo il termine del nostro incantevole appuntamento al lago.

- È vero, ma fa comunque strano. Non trovi? -

- Non particolarmente. Dopotutto servirà per il giuramento che dovrai farmi alla festa. - lo ammiro sul mio dito.

Ricordando col sorriso sulle labbra la mano tremante del ragazzo, mentre me lo metteva dopo la mia risposta.

Che nulla poteva essere se non una positiva.

- Giuramento che andrà liscio come l'olio, ne sono certo. -

- Già. - rido - In fondo è più dura esporre un discorso a cuore aperto che uno prefabbricato, no? -

- Spiritosa. - mi scompiglia i capelli, facendomi lamentare - Piuttosto... tu come ti senti? Quando siamo arrivati al lago hai tirato fuori l'argomento con un tono un po' teso. -

- Serena come se fossi ascesa all'illuminazione delle illuminazioni. - rispondo convinta.

Dopo la sua dichiarazione ho realizzato di aver rimuginato un po' troppo sulla faccenda.

Preoccupandomi di cose superflue.

E dire che... pensavo di aver superato la fase dell'ansia da sguardi indiscreti.

Ansia che, ora, è davvero passata.

Al punto che nulla potrebbe irrompere nella mia bolla di buon umore.

Ma come si sa... è quando ci si adagia troppo che il "nulla" arriva, perché...

Non appena Lionel esce dalle stalle, dopo aver messo Swart nel suo box, vediamo arrivare Jordan.

Di corsa.

Trafelato quanto agitato.

- Jordan? Che succede? - scattiamo entrambi, preoccupati.

- Lionel, Mélodie. - cerca di riprendere fiato.

Sul viso nemmeno mezza traccia di un sorriso.

- Jordan? Forse sarebbe il caso ti sedessi. - faccio per posargli una mano sulla spalla, ma si scansa.

Troppo intento a puntare lo sguardo sul fratello.

- Non hai idea di chi sta arrivando. - scuote il moro, che come me deve ancora tornare completamente coi piedi per terra.

- Chi? Chi deve arrivare che ti agita... così... tanto... - il volto del mio ragazzo perde sempre più colore, di parola in parola.

Come le sue parole si fanno più flebili.

- No. - scrolla il capo - Sto pensando troppo. - si riprende.

- E invece sì. Altro che no. - il castano si strofina con troppa foga il viso.

- Sono sicuro che ho pensato ad un'altra persona, rispetto quella che stai per nominare. - insiste il maggiore dei due.

- Ne sei convinto? -

- Sì, certo. - annuisce con decisione - È da cinque anni che non si fa vedere. Né da noi né agli eventi pubblici di maggior rilievo. -

- Dopo oggi potrai dire che erano cinque anni che non si faceva vedere. - marca fin troppo la parola "erano".

- Dai Jordan. Non sei divertente. - sbuffa Lionel, puntandogli contro un dito - So che ultimamente abbiamo ricominciato a scherzare tra noi, ma questo è troppo. Pure per te. -

- Pensi sul serio che potrei prenderti in giro riguardo una cosa del genere? Non appena l'ho saputo sono rimasto in attesa del vostro ritorno, per poterti avvisare per tempo. - lo fissa con una serietà che mi fa rabbrividire.

- Oh, insomma ragazzi... volete parlare chiaro, per favore? Mi si sta per fermare il cuore a causa della vostra palpabile tensione. - mi agito sul posto.

- Oh, Mélodie... - sospira Jordan - Hai ragione, il fatto è che... -

- No. - viene interrotto dal fratello.

- Sì, Lionel. -

- No, ho detto. Avrà mandato un comunicato solo per spaventarci. -

- Lionel... - il castano lo afferra nuovamente - Sta per arrivare, stasera. - lo trapassa con lo sguardo - Ha mandato un suo vassallo a comunicarlo, arrivato due ore fa. Che ha annunciato che giungerà al castello in tempo per la cena. -

- Perché? - una bianca rassegnazione scorre sul volto del giovane.

- Posso solo fare qualche ipotesi. -

- Ipotesi su chi, si può sapere? - sento di star per impazzire.

Accanto ai due in para.

Due che, di norma, sono in grado di affrontare chiunque. Ad eccezion fatta delle loro ragazze, ma...

Dato che il problema non sono io e, consapevole non si tratti nemmeno di Julienne, di chi cavolo si sta parlando?

- Sto per dare di matto. Potete rispondere? - li incalzo, vedendo Lionel voltarsi verso di me.

Per la prima volta.

Lo sguardo incerto, la fronte aggrottata.

Ed è così che, finalmente, risponde.

Dandomi un responso che non mi sarei mai aspettata di sentire.

- Nostra nonna. -

- Ah? - mi blocco, a fissarli come una scema.

- La madre di nostro padre. - aggiunge Jordan - La Regina Madre. La sovrana inflessibile. Colei che, durante la precedente reggenza, ha governato giustamente, ma senza mai mostrare mezzo sorriso. -

- Alcuni, noi compresi, pensano non sappia nemmeno sorridere. -

Le loro parole mi sbloccano un ricordo.

Quando mio nonno, durante la mia infanzia, mi raccontava della donna.

Utilizzandola spesso come monito a comportarmi bene.

Con tanto di una non molto velata minaccia "Se non ti comporti bene arriverà la Regina Angéline a prenderti. E, lo sai, non è angelica come dice il nome."

- Vuoi dire che... - tentenno - Non ha mai sorriso nemmeno a voi? - una parte di me non vuole prendere per veri i miei ricordi come il loro timore.

- Vorrai scherzare, vero? Non l'abbiamo mai vista fare nemmeno un accenno di sorriso. - scuote il capo Lionel - Per non parlare del fatto che si rivolgeva a noi solo per riprenderci per qualche errore d'etichetta. -

- Ed ora... sta per arrivare. - Jordan non sa a che Santi far ricorso - Dopo la festa del secondo compleanno di Liliane non si è più fatta vedere. A nessun altro compleanno, anniversario, evento... niente di niente. -

- Forse... - azzardo - Non ha ricevuto gli inviti? -

- Impossibile. Glieli abbiamo sempre spediti, con tanto di lettere periodiche. Per sapere il suo stato di salute o solo nel tentativo di fare conversazione, come una normale famiglia. Ed in risposta abbiamo sempre ricevuto solo informazioni essenziali. -

- Magari vuole recuperare il tempo perso. Insomma... perché dovete essere così negativi? - tento disperatamente di trovare una motivazione più rosea.

- Mélodie, il tuo imperterrito lato ottimista ci ha spesso preso, ma... non stavolta. Fidati. - sospira Lionel.

- Concordo con lui. - annuisce Jordan - In ogni caso... è bene ora andiate a cambiarvi ed a fare una doccia. Dalle stime fatte... dovrebbe essere qui tra un'ora e mezza. -

- Un'ora e mezza? - scatto come una molla.

- Meglio sbrigarsi, no? - c'incalza, facendoci schizzare come missili nelle nostre stanze.

La Regina Madre...

Una donna impassibile, pure con la sua stessa famiglia.

Una nonna che, dopo anni, sta per presentarsi di nuovo al loro cospetto, ma...

Per quale motivo?

Davvero non posso sperare sia per recuperare il tempo perso?

Lionel e Jordan sembravano piuttosto certi delle loro convinzioni.

Senza contare che... se fosse come da me ipotizzato si sarebbe fatta viva prima, no?

Nel giro di tre mesi c'è stato sia il fidanzamento di un nipote che il compleanno di un'altra...

Entrambi motivi più che validi per farsi vedere.

Eppure... arriva oggi, la sera prima del fidanzamento del ragazzo che ha "macchiato" la reputazione della famiglia reale.

Dannazione...

Non può essere una coincidenza.

Spero solo non giungano altri casini.

Come quello presente al mio anulare sinistro, che dovrebbe essere in una scatolina. In attesa di domani.

- Che cavolo...! A causa del trambusto mi sono dimenticata di restituirglielo. - mi avvolgo nel mio soffice asciugamano, al termine della doccia.

Ero così presa dal tutto da non rendermi conto d'averlo ancora addosso.

Almeno posso ringraziare il cielo di non averlo perso giù per lo scarico.

- Mélodie, ci sei? Posso entrare? - sento l'allegra voce di Aline bussare alla porta.

- Che succede? È già arrivata? - apro in vestaglia, guardandomi attorno freneticamente.

- Eh? Chi? - entra confusa - Sono venuta per aiutarti a vestirti. Camille ha detto che sarà una cena impo... OH SANTO CIELO!! - le sue mani scattano, ad afferrare la mia - E questo?! Non dovresti averlo, ancora. È per tale motivo che ti ha chiesto quell'appuntamento così misterioso? -

- Sì. - scivolo via dalla sua presa, iniziando a scartare quasi tutti gli abiti portati con me - Ed è stato magico, finché... -

- Finché? - mi raggiunge, meno entusiasta.

- Finché non mi è stato comunicato l'arrivo della Regina Madre. - sospiro pesantemente - Ho cercato di mantenere la calma, ma l'agitazione di Jordan e Lionel continua a ronzarmi in testa. -

- La Regina Madre? Oh... ecco perché stanno tutti correndo qua e là come pazzi. - ragiona - Mi pareva un atteggiamento insolito. Ma... dove sta il problema? Sarà venuta a porgervi le sue congratulazioni. -

- E se invece volesse farci annullare il fidanzamento? -

- Che ci provi pure, no? Hai affrontato roba ben peggiore di una nonna contraria alla consorte del nipote. -

- In effetti... - mi blocco. Tra le mani l'unico vestito decente del mazzo.

Scartato, ovviamente, quello preparato per domani.

- Sei riuscita a riportare al regno il suo Principe smarrito, hai combattuto contro uno zio tiranno, ti sei prodigata per tuoi cari sporcandoti le mani con lavori che molti nobili nemmeno conoscono... insomma, davvero vuoi cedere, adesso, per una cosa del genere? -

- Chi ha detto che voglio cedere? - scatto - Sono solo tesa. Stiamo comunque parlando della nonna del mio fidanzato. Mi permetterai di sperare d'andarci d'accordo. -

- Vedrai che impazzirà per te. Come potrebbe essere il contrario? - mi piazza davanti allo specchio - Sei adorabile sia fuori che dentro. -

- Sei molto dolce, Aline. Ma non credo sarà così facile. Da come hanno parlato di lei sembra essere una persona che non si può conquistare con della semplice gentilezza. - sospiro.

- E quindi? Tu hai molto più di ciò. Ti sei forse dimenticata che, il Principe, ritiene che la tua miglior dote sia la tenacia? - comincia ad aiutarmi col vestito.

Mentre mi soffermo a riflettere con più attenzione alle sue parole.

- Hai ragione. - annuisco in fine - Anche se dovesse dirmi chiaro e tondo che non posso stare con suo nipote, poco importa. Le dimostrerò quanto i miei sentimenti contino più del suo dissenso. Ed in caso... sono disposta a prenderla per sfinimento, come ho fatto con Lionel quando si ostinava a fingersi un cattivo ragazzo. -

- Ecco, così ti voglio. - ride, finendo di sistemarmi i capelli - Ma... tornando all'anello... - scatto io - L'anello!! -

Correndo verso la porta - Devo restituirlo a Lionel prima dell'arrivo di sua nonna, altrimenti partirò già con dieci passi dietro la linea di partenza. -

- Buona fortuna. - mi saluta, vedendomi poi schizzare via lungo i corridoi.

Diretta alla camera del moro.

- Oh, Mélodie. Sei già pronta? Ottimo. - vedo Jordan, davanti alla porta del fratello - Stavo giusto per chiamare Lionel. - bussa.

- Eccomi, eccomi. - esce il ragazzo, notandomi subito - Se non fosse per il vestito, sembrerebbe una scena di qualche mese fa. - commenta, non riuscendo però ad utilizzare il tono tranquillo che sperava.

- Se serve ad aiutarti posso tornare petulante come un tempo. - sfilo l'anello dal dito - Ma prima credo sia il caso di mettere via questo, che dici? - glielo porgo, vedendolo annuire con decisione.

- Meglio. - sparisce per qualche attimo nella camera, tornando poi con un - Pronti? -

- Non tanto. - sospira Jordan.

- Decisamente sì. - rispondo io, che mentre mi dirigevo qui non ho fatto altro che automotivarmi.

- Sei seria? - scattano i due.

- Certo. - annuisco, puntando lo sguardo serio su Lionel - Piuttosto tu... che hai intenzione di fare? Intendo, nel qual caso provasse a farci separare. -

- Che domanda è la tua? - sbarra gli occhi - Potrebbe anche tentare di allontanarci a forza, ma non sono intenzionato a cedere. Non adesso che i nostri sentimenti sono reciproci. -

- Allora non pensi sia il caso di calmarsi? Vi siete messi così tanto in allerta da mandare in paranoia pure me. - sospiro.

- Hai ragione Mélodie... - Jordan mi guarda con un sorriso tirato sulle labbra - È solo che... l'ultima volta che l'abbiamo vista eravamo ancora dei ragazzini. Senza contare che, per tutta la nostra infanzia, ne siamo stati abbastanza intimoriti. -

- Già. Averla di fronte ti fa sentire come sotto processo. Costantemente. - aggiunge Lionel - Pensa che mi sono ispirato ad alcune sue occhiatacce per plasmare i miei "sguardi glaciali", degli ultimi tre anni. -

- E non credete che, ora che siete grandi, sia giunto il momento di affrontarla? Insomma... volete forse dirmi che pure vostro padre si sente così, quando c'è lei? -

- Più o meno. - riflettono - Diciamo che mamma è quella più a suo agio. -

- Allora vedete di prendere esempio da lei. - sostengo con decisione il loro sguardo - Intesi? -

- Beh... - si scambiano un'occhiata - In effetti, forse ci siamo fatti prendere un po' la mano. A causa di traumi passati. -

- Sono ancora dell'idea che non sia venuta per recuperare il tempo perso, ma... voglio provare ad accoglierla senza alcun pregiudizio. - Lionel mi sorride.

- Bravi, sono fiera di voi. - batto le mani, guardando oltre loro - Andiamo a chiamare Lily per raggiungere poi i nostri genitori? -

- È già con loro. - risponde Jordan, tirando un profondo respiro - In pratica, manchiamo solo noi. -

- Meglio sbrigarsi, allora. - li precedo, arrivando con i due giusto in tempo per sentire Tiago annunciare l'arrivo imminente della temuta Regina Madre.

Che andiamo ad attendere davanti al portone d'ingresso.

Nemmeno fossimo nove processionarie in fila, ordinate e composte.

Silenziose che, col fiato sospeso, osservano la porta della vettura venir aperta.

Con lentezza quasi esasperante.

Mostrandomi così la donna, di un'eleganza ed imponenza disarmante.

Avvolta nel suo bell'abito, che sembra non aver subito l'effetto del lungo tragitto.

Perfettamente impeccabile, senza messa piega.

Come fosse sotto l'effetto di qualche assurdo incanto anti stropicciamento.

Ma ancor prima che possa anche solo fare un commento a Lionel, il suo sguardo si solleva.

Verso tutti noi.

Posandosi con attenzione su ognuno, con fare assai contrariato.

- Cos'è questo assurdo teatrino? - esordisce in fine, proprio quando la Regina Francine stava per salutarla.

- Che volete dire, Madre? - rimango di sasso, a sentire il Re utilizzare il voi con colei che l'ha messo al mondo.

- Da quando si aspettano gli ospiti così? Siete la famiglia reale, non i vassalli di corte. - avanza, rifiutando l'aiuto del poveretto al suo fianco - A quanto pare vi siete adagiati sugli allori, in mia assenza. -

- Voi dite? In effetti ci mancavano le vostre visite, Angéline. - le sorride la Regina, mentre i miei genitori se ne stanno al suo fianco con Séline.

Tutti e tre completamente di ghiaccio.

- Diplomatica come sempre, Francine. - le fa un cenno col capo - Comunque, bando ai convenevoli. Non mi piace perdermi in discorsi inutili, per questo andrò dritta al punto. - i suoi occhi si posano sul moro e... su di me.

Che mi costringo a sostenere, dopo una rapida riverenza.

In effetti avevano ragione a dire che ci si sente sotto processo, a guardarla.

- Prima di domani sera ho intenzione di passare del tempo sola con questa signorina. - comunica, riferendosi a me - Pertanto, tenetelo a mente per eventuali organizzazioni. - ci supera, entrando senza tante cerimonie - Per il resto... il viaggio è stato lungo. Fatemi portare la cena in camera. -

Sparisce così.

Accompagnata dai suoi uomini.

Il vassallo venuto ad avvisare del suo arrivo e la cameriera giunta con lei.

Mentre noi... restiamo a fissare la sua schiena, dritta ed elegante.

Che tutto sembra fuorché quella di una donna stanca a causa di un lungo viaggio.

Al contrario nostro, che diamo l'impressione d'essere persone distrutte quanto confuse ed agitate.

- Cos'è che ha detto...? - è Lionel a parlare, per primo. Accanto a me.

- Che vuole passare del tempo con Mélodie, da sole. - risponde sua madre.

- Non è che l'ha scambiata per Liliane, visto che non la vede da anni? - ipotizza Jordan.

- Credi forse che tua nonna possa dimenticarsi il colore dei capelli ed occhi di sua nipote, in cinque anni? Oltre all'età. - domanda il padre - In tutta la mia vita non l'ho mai sentita dimenticarsi di nulla. -

- Ma Liliane era piccola. - ribatte Lionel.

- Senza contare che nonna potrebbe essere diventata mezzo cieca, con l'età. O potrebbe soffrire di qualche tipo di demenza senile. - aggiunge Jordan.

- Non credete di star ad esagerare? - inarco un sopracciglio, capendo la loro speranza di aver compreso male.

- Mélodie ha ragione. - annuisce Francine - Quella donna ci sta con la testa molto più di voi. Per questo vi dico che... sapeva perfettamente ciò che stava dicendo. - si volta verso di me - Il punto è, piuttosto... te la senti di passare del tempo con lei? -

- Non mi pare di avere altra scelta, no? - rispondo, ricordando in quel momento d'aver detto una frase simile in un'altra circostanza.

Per una persona che ora amo come non mai.

Il che... mi fa cambiare ottica, riguardo la faccenda.

Forse, pure ad aver a che fare con lei finirò col trovarmi di fronte ad una piacevole sorpresa.

Chissà.

- Certo che ce l'hai, Mélodie. Nessuno ti obbliga. - Lionel mi afferra per le mani, lo sguardo serio - Possiamo sempre affrontarla in altro modo, non serve tu vada contro il drago da sola. -

- Drago, addirittura? - rido, scuotendo il capo.

Lasciando poi di sasso i presenti, con la mia successiva risposta.

Che con calma e serenità espongo, a testa alta.

- E drago sia. Stavolta sarò io l'eroina del Principe. -

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