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Trovarsi - 31 Dicembre

(31 Dicembre, anno 1940)

Ciao Sophie,

oggi è il 31 Dicembre.

Non so mai come reagire a questo giorno, è così ambiguo e invadente – così carico di aspettative che io davvero non so, è quasi difficile da gestire.

Si dice sempre "anno nuovo, vita nuova" ma io, tutta questa rivoluzione, mica la vedo.

E' solo un giorno, qualche ora. Niente di più, niente di meno.

Sono sempre circondato da persone che, il primo Gennaio, si svegliano e raggiungono la stazione per tornare a scuola con le migliori delle intenzioni.

Le ragazze si tagliano i capelli, i ragazzi mettono i vestiti nuovi e i professori si aspettano sempre qualcosa di diverso da te.

Come se quelle poche ore e quel conto alla rovescia fossero davvero una magia: si conta tutti insieme ad alta voce e improvvisamente non si è più gli stessi di prima.

Cinque – E tutti fremono, il cambiamento sta arrivando, le nuove opportunità e occasioni sono alle porte.

Quattro – Ci si stringe, ci si abbraccia come se fosse l'ultima volta che ci si vede. Come se poi tutto cambiasse e non si potesse più avere o volere le stesse cose.

Tre – Si alzano i bicchieri, lo spumante pronto a essere stappato e gli urli d'auguri già pronto sulle labbra.

Due – Il momento è arrivato, ci si guarda e ci si sorride. Probabilmente si pensa a ciò che si vuole fare nell'anno nuovo, si pensa a tutto quello che si vuole migliorare e a questa nuova vita a cui si va incontro.

Uno – le case si accendono di grida e festeggiamenti, le strade vengono riempite di luci e scoppi e l'eccitazione è alle stelle.

Zero – L'anno nuovo è arrivato, si saluta quello vecchio come se ormai fosse una storia lontana e già ci si sente diversi.

Ci si sente più grandi, migliori, più propositivi.

Quel progetto, quello che da tanto vive nella nostra mente, sicuramente verrà realizzato adesso. E quella ragazza, quella bellissima ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi, uscirà con noi – anno nuovo, vita nuova. Accadrà sicuramente.

Sono passati solo pochi secondi dalla fine dell'anno eppure già è tutto diverso.

Io mica lo so se davvero si è diversi, Sophie. Io non mi ci sono mai sentito, diverso dico, non ho mai avuto questa sensazione e non ho mai vissuto questo giorno con eccitazione.

In realtà, ad essere sinceri, non ho neanche mai voluto che arrivasse: sono sempre stato bene così come stavo, con i miei amici al mio fianco e i miei genitori ad aspettarmi e sorridermi. E con te adesso, insieme a me, a scrivermi e parlarmi.

Non ho mai capito questa smania di crescere, di passare oltre e lasciarsi tutto il resto alle spalle.

E quest'idea, poi, che questo inizio dell'anno porti con sé cambiamenti: io mi sento sempre lo stesso ragazzo con i capelli che vanno in tutte le direzioni e gli occhiali storti sul naso. Lo stesso che si riduce sempre all'ultimo per studiare e si ritrova a fare le nottate sui libri per non prendere un'insufficienza – anche se poi, forse un po' ne vale la pena se a portati una coperta calda in piena notte è una ragazza dagli occhi verdi e il sorriso luminoso.

Sono sempre lo stesso che arriva in ritardo a lezione e che fa fatica a mettersi la cravatta, che ti lascia un posto a tavola e ti mette da parte una fetta di torta al limone – quella che tanto ti piace e che ti metterei da parte per tutti i giorni della mia vita, pur di vederti sorridere come fai solo tu –.

Lo stesso ragazzo che si sente male prima di una partita di calcio, sempre, anche se magari è una partita poco importante e ormai, dopo quattro anni, ci si aspetta quasi che sia cresciuto e riesca ad affrontare l'ansia senza rinchiudersi in una stanza.

E soprattutto, sono sempre lo stesso ragazzo che prima delle vacanze è ruzzolato giù dalle scale per guardarti.

Io ho paura Sophie, più di quanto tu possa immaginare. Ho paura di ieri, di oggi e di domani, di quello che succederà e di quello che forse non ho fatto succedere.

Ho paura di non farcela e ho paura di non riuscire ad aiutare e proteggere chi merita, chi amo. Le mie paure sono tante, talmente tante che neanche io le conosco tutte – e forse è meglio così, complessato come sono.

Mi chiedo sempre se ho fatto del mio meglio, se forse avrei potuto fare di più e se mi merito ciò che ho: sono tante le cose su cui sono in dubbio e, te lo confesso, tra le tante ci sei tu.

Da un giorno all'altro, senza che io me ne rendessi conto, sei entrata nella mia vita e non te ne sei andata più.

Io davvero non so cosa ho fatto per averti con me ma so per certo che non voglio perderti, che non voglio provare a vedere cosa succederebbe se te ne andassi e non voglio scoprire quanto vuota sarebbe la mia vita senza una te che mi arriva alle spalle e mi trascina fuori, al freddo e senza niente di pesante con sé perché c'è la neve, e la neve merita di essere guardata in silenzio. Merita anche il raffreddore che ne viene dopo probabilmente, ma non fa niente perchè la neve con te al mio fianco merita.

Quello che so è che ho paura proprio come l'hai tu e che di certezze non te ne posso dare. Non posso darti i per sempre di cui tanto si parla ma posso provare, se me ne darai la possibilità, a darti me ogni giorno.

Non so tante cose ma so cosa quel giorno stavo guardando quando caddi e trascinai giù con me Patrick, James e Peter.

Quel giorno – lo ammetto – guardavo te.

Stavo raggiungendo la mensa per fare colazione prima della partenza, mi chiedevo giusto dove fossi dato che all'uscita dei dormitori non ti avevo vista e poi eccoti lì! Alla fine delle scale insieme a una ragazza che, ad essere sinceri, non ho minimamente guardato.

Tu eri lì, con la tua sciarpa e i tuoi guanti viola, ed eri davvero bella Sophie.

E le persone, si sa, la mattina vanno di fretta. Io ho perso un po' troppo tempo a guardati, a perdermi in te come mi accade sempre più spesso e qualche ragazzino che andava di corsa mi ha urtato.

Il resto hai potuto vederlo da te.

Non so perché te lo sto dicendo, non so cosa mi abbia spinto a raccontarti questa cosa che pensavo mi sarei portate dentro per sempre, senza mai dirla a nessuno.

Ma l'ho fatto e spero che sia vera quello che si dice a proposito dell' anno nuovo, vita nuova, perché forse a me non va più bene così, forse le cose, così come stanno, non sono abbastanza.

Forse, sì, sono sempre lo stesso ragazzo di sempre ma stavolta, quando ci vediamo, vorrei poterti guardare senza nascondermi e vorrei anche poterti stringere le mani: le tue mani sono così piccole e sono sempre fredde, e ho sempre avuto voglia di stringerle tra le mie.

Io sono sempre lo stesso e continuo a pensare che le cose in realtà non cambino poi tanto, ma se per caso questa cosa fosse vera, se ci fosse anche solo una piccola possibilità, allora Sophie io ci provo.

Io ci provo perché tu ne vali la pena, vali tutti i tentativi andati male e tutti quelli che verranno. Vali tutte le prese in giro di Patrick e le punizioni per essermi messo in mostra: vali tutto questo e molto altro ancora, perché sei una di quelle che ne vale la pena, con le tue arrabbiature facili e il poco senso dell'umorismo. Con le tue giornate no e il tuo orgoglio che non ti fa mai fare un passo verso di me.

Io ci provo Sophie, perché ne vali la pena e la varrai per tutti gli oggi che verranno.

Anno nuovo, vita nuova, per cui io ci provo e ti aspetto.

Ti aspetto a scuola, nei weekend. Ti aspetto alla caffetteria o in quel bar all'angolo dove vanno sempre tutti, ti aspetto ovunque tu voglia.

Ti aspetto con l'aria che sa ancora di Natale, del nostro Natale che sarà sempre con noi, e con tutte le paure che ignoreremo insieme. Non ci saranno paure tra di noi, non ci saranno fraintendimenti e dubbi.

Sono qui Sophie, l'odore della neve ancora nell'aria e questa strana magia a farci da scudo, a proteggerci.

Sono qui: io, te e solo un caffè a dividerci.

Tuo Andrew

Natale 1977
Ovvero, di come quel lontano Natale Andrew e Sophie furono Andrew e Sophie insieme







Note a piè di pagina:
Solitamente, nei capitoli precedenti, ho preferito non occupare spazio con note autore e con i miei pensieri (che finiscono inevitabilmente per essere sempre troppo lunghi).
Questa volta però mi sembra doveroso, essendo arrivati all'ultimo capitolo (anche se potrebbe essere un extra, devo ancora vedere se riesco a farlo come ho in mente): vorrei ringraziare quelle due anime (letteralmente) che hanno seguito questa storia, quelle che hanno votato e addirittura lasciato un commento.
La storia è breve, forse troppo per riuscire ad essere notata qui, ma Andrew e Sophie meritavano un angolo per loro, meritavamo di essere pubblicato e provarci.
Ho iniziato questa storia quasi due anni e mezzo fa, ci ho messo tanto a finirla perché andavo un po' a come stavo con l'umore, e altrettanto tempo ci ho messo a renderla pubblica.
Ora come ora non potrei essere più felice.

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