Odore di neve - 19 Dicembre
(19 Dicembre, anno 1940)
Ciao Andrew,
non scriverò "caro Andrew" perché suona tanto come qualcosa di formale e lontano. Mi sembra quasi che crei un muro invisibile tra due persone, non trovi anche tu?
Non dirò "caro Andrew" perché è troppo distante da te e da me, da quello che siamo e da quello che potremmo essere insieme - come se tu non fossi lo stesso che, poco prima che partissimo per queste vacanze, è ruzzolato giù per le scale portandosi dietro i suoi amici in un insieme di gambe, braccia e imprecazioni; e come se io non fossi la stessa che ne ha riso forse più di quanto avrebbe dovuto, invece di intervenire e cercare di sistemare la situazione, come ogni buon studente avrebbe fatto (cosa stavi guardando, James, di tanto interessante quella mattina?).
Quindi, visto che tu sei sempre tu, forse ancora un po' troppo rumoroso, ma sempre tu, e io sono ancora io, probabilmente ancora troppo impegnata a pensare a tutte le conseguenze delle mie azioni per vivere e basta (me lo dicesti tu alla fine del quarto anno, ricordi?): ciao Andrew!
E' quasi Natale, le vacanze sono da poco iniziate eppure mi sembra già di vederne la fine e stamattina - per favore, non ridere -, quando mi sono svegliata, mi è sembrato quasi di sentire l'odore della neve.
Mi rendo conto, sai Andrew, di quanto questo possa suonare strano e a tratti bizzarro, però giuro che non c'è nulla di inventato in queste parole.
Stamattina, semplicemente, ho aperto la finestra e l'odore della neve mi ha investita, improvviso e travolgente.
Sa di tante cose, questa neve.
C'è l'odore del parco della scuola dentro. Di quando finisci una giornata piena di lezioni e non desideri altro che stenderti sotto un albero e rilassarti.
C'è un esperimento riuscito bene e c'è il fuoco del camino, caldo e rassicurante come quando la sera, prima di andare a dormire, ci sediamo sul divano per un po' e parliamo - di cosa, alla fine, neanche lo ricordo, ma parliamo. Per ore, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
C'è anche casa in tutto quel bianco: ci sono i biscotti preparati dalla mamma e le mille cravatte strane di papà, quelle che tanto mi piacevano da piccola e che la mamma non sopporta.
Se scavi bene, c'è anche la risata lontana di due bambine, una bionda e una rossa, che ridono per tutto e per niente. Che ridono per il puro gusto di farlo, come se fosse la cosa più semplice del mondo e come se non dovessero fare altro per tutta la vita.
Ma soprattutto ci sei tu, Andrew, in questa neve.
C'è l'odore della tua sciarpa, quella rossa che porti sempre in questo periodo per nascondere il naso arrossato e le labbra screpolate dal freddo.
Ci sono i tuoi capelli perennemente in disordine e i tuoi occhi sempre sorridenti. Sempre con quella strana luce che li caratterizza, come se vedessero qualcosa che è visibile solo a loro - vorrei tanto vederlo il mondo che vedi tu, Andrew. Vorrei tanto vedere con i tuoi occhi per un po', per scoprire tutte quelle meraviglie che ti fanno sorridere.
E - te lo dico sottovoce - vorrei che fossi qui, sai?
Mi piacerebbe averti davanti, seduto di fronte a me mentre cerchi di aprire tutti i cassetti della mia scrivania e scoprire quante più cose possibili.
Ti parlerei faccia a faccia, occhi negli occhi, se fossi qui.
Vorrei tanto poter distruggere queste barriere che le lettere creano - come se le reazioni e le emozioni si potessero vivere attraverso pagine di pergamene e strisce di inchiostro.
Ti vorrei qui, Andrew, lo vorrei davvero tanto; poi però, ad essere sinceri, ci penso meglio e realizzo che c'è una parte di me, quella codarda, quella vigliacca, che è contenta così. Quella parte che forse, un po', si trova comoda in questa distanza che c'è tra noi.
Perché se tu fossi qui, con i tuoi capelli indomabili, gli occhiali in bilico sul naso come sempre, la perenne iperattività e la parlantina incessante che ti caratterizza, non riuscirei a dirti nulla di tutto ciò.
Non potrei dirti che giusto un po'... okay, un po' più di un po', diciamo tanto, mi manchi.
Se fossi qui, soprattutto, non potrei dirti che probabilmente - molto più forse sì che forse no - se adesso mi chiedessi di uscire ti direi di si.
Ora come ora, Andrew, con la neve fuori che sa di tante cose e di niente, e che sa di te, non vorrei altro che dirti di sì.
Sophie
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