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Capitolo 8

《... di me...》aggiunsi con un refolo di voce.

Tremavo così tanto che temevo di svenire da un momento all'altro: quello che mi stava raccontando era...

Pazzesco...

Mi sentivo sopraffatta: dentro di me avevo un groviglio di emozioni contrastanti.

Da un lato ero quasi contenta, felice, di aver finalmente conosciuto un membro della mia famiglia, addirittura la madre su cui fantasticavo durante i miei infiniti momenti di solitudine. Ma d'altro canto, un sorda rabbia mi strisciava sottopelle, incitandomi a reagire, a lottare.

Come aveva potuto prendere una decisione così avventata?

Perché non aveva riflettuto sulle conseguenze?

Voleva solamente essere portata in trionfio all'interno del Clan?

Aveva letteralmente distrutto la mia vita e ora...

Voleva recuperare il "tempo perduto"?

No...

Non potevo...

Io...

Mi presi la testa fra le mani: mi sentivo così confusa.

Maestro Ike...

Se soltanto lei fosse qui...

Ma lui non era al mio fianco, non più, mi era stato strappato via in maniera brutale. E io dovevo prendere una decisione perché sapevo che mentre io e mia... mentre io e Val parlavamo, il Lupo mieteva vittime.

I sopravvissuti del villaggio venivano decimati.

Io...

Lo sentivo.

《E poi?》chiesi con voce roca. Avevo una voglia matta di piangere e gridare, ma non feci nulla di tutto questo.

Mi limitavo a respirare.

Come mi aveva insegnato il mio mentore.

Mio padre.

Inspira...

Espira...

Brava, Kira...

La sua voce popolava i miei pensieri dandomi la forza di continuare.

Continuare a parlare.

Continuare a respirare.

Continuare a vivere.

Quando il Maestro appose il Sigillo sul mio corpo si accorse che aspettavo te e si fermò... Seppure con voce flebile ed intrisa di sofferenza, Val continuò a raccontare quella parte di storia che mi era stata taciuta per tanto tempo. Ma io lo incitai a continuare... Quel demonio aveva ucciso Sylas... Aveva sbranato lo Sciamano, mio padre... Mentre io e il Maestro ci eravamo rifugiati nella foresta, gli altri, amici ed compaesani, venivano trucidati, smembrati, fatti a pezzi... E io non potevo permettere a quella Bestia di continuare la sua opera di violenza e sangue... A qualsiasi costo...

Dalla mia gola proruppe una breve ed amara risata: in pratica mi aveva condannata all'inferno solamente per vendicarsi.

《Quindi io cosa sarei? Un mero strumento di vendetta? Un contenitore dove buttare i demoni?》la incalzai con una raffica di domande, la voce affilata come una lama.《Cosa sono io per te? Cosa?!》

Non riuscii più a trattenere le lacrime e le lasciai libere di scivolare lungo il mio volto fino a cadere nel buio infinito che ci circondava.

Non mi vergognavo di piangere: anche se una volta lo giudicavo un atto da debole, crescendo avevo capito che esternare le proprie emozioni non era sintomo di debolezza, bensì di forza.

Vidi che le mie parole avevano toccato un nervo scoperto.

Val sussulto' e si portò una mano al petto, massaggiandolo lievemente, come per alleviare un dolore al cuore.

I suoi occhi scuri screziati d'argento erano baratri colmi di tristezza e rimpianto.

Kira... Io... Devi capire... Avevo appena preso l'amore della mia vita... Mio padre era stato trucidato... Pezzi di amici, persone con cui avevo condiviso l'infanzia, giacevano ai miei piedi... Tu, al mio posto, cos'avresti fatto?

La guardai a lungo prima di risponderle.

Studiai a fondo il suo volto, la sua espressione concentrata, ma distorta dalla sofferenza, e fu lì capii.

Capii davvero.

Io...

Avrei fatto la stessa identica cosa...

Se avessi visto i miei amici morire, io avrei preso la medesima decisione.
Avrei fatto qualsiasi cosa in potere pur di salvare le persone che amavo.

《Io...》balbettai senza fiato dalla rivelazione appena avvenuta.

Come potevo condannarla se il mio pensiero coincideva col suo?

Ero un'ipocrita.

Caddi sulle ginocchia, piegata dall'enormità di quel racconto, la storia della mia vita. Appoggiai i palmi a terra, anche se in effetti, nel luogo dove ci trovavamo, non esisteva un pavimento, né soffitto né pareti.

Avevo gli occhi sbarrati ed il respiro affannoso: non riuscivo a calmarmi, non potevo calmarmi.

Improvvisamente sentii un'eterea mano posarsi sulla mia spalla, non ne percepivo il peso quanto il calore, un dolce tepore che si espandeva nel mio corpo, com'era successo quando il Maestro Ike aveva condiviso la sua aura con me.

Alzai la testa di scatto e mi ritrovai di fronte lei, Val, mia madre.

Ora che la vedevo da vicino riuscivo a intravedere qualche tratto in comune con lei, forse il naso, forse le labbra, di sicuro non gli occhi.

I suoi erano eterni e... caldi... mentre i miei erano verdi, impetuosi e feroci.

《Io... Non...》Non sapevo neppure io che cosa dire, ma volevo riempire quel silenzio carico di dolore e lacrime.

Lo so, tesoro mio... Lo so...

Poi mi abbraccio' lievemente: eravamo entrambe inginocchiate quindi fu una cosa un po' scomoda, ma...

Le sue braccia mi cinsero il corpo mentre una mano accompagnò la mia testa sulla sua spalla. All'inizio rimasi immobile, in preda a quel sentimento dolce-amaro che provavo, ma poi mi sbloccai e la strinsi a me, piangendo fiumi di lacrime sulla sua profumata pelle.

Mi dispiace, tesoro...

Mi dispiace...

Continuò a ripetere incessantemente come un disco rotto mentre i singhiozzi si diradavano e le lacrime si asciugavano.

Lentamente sciogliemmo l'abbraccio e notai che la sua espressione non era più sofferente; certo, possedeva ancora quella nota di rimpianto che non l'avrebbe mai abbandonata, ma ora...

Ora riuscivo a vederle anche una flebile gioia, una fioca luce di felicità, che rendeva le pagliuzze argentate dei suoi occhi più brillanti.

《E ora...》mi schiarii la voce, arrochita dal pianto.《Che si fa?》le domandai curiosa e determinata.

Dovevo tornare indietro, al mio Clan, alla realtà.

Dolore aveva liberato lo Spirito del Lupo Vendicativo e sapevo che il mio villaggio erano irrimediabilmente distrutto, ma dovevo fare qualcosa.

Esiste un solo per tornare alla realtà... Ma sarà molto difficile e doloroso...

《Io... Devo tentare... Nadja, Lee... Loro... Sono morti... Così come il Maestro Ike, la figura più importante della mia vita... Io non potrò riportarli indietro, ma devo fare qualcosa... Tu lo sai! Io devo!》Cercai di spiegare le mie motivazioni.

Non m'interessava nulla delle difficoltà e del dolore: ero pronta ad attraversare l'inferno se fosse stato necessario.

Hai ragione... Io lo so... Ed è per questo che non voglio dirtelo... Non voglio che tu passi quello che ho passato io... Tu meriti...

《Cosa? Di vivere nel rimpianto? Con la consapevolezza di aver negato l'aiuto che potevo offrire? Con le mani sporche del sangue dei miei amici?》parlai con voce dura e tagliente sperando di scuotere qualcosa dentro di lei.

Avevo capito che Val lo faceva per il mio bene, perché mi amava.

Sì, avevo capito anche questo, ma nonostante ciò io dovevo andarmene da lì e tornare sul campo di battaglia.

Era quello il mio posto.

Kira, tu sei così... Appassionata... Hai un fuoco dentro di te che non si spegnerà mai... Con occhi tristi, nonostante tutto l'amore e l'orgoglio che usciva ad ondate da lei, mi disse ciò che avrei dovuto fare e io raggelai.

Devi affrontare il Lupo...

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