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Capitolo 5

Il giorno della battaglia


Certo che le guerre cominciano proprio in maniera imprevedibile...



Avevo appena acquistato una ciambella al cioccolato, la mia preferita, dal chiosco di Yu, un ragazzo dai capelli viola e l'aria simpatica, quando accadde.

Era una mattina abbastanza tranquilla, anche se la minaccia di Mat aleggiava nell'aria, le attività del villaggio procedevano come sempre: gli allievi in Accademia, le Sentinelle in pattuglia e i Maestri facevano sì che tutto funzionasse a dovere.

Mi ero diretta al chiosco dei dolci in un raro momento libero che avevo: fra allenamenti e pattugliamenti, noi Sentinelle arrivavamo a sera letteralmente sfiniti.

Persi quasi un minuto intero prima di decidere per il cioccolato e forse fu quello il mio sbaglio, se fossi stata più sicura non mi sarei trovata lì, ma sulla via di casa.

In strada non c'era molta gente, a parte qualche sparuto cliente, e fu una gran fortuna.

Stavo per addentare la ciambella, ma poi lo vidi, era lì, in piedi, al centro della via, e mi fissava.

Era un ragazzo dai lunghi capelli rossi, sciolti nel vento, con occhi azzurri, più chiari del cielo: indossava pantaloni bianchi abbinati ad una maglietta scura, non possedeva colori identificativi quindi non capivo a quale Clan apparteneva.

Un bagliore attirò il mio sguardo, facendomi notare l'orecchino d'oro che pendeva allegro al lobo sinistro, un vago sentore di paura iniziò a dilagarmi dentro.

Devo andare dal Maestro...

Non sapevo perché, ma sentivo che era la cosa giusta da fare.

I due secondi d'indecisione furono fatali.

Un bambino sbuco' da una stradina laterale, attirando l'attenzione dello sconosciuto.

E la mia.

《Scappa!》gli gridai, correndo verso i due.

Sapevo che quel tipo dai capelli rossi gli avrebbe fatto del male e, anche se non conoscevo quel ragazzino, non potevo permetterglielo.

Il giovanotto in questione rimase fermo lì, impietrito dal mio tono probabilmente, a fissare quegli occhi chiari così... impossibili.

Poi lo sconosciuto allungò una mano -non fece altro- e carezzo' la guancia del ragazzino, il quale si affloscio' pochi secondi dopo.

《Ma cosa...》mormorai, spiazzata.

Non aveva usato armi né la forza eppure...

Persino da dove mi ero fermata, ossia a qualche metro di distanza dallo straniero, capivo che il cuore del ragazzino si era fermato.

《Tu sei Kira...》osservò Capelli Rossi in tono incolore.

Non dissi nulla, non mi parve una domanda, ma una constatazione.

E capii che lui faceva parte del Progetto Nuovo Mondo: era agli ordini di Mat.

La mia mente cercava freneticamente una soluzione che non implicasse un combattimento in strada, ma non avevo alternative; di certo non potevo continuare a fissarlo mentre uccideva altri innocenti.

《Correte!》urlai ai negozianti che erano usciti dai loro esercizi per controllare la situazione.

Loro guardarono prima me poi lo sconosciuto e capirono immediatamente di dover fuggire se volevano salvarsi.

Io, invece, mi gettai su Capelli Rossi, sperando di far guadagnare tempo agli abitanti del villaggio.

Segretamente mi augurai che qualcuno avvertisse lo Sciamano, di certo lui sapeva come abbattere quel tipo dagli strani poteri.

Seppur con qualche indugio da parte sua, iniziammo a combattere, ma lui mi surclassava: i suoi movimenti erano fluidi, pareva danzare, mentre io ero aggressiva e furiosa.

Ancora non capivo com'era riuscito ad uccidere quel bambino solamente sfiorandolo e la cosa m'irritava, oltre che spaventarmi.

《Sei tu Mat?》gli domandai, cercando una breccia nella sua difesa. Magari parlando avrebbe abbassato la guardia.

《Il mio nome è Angoscia》mi rispose lui in tono indifferente come se stessimo faccio due chiacchiere e non un combattimento all'ultimo sangue.

La sua risposta mi spiazzo' completamente: balzai lontano per evitare che mi toccasse ed iniziammo a girare in tondo, ognuno in attesa della mossa dell'altro.

《Angoscia? Che razza di nome sarebbe?!》lo derisi mentre controllavo che anche l'ultima persona si fosse allontanata.《Cosa vuoi da me?》

《Il tuo Spirito》mi rispose, anche se fu superfluo dato che conoscevo già i suoi piani, una parte almeno.

《Quindi? Vieni solo e ti aspetti che ti segua?》Tentai una finta a destra, ma lui non ci casco'.

《Questi giochetti mi annoiano》disse prima di scomparire.

Battei le palpebre un paio di volte, ma di lui nessuna traccia.

Scrutai, allora, i dintorni, perfino il cielo, ma pareva svanito nel nulla.

Lentamente abbassai le braccia, sconcertata e confusa, mentre vidi giungere Nadja e Lee.

Stavano correndo come furie ed io notai che indossavano abiti civili quindi probabilmente l'arrivo di Capelli Rossi li aveva interrotti a metà di un appuntamento o chissà cos'altro.

Stavo per gridargli che non serviva aiuto, ormai il nemico se n'era andato, ma, appena aprii bocca, percepii una presenza alle mie spalle.

Cosa...?

Fui troppo lenta.

Avevo abbassato la guardia troppo presto, credendo, erroneamente, che il tipo, Angoscia, avrebbe lasciato perdere.

Purtoppo mi sbagliavo.

Sentii qualcosa di freddo scivolarmi sul collo e subito mi allontanai, ma non riuscii a fare più di un paio di passi.

《Ora possiamo andare》commentò Angoscia nel suo solito tono incolore.

Mi portai le mani al collo e trovai solamente un collare in ferro, freddo al tatto e decisamente stretto, a malapena mi faceva respirare.

Il mio sguardo cadde sulle sue mani e le vidi stringere una catena composta da maglie nere da cui si alzavano piccole volute di fumo.

Sembrava un'opera degna del Clan delle Ombra.

Angoscia diede uno strattone ed io quasi caddi a terra, ma, per fortuna, mi ripresi immediatamente e puntai i piedi, facendo forza sulle gambe.

Riuscii a guadagnare un passo, ma per poco non mi strozzai.

《Non ti conviene. Più fai resistenza più si stringe》mi spiegò lui, senza fare una piega.

Allora mi aggrappai alla catena, ma dovetti lasciarla subito perché bruciava.

《Ahia...》bofonchiai contrariata.

Non potevo credere alla mia stupidità.

Mi ero allenata tanto eppure una piccola distrazione mi aveva fregata.

《KIRA!!》Sentii le grida dei miei amici e voltai la testa di quel poco che potevo solo per intimargli di stare lontani.

Potevo solo sperare che mi ascoltassero.

La mia mano corse alla coscia dov'era agganciato il mio pugnale, ma Angoscia mi scocco' una gelida occhiata.

《Se fossi in te non lo farei...》

Dannazione!

Come diavolo ne esco ora?

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